La filosofia medievale va dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente fino a dopo il Rinascimento
italiano. Qui di seguito ne esaminiamo i principali esponenti e la loro importanza per il pensiero
moderno.
Nonostante la percezione del Medioevo come un periodo oscuro, in realtà fu unepoca ricca di
riflessioni nascenti da parte di eminenti filosofi. Dalla caduta dellImpero Romano dOccidente
allinizio del Rinascimento, gli intellettuali di tutta Europa si sforzarono di fondere gli
insegnamenti del cristianesimo con la filosofia classica, dando vita a dibattiti e nuove scuole di
pensiero.
Influenzati dalle tradizioni greca, romana, islamica ed ebraica, i saggi medievali affrontarono
lesistenza, la moralità e il rapporto delluomo con Dio. I suoi contributi, ancora attuali, hanno
plasmato in modo significativo il panorama del pensiero occidentale. Conosciamoli!
Notevoli filosofi del Medioevo
Il Medioevo ha lasciato in eredità importanti riflessioni, conoscenze e modelli di pensiero,
attraverso i filosofi vissuti in quel tempo. Scopri, di seguito, chi sono.
1. Agostino di Ippona (354-430 d.C.)
Conosciuto come SantAgostino, fu una figura influente nel cristianesimo occidentale. Nato a Tagaste
(lattuale Souk Ahras, Algeria), Agostino visse una giovinezza tumultuosa. Lì si immerse in varie
correnti filosofiche e spirituali, con particolare attenzione al manicheismo e al neoplatonismo.
Il suo libro Confessioni (398) racconta la sua ricerca spirituale e la conversione finale al
cristianesimo, il tutto attraverso un viaggio di inquietudine intellettuale senza precedenti.
Questo libro non è solo considerato una delle grandi opere della letteratura cristiana, ma è anche
fonte di ispirazione per filosofi e autori nel corso dei secoli, grazie al suo sincero esame della
natura umana e del rapporto dellindividuo con Dio.
2. Boezio (480-524 d.C.) tra i filosofi del Medioevo
Era un filosofo e politico romano i cui sforzi per armonizzare il pensiero filosofico dellantichità
classica con gli insegnamenti cristiani lasciarono un impatto duraturo sul Medioevo e sul
Rinascimento.
Nel corso della sua vita Boezio si distinse come studioso impegnato a tradurre e commentare in
latino le opere di Aristotele e Platone. Per questo motivo i suoi scritti furono essenziali per la
preservazione del pensiero ellenico.
Tuttavia, è grazie alla sua opera La consolazione della filosofia (524) che il suo nome sopravvive
fino ad oggi. Scritto durante la prigionia poco prima della sua esecuzione, questo dialogo
filosofico tra Boezio e la personificazione della filosofia affronta riflessioni sulla natura
effimera della fortuna terrena e sulla ricerca del bene vero ed eterno.
3. Juan Scoto Erigena (810-877 d.C.)
Era un teologo e filosofo neoplatonico di origine irlandese che svolse un ruolo cruciale nella
transizione dal pensiero antico a quello medievale. Si distinse come un ponte tra le tradizioni
filosofiche del mondo greco e le tradizioni teologiche emergenti dellEuropa medievale.
Il suo capolavoro, Periphyseon o De Divisione Naturae (867), è un dialogo che esplora il rapporto
tra Dio, la natura e lumanità e affronta la questione di come la divinità si manifesta nella
creazione.
Sebbene le sue idee fossero considerate eterodosse e alla fine ricevessero la condanna della Chiesa,
la sua influenza sulla disciplina durante il Medioevo e sui filosofi successivi, come Meister
Eckhart e Nicola da Cusa, è innegabile.
4. Al-Farabi (872-950 d.C.) tra i filosofi del Medioevo
Conosciuto come il secondo maestro dopo Aristotele, fu uno dei più importanti filosofi islamici
del Medioevo e un pioniere nello studio della logica e della filosofia politica. Al-Farabi combinò e
sintetizzò elementi delle tradizioni filosofiche greche, persiane e islamiche.
I suoi contributi coprirono ambiti diversi come la musica, la matematica, la cosmologia e letica,
ma furono i suoi commenti e le sue reinterpretazioni delle opere di Aristotele a dargli prestigio.
Nel campo della filosofia politica, la sua opera La Città Virtuosa o Al -Madina al-fadila si
distingue per la sua visione di una società ideale governata da un leader filosofo, in una vena
simile alla Repubblica di Platone.
5. Avicenna (Ibn Sina) (980-1037 d.C.)
Avicenna era un erudito persiano che esplorò vari campi della conoscenza del suo tempo, dalla
medicina e filosofia allastronomia e allalchimia. Molti lo considerano il padre della medicina
moderna e la sua influenza si estese oltre il mondo islamico, raggiungendo lEuropa medievale.
La sua opera più nota, Il canone della medicina o Al-Qanun fi al-Tibb (1025), è stata per secoli un
riferimento primario in medicina.
Nel regno della filosofia, Avicenna si sforzò di fondere e conciliare il pensiero aristotelico con i
principi dellIslam. E il suo Libro della Guarigione o Kitab al-Shifa (1027) è una testimonianza di
questo sforzo monumentale.
La concezione dell’essere necessario, un essere che esiste per se stesso e da cui tutto il resto
dipende, è un pilastro della metafisica di Avicenna e ha avuto uninfluenza significativa sulla
riflessione medievale e rinascimentale sullesistenza e sulla natura di Dio.
6. Anselmo di Canterbury (1033-1109) tra i filosofi del Medioevo
Conosciuto anche come SantAnselmo, fu un monaco benedettino, teologo e filosofo italiano che in
seguito divenne arcivescovo di Canterbury. È noto per i suoi contributi alla teologia e alla
filosofia, soprattutto per quanto riguarda le argomentazioni sullesistenza di Dio.
Il suo approccio razionalista alla fede e la sua enfasi sulla capacità della ragione di avvicinarsi
alla comprensione dei misteri divini lo posizionano come una figura fondamentale nello sviluppo
della scolastica, un movimento filosofico e teologico che cercava di utilizzare la ragione e la
logica nello studio della fede..
7. Pietro Abelardo (1079-1142)
Fu un filosofo, teologo e logico medievale di grande rilevanza nel campo intellettuale dellEuropa
del XII secolo. Questa figura centrale dellUniversità di Parigi era nota per la sua abilità nella
dialettica, una forma di dibattito che utilizza logica e argomentazione.
Nel corso della sua carriera accademica, Abelardo non esitò a mettere in discussione e sfidare le
dottrine tradizionali, che spesso lo portarono a confrontarsi con altri eminenti pensatori e
autorità ecclesiastiche del suo tempo.
La sua opera Sic et Non (1141) è un chiaro esempio del suo approccio dialettico. In questo presentò
le contraddizioni presenti negli scritti dei Padri della Chiesa, incoraggiando lanalisi critica e
un dibattito teologico più approfondito.
8. Averroè (Ibn Rushd) (1126-1198)
Nato a Córdoba, nella Spagna musulmana, Averroè è passato alla storia per i suoi estesi commenti
alle opere di Aristotele. La sua meticolosa interpretazione del filosofo greco non solo rivitalizzò
lo studio di Aristotele nel mondo islamico, ma, dopo essere stata tradotta in latino, gettò anche le
basi per la rinascita aristotelica nellEuropa medievale.
Averroè difese lidea che filosofia e religione fossero complementari e potessero coesistere
armoniosamente. Secondo i suoi scritti, la verità, sia essa raggiunta attraverso la ragione
filosofica o la rivelazione religiosa, rimane una verità unitaria.
9. Maimonide (1135-1204) tra i filosofi del Medioevo
Conosciuto anche con il suo nome ebraico, Moisés ben Maimón, o con il suo acronimo, Rambam, fu uno
studioso ebreo di origine andalusa i cui contributi allebraismo, alla filosofia e alla medicina
hanno lasciato uneredità duratura nel corso dei secoli. Nato a Córdoba durante il periodo doro
della Spagna musulmana, Maimonide fu sia un eminente rabbino che un rispettato medico.
Nella sua opera filosofica Guida dei perplessi (1190), tentò di conciliare gli insegnamenti della
filosofia aristotelica con i principi dellebraismo. Ha affrontato questioni complesse, come la
natura di Dio, la profezia e il problema del male, tentando di fornire risposte razionali ai dilemmi
teologici.
Per tutta la sua vita dovette affrontare critiche sia da parte dei settori ebrei conservatori, che
guardavano con sospetto alle sue inclinazioni filosofiche, sia da parte di pensatori musulmani.
10. Alberto Magno (1200-1280)
Fu uno dei primi a introdurre e commentare ampiamente le opere di Aristotele in Europa. In unepoca
in cui molte delle opere del filosofo greco erano sconosciute o guardate con sospetto, Alberto Magno
sosteneva lintegrazione del pensiero aristotelico con la teologia cristiana. Per lui la filosofia e
la religione, lungi dallessere opposte, potrebbero arricchirsi a vicenda.
Oltre al suo profondo interesse per la filosofia, Alberto fu un pioniere nello studio empirico della
natura. Le sue ricerche in campi diversi come la botanica, la zoologia, la chimica e la geologia
riflettevano un approccio osservativo e sperimentale, anticipando alcuni aspetti del moderno metodo
scientifico.
11. Tommaso dAquino (1225-1274) tra i filosofi del Medioevo
Questo pensatore è senza dubbio uno dei più trascendenti nella storia della filosofia e della
teologia. In un periodo in cui la riscoperta delle opere di Aristotele in Europa occidentale
generava tensioni e dibattiti nel mondo accademico, Tommaso dAquino difendeva lidea che ragione e
fede sono complementari e che la conoscenza di Dio poteva essere raggiunta attraverso mezzi
razionali.
La sua opera più nota, la Summa theologica (1274), è un compendio teologico in cui affronta e
analizza quasi tutti i temi fondamentali della teologia e della filosofia, dallesistenza e natura
di Dio, alletica e alla natura del bene. cattivo. Tomás solleva obiezioni, risposte e poi
confutazioni su ogni argomento con profonda erudizione e capacità argomentativa.
12. Ruggero Bacone (1214-1294)
Era un filosofo inglese e frate francescano riconosciuto per la sua precoce enfasi sul metodo
empirico nella ricerca e per la sua difesa del ruolo della sperimentazione nel progresso della
conoscenza. In unepoca in cui lautorità dei testi antichi e della tradizione spesso prevaleva
sullosservazione diretta, Ruggero Bacon sosteneva un approccio più sistematico e pratico.
Ha inoltre sottolineato limportanza della matematica nella comprensione delluniverso e ha difeso
lidea che la conoscenza dovrebbe essere ricercata non solo per ragioni teologiche o filosofiche, ma
per migliorare la condizione umana.
Oltre ai suoi contributi metodologici, Bacon scrisse di ottica, alchimia e astronomia e predisse
invenzioni future, come occhiali e veicoli semoventi.
13. Giovanni Duns Scoto (1266-1308) tra i filosofi del Medioevo
Juan Duns Escoto ha insegnato alle università di Oxford e Parigi; I suoi contributi alla teologia e
alla filosofia lo consacrarono come una figura centrale della tarda scolastica. La sua capacità di
affrontare e risolvere problemi teologici con argomentazioni sottili e sofisticate gli valse
prestigio ai suoi tempi.
Uno dei contributi più notevoli di Scoto fu la sua difesa del concetto di libero arbitrio nel
contesto della teologia. Sosteneva che la volontà di Dio è assolutamente libera e non è determinata
da alcuna necessità logica. Con ciò sottolineava il primato della volontà sullintelletto. Questa
posizione differiva da quella di altri pensatori del suo tempo, come Tommaso dAquino.
14. Maestro Eckhart (1260-1328)
Meister Eckhart era un teologo, filosofo e mistico tedesco associato allOrdine dei Predicatori o
dei Domenicani. Il suo pensiero unisce elementi di teologia scolastica con profonde intuizioni
mistiche. I suoi sermoni e trattati che esplorano lintimo rapporto tra lanima umana e Dio lo
rendono uno dei filosofi più importanti del Medioevo.
Al centro del suo insegnamento cè lidea della scintilla dellanima, un punto immanente
nellanima dove si ritrova la presenza divina e lindividuo può unirsi direttamente a Dio. Il suo
lavoro si distingue per lenfasi sulla disappropriazione, il processo attraverso il quale lanima si
spoglia di tutte le immagini, concetti e desideri per incontrare il divino.
Eckhart sosteneva una relazione esperienziale con Dio, al di là di rituali e mediazioni. Le sue
idee, soprattutto quelle riferite alla natura dellunione con Dio e alla trascendenza divina, furono
condannate dalla Chiesa come eterodosse.
15. Guglielmo di Ockham (1287-1347)
Membro dellOrdine Francescano, Ockham è spesso associato alla scuola di pensiero nota come
nominalismo. Ciò rifiuta lesistenza di universali (concetti astratti o qualità condivise) al di
fuori delle cose individuali e concrete. Sosteneva che esistono solo gli individui e che gli
universali sono nomi o etichette che mettiamo sulle cose.
Oltre ai suoi contributi al nominalismo, Ockham è famoso per il principio epistemologico che porta
il suo nome: il rasoio di Ockham. Questo strumento filosofico sostiene che, di fronte a molteplici
ipotesi che spiegano lo stesso fenomeno, si dovrebbe preferire la spiegazione più semplice; cioè
quello che postula il minor numero di entità o assunzioni.
16. Raimondo Lullo (1232-1315) tra i filosofi del Medioevo
Il suo tentativo di creare unarte o un metodo logico-combinatorio per dimostrare e diffondere le
verità del cristianesimo gli valse un posto tra i più importanti filosofi del Medioevo.
Il suo sistema, chiamato ars magna, utilizzava una serie di figure geometriche rotanti che
rappresentavano concetti teologici e filosofici, cercando di generare combinazioni di argomenti per
affrontare qualsiasi questione teologica o filosofica.
Sebbene il suo metodo combinatorio non fosse usato o adottato frequentemente dagli intellettuali del
suo tempo, ciò non significa che non avesse alcun impatto. Molti non esitano a considerare il
sistema lulliano come il pioniere della logica computazionale; quindi le sue idee servirono da
ispirazione a molti pensatori successivi.
17. Nicola da Cusa (1401-1464)
Nicola da Cusa era un teologo, filosofo, matematico e cardinale della Chiesa cattolica il cui
pensiero rappresentava una transizione significativa tra la filosofia medievale e le idee emergenti
del Rinascimento.
La sua opera più influente, De Docta Ignorantia (1440), esplora lidea che la conoscenza umana, non
importa quanto vasta, è sempre limitata rispetto allinfinità di Dio. Pertanto, la vera saggezza sta
nel riconoscere la nostra stessa ignoranza.
Niccolò Cusano introdusse il concetto di coincidentia oppositorum (la coincidenza degli opposti)
secondo il quale le verità più profonde si trovano spesso nellunione di idee apparentemente
contraddittorie. Inoltre, diede importanti contributi al campo della matematica, in particolare in
relazione al concetto di infinito.
18. Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494)
Giovanni Pico della Mirandola è stato un filosofo e umanista rinascimentale italiano le cui idee
incapsulavano lo spirito del Rinascimento, nella sua ricerca di armonizzare diverse tradizioni di
pensiero e di enfatizzare il potenziale e la dignità dellessere umano.
Fin dalla tenera età mostrò uninsaziabile sete di conoscenza e la sua educazione comprese unampia
varietà di discipline, dalla filosofia classica alla teologia ebraica e al misticismo sufi. È
conosciuto soprattutto per la sua opera Sulla dignità delluomo (1496), un testo che è stato spesso
descritto come il manifesto del Rinascimento.
In questo trattato, Pico sostiene che gli esseri umani occupano una posizione unica nella gerarchia
del cosmo, poiché, a differenza di altre creature che hanno un posto fisso, gli esseri umani hanno
la libertà e la scelta di ascendere alle vette del divino o di scendere nelle profondità del mondo.
il bestiale.
Importanza e significato dei filosofi medievali
Lelenco sopra riportato è utile per comprendere limportanza dei filosofi del Medioevo nella
costruzione del pensiero moderno.
Contrariamente allidea popolare, il Medioevo fu un periodo di vasto sviluppo filosofico, tanto che
molti dei suoi teoremi rimasero in vigore per secoli. La filosofia moderna e quella contemporanea
non possono essere comprese senza il contributo dei pensatori medievali.
Bibliografia
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affidabile e di precisione accademica o scientifica.
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