40 versi sulla Realtà

pubblicato in: AltroBlog 0

QUARANTA VERSI SULLA REALTA’

di Bhagavan Sri Ramana Maharshi

(Traduzione a cura di Pietro Mancuso)

– INVOCAZIONE –

I. Se la Realtà non esistesse potrebbe esserci conoscenza dell’esistenza?
Libera da tutti i pensieri, la Realtà abita nel Cuore, la Sorgente di tutti
i pensieri. E’ perciò chiamata Cuore. Come possiamo contemplarla? Essere
come essa è nel Cuore, è la sua contemplazione.

II. Coloro che conoscono un’intensa paura della morte cercano rifugio solo
ai piedi del Signore, che non ha né nascita e né morte. Morti a sé stessi e
ai loro possedimenti può il pensiero della morte sorgere ancora in loro?
Essi sono immortali.

1. Dalla nostra percezione del mondo segue l’accettazione di un unico
Principio Primo che possiede vari poteri. Immagini del nome e della forma,
la persona che vede, lo schermo su cui egli vede, e la luce per cui egli
vede: egli stesso è tutto ciò.

2. Tutte le religioni postulano i tre fondamentali, il mondo, l’anima e Dio,
ma è solo l’unica Realtà che manifesta sé stessa come questi tre. Uno può
dire, “i tre sono realmente tre” solo fino a quando l’ego perdura. Perciò,
essere inerente alla propria unica natura, dove l’io o ego è morto, è il
perfetto Stato.

3. “Il mondo è reale”. “No, esso è una mera illusoria apparenza”. “Il mondo
è conscio”. “No” . “Il mondo è felicità”. “No”: Che utilità abbiamo
nell’argomentare così? E’ una gioia per tutti quello Stato nel quale, avendo
abbandonato il punto di vista oggettivo, si conosce il proprio sé e si
perdono tutte le nozioni di unità o dualità, di sé stessi e l’ego .

4. Se si crede aver forma anche il mondo e Dio sembreranno aver forma, ma se
si è aformali chi è che vede queste forme e come?

5. Il corpo è una forma composta dalle cinque guaine, perciò, tutte le
cinque guaine sono implicite nel termine corpo. Indipendentemente del corpo
può il mondo esistere? Qualcuno ha mai visto il mondo senza corpo?

6. Il mondo è nulla di più che il raggruppamento degli oggetti percepiti dai
cinque sensi. Dal momento che, tramite questi cinque organi sensoriali, una
singola mente percepisce il mondo, il mondo non è altro che la mente.
Indipendentemente dalla mente ci può essere un mondo?

7. Sebbene il mondo e la conoscenza si manifestino e si dissolvono insieme è
solo per la conoscenza che il mondo è visibile. Reale è solo quella
Perfezione che splende senza manifestarsi e senza dissolversi, nella quale
il mondo e la conoscenza si manifestano e si dissolvono.

8. Adorare, sotto qualsiasi nome e forma, la Realtà Assoluta è solo un mezzo
per realizzare Colui che è senza nome e senza forma. E’ vera realizzazione
solo quella in cui si conosce sé stesso in relazione a quella Realtà,
consegue la pace e realizza la propria identità con esso.

9. La dualità di soggetto e oggetto e la trinità del veggente, vista e visto
può esistere solo se sostenuta dall’Uno. Se ci si volge dentro alla ricerca
di quell’Unica Realtà essi si dissolvono. Quelli che vedono ciò sono coloro
che vedono la Saggezza. Essi non sono mai nel dubbio.

10. La conoscenza ordinaria è sempre accompagnata dall’ignoranza e
l’ignoranza
dalla conoscenza, la solo vera conoscenza è quella per cui si conosce il Sé
indagando di chi siano la conoscenza e l’ignoranza.

11. Non è, piuttosto, ignoranza conoscere tutte le altre (cose) senza
conoscere sé stesso, il conoscitore? Non appena si conosce il Sé, che è il
sostrato della conoscenza e dell’ignoranza, la conoscenza e l’ignoranza
periscono.

12. Solo quello che né è conoscenza né ignoranza è vera Conoscenza. Quel che
è conosciuto non è vera Conoscenza. Dal momento che il Sé splende con
null’altro
da conoscere o far conoscere, esso solo è Conoscenza. Non è un vuoto.

13. Il Sé, che è Conoscenza, è la sola Realtà. La conoscenza della
molteplicità è falsa conoscenza. Questa falsa conoscenza, che è realmente
ignoranza, non può esistere indipendentemente dal Sé, che è
Conoscenza-Realtà. La Varietà degli ornamenti d’oro è irreale, dal momento
che nessuno di loro può esistere senza l’oro di cui sono fatti.

14. Se la prima persona, io, esiste, allora anche la seconda e la terza, tu
e lui, esisteranno. Investigando nella natura dell’io, l’io perisce. Con
esso anche “tu” e “lui” periranno. Lo stato risultante, che splende come
Assoluto Essere, è il proprio naturale stato, il Sé.

15. Solo con riferimento al presente il passato e il futuro esistono. Essi,
mentre sono in corso, sono anche presente. Tentare di determinare la natura
del passato e del futuro ignorando il presente è come tentare di contare
senza l’unità.

16. Indipendentemente da noi dove è il tempo e dove è lo spazio? Se siamo
corpi siamo coinvolti in tempo e spazio, ma lo siamo? Siamo la stessa
identica unità adesso, allora, e per sempre, qui, e dappertutto. Perciò
Essere senza tempo e senza spazio soltanto siamo.

17. Per quelli che non hanno realizzato il Sé, come per quelli che lo hanno
realizzato, la parola “io” si riferisce al corpo, con questa differenza: per
quelli che non lo hanno realizzato, l'”io” è confinato al corpo, per quelli
che hanno realizzato il Sé dentro il corpo l'”io” splende come l’illimitato
Sé.

18 . Sia per quelli che non hanno realizzato (il Sé) sia per quelli che lo
hanno realizzato il mondo è reale. Ma per quelli che non lo hanno realizzato
la Verità è adattata alla misura del mondo, mentre per quelli che lo hanno
realizzato la Verità splende come Aformale Perfezione e come il sostrato del
mondo. Questa è tutta la differenza fra loro.

19. Solo coloro che non hanno conoscenza della Sorgente del fato e del
libero arbitrio disputano su quale di essi prevale. Coloro che conoscono il
Sé come l’unica Sorgente del fato e del libero arbitrio sono liberi da
entrambi. Come possono restare impigliati di nuovo in loro?

20. Colui che vede Dio senza vedere il Sé vede solo una immagine mentale.
Dicono che colui che vede il Sé vede Dio. Colui che, avendo perso
completamente l’ego, vede il Sé, ha trovato Dio, perché il Sé non esiste
indipendentemente da Dio.

21. Quale è la Verità delle scritture che affermano che se si vede il Sé si
vede Dio? Come si può vedere il proprio Sé? Se, dal momento che si è un
essere singolo, non si può vedere il proprio Sé, come si può vedere Dio?
Solo diventando una preda per lui.

22. Il Divino dà luce alla mente e splende dentro essa. Se non si gira la
mente nell’interiorità e la si fissa nel Divino, non c’è altra via per
conoscerLo mediante la mente.

23. Il corpo non dice “io”. Uno non può sostenere che anche nel sonno
profondo l’<> cessa di esistere. Quando l'”io” emerge, tutto il resto
emerge. Con mente affilata investiga quando l'”io” emerge.

24. Questo corpo inerte non può dire “io”. La Realtà-Coscienza non emerge.
Fra i due, e limitato dalla misura del corpo, qualcosa emerge come “io”. E’
ciò che è conosciuto come Chid-jada-granthi (il nodo fra il Conscio e
l’inerte),
e anche schiavitù, anima, corpo sottile, ego samsara, mente e così via.

25. Viene ad essere equipaggiato con una forma, e finché mantiene una forma
dura. Avendo una forma si alimenta e cresce grande. Ma se investigate in
questo spirito cattivo, che non ha forma propria, abbandona la presa sulla
forma e prende il volo.

26. Se l’ego è, ogni altra cosa anche è. Se l’ego non è, nessun altra (cosa)
è. In verità l’ego è tutto. Perciò l’investigare come e che è questo ego è
la solo via per rinunciare a ogni cosa.

27. Lo Stato di non emergenza dell'”io” è lo stato di essere Quello. Senza
ricerca di quello Stato di non emergenza dell’ “io” e conseguimento di esso,
come si può compiere la propria estinzione, da cui l'”io” non può risorgere?
Senza quel conseguimento come è possibile abitare nel proprio vero Stato,
dove si è Quello?

28. Come un uomo deve immergersi al fine di avere qualcosa che è caduta
nell’acqua,
così si deve immergere in sé stesso con una mente affilata e concentrata su
un solo punto, controllando parola e respiro, e trovare il posto dove l'”io”
si origina.

29. La sola ricerca che conduce all’Autorealizzazione è cercare la Sorgente
dell'”io” con la mente rivolta all’interno e senza pronunciare la parola
“io”. La meditazione su “io non sono questo; io sono Quello può essere un
aiuto alla ricerca ma non può essere la ricerca.

30. Se uno chiede dentro la mente “chi sono io”?, l'”io” individuale cade
confuso man mano che si raggiunge il Cuore e immediatamente la Realtà
manifesta sé stessa spontaneamente come “Io” dell’io. Benché rivela sé
stessa come “Io”, non è l’ego, ma, l’Essere Perfetto, l’Assoluto Sé.

31. Per colui che è immerso nella beatitudine del Sé, sorgente
dall’estinzione
dell’ego, cosa rimane da compiere? Egli non è consapevole di null’altro
oltre il Sé. Chi può capire il suo Stato?

32. Sebbene le scritture proclamino “Tu sei Quello”, è solo un segno di
debolezza di mente meditare “io sono Quello non questo”, perché tu sei
eternamente Quello. Quel che deve essere fatto è di investigare cosa
realmente si è e rimanere Quello.

33. E’ ridicolo dire sia “io non ho realizzato il Sé” o “io ho realizzato il
Sé”; ci sono due sé, perché uno sia l’oggetto della realizzazione
dell’altro?
E’ una verità dell’esperienza di ciascuno che c’è un solo un Sé.

34. E’ dovuta all’illusione nata dall’ignoranza che l’uomo sbaglia a
riconoscere Quello che è sempre la Realtà inerente di ciascuno abitante nel
suo naturale centro-Cuore e permanere in esso, e invece disputano che esiste
o non esiste, che ha forma o non ha forma, o è non-duale o duale.

35. Cercare ed permanere nella Realtà che è sempre conseguibile, è il solo
Conseguimento. Tutti gli altri conseguimenti (siddhis) sono come se fossero
acquisiti nel sogno. Possono apparire reali a qualcuno che si è destato dal
sonno? Possono coloro che sono stabiliti nella Realtà e liberi da maya,
essere ingannati da loro?

36. Solo se il pensiero “Io sono il corpo” sorge la meditazione “io non sono
questo, io sono Quello” aiuterà a rimanere come Quello. Perché dovremmo
sempre pensare, “io sono Quello”? E’ necessario per l’uomo continuare a
pensare ” io sono un uomo”? Non siamo sempre Quello?

37.La disputa, “dualismo durante la pratica, non dualismo sul
Conseguimento”,
è anche falsa. Mentre si sta ansiosamente cercando, come quando si è trovato
il proprio Sé, chi altro si è se non il decimo uomo?

38.Finché un uomo è l’agente egli riceve anche il frutto delle sue azioni,
ma, appena realizza il Sé tramite la ricerca di chi è l’agente il suo
sentirsi l’agente cade e il triplice karma* ha termine. Questo è lo stato
della eterna Liberazione.

39. Solo per quanto si considera sé stessi schiavi, continuano i pensieri di
schiavitù e Liberazione. Quando uno investiga chi è in schiavitù il Sé è
realizzato, eternamente conseguito, e eternamente libero. Quando il pensiero
della schiavitù cessa, può il pensiero della liberazione sopravvivere?

40. E’ detto che la liberazione è di tre specie, con forma o senza forma o
con e senza forma, lasciami dire che l’estinzione delle tre forme di
liberazione è la sola Liberazione.
——————————————–
* Sancita, Agami e Prarabdha.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *