A VRINDAVANA Con un Centinaio di Stranieri

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A VRINDAVANA Con un Centinaio di Stranieri

Erano venuti per lo yoga ed hanno scoperto la bhakti

di Meera Khurana

L’India è conosciuta come punya-bhumi, “la terra dei valori spirituali”, per i suoi numerosi luoghi
sacri. Tra questi il più sacro è Vrindavana, la terra di Krishna, nel distretto di Mathura in Uttar
Pradesh. Quando Dio discende, anche la Sua eterna dimora discende. Sri Krishna discende con
Vrindavana, come Sri Rama discende con Ayodhya. Queste dimore divine sono dette dhama. Vrindavana è
il luogo sacro di svago di Krishna, dove circa cinquemila anni fa Egli compì i divertimenti della
Sua infanzia e dove la Sua presenza si sente più che in qualsiasi altro luogo. Quando Sri Caitanya
Mahaprabhu visitò Vrindavana nel 1523, rivelò molti luoghi dei divertimenti di Sri Krishna.

Le glorie del dhama di Vrindavana sono descritte nelle Scritture vediche. Vivere o trascorrere del
tempo nel dhama è benefico per l’avanzamento spirituale perché qui si accumulano meriti spirituali.
Vrindavana (vrinda-vana) si traduce “la foresta di Vrinda”, una gopi compagna di Radha-Krishna che
assume la forma della sacra pianta di Tulasi (conosciuta anche come “basilico sacro”).
Vrindavana con le zone circostanti è conosciuta con il nome di Vraja. Nel 2009, mi trovai a
Vrindavana per un mese con più di cento stranieri, nessuno dei quali aveva sentito parlare di
Vrindavana né sapeva chi fosse Krishna. Quale impressione avrebbero ricevuto dal luogo più sacro
dell’India?

Lo Yoga nel Dhama

Mi ero interessata allo yoga per alcuni anni, perciò quando sentii che a Vrindavana sarebbe stato
tenuto un corso di yoga di un mese, colsi l’opportunità. Poiché il corso si teneva nel dhama di
Vrindavana, mi aspettavo che per lo più fosse frequentato da devoti di Krishna. Rimasi sorpresa
quando vidi che la maggior parte dei partecipanti che incontrai provenivano dal Regno Unito, dagli
Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dal Giappone e dall’Argentina e non avevano mai sentito
parlare di Vrindavana, pertanto erano completamente ignari della sua importanza. Cercando un corso
di yoga, erano capitati per caso (o, in realtà, per la misericordia di Krishna) nel luogo più
propizio di tutti. Mi chiedevo quali attività pie avessero compiuto nelle vite precedenti per essere
stati condotti a Vrindavana senza una loro esplicita intenzione o conoscenza. Studiavamo e
praticavamo lo yoga e il pranayama in un giardino pensile, a livello della chioma degli alberi,
vicino a Chira Ghat sulla riva del fiume sacro Yamuna.

Sulla nostra testa volavano piccoli pappagalli verdi e il canto melodioso del maha-mantra Hare
Krishna risuonava dall’altoparlante di un tempio vicino. Con una guardia che ci proteggeva dalle
scimmie dispettose, tutto sembrava perfetto e tranquillo nella terra del Signore. Nata come “figlia
dell’ISKCON” (i miei genitori erano stati iniziati da Srila Prabhupada nel 1971, quando ero nel
grembo di mia madre), mi sentivo responsabile delle esperienze e delle impressioni che queste
persone avrebbero ricevuto nella loro prima visita a Vrindavana. Volevo che ciascuno di loro godesse
del tempo trascorso a Vrindavana e imparasse qualcosa su Sri Krishna come Dio, la Persona Suprema.

Pensai che potesse essere un’eccellente opportunità per parlare di Krishna alle persone. Dopo tutto,
quale argomento migliore c’è, specialmente qui nella terra di Krishna?
Molte di queste persone prima non si erano mai sedute sul pavimento per mangiare, non avevano mai
mangiato con le dita o perfino mai consumato un pasto completamente vegetariano. Per molti era il
primo viaggio in India. Nonostante questo, l’effetto che Vrindavana aveva su molti di questi
studenti di yoga era incoraggiante e superava ogni mia aspettativa.

Esperienze a Vrindavana

Avevamo un giorno libero alla settimana dalle lezioni. Portai alcuni studenti a fare il parikrama
(la circoambulazione) di Vrindavana e nel percorso visitammo il Tempio ISKCON di Sri Sri Krishna-
Balarama. Ero consapevole di che cosa avrebbero potuto pensare quando ci inchinammo mettendo la
fronte sulla polvere di questa terra santa (i maiali erano appena stati proprio in questa zona) e di
come avrebbero potuto reagire alla loro prima esperienza in un tempio ISKCON. Non avevano mai
sentito questo canto né visto le Divinità. Durante i parikrama parlai loro degli insegnamenti di
Srila Prabhupada e della misericordia che aveva avuto per noi presentando Vrindavana al mondo. Essi
fecero delle domande filosofiche ed avemmo interessanti discussioni, compreso il confronto tra la
coscienza di Krishna e le altre più importanti religioni del mondo.

Furono sorpresi nel constatare come si trovassero a loro agio con la filosofia e come essa avesse
per loro un senso logico. Per esempio, apprezzarono il semplice fatto che non dobbiamo mangiare la
mucca o farle del male, perché è come una madre per noi che beviamo il suo latte. Anche la legge del
karma sembrò loro di buon senso. La cosa più meravigliosa fu come essi amarono subito Vrindavana.
Dicevano di trovarsi più a loro agio qui che in qualsiasi altro posto; ognuno sembrava essersi ben
inserito e si sentiva bene accolto. Pensai che questa fosse un’osservazione interessante perché
dagli insegnamenti di Sri Caitanya apprendiamo che Vrindavana è identica alla dimora spirituale
eterna di Krishna, Krishnaloka, ed è perciò la vera casa spirituale di tutti. Vedere ed ascoltare
questi commenti fu per me una prova diretta. Subito, invece del monotono “ciao”, essi si salutavano
l’un l’altro con “Radhe! Radhe!”, il saluto tradizionale locale che significa “O Radha! O Radha!”

Impressioni che Trasformano

L’energia percepita nel tempio ISKCON di Vrindavana lasciò in loro un’impressione indimenticabile.
Due ragazze, una americana e una inglese, (Elizabeth e Una), dissero di non aver mai provato tanta
gioia e tanta energia come durante la visita a questo tempio e di essersi sentite molto felici. Pur
non avendo mai visto prima la Divinità del Signore, cantarono con gioia il maha-mantra – Hare
Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare – e
danzarono. Non si sarebbero mai aspettate che sul pianeta esistesse un posto simile, un posto dove
le persone tutte insieme indiscriminatamente danzano e cantano i nomi del Signore con così tanto
piacere ed ispirazione.

Anche se non avevano mai messo piede in un tempio ISKCON, danzarono in estasi come se fossero
rinate. Nei giorni seguenti si mostrarono gioiose e sempre sorridenti mentre dicevano agli altri che
avevano avuto una delle esperienze più meravigliose della loro vita. Alcuni fecero notare come i
Vrajavasi (i residenti di Vrindavana) siano pieni di premure anche con gli animali. Avevano visto
che alcuni cani randagi e mucche ferite erano stati curati disinteressatamente. Marie, un’anziana
signora francese con figli adulti, che non aveva mai lasciato la Francia prima, pianse quando visitò
il Seva Kunj e Nidhuvan, due luoghi degli intimi divertimenti di Krishna protetti da alte mura.
Parlò della grande serenità e gioia che provava lì e rimpiangeva di non averli visitati prima,
quando era più giovane.

Alida, una giovane donna proveniente dall’ex Unione Sovietica, era stata allevata come una
principessa con una persona fissa al suo servizio. Affermò che avrebbe preferito vivere da
senzatetto a Vrindavana piuttosto che altrove in un palazzo. Entrata nel Samadhi di Srila
Prabhupada, chiuse gli occhi per la sorpresa quando riconobbe Srila Prabhupada che aveva visto in un
libro circa ventidue anni prima, quando era una bambina. Era l’unico libro che continuava a prendere
dalla libreria di famiglia e i suoi genitori musulmani continuavano a toglierglielo e a rimetterlo
sullo scaffale. Vidi che il suo destino alla fine l’aveva portata a Vrindavana. Ella disse che non
aveva mai sentito prima il senso di libertà e la felicità che aveva provato mentre danzava davanti
alle Divinità.

Darren, un inglese, cercò si saltare alcune lezioni di yoga (sebbene si tenesse un registro) per
essere presente al gaura-arati (la cerimonia serale quotidiana dell’arati) al Tempio
Krishna-Balarama. Miu, una signora giapponese che aveva viaggiato molto, si trattenne per mesi. Ella
preferisce Vrindavana ai suoi viaggi per il mondo e non vuole partire. Dopo aver visitato il Tempio
di Krishna-Balarama, la maggior parte comprò il japa-mala (la corona per cantare) nel negozietto del
tempio, non solo per sé ma anche per i loro partner e parenti a casa. Dissero che l’esperienza del
canto era così gioiosa che avrebbero voluto portarla a casa per condividerla con le proprie
famiglie. Mi sentii molto felice di aver potuto condividere la dolcezza e i piaceri di Vrindavana
con questi studenti di yoga. Questa dolcezza mi era stata trasmessa dai miei genitori e a loro da
Srila Prabhupada, che gentilmente venne nel mondo occidentale per diffondere la coscienza di
Krishna, cosa per cui gli sono eternamente grata.

Meera Khurana vive a Londra. È laureata in Scienze informatiche.

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