Abbracciare la rabbia 2
di Thich Nhat Hanh
(Seconda parte)
Il Buddha ha detto: “Questo è così perché quello è così. Questo è perché
quello è.” Le tre frasi che propongo sono il linguaggio del vero amore. Esso
ispirerà l’altra persona a praticare, a guardare in profondità, e insieme
realizzerete la comprensione e la riconciliazione. Ai miei amici propongo di
scrivere queste frasi su un foglietto e di infilarlo nel portafoglio.
Ogni volta che si arrabbiano con il partner, o con il figlio o la figlia,
possono
praticare la respirazione in presenza mentale, tirare fuori il foglietto e
leggerlo. Sarà una campana di consapevolezza che dirà loro che cosa fare e
che cosa non fare. Le tre frasi sono: “Soffro e voglio che tu lo sappia.”
“Sto facendo del mio meglio.” “Per favore aiutami.”
Credo che anche in un conflitto internazionale sia possibile lo stesso
genere di pratica. Perciò propongo all’America di fare lo stesso. Dite a
coloro che ritenete essere la causa della vostra sofferenza che voi
soffrite, che volete che loro lo sappiano, che volete sapere perché vi hanno
fatto una cosa simile, e praticate l’ascolto profondamente e con
compassione.
La qualità del nostro essere è molto importante, perché quella domanda,
quell’affermazione non è una condanna, ma un desiderio di creare la vera
comunicazione. “Siamo pronti ad ascoltarvi. Sappiamo che dovete aver
sofferto molto per averci fatto una cosa simile. Forse avete pensato che
siamo noi la causa della vostra sofferenza. Quindi per favore diteci se
abbiamo cercato di distruggervi, se abbiamo cercato di farvi oggetto di
discriminazione, affinché possiamo capire.
Sappiamo che quando avremo
compreso la vostra sofferenza, potremo essere capaci di aiutarvi.” Questo è
quello che nel buddismo chiamiamo “parola amorevole” o “linguaggio gentile”;
esso ha lo scopo di creare la comunicazione, di ristabilire la
comunicazione. Una volta che sarà ristabilita la comunicazione, la pace sarà
possibile.
Quest’estate, un gruppo di palestinesi è venuto a Plum Village e ha
praticato con un gruppo nutrito di israeliani. Abbiamo favorito la loro
venuta offrendo loro facilitazioni per il soggiorno e abbiamo praticato
insieme. In due settimane hanno imparato a sedersi insieme, a camminare
insieme in presenza mentale, ad apprezzare i pasti in silenzio in comune e a
sedere tranquillamente per ascoltarsi l’un l’altro. La pratica così
assimilata ha avuto molto successo.
Alla fine delle due settimane di pratica
ci hanno dato una notizia davvero meravigliosa. Una signora ha detto: “Thây,
per la prima volta nella mia vita vedo che la pace in Medio Oriente è
possibile.” Un altro giovane ha detto: “Thây, appena arrivato a Plum Village
non credevo che Plum Village fosse qualcosa di reale, perché nella
situazione del mio paese si vive costantemente nella paura e nella rabbia.
Quando i nostri bambini salgono sull’autobus non siamo sicuri che torneranno
a casa. Quando andiamo al supermercato non siamo sicuri di sopravvivere e di
tornare alla nostra famiglia. A Plum Village vedi le persone guardarsi con
amore, parlare gentilmente con gli altri, camminare in pace e fare ogni cosa
in presenza mentale. Noi non credevamo che ciò fosse possibile. Non mi
sembra vero.”
Ma nelle condizioni di pace di Plum Village, essi erano capaci di stare
insieme, di vivere insieme, e di ascoltarsi l’un l’altro, e alla fine la
comprensione è arrivata. Essi promisero che tornati in Medio Oriente
avrebbero continuato la pratica. Organizzeranno incontri di pratica una
volta alla settimana a livello locale e una giornata di presenza mentale a
livello nazionale. E contano di tornare a Plum Village in un gruppo più
numeroso per continuare la pratica.
Penso che se nazioni come l’America organizzassero ambienti di questo
genere, dove le persone possono incontrarsi e trascorrere il tempo
praticando la pace, sarebbero in grado di calmare le loro emozioni, la loro
paura, e i negoziati di pace sarebbero molto più facili.
Tutte le cose hanno bisogno di cibo per vivere e per crescere, inclusi il
nostro amore e il nostro odio. L’amore è una cosa vivente, l’odio è una cosa
vivente. Se non nutri il tuo amore, esso morirà. Se tagli la fonte di
nutrimento alla tua violenza, anche la tua violenza morirà. Per questo il
sentiero indicato dal Buddha è il sentiero del consumo consapevole.
Il Buddha raccontò la seguente storia.
C’era una coppia che voleva
attraversare il deserto per recarsi in un altro paese in cerca di libertà.
Essi portarono con sé il loro figlioletto e una quantità di cibo e di acqua,
ma non fecero bene i conti, sicché a metà strada in pieno deserto
terminarono il cibo. I due sapevano che sarebbero morti. Così, dopo molta
angoscia, decisero di mangiare il bambino in modo da poter sopravvivere e
raggiungere l’altro paese; ed è proprio ciò che fecero. E ogni volta che
mangiavano un pezzetto della carne del loro bambino, i due piangevano.
Il Buddha domandò ai suoi monaci: “Cari amici, pensate che quella coppia
gioisse nel mangiare la carne del loro proprio figlio?” Il Buddha disse: “E’
impossibile gioire nel mangiare la carne del proprio figlio. Non mangiare in
presenza mentale è come mangiare la carne di nostro figlio e di nostra
figlia, è come mangiare la carne dei nostri genitori.”
Se guardiamo profondamente, vedremo che mangiare può essere un atto
estremamente violento. L’Unesco ci dice che ogni giorno quarantamila bambini
nel mondo muoiono per mancanza di cibo. Ogni giorno, quarantamila bambini! E
la quantità totale dei cereali che coltiviamo in Occidente è usata
principalmente per nutrire il bestiame. L’ottanta per cento del granoturco
coltivato in questo paese serve a nutrire il bestiame da carne.
Il novantacinque per cento dell’avena prodotta in questo paese non è per
noi,
per la nostra alimentazione, ma per gli animali allevati per farne cibo.
Secondo questo recente rapporto, l’ottantasette per cento dell’intero
territorio agricolo degli Stati Uniti viene usato per l’allevamento. Si
tratta del quarantacinque per cento di tutto il territorio degli Stati
Uniti.
– Acqua –
Più della metà di tutta l’acqua consumata negli USA serve per l’allevamento
di animali. Occorrono quasi 9.500 litri d’acqua per produrre una libbra di
carne, ma solo 95 litri per produrre una libbra di frumento. Una dieta
totalmente vegetariana richiede 1.135 litri di acqua al giorno, mentre una
dieta che comprende la carne richiede più di 15.000 litri di acqua al
giorno.
– Inquinamento –
Allevare animali a scopo alimentare provoca maggior inquinamento nell’acqua
di qualsiasi altra industria negli Stati Uniti, perché gli animali allevati
producono centotrenta volte gli escrementi dell’intera popolazione umana.
Significa quaranta tonnellate al secondo. Molti dei liquami provenienti
dalle fattorie e dai macelli finiscono nei ruscelli e nei fiumi,
contaminando le sorgenti.
– Deforestazione –
Ogni vegetariano può salvare un acro di alberi all’anno. Più di 260 milioni
di acri di foreste degli Stati Uniti sono stati disboscati per fare spazio
alle coltivazioni destinate a nutrire gli animali da carne. E un altro acro
di alberi scompare ogni otto secondi. Anche le foreste pluviali tropicali
stanno per essere distrutte per creare pascoli per il bestiame.
– Risorse –
Negli Stati Uniti, gli animali allevati a scopo alimentare sono nutriti con
oltre l’ottanta per cento del granoturco coltivato, e con più del
novantacinque per cento dell’avena. Stiamo mangiando il nostro paese, stiamo
mangiando il nostro cuore, stiamo mangiando i nostri bambini. E ho saputo
che oltre la metà delle persone in questo paese mangia in eccesso.
Mangiare in presenza mentale può aiutarci a mantenere la compassione dentro
il nostro cuore. Una persona priva di compassione non può essere felice, non
può entrare in relazione con gli altri esseri umani e con gli altri esseri
viventi. E il mangiare la carne dei nostri propri figli è proprio quello che
sta succedendo nel mondo, perché non pratichiamo il mangiare in presenza
mentale.
Il Buddha ha parlato del secondo genere di nutrimento che consumiamo ogni
giorno: le impressioni sensoriali; quel genere di cibo che assumiamo
attraverso gli occhi, le orecchie, la lingua, il corpo e la mente. Quando
leggete una rivista, consumate. Quando guardate la televisione, consumate.
Quando ascoltate una conversazione, consumate. E queste cose possono essere
altamente tossiche. Possono esserci molti veleni, come l’ avidità, la
violenza, la rabbia, la disperazione. Permettiamo così a noi stessi di farci
intossicare da ciò che consumiamo in termini di impressioni sensoriali.
Permettiamo ai nostri bambini di farsi intossicare da questi prodotti. Per
questo è molto importante guardare profondamente dentro il nostro malessere,
dentro la natura del nostro malessere, allo scopo di riconoscere la fonte di
nutrimento che abbiamo usato per portarlo dentro di noi e nella nostra
società.
Quello che il Buddha ha detto è: “Ciò che è venuto in essere – se sai come
guardare profondamente nella sua natura e identificare la sua fonte di
nutrimento, allora sei già sulla strada della liberazione.” Ciò che è venuto
in essere è la nostra malattia, il nostro malessere, la nostra sofferenza,
la nostra violenza, la nostra disperazione. E se pratichiamo il guardare in
profondità, la meditazione, saremo in grado di identificare la fonte di
nutrimento, di cibo, che ha portato tutto questo in noi.
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