Gioacchino Pagliaro: “Aiutarsi con la meditazione tibetana”
(Il direttore di Psicologia Ospedaliera dell’Ausl di Bologna ha creato
“ArmoniosaMente”, un percorso per le pazienti oncologiche. Per
imparare a gestire le difficoltà di tutti i giorni)
di Tiziana Moriconi
La meditazione è una pratica antichissima, arrivata in Occidente verso
la fine degli anni Sessanta. Fin dall’inizio è stata associata alla
cultura di contestazione degli Hippy o ad altri stereotipi, come
quelli che la indicano come una pratica legata alla religione o usata
per estraniarsi dal mondo. Ma la meditazione non è nulla di tutto
questo. Che cosa sia in realtà e come possa aiutare i pazienti
oncologici ad affrontare meglio il difficile momento della diagnosi,
delle cure e dei controlli ce lo spiegaGioacchino Pagliaro, Direttore
dell’Unità Operativa di Psicologia Ospedaliera del Dipartimento
Oncologico dell’Ausl di Bologna.
L’arte della meditazione. “Meditare significa sviluppare una forma di
consapevolezza che aiuta ad essere più presenti a se stessi in ogni
azione che si compie”, racconta Pagliaro: “Non è certo, quindi, un
ritiro dalla realtà quotidiana, né una particolare forma di
riflessione, come spesso si crede. Riflettere su un problema è una
cosa, meditare è un’altra. E per farlo è necessario un addestramento
che insegni come fermare la concentrazione su un oggetto preciso o su
un atto, come respirare, e che ha come primo obiettivo quello di
liberarci dal lavorio mentale: il flusso dei pensieri, delle
preoccupazioni, delle tensioni, degli stati mentali nocivi”.
La meditazione per i pazienti oncologici. Pagliaro ha cominciato a
occuparsi di meditazione oltre venti anni fa, quando ancora gli studi
scientifici sugli effetti benefici di questa pratica erano pochi e
poco noti. Da allora, si sono continuati ad accumulare dati sulla sua
efficacia nei pazienti oncologici, soprattutto per la gestione dello
stress, nel trattamento degli stati di ansia e depressione, come un
metodo complementare alle cure farmacologiche per alleviare il dolore
cronico e per ridurre gli effetti collaterali di chemioterapia e
radioterapia.
ArmoniosaMente. Nel 1997, Pagliaro ha sviluppato un protocollo
espressamente diretto alle donne con tumori alla mammella,
ArmoniosaMente, e da allora continua ad applicarlo con successo. “Il
protocollo – spiega lo psicologo – si basa su due concetti cardine:
mettere a disposizione delle pazienti una corretta informazione
medica, per far sì che conoscano fin dall’inizio tutto il percorso di
cura che dovranno affrontare, e imparare a usare la meditazione per
ridurre lo stress. Nella mia esperienza, entrambe queste fasi si sono
mostrate importanti: la corretta informazione medica serve per per
aumentare l’aderenza alle terapie, la meditazione per controllare
alcuni effetti collaterali come la fatigue, le nausee e il vomito e
per trattare i disturbi psicologici reattivi alla patologia. In una
frase, la meditazione potenzia gli effetti delle cure”.
Le due fasi di ArmoniosaMente. Il protocollo si sviluppa in due fasi,
per un totale di undici sessioni. Nella prima, le donne, in gruppi di
10-15 persone, incontrano il senologo, il chirurgo, l’oncologo, il
radioterapista e gli specialisti dell’alimentazione e dello sport. Le
pazienti hanno cioè l’opportunità di un confronto diretto con chi le
segue e possono condividere l’esperienza e i dubbi con le altre donne
del gruppo. Nei restanti cinque incontri della seconda fase viene
insegnata una pratica meditativa tibetana. “A distanza di un mese
dalla fine dell’addestramento, misuriamo lo stress e altri parametri
attraverso scale psicologiche – conclude Pagliaro – e ad ogni ciclo
notiamo che quasi tutte le pazienti riportano un miglioramento della
qualità di vita e un atteggiamento più positivo nei confronti della
malattia e della guarigione”
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