Alcol e cervello

pubblicato in: AltroBlog 0

Alcol e cervello

di: Johann Rossi Mason – Ecplanet.net

Alcol? Anche a piccole dosi in gravidanza danneggia lo sviluppo del cervello.

Anche a piccole dosi l’alcol è in grado di danneggiare lo sviluppo delle cellule cerebrali e delle
loro connessioni nel feto non ancora nato, influire sulle dimensioni dell’encefalo e provocare
disturbi durante l’adolescenza. First of all, quindi, astenersi del tutto dall’assumere bevande
alcoliche – suggeriscono gli esperti. Il perché è presto detto, e lo hanno spiegato gli specialisti
riunitosi al recente Meeting annuale della AAAS, acronimo che sta per American Association for the
Advancement of Sciences: “I nostri studi sugli animali, indicano come esista un elevato livello di
morte cellulare nel cervello del topo appena nato, a seguito dell’esposizione all’alcol in quantità
che sono state calcolate corrispondenti a quelle che potrebbe subire un feto umano che le riceva
dalla madre, circa due cocktail” è questo il risultato riportato da John W. Olney, docente di
neuropsicofarmacologia alla Washington University School of Medicine di St. Louis nel Missouri.

La prova è stata fatta anche somministrando farmaci anestetici ed è stato osservato come una
anestesia lieve in un topo neonato per circa 1 ora è una dose sufficiente per far scattare la morte
delle cellule nervose. Da anni le ricerche di Olney avevano suggerito come l’esposizione precoce
all’alcol e agli anestetici potesse essere causa di suicidio cellulare dei neuroni, quel processo
noto agli specialisti noto con il nome di ‘apoptosi’. Sinora la correlazione era però stata provata
solo con quantitativi elevati di sostanze. Più recentemente l’alcol somministrato a topi neonati è
stato dosato ad un livello tale da determinare un aumento nel sangue dello 0.07% (inferiore al
limite minimo per il divieto della guida che è tra 0.08 e 0.10%). Nonostante il livello fosse
inferiore a quello consentito per guidare negli umani, era comunque sufficiente per determinare la
morte delle cellule nervose.

Un dato da interpretare alla luce dei meccanismi fisiologici del cervello. Ce lo spiega il professor
Giorgio Maria Bressa, psichiatra a Roma e Docente di Psicobiologia del Comportamento Umano
all’Istituto Progetto Uomo di Viterbo: “La morte di un certo numero di neuroni è normale durante lo
sviluppo, ciononostante l’assunzione di alcol sembra almeno raddoppiarne il numero. Al settimo mese
di gravidanza nel cervello del neonato si verifica un fenomeno chiamato ‘pruning’ in cui il feto
distrugge, ‘butta via’ il 25-30% dei neuroni cresciuti sino a quel momento. Questo perché dopo la
giunzione del tubo neurale, che avviene al secondo mese di gestazione, il cervello entra in una fase
di sovraproduzione di cellule nervose. Ne produce in grande quantità e il ‘pruning’ non è altro che
un meccanismo regolatore in cui il cervello elimina ciò che ha prodotto in eccesso. A due anni di
età” continua Bressa “avviene un fenomeno analogo, non più sulle singole cellule nervose, bensì sui
collegamenti tra esse, le cosiddette ‘sinapsi’. Il cervello quindi effettua una seconda selezione, i
collegamenti non utilizzati vengono eliminati e parte da lì un processo di accrescimento funzionale
che durerà sino all’adolescenza. Ora, se l’uso eccessivo di sostanze dannose per i neuroni ne
distrugge una parte il neonato arriva alla vita con un bilancio in passivo o comunque svantaggiato
dal momento che il ‘pruning’ avviene inevitabilmente e automaticamente”.

Il cervello durante la gestazione costituisce 250mila nuovi neuroni al minuto per la strabiliante
cifra di 10 alla 47ma potenza. E sia quello dei topi che quello degli esseri umani è particolarmente
sensibile alla ‘sinaptogenesi’ ossia al suicidio cellulare dei neuroni che non riescono a creare
connessioni utili. Alcol e anestetici interferiscono con questo delicato processo in quanto cellule
danneggiate non riescono a fare sinapsi. È noto inoltre che grandi quantitativi di alcol durante la
gestazione sono in grado di determinare finanche una riduzione permanente del volume del cervello.
Una condizione nota come ‘sindrome feto-alcolica’. Altri studi hanno poi evidenziato che il 90%
delle donne che bevono in maniera cronica hanno figli che sviluppano problemi di salute mentale come
‘attention deficit disorder’, episodi psicotici e tentativi di suicidio. Problemi che non sempre si
evidenziano durante l’infanzia ma che fanno la loro comparsa all’inizio dell’adolescenza, spesso a
livello dell’ippocampo, una struttura importante per l’apprendimento e la memoria.

Istituzione scientifica citata nell’articolo:
Washington University in St.Louis – School of Medicine

Johann Rossi Mason
E-mail: jobres@ecplanet.com
Comuni-CARE

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *