di Omar Garrison Ph.D.
(Per gli “appassionati” del nostro Yoganandaji, pubblichiamo, questo articolo – poco conosciuto – che offre dei flash tenerissimi e vivaci sulla personalità del Guru dell’Amore, grazie ai ricordi del giornalista Omar Garrison, che lo conobbe personalmente e lo frequentò, divenendone amico. Chiediamo scusa del modo imperfetto con cui è stato tradotto l’articolo, pur ringraziando lo sconosciuto traduttore per averci dato, comunque, la possibilità di entrare un po di più nel cuore e4 nella conoscenza di Mukunda! – Guido)
Il Dr. Garrison è un autore e giornalista che durante il corso della sua carriera, ha vissuto a Los Angeles, London, Benares, Roma, Washington D.C. Un primo corrispondente di guerra per la Reuters ed editore di Religione e Scienze del Los Angeles Mirror,è anche autore di quattordici libri: Egli incontrò Parahamansa Yogananda nel 1937.. La loro amicizia crebbe attraverso numerosi incontri negli anni successivi; il loro ultimo incontro avvenne negli ultimi tre giorni prima del Mahasamadi di Parahamnsaji nel 1952.
Durante l’intervista con un ministro della S.R.F. , nel 1992, il Dr. Garrison partecipò le seguenti memorie della Sua amicizia con in Grande Guru.
RICORDI DEL GURU
Che cosa mi impressionò molto circa Parahamnsa Yogananda; la sua personalità i suoi insegnamenti, il suo lavoro? Io devo dire che fu qualcosa oltre qualsiasi di queste cose. Fu una inspiegabile qualità che voi sperimentate quando incontrate Lui- l’Uno, nell’Uno; il venire a contatto con la presenza vivente di un uomo molto eccezionale.
Vi furono due persone che io incontrai durante la mia carriera, che avevano ciò che io chiamo una ” PRESENZA” Yogananda fu uno e Papa Pio XII fu l’altro. Io ebbi due udienze private con Papa Pio XII prima, durante la seconda guerra mondiale, come corrispondente del ‘Reuters’, in Roma e, di nuovo, vent’anni dopo, quando io stavo lavorando per il ‘Mirror’ di Los Angeles. Io non paragonavo lui con Yogananda spiritualmente, perchè essi furono molto diversi, però entrambi avevano quella qualità di ” PRESENZA” che non può mai essere trasmessa con le parole. Non è ciò che essi dissero, ma qualcosa che essi lasciano filtrare quando li incrociate. Questo è ciò che io sempre ricordo quando provo a descrivere Yogananda agli altri.. Non vi è nessun modo semplicistico per esprimerlo.
Io ero un giovane uomo, quando notai Yoganandaji studiando per una laurea dottorale in filosofia. Quando venni in California, essendo familiare col pensiero indiano ed avendo udito di Lui, lo andai subito a vederLo. Io non avevo una presentazione; così andai come fa fare l’età impetuosa. E noi diventammo subito amici. Durante gli anni io venni a conoscerLo in molti modi: come un insegnante, come capo Religioso, come Guru. Ma il modo migliore in cui lo conobbi, fu come caro, vero amico.
Molte persone hanno uno stereotipo concetto degli Yogi ed il popolo religioso come un asceta che sta in una grotta, o monastero isolato dalla gente ordinaria e dalle loro vite.. Egli non era nulla di tutto questo. Egli era interessato a rivedere un tale complesso; essi erano nell’universo. Fra i miei ricordi sono i pranzi che usavamo consumare nell’Eremitaggio di Encinitas. Egli come sempre preparava un cibo delizioso per i suoi ospiti. Dopo noi entravamo nel soggiorno ed Egli prendeva l’armonium e suonava canti devozionali indiani, molti di quelli scriiti da Lui….. e cantavamo e cantavamo. Avevamo anche lunghe discussioni riguardo all’India, al Kriya Yoga e riguardo a tanti soggetti interessanti. Solevamo discutere di cose spirituali, ma potevamo anche discutere facilmente di politica e di arte, o della mia vita personale nel modo in cui avrei potuto discutere di esse con voi, non come ad un insegnante, o ad un Guru- ma insieme come da amico ad amico.
Il suo senso di humor era tremendo. Noi avemmo ospite una notte, un gentiluomo indiano (non ricordo il nome) che era venuto in questo paese con un gruppo che accompagnava Rabindranat Tagore, il poeta indiano che aveva proprio guadagnato il Premio Nobel. A questo individuo che era venuto con Tagore piaceva l’America e desiderava trattenersi, pensando, forse ” Bene , io cercherò di essere come un grande Yogi “. Egli desiderava che la gente pensasse così di lui, come un grande Yogi, ascetico e “rinunciante”.
Yogananda lo vide attraverso questa funzione, di conseguenza – ma Egli amava ognuno e questo individuo venne a stare all’eremitaggio per qualche tempo. La prima sera prima di ritirarsi il “Rinunciante” annunciò: ” Non è importante per me circa la colazione.. Io prendo solo un po’ di succo di arancia.” Ma alla mattina al breakfast trovò la tavola tutta preparata! Ed ogni sera dopo il nostro importante pranzo, si fermava all’entrata della camera da pranzo e guardando indietro:
” Avete mangiato ogni cosa?” Allora quando noi ci univamo con Yogananda nel soggiorno, egli soleva cadere a dormire e cominciava a russare.
In un’occasione Yoganandaji disse a me: “Voglio mostrarti qualcosa. Egli è in Samadhi- tutto bene. Vidra Samadhi . Samadhi del sonno| Ma qualcuno è sveglio là! Così ricominciò parlando della Natura Infinita di Dio, profonda filosofia ed allora improvvisamente senza cambiare il tono di voce disse; ” Ella mi diede ventimila dollari”. In quello stesso istante l’individuo venne svegliato e disse: ” Avete detto ventimila dollari Swamji? Con un raggiante sorriso Yoganandaji si girò verso di me: ” Vedete, qualcuno era sveglio.”
Yogananda era unico. Voi dovevate conoscerlo. Voi non potete comprendere la profondità e la grandezza della sua natura dal leggere un libro o da una fotografia. Egli era tremendo. Egli poteva misurare le profondità e poteva andare alle altezze e questo è ciò che voi non potrete ricordare di Lui. Paragonato ad altre persone che io intervistai durante gli anni ( e queste furono molte) Yoganandaji era infinitamente profondo e più complesso. Nella mia verificata carriera io ho incontrato due Papi, religiosi , capi di tutti i generi, politici ( io fui assistente del Presidente Johnson) e molti altri, ma ciò che distingueva Yogananda da tutti era la sua grande complessità del carattere, la padronanza che Egli aveva di certe cose.
Egli non vedeva una persona in termini di un breve tempo di vita. Egli guardava in successioni di vite. Egli conosceva quella persona come voi non potreste conoscerla durante tutta una vita: Io credo ciò perchè Egli comprendeva la gente molto meglio di qualsiasi altro che io mai incontrai. Io non parlo come discepolo di Yoganadaji; sto parlando come giornalista.
Vi furono molte occasioni quando noi stavamo discutendo della gente, quella che entrambi conoscevamo; Egli era in grado, in poche frasi di darvi la chiave del carattere dell’ intera persona . Egli li conosceva già dallo scintillio dei loro occhi. Egli conosceva tutto delle mie debolezza. Conosceva tutto delle mie forze; rispettava le mie ambizioni, per strane che potevano essere. Questo è ciò che fa un amico.
Il mio temperamento è di grande franchezza e Yoganandaji sapeva che io avevo l’abitudine di dire qualsiasi cosa che volevo dire. Questo non l’ha mai infastidito. Per andare all’inizio della mia storia, quando l’ambasciatore dell’India venne a vedere Yoganandaji nel 1952, egli portò con lui un importante editore di un giornale di Bombay. Noi eravamo tutti seduti, parlando dei differenti aspetti dell’India e dell’America. Nel corso della conversazione, l’editore del giornale cominciò pontificando circa i problemi americani, con il pregiudizio contro i negri ed altre razze. Egli stava assumendo un’attitudine molto critica verso l’America.
Così, essendo io lo schietto compagno che sono, dissi: ” Un momento. Io stavo passeggiando con Gandhi e gli harijans, i fuori casta che egli stava cercando di rendere liberi in India. Io avevo infettato il cibo offerto alla Divinità di Daksineswar perchè il prete non mi aveva visto ed accidentalmente portava il cibo troppo vicino a me, io non ero un membro della lor casta. Ditemi in Sanscrito la parola per la casta: ‘VARNA’ quale è il suo originale significato? Egli cominciò ad essere confuso e replicò: ” Bene, si, significa “colore”. Io dissi: ” E voi state seduto qui a parlare circa il razzismo in America? Voi in India, che lo avete elevato al sistema religioso!”.
Appena le mie parole uscirono dalla mia bocca, di conseguenza – io pensai- ” Oh, mio Dio! Che cosa ho detto? Quest’uomo è l’ospite di Yoganandaji, io l’ho insultato”. Così guardai Yogananda per vedere come stava reagendo.. Egli era così sereno come un Budda. Dopo io mi scusai con Lui-ma Egli mi disse: ” No, tu hai detto la cosa giusta. Quel Signore necessitava di udire ciò”.
Yogananda conosceva le necessità individuali ed i destini di coloro che venivano a Lui. Quando io lo conobbi ero stato entusiasta del pensiero un “Bramachari” (rinunciante). Ma Egli vide che io non ero adatto a quella vita. Egli mi rispose: ” Voi dovete andare nel mondo , il vostro sentiero è là”. Non aveva provato nemmeno a fare di me un ” SANNYASI” od uno yogi. Di ognuno che incontrava Egli aveva molto ben chiari : ” principi non negoziabili”, ma non li imponeva mai in modo violento sugli altri- eccetto di conseguenza- sui suoi discepoli; se voi volevate vivere nell’hashram dovevate adattarvi alle regole. Ma Egli era profondamente compassionevole e voleva accettare le persone come erano in quel momento. Non fu mai vanaglorioso. Egli non pontificava mai.. Qualche volta era estremamente franco- avremmo detto noi- ma la gente lo amava per questo. Io spesso osservavo che Egli aveva un rapporto mentale con il suo uditorio; Egli era consapevole della ” controreazione” dei loro pensieri mentre parlava. Egli era sempre franco, spontaneo ed il Suo uditorio Lo trovava molto confortante, come facevo io!
Nel 1938 , io viaggiai in India , ed avevo in mente certe mete per questo viaggio; volevo incontrare Gandhi, quello che poi feci con altra gente importante nella vita intellettuale. Per una volta tenni una conferenza sulla filosofia in un collegio di Benares. Così, io facevo anche la ricerca per la mia tesi di dottorato che era sull’epistemologia dei sei sistemi della filosofia classica Hindu . Yogananda mi aveva invitato a considerare come mio quartier generale l’Ashram Yogoda SatSanga Society dell’India in Ranchi; dato che io vagavo attraverso questa terra.
Vi è un detto che supponiamo sia di saggezza convenzionale che un Profeta o un Grande Uomo , non ha grandi onori nella sua propria patria. Questo per Yoganandaji non era certamente vero. Quando io partii per l’India Yoganandaji mi diede alcune lettere e doni da consegnare a certe persone importanti includendo lo Yuvaraja di Mysore, che era il solo e grande Regno dell’India ( Yoganandaji vi aveva trascorso un mese – come ospite ufficiale nello Stato di Mysore nel 1935. Lo Yuvaraja era il fratello ed erede del Maharaja e si occupava di molti affari di Stato.)
Pensando all’incontro con queste persone importanti ( io mi domandai ); se Yoganandaji è rispettato come un Capo Spirituale in America, ma questa gente qui lo riconoscerebbe tale?
Quando fui a Madras pensai: Bene , ho una lettera di presentazione, ma queste sono persone potenti; questa è una famiglia reale molto importante.
” Io desideravo come si dice: sentire “l’acqua “- così mandai un telegramma dicendo che io avevo una lettera da parte di Yogananda di California:
Immediatamente ebbi la risposta dal vicerè che diceva: ” Si, siamo informati. Voi siete il benvenuto, noi disporremmo per la vostra visita; per piacere venite.
Passai due tre giorni al Palazzo di Bangalore. Noi avemmo lunghe conversazioni, essi pensavano molto nobilmente di Lui.
Un altra persona che io ricordo fu J.K.Birla, un membro di una famiglia molto nota in India. Voi potete ricordare che Gandhi stava nella casa dei Birla, al tempo che fu assassinato nel 1948: J.K. Birla era un amico di lavoro di Yoganadaji. Egli andava spesso a Ranchi.
Io lo incontrai là e diventammo buoni amici. Attraverso lui fui presentato al Mahatama Gandhi. Nelle mie discussioni con Gandhi, egli esprimeva la sua familiarietà con il lavoro di Yogananda e la sua approvazione per esso. Il punto che io stavo provando di trasmettere è che tutte le persone che incontrai in India lo conoscevano per il Suo lavoro in America- il suo ruolo come un Grande Ambasciatore- simile a Swami Vivekananda che aveva cominciato il lavoro introducendo l’eredità Spirituale dell’India in Occidente, che Yoganandaji continuò su larga scala.
Yogananda portò in Occidente la miglior parte dell’India. Egli rappresentò il cuore e l’anima spirituale dell’India. Egli ebbe anche grande successo comparato agli standards occidentali, fondando e organizzando una grande associazione. In Lui l’Oriente e l’ Occidente si potrebbero incontrare.
Io ho sempre considerato Yogananda come una figura importante a questo riguardo. Voi vedete, finchè gente di differenti paesi, o razze, non s’incontrarono sul piano spirituale non ci sarà comprensione e vera comunicazione che sono necessarie per risolvere i difficili problemi che noi fronteggeremo. La situazione dell’uomo non è, primariamente, una situazione intellettuale; non è una situazione sociale, non è economica. L’originale situazione dell’uomo è quella spirituale.
Io rifletto sulle parole che Martin Buber, il grande filosofo ebraico che una volta intervistai. Una delle sue frasi fu – ” Da uomo a uomo, voi non potete conoscermi ed io non posso conoscere voi, a meno che non abbiamo un terzo fattore, che è il fattore trascendentale, che è Dio. Non importa come io lo possa cercare altrimenti.. Io non posso comprendere voi e voi non potete comprendere me. ”
E questa è l’intera chiave del problema della situazione razziale in America oggi. Molta gente dice che vuole una comprensione fra le razze, ma non è disposta a considerare le origini spirituali del problema. Tutti i miliardi di dollari versati all’interno delle città, tutte le angoscie, tutti i problemi sociali, non daranno un bene duraturo senza questa spirituale prospettiva. Finchè noi non comprendiamo le basi spirituali dell’unità umana- la presenza di Dio in ogni essere umano- noi non potremmo mai superare la lacuna di incomprensione che allontana le differenti razze e nazionalità:
Questa è l’importanza di Yoganadaji e del Suo messaggio.
Nonostante la Sua realizzazione, io non ho mai osservato in Yogananda qualsiasi mostra di egoistico orgoglio. Questa è realmente la sua grande prova di grandezza. I Mistici Cristiani chiamano ciò umiltà. Con Lui non vi era l’umiltà nel prosternarsi, o nell’abbassarsi. Piuttosto Egli riconosceva il Divino Potere dentro di Lui, dando pieno credito alla fonte del suo essere ed alla Sua personale storia di risorgere dentro la Fonte, come noi tutti dobbiamo fare.
Quando io scrissi una intera pagina su Lui nel Los Angeles Mirror, citai il valore della proprietà del Suo Quartier Generale. Prima che l’articolo fosse stampato il titolo principale era ” Lo Yogi da un milione di dollari”. Io ero inquieto che il lettore pensasse: ” Questo Yogananda è proprio qui per il denaro!” Io lo chiamai al telefono e cominciai a scusarmi. Ma egli mi disse: ” Oh, no è meraviglioso – e continuò: Dio è milionario, voi lo sapete”.
Egli era straordinariamente vitale. Egli poteva esaurire una mezza dozzina di segretarie. Egli aveva lavoro per loro giorno e notte. Egli ne avrebbe esaurita una e poi avrebbe continuato a dettare all’altra. Se Egli aveva qualcosa da fare, lo faceva, il tempo non significava nulla per Lui. Io spesso pensavo a questo quando mi stavo affaticando davanti al computer. Se io avessi solo quel genere di vitalità. Egli la ebbe proprio fino ai Suoi ultimi giorni, perchè Egli attirava il sostegno e l’ispirazione dalla profonda fonte spirituale.
Una di quelle segretarie era Daya Mata. Io la conobbi a quel tempo come Faye Wright. La sua dedizione al Maestro era straordinaria. Era instancabile ed era estremamente competente di ciò che faceva. Ella era talmente leale. Yogananda si sarebbe fidato di lei per qualsiasi cosa. Egli disse sempre:” Ella è un dono di Dio per me” come anche diceva a proposito di Virginia, la sorella di Faye.. La cosa che mi impressionò fu che esse erano completamente dedicate a Yoganada, sempre pronte a servirLo, ovunque andasse.
Sorella Gyanamata fu un’altra che io considerai notevole fra coloro che furono Yogananda. Quando la incontrai la prima volta ella era incaricata di ricevere gli ospiti all’Ashram di Encinitas. Noi fummo invitati ad andare all’Eremitaggio per passarvi il fine settimana, come ritiro. Sorella Gyanamata fu sempre nostra buona amica e guida; ella si impegnava sempre molto perchè la nostra visita fosse proficua.
Era enormemente educata, aveva una grande biblioteca. Il suo ultimo marito era stato professore dell’Università di Washington ed ella aveva portato parte della biblioteca al S.R.F. Ma, ella era essenzialmente una mistica e per quella ragione era molto calma. Io non udii mai Gyanamata alzare la voce, in qualsiasi occasione. Ella soleva venire ed andare quietamente. Vi era sempre lo stesso contegno in lei ed io suppongo che alcuni vecchi scrittori religiosi o mistici del quinto e del sesto secolo avessero ciò. Io penso che lei avesse quello che aveva Santa Teresa d’Avila- una profondità spirituale, una maturità spirituale. Noi sedemmo per lungo tempo, discutendo di molte cose. Parlammo di India, di musica e di Yogananda, naturalmente. Questi colloqui furono sempre gratificanti; io la ricordo con grande affetto.
La mia carriera mi tenne molto occupato, andai all’estero e vi furono anni in cui io e Yogananda non potemmo vederci. Ma nel 1952, proprio pochi giorni prima del suo Samadhi finale, egli mi telefonò al giornale e disse: ” sta per venire l’ambasciatore dell’India. Noi avremo un pranzo, io voglio che tu sia presente.” Io risposi;: ” Paramahansaji, io ho un impegno, non posso venire a quel tempo”. Egli rispose:” Cancellalo. Fai qualsiasi cosa, ma devi venire. E vi fu qualcosa nel modo in lo disse- immediatamente lo sentii nella Sua voce. ” Questa richiesta fu tremendamente importante”.
Così io andai – nel momento che lo vidi, Egli mi disse: ” Io desideravo dirti- arrivederci”. Io fui confuso; stava per ritornare in India? Non realizzai ciò che significavano quelle parole- sino a pochi giorni dopo ( Marzo 7) – la notte del banchetto per l’Ambasciatore al Baltimore Hotel. Cioè quando Egli trapassò – con l’India sulle sue labbra.
Noi giornalisti , come voi sapete, siamo molto scettici, forse ci viene dall’intervistare molti politici e predicatori! Molti giornalisti non sono preparati per incontrare un vero uomo spirituale. Ma, con Yogananda, voi sapevate che egli non era simile agli altri. Non importa ciò che io dico a voi di Lui. Questo non esprime Lui realmente. Se fosse altrimenti, non avrebbe dovuto essere ciò che fu.
Un mistico Indiano disse : ” Io ho letto e non posso tradurre: Io ho udito una voce che non posso ripetere. ” Coloro che non hanno sentito la Sua presenza, non possono mai realizzare ciò che significa.Non è possibile, non è importante, definire quella presenza, in parole, la cosa più importante è : ” Lo avete sperimentato? Ha trasformato la vostra vita?”.
Noi affrontiamo un profondo mistero che coinvolge questa esperienza personale- non solo una personale esperienza, ma una esperienza trascendentale , qualcosa fuori del comune della nostra vita giornaliera. Quella personale esperienza spirituale è compresa molto poco dal mondo di oggi.
Se voi incontrate nel vostro arco di vita, qualcuno come Yoganandaji, che possa darvi questa esperienza, anche per un fugace momento, voi avete avuto una vita gratificante.
Anche se siete fisicamente, spazialmente estraneo, ciò non importa. Noi stiamo parlando di qualcosa che sta fuori dal tempo.
Io non ho dubbi, cioè che qualcuno nella vostra organizzazione si applica e che medita onestamente regolarmente – avrà l’esperienza che Paramahansa Yogananda è ancora qui- una presenza vivente- che permea tutta la sua società. Egli non fece tutto il lavoro di costruire la S.R.F. solo per lasciarlo, quando il suo tempo su questa terra era terminato! Io sono sicuro che Egli è ancora qui e che per coloro che sono sensibili – Lo sentiranno. Non vi sono barriere ad una tale anima, come Egli é; non deve essere nel corpo. Certamente qualcuno che lo conosce sa che questo è vero.
Io non posso pensare a qualcuno la cui memoria sarebbe stata più significativa per me . Egli è unico e irripetibile.
OM OM OM
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