Amo questo mondo, tutte le creature e il Creatore
di MARCO FERRINI
Amo questo mondo, tutte le creature e il Creatore. Ma nel tempo ho pure cercato di comprendere il perché di tanti paradossi e, di conseguenza, nella vita ho fatto scelte ben precise. Le più antiche e diffuse tradizioni religiose nelle loro sacre scritture definiscono questo mondo variamente, ma sempre come un luogo di dolore e d’impermanenza, in definitiva non confacente alla nostra natura spirituale, la quale è riconosciuta come sat-cit-ananda: eternità, sapienza e beatitudine.
Per i cristiani questo mondo è “una valle di lacrime; per i buddisti “nient’altro che sofferenza”, per la Bhagavad-gita “un pericolo ad ogni passo”, e simili definizioni si trovano nell’Islam e altrove. Non si tratta dunque di astenersi dal valutare-giudicare, peraltro atteggiamento passivo e poco utile a comprendere come e perché ci troviamo in questa condizione mortale, bensì riconoscere questo mondo come luogo temporaneo, di passaggio, necessario alla nostra purificazione per ascendere alla nostra reale dimora spirituale.
Quindi, se ben comprendiamo, possiamo anche amare questo mondo per l’ottimo scopo cui è deputato; possiamo pure accettare di rinascere e morire qua più volte se ciò fosse necessario alla nostra o all’altrui salvezza, ma non desiderare di restare qua vita dopo vita semplicemente perché non siamo riusciti a discernere tra prakriti e purusha, tra materia e spirito, tra Terra e Cielo, scambiando l’una per l’altro. A Dio piacendo, per divino servizio possiamo rinascere ovunque siamo inviati, ma non perché mancando di discernimento continuiamo a commettere peccati e ad accumulare karma.
Se desideri approfondire, ti consiglio di andare a questo link ove spiego la stessa visione del mondo e della vita.
Ecco il link: LA FUNZIONE EVOLUTIVA DEL DOLORE
www.marcoferrini.net/home/item/la-funzione-evolutiva-del-dolore.html
Lascia un commento