Anthony De Mello – Moderno Guru

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Anthony De Mello – Moderno Guru

di Arturo Dalla Vedova

Di carnagione scura, alto e robusto, sorriso aperto e accogliente, occhi
intelligenti e arguti, inesauribile narratore di storie, aneddoti, leggende.
Cosi’ si presentava “Tony” De Mello.

Nato nel 1931 a Bombay, entra nella Compagnia di Gesu’ a 16 anni (1947).
Dopo i due anni di noviziato, dedicati alla formazione spirituale, affronta
il lungo tirocinio intellettuale: tre anni di liceo, dove il suo ingegno
brillante gli permette di insegnare l’Iliade di Omero ai compagni di classe.
Tre anni di filosofia a San Cugat (Spagna) dove, sotto la guida del famoso
P. Calveras, approfondisce la spiritualita’ di Ignazio di Loyola, Teresa
d’Avila, Giovanni della Croce. Un anno di Magistero nel collegio St. Mary
(Bombay) e due nello Scolastico per giovani gesuiti a Vinayalaya. Infine
quattro anni di Teologia a Pune (India), durante i quali segue ritiri Zen e
Buddisti e frequenta ashram indu’.

Ordinato prete a 30 anni (1961), viene inviato in una stazione missionaria a
Shirpur. Ma la sua profondita’ e creativita’ hanno rivelato in lui doti
eccezionali di ottimo professore ed educatore. Puo’ divenire anche un
eccellente maestro dei novizi o direttore spirituale: percio’ i Superiori lo
fanno ulteriormente specializzare in Psicologia e “Couselling” alla Loyola
University (Chicago) e in Spiritualita’ all’Universita’ Gregoriana (Roma).

Intanto il Concilio Vaticano II, con il suo “aggiornamento”, impone un
rinnovamento radicale nei metodi di formazione, troppo sovente allora
inficiati di pelagianesimo volontarista, eliminando sovrastrutture,
formalismi e ritualismi paralizzanti, mirando all’essenziale, riattivando
filoni mistici mortificati, per costruire personalita’ libere e
responsabili.

Ci vuole intuito e creativita’, uniti a profondita’, saggezza, equilibrio.
De Mello e’ l’uomo adatto (… forse talvolta un po’ “squilibrato”
nell’assumere rischi e nell’amare i paradossi; ma sempre ricco di
genialita’, rigorosamente onesto e sincero con se’ e con gli altri, nella
ricerca inesausta del vero, ortodosso fino in fondo, figlio obbediente della
Chiesa, innamorato della Compagnia). E viene inviato come Rettore dello
Scolasticato (Noviziato-Liceo) per i giovani gesuiti a Vinayalaya (India).

Sono gli anni in cui matura il suo capolavoro e si estende la sua notorieta’
come maestro di vita spirituale, come guru, come “incantatore di serpenti”
per il suo eloquio fluido, fresco, immaginoso, spesso imprevedibile,
permeato di un sottile humour, fiorito di aneddoti e burle, in dialogo col
gruppo “catturato”, magnetizzato, che lo ascolta anche per ore, attento,
partecipante, mai distratto o stanco.

Esperto com’e’, ormai, per averle studiate di prima mano e soprattutto
sperimentate e vissute, delle tradizioni ascetiche e mistiche sia orientali
che occidentali – spiritualita’ dei Fondatori di Ordini religiosi, dei guru
indu’, degli ashram, dei mullah persiani, dei chassidici (mistici) ebrei -,
concentrandosi sull’essenziale e sui tratti, metodi, tecniche
sorprendentemente analoghe sotto espressioni superficialmente differenti, ne
opera una sintesi vitale, una personale fusione. Nasce cosi’ “un cammino
spirituale”, con specifici esercizi ascetici (in sanscrito Sadhana).

Il cuore di questo cammino sta nell’aiutare l’esercitante a rendersi
disponibile al contatto con Dio. “Sperimentare Dio”, entrare in comunione
estatica con lui nella preghiera contemplativa, accessibile a tutti, perche’
Dio vuole comunicarsi a tutti. Siamo noi che siamo sordi, ciechi, distratti,
egoisti, perennemente centrati sul nostro angusto, ansioso, petulante,
presuntuoso, permaloso, prepotente, avido, invidioso, iracondo, accidioso,
superficiale “io”: questo e’ il peccato, la natura “deformata” da
“riformare”, per poi “confrontarla” al Cristo uomo crocifisso, e
“trasformarla” nel Signore risorto.

Bisogna percio’ essere fedeli e costanti, bisogna fare silenzio nel proprio
intimo e cosi’ lasciar parlare il Cuore mistico, presente in ognuno di noi,
ma troppo spesso soffocato dalla mente raziocinante, che sforna a getto
continuo parole e pensieri su Dio, rendendosi cosi’ impermeabile alla voce
di Dio. Pace, gioia, crescita spirituale, guarigione e maturita’
psicologica, fecondita’ apostolica… seguiranno da sole, senza sforzo,
perche’ innaffiate in noi dal divino Giardiniere, la cui azione, sola, puo’
far sbocciare i fiori e maturare i frutti. Questo cammino, strutturato in
esercizi progressivi, lo presenta al fior fiore dei Gesuiti riuniti a Roma
per tre mesi nella trentaduesima congregazione generale, cui anch’egli e’
stato eletto (1974-75). Ne ottiene consensi e pubblicita’ mondiale. Il libro
stesso puo’ considerarsi un caso unico nell’editoria. Richiestissimo, e’
subito un best-seller in inglese. Viene tradotto in altre diciotto lingue.
Nella sola India, in otto anni, raggiunge la sedicesima edizione. Indice
della fame di spiritualita’ autentica sentita da milioni in tutto il mondo.
Indice che “Sadhana” risponde a questa fame.

Di edizione in edizione il De Mello raffina e perfeziona (avendo io tradotto
in italiano la prima edizione del 1978, ho trovato nella sedicesima del 1985
numerose rielaborazioni formali, non sostanziali, che ne hanno migliorato la
presentazione) il testo. Il suo discorso ha il pregio di essere anzitutto
chiaro e comprensibile, senza perdere di profondita’. E’ sempre aperto a
nuovi apporti e sviluppi, non impositivo e dogmatica, ma propositivo e in
perenne ricerca, conscio che soprattutto le realta’ spirituali sono
inesauribili e che Dio trascende ogni nostra possibilita’ di espressione e
di concezione. Ora qui sulla terra e domani nell’eternita’. E quindi ogni
nostra affermazione e’ necessariamente parziale, imperfetta, strutturalmente
inadeguata a “capire” (afferrare, contenere) il mistero di Dio. Ecco perche’
il linguaggio simbolico, poetico dei mistici, e’ meno inadeguato a questa
realta’ inesprimibile, “apofatica” che si raggiunge piu’ col silenzio che
con la parola, piu’ col “vuoto” che col pieno, piu’ con l’oscurita’ che con
la luce.

Del resto, non e’ forse vero che noi “vediamo” piu’ lontano di notte (fede)
che non di giorno (ragione?) Di giorno, il sole – stella a 8 minuti/luce –
ci nasconde Sirio e Arturo – stelle grandi 60/100 volte il sole, e distanti
vari anni-luce.

La sua conversazione e’ stimolante e provocatoria. Predilige la terapia
d’urto. Non chiede docili seguaci. Sfida ognuno a cercare, a esplorare, a
osare di essere il vero “Se'”, e perseguire una sempre maggiore
autenticita’. Lui stesso negli anni muto’, non per incostanza, ma per la sua
instancabile ricerca della verita’ che rende liberi. Ama i paradossi.
Afferma che la verita’ e’ coincidenza degli opposti. mette in crisi molte
forme religiose puramente esteriori, superficiali, abitudinarie, che spesso
celano sottili forme di orgoglio ed egoismo. Detesta schemi prefabbricati e
stereotipi. Smonta i ragionamenti fatti. Odia il giusto fariseo che
dall’alto della sua cattedra giudica e condanna gli altri, i peccatori.
Evidenzia come anche la ricerca della “propria” santita’ e dell’efficacia
apostolica possano nascondere una diabolica idolatria, un velenoso e
deleterio autocompiacimento.

Proprio se e quando rinuncio alla “mia” autorealizzazione io mi realizzo
pienamente, realizzo cioe’ il mio piu’ vero, autentico, profondo io che e’
quello di essere immagine e somiglianza di Dio. Signore, tu ci hai fatti per
te e il nostro cuore e’ inquieto finche’ non riposa in te (Agostino,
Confessioni). L’auto-trascendenza costituisce la piu’ fondamentale essenza
della persona umana, chiamata alla comunione estatica con le tre persone
divine.

Come terapeuta, ha l’innata capacita’ di mettersi in sintonia, sulla stessa
lunghezza d’onda del suo interlocutore, perche’ egli stesso riveli a se
stesso il cuore del suo problema psicologico e spirituale e affronti con
decisione la via della guarigione.
Dal punto di vista spirituale riabilita sensi e fantasia, mortificati da un
eccesso di cervello e di pensieri chiari e distinti. Sottolinea l’unicita’
psico-fisica del sinolo (individuo), contro il dualismo schizofrenico della
“res extensa” e res cogitans di cartesiana memoria.

Soprattutto, insiste sul contatto con Dio: e’ lui che opera, io devo
soltanto non ostacolarlo. Imitare Maria: totale disponibilita’: ha detto
“fiat mihi” (si faccia di me), non “facciam” (io faro’). Pericolo di
quietismo, passivita’, pigrizia e accidia spirituale? Nulla di tutto cio’.
Infatti poiche’ per mettersi all’ascolto, all’unisono con Dio bisogna
zittire il proprio io, e poiche’ zittire un io petulante non e’ facile, ma
anzi terribilmente impegnativo, esigente un lungo, arido, paziente lavoro di
autocontrollo e di purificazione, il De Mello escogita, scopre, sperimenta
su di se’ e sugli altri e presenta con le opportune “istruzioni per l’uso”
una multiforme varieta’ di metodi e tecniche atti al raggiungimento di tale
scopo.

Essendosi cosi’ confermata la sua fama di direttore di esercizi per
formatori – superiori di ordini religiosi maschili e femminili, vescovi,
maestri delle novizie, direttori spirituali, cattolici e non cattolici,
indu’, buddisti, islamici -, i superiori provinciali dell’India gli affidano
la fondazione di un nuovo Istituto di spiritualita’. Nel 1972 nasce a Pune
il “Centro Ignaziano di Spiritualita’”, che nel 1974 prende il nome di
Sadhana e nel 1976 si trasferisce Lonavla, sempre in India. In esso si
offrono corsi di direzione spirituale e di terapia psicologica. Le tecniche
del “counselling” sono applicate a risolvere problemi anche spirituali,
intimamente connessi a quelli psicologici, data la struttura psico-fisica
umana. Poca teoria, molta esperienza; anzitutto per risolvere i problemi
personali, per una maturita’ psicologica e una crescita interiore: spirito,
psiche, soma. In mini-midi-maxi Sadhana (corsi di tre giorni, un mese, nove
mesi). Richiestissimo nei paesi di lingua inglese e spagnola, muore sulla
breccia. Nella notte fra l’1 e il 2 giugno 1987, durante il sonno, un
infarto cardiaco da emorragia cerebrale, a New York. Tre giorni prima vi era
giunto dall’India per guidare l’ennesimo Seminario di preghiera. Da vero
guru, non si era risparmiato. Mancavano tre mesi al suo 56 compleanno e un
mese al suo 40 di vita religiosa.

(Arturo Dalla Vedova)

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INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

OPERE COMPLETE DI ANTHONY DE MELLO

Il Canto degli uccelli, Edizioni Paoline, Milano 1989.
Un minuto di saggezza nelle grandi religioni, Edizioni Paoline, Milano 1989.
Alle sorgenti, Edizioni Paoline, Milano 1988.
La preghiera della rana, vol. I Edizioni Paoline, Milano 1990; vol. II 1990.
Sadhana un cammino verso Dio, Edizioni Paoline, Milano 1991.

OPERE SU ANTHONY DE MELLO

Valles Carlos G., Tony de Mello, Edizioni Paoline, Milano 1990.

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