L’analisi di un recipiente decorato con il viso di Bes rivela che gli Egizi consumavano cocktail
allucinogeni durante i rituali per ingraziarsi il dio della fertilità.
10 dicembre 2024 – Paola Panigas
Per gli Egizi Bes, dio della musica e protettore del sonno, era una divinità minore il cui compito
era anche di proteggere la fertilità e le donne in gravidanza.
Nell’antico Egitto, oltre agli “dei ufficiali” si veneravano circa 3mila divinità minori. Tra queste
c’era Bes, protettore della famiglia e in particolare delle donne, di cui si prendeva cura durante
la gravidanza, ma soprattutto durante il parto, che nell’antico Egitto era considerato un momento
molto pericoloso: la popolazione femminile, infatti, era caratterizzata fisicamente da pelvi piccole
e bacino alto e stretto, il che spesso portava le puerpere alla morte.
Oggi, per la prima volta, sono state trovate tracce di sostanze allucinogene in un recipiente
decorato proprio con la testa del dio Bes usato 2mila anni fa, durante il periodo greco-romano,
probabilmente per compiere rituali magici e ingraziarsi la divinità affinché una gravidanza andasse
a buon fine.
TECNICHE AVANZATE. Lo studio, coordinato da Enrico Greco, professore di chimica dell’ambiente e dei
beni culturali presso l’Università di Trieste, con la collaborazione della University of South
Florida, l’Università di Milano ed Elettra Sincrotrone Trieste ha analizzato un rarissimo recipiente
dedicato a Bes conservato al Tampa Museum of Art, identificando per la prima volta tutte le
componenti chimiche del liquido che era stato contenuto l’ultima volta al suo interno, incluse
piante medicinali dotate di proprietà psicotrope.
Lo studio, che fa parte del progetto Mediterranean Diet Archaeology, promosso dall’USF Institute for
the Advanced Study of Culture and the Environment, è stato pubblicato su Scientific Reports.
COCKTAIL ALLUCINOGENO. Utilizzando un campione raschiato dalle pareti interne del recipiente, il
team ha combinato diverse tecniche avanzate di analisi chimica e del DNA per scoprire cosa conteneva
la “tazza” l’ultima volta che è stata usata. L’analisi ha svelato un mix sorprendente di droghe
psichedeliche, fluidi corporei, alcol, miele o pappa reale, semi di sesamo, pinoli, liquirizia e uva
(questi ultimi due componenti venivano utilizzati nei rituali magici legati alla fertilità, per
ricreare il colore del sangue). In particolare nel miscuglio analizzato sono state rilevate tracce
di Peganum harmala (ruta siriana), Nymphaea nouchali var. caerulea (ninfea azzurra) e una pianta del
genere Cleome, tutte note per le loro proprietà psicotrope o medicinali. Inoltre, l’analisi ha
rivelato la presenza di fluidi umani, come sangue e proteine delle mucose, suggerendo che il vaso
fosse utilizzato in rituali probabilmente legati alla fertilità femminile, attraverso il
raggiungimento di stati alterati di coscienza.
«Questa scoperta è stata possibile solo grazie a un approccio altamente multidisciplinare:
combinando tecniche scientifiche all’avanguardia con l’analisi culturale, linguistica e storica,
abbiamo ottenuto informazioni che l’archeologia tradizionale da sola non avrebbe potuto fornire»,
sottolinea il professor Greco.
GRAVIDANZE A RISCHIO. Secondo Branko van Oppen, curatore al Tampa Museum of Art, è plausibile che
questi rituali si svolgessero nelle “Camere di Bes” a Saqqara, nella piana di Giza, dove si recava
chi era in cerca di protezione durante una gravidanza a rischio.
www.nature.com/articles/s41598-024-78721-8#Sec1
da focus.it
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