Perché proviamo antipatia per qualcuno che conosciamo appena? Attraverso vari studi, la psicologia
cerca di rispondere a questa domanda.
Il termine antipatia deriva dal greco e si riferisce a un sentimento di opposizione: anti significa
contro e pathos, come ci si sente. I dizionari della lingua italiana definiscono lantipatia
come un sentimento di repulsione o avversione istintiva verso persone o cose.
In psicologia, lantipatia è intesa come un sentimento di avversione. Un rifiuto che può essere
conscio o inconscio e come tale viene studiato nellambito dei pregiudizi o atteggiamenti di rifiuto
verso altre persone e verso gruppi di persone.
Perché proviamo antipatia? Cosa ci porta ad avere dei pregiudizi nei confronti degli altri? Lo
scopriremo in questo articolo. Prima però vi parleremo dei pregiudizi e dellantipatia inconscia.
Un esempio di antipatia inconscia
Può succedere che a livello conscio una persona non provi avversione verso un altro gruppo di
persone, ma a livello inconscio il suo comportamento rivela una certa avversione. Un esempio in tal
senso è il concetto di razzismo avversivo.
Gaertner ha scoperto che in alcuni casi un individuo può essere razzista, ma non lo percepisce a
livello cosciente. Nei suoi studi sugli americani che si consideravano liberali e senza pregiudizi,
ha scoperto che in alcune circostanze questi stessi individui finivano per discriminare i neri senza
rendersene conto.
In questo modo, ha dimostrato che una persona può avere dei pregiudizi nei confronti degli altri e
tuttavia non essere in grado di identificarli.
Alcune cause dellantipatia
Adesso che sappiamo che si può provare antipatia senza esserne consapevoli, andiamo a vedere quali
sono i principali fattori che determinano questo sentimento.
1. Fattori cognitivi
Per costruire i pregiudizi, si utilizzano le stesse procedure di categorizzazione cognitiva che ci
guidano nellelaborazione delle informazioni.
Tutti effettuiamo una serie di azioni mentali autonome e automatiche che classificano, in base a
diverse categorie, le persone che conosciamo (colore della pelle, sesso, età, istruzione, ecc.). È
una sorta di categorizzazione o classificazione che ci aiuta a fare attribuzioni e generare
aspettative.
In relazione a questa tendenza cognitiva molto comune, vari studi dimostrano che si tende a favorire
(consciamente o inconsciamente) le persone dei gruppi a cui apparteniamo e non quelle che
appartengono ad altri gruppi.
Allo stesso modo, tendiamo a credere (contro molte prove evidenti) che i gruppi a cui non
apparteniamo abbiano tratti più omogenei rispetto ai gruppi a cui apparteniamo. Lesempio tipico è
quello delluomo che afferma che tutte le donne guidano male.
2. Tratti della personalità
Alcuni autori sostengono che certe persone tendono a fare maggiore uso dei pregiudizi. Oggi abbiamo
le prove che ci sono individui con una propensione più marcata a sostenere qualsiasi decisione di
unautorità politica, indipendentemente dal fatto che tale autorità sia di destra o di sinistra.
Il Dottor Altemeyer sostiene che si è più soggetti a questo tipo di pregiudizio a seguito delle
proprie esperienze di apprendimento. Nello specifico, essere stati educati allidea che lautorità
ha sempre ragione.
Inoltre, è molto probabile che queste persone abbiano ricevuto uneducazione da cerchie molto
ristrette in cui questa idea è condivisa da tutti. Pertanto, avviene unassimilazioni di concetti
senza metterne in discussione i contenuti.
3. La percezione dei gruppi
I pregiudizi sono legati al modo in cui percepiamo gli altri gruppi di persone. Ad esempio, possiamo
pensare negativamente di gruppi che competono con il gruppo a cui apparteniamo.
In generale, i pregiudizi emergono quando un gruppo sociale si sente minacciato da altri gruppi che,
in modo reale o simbolico, rivendicano i loro valori. Può anche essere un modo per riaffermare una
posizione.
Per esempio, etichettando gli altri come bugiardi, mettiamo in evidenza lonestà, che può essere uno
dei valori principali del nostro gruppo.
Identificarci con un gruppo (qualunque esso sia) migliora la bontà degli aggettivi che utilizziamo
per descriverlo. Questo è uno dei motivi per cui le aziende fanno di tutto per convincere i
dipendenti a identificarsi con esse.
I responsabili delle risorse umane tendono a vedere di buon occhio il lavoratore che posta nei
propri profili pubblici la sua appartenenza allazienda. Questo sarebbe un segnale che il lavoratore
è orgoglioso di far parte di quella azienda e che è disposto a sacrificarti per essa.
Si sa anche che tendiamo a disumanizzare (poco o molto) i membri di altri gruppi. Inoltre, tendiamo
ad attribuire emozioni più sofisticate e umane ai gruppi a cui apparteniamo.
4. Il contesto
Le ricerche rivelano che alcuni comportamenti pregiudizievoli si verificano in determinate
circostanze, ma non in altre. Quindi, in certi contesti sarebbe più facile essere più o meno
simpatici.
Ad esempio, ci sono persone molto aperte e socievoli quando dialogano con una sola persona, ma
tendono a tacere o a prendere le distanze quando il resto degli interlocutori forma un gruppo.
Antipatia, è possibile intervenire a livello cosciente?
Antipatia e pregiudizi possono avere radici diverse e crescere grazie a diversi nutrienti. Una
variabile che modula questo fenomeno è il nostro sistema di categorizzazione, quel modo automatico
di posizionare gli altri nei nostri schemi o associarli a caratteristiche diverse individuando in
essi determinati tratti.
Per esempio, associamo il colore della pelle ad una maggiore o minore cultura o a maggiori o minori
aspirazioni. Questi processi mentali sono molto influenzati dalleducazione ricevuta e dallo spirito
critico che abbiamo sviluppato.
In molte occasioni, lattività del nostro cervello rende difficile essere neutrali, imparziali e
obiettivi. La buona notizia è che possiamo intervenire a livello cosciente su questi processi come
quando controlliamo il flusso dellaria che entra nei nostri polmoni.
Bibliografia
Crawford, J., Mallinas, S. y Furman, B. ( 2014) The Balanced Ideological Antipathy Model: Explaining
the Effects of Ideological Attitudes on Intergroup Antipathy across the Political Spectrum. The
College of New Jersey. En
dr.tcnj.edu/bitstream/handle/2900/1935/crawford-the-balanced-ideological-antipathy-model-exp
laining.pdf?sequence=3&isAllowed=y
Molero, F. (2007) El estudio del prejuicio en la Psicología social: definición y causas.
bibliopsi.org. En
www.bibliopsi.org/docs/carreras/obligatorias/CFG/03social/wainstein/primer%20cuatrimestre%20
2020/Unidad%206/Molero%20Alonso%20-%20El%20estudio%20del%20prejuicio%20en%20la%20Psicología%20social
.pdf
dr.tcnj.edu/bitstream/handle/2900/1935/crawford-the-balanced-ideological-antipathy-model-exp
laining.pdf?sequence=3
<dr.tcnj.edu/bitstream/handle/2900/1935/crawford-the-balanced-ideological-antipathy-model-ex
plaining.pdf?sequence=3&isAllowed=y> &isAllowed=y
it.wikipedia.org/wiki/Categorizzazione
da lista mente gg
Lascia un commento