Aromaterapia 5f

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Aromaterapia 5f

di Irene Balloi

(quinta parte e fine)

ARANCIO DOLCE

o Sinonimi arancio del Portogallo, melarancio.

o Nome botanico: CITRUS AURANTIUM var. DULCIS (sinonimo C: sinensis).

o Famiglia: RUTACEE.

o Descrizione: albero di forma piramidale, sempreverde, di dimensioni inferiori a quelle
dell’arancio amaro, presenta foglie ovali e lucide, fiori bianchi e frutti con la buccia di colore
giallo aranciato e polpa dolce e commestibile.

o Distribuzione: originario dell’estremo oriente, l’arancio dolce viene coltivato nelle aree
mediterranee (Italia meridionale, Spagna, Portogallo, Africa del Nord), negli Stati Uniti
(California, Florida) in Brasile.

o Altre specie: esistono numerose varietà coltivate di arancio dolce, per esempio Valencia, Jaffa,
Navel.

o Parti utilizzate per estrarre l’olio essenziale: la scorza del frutto (con il metodo della
spremitura e anche per distillazione).

o Componenti principali: Limonane (in prevalenza) terpinene (monoterpeni) citrale (aldeidi) linaiolo
(alcoli) acetato di linalile (esteri) curarine e furocumarine.

o Profumo: fresco, dolce, fruttato, (nota di testa).

o Colore: giallo-arancio.

o Energia: moderatamente Yang.

o Simbologia planetaria: Sole.

o Proprietà: antispasmodico, calmante nervoso, antidepressivo, digestivo, diuretico stimolante
linfatico, stimolante biliare, antisettico, tonico cardiaco e della circolazione.

o Indicazioni principali: ansia,insonnia, stress, disturbi digestivi, stitichezza, spasmi muscolari
e viscerali, ritenzione idrica, obesità, palpitazioni cardiache, cellulite, stasi venosa, pelle
grassa, pelle rugosa e asfittica.

o Avvertenze: è fotosensibilizzante (può causare dermatiti su cute fotoesposta). Evitare di
applicarlo sulla pelle prima di esporsi al sole o a lampade abbronzanti.

ARANCIO AMARO

o Sinonimi: arancio di Siviglia, arancio selvatico, arancio forte, melangolo.

o Nome botanico:CITRUS AURANTIUM var. Amara (sinonimi C.aurantium,

C.bigaradia).

o Famiglia: rutacee.

o Descrizione: Albero sempreverde che può raggiungere un’altezza di 10 metri con foglie ovali e
lucide di colore verde scuro e spine. Presenta fiori bianchi e profumati e frutti più piccoli di
quelli dell’arancio dolce con scorza spesa e polpa troppo acre e amara per poter essere consumata
(la scorza dei frutti viene utilizzata come aromatizzante in bibite e liquori). Per la sua
resistenza alle malattie viene spesso usato come innesto per altri alberi di agrumi.

o Distribuzione: originario dell’estremo oriente, si è adattato bene al clima mediterraneo
(Italia,Spagna, Grecia, Israele, Algeria, Tunisia) cresce diffusamente anche negli Stati Uniti, Sud
america, Guinea.

o Parti utilizzate per estrarre l’olio esenziale: scorza del frutto (per spremitura); fiori (per
distillazione o con il metodo dell’enfleurage), foglie e rametti teneri (per distillazione). Nella
presente scheda verrà descritto l’olio essenziale tratto dalla scorza del frutto di arancio amaro.

o L’olio essenziale di foglie e rametti è chiamato petitgrain.

o Componenti principali: limonane (in prevalenza), terpinolene, pinene (monoterpe-ni) citrale
(aldeidi),linaiolo,terpineolo, (alcoli).

o Profumo: fresco, ricco, dolce amaro; (nota di testa).

o Colore giallo scuro.

o Energia:moderatamente yang.

o Simbologia planetaria : Sole.

o Proprietà antispasmodico, calmante nervoso, antidepressivo, digestivo, diuretico, stimolante
biliare, antisettico, tonico cardiaco e della circolazione.

o Indicazioni principali: ansia, insonnia stress, disturbi digestivi, inappetenza, stitichezza,
spasmi muscolari e viscerali, ritenzione idrica, obesità, palpitazioni cardiache, cellulite, stasi
venosa, pelle grassa, pelle rugosa e asfittica.

o Avvertenze: è fotosensibilizzante (può causare dermatiti su cute fotoesposta). Evitare di
applicarlo sulla pelle prima di esporsi al sole o a lampade abbronzanti.

Le piante d’arancio sono originarie dell’Estremo Oriente, precisamente dalla Cina meridionale e del
Nord della Birmania e si sono diffuse ad opera dei Portoghesi e degli Arabi, sembra tra il VII e il
XII secolo: Per il colore dei frutti viene chiamato dai cinesi Chin-ch’in, ossia “palla d’oro”.

Secondo l’interpretazione rinascimentale le arance sarebbero state i “pomi d’oro” che nel mito greco
Eracle conquistò nel giardino delle Esperidi, figlie dell’Oceano e della Notte, dopo aver ucciso il
drago che li custodiva. Infatti, Esperidee erano un tempo chiamate le piante della famiglia degli
agrumi. In realtà i Greci conobbero gli agrumi al massimo nel IV secolo sotto forma di cedri e i
limoni qualche secolo dopo, ma né loro né i Romani sospettarono mai l’esistenza della arance,
comparse in Europa solo verso il Mille. L’espressione “pomi d’oro” indica i frutti mitici
dell’immortalità. Le arance nel Rinascimento furono inserite in altri episodi mitologici, e
piacevano a tal punto che furono spesso raffigurate e “sublimate” nei dipinti e negli affreschi dei
pittori dal Botticelli al Mantenga, dal Beato Angelico al Ghirlandaio ed altri ancora. In tutte le
culture, l’arancia ha sempre evocato un simbolismo paradisiaco. Questi frutti sembrano autentiche
incarnazioni vegetali del sole. Il colore del frutto è simile a quello dell’oro, ma anche del sole
al tramonto. Per gli antichi cinesi erano sinonimo di felicità e prosperità.

Frutto solare, l’arancia richiama le asprezze della vita con la sua scorza amara, ma promette, al
contempo dolcissimi spicchi e umori fragranti a chi avrà avuto la costanza di procedere senza
lasciarsi scoraggiare. Come gli altri agrumi (limone, mandarino, pompelmo, cedro, lime), le arance
sono i vegetali che si lasciano meglio compenetrare dal calore cosmico: le forze di luce e calore si
manifestano e si materializzano nei fiori profumati, nelle scorze ricche di oli essenziali, nella
polpa zuccherina ed energetica, ricca di vitamina C. Omaggio alla luce radiosa, questi alberi non
“trattengono” niente, da qui la gioia del dono, la loro attività continua che li spinge a
fruttificare e a spargere profumi. La loro attività tuttavia, si svolge sotto il segno della misura,
nel senso che ogni pianta produce un quantitativo limitato di frutti.

In tutte le culture, l’arancia ha sempre evocato un simbolismo paradisiaco. Questi frutti sembrano
autentiche incarnazioni vegetali del sole. Il colore del frutto è simile a quello dell’oro, ma anche
del sole al tramonto. Per gli antichi cinesi erano sinonimo di felicità e prosperità. Frutto solare,
l’arancia richiama le asprezze della vita con la sua scorza amara, ma promette, al contempo
dolcissimi spicchi e umori fragranti a chi avrà avuto la costanza di procedere senza lasciarsi
scoraggiare. Come gli altri agrumi (limone, mandarino, pompelmo, cedro, lime), le arance sono i
vegetali che si lasciano meglio compenetrare dal calore cosmico: le forze di luce e calore si
manifestano e si materializzano nei fiori profumati, nelle scorze ricche di oli essenziali, nella
polpa zuccherina ed energetica, ricca di vitamina C. Omaggio alla luce radiosa, questi alberi non
“trattengono” niente, da qui la gioia del dono, la loro attività continua che li spinge a
fruttificare e a spargere profumi. La loro attività tuttavia, si svolge sotto il segno della misura,
nel senso che ogni pianta produce un quantitativo limitato di frutti.

IMPIEGHI DELL’OLIO ESSENZIALE

L’olio essenziale estratto dalla scorza del frutto dell’arancio (sia della varietà dolce sia amara)
richiama qualità tipicamente solari quali vitalità, espansione, azione fiducia, temperate e mitigate
dalla dolcezza. L’effetto pertanto sarà corroborante, ma anche distensivo e non eccitante. E’ utile
per tranquillizzare in caso d’ansia e nervosismo, insonnia (per bagni aromatici, massaggi
rilassanti, diffusione nell’ambiente).

Agisce come antidepressivo, aiuta a ritrovare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità
creative; lascia affiorare la spontaneità, risvegliala coscienza e l’immaginazione sopita. Infatti,
come frutti solari, segnati dalla luce, esprimerebbero “l’intelligenza del cuore”. Rappresentata dal
simbolismo del sole.

Per quest’analogia è particolarmente indicata l’applicazione sulla pelle (previa diluizione in olio
vegetale) in determinate zone: un massaggio con arancio a livello del petto (particolarmente
nell’area del cuore) e del plesso solare (a livello dello stomaco) apporterà energia e aiuterà ad
allontanare la malinconia, senza eccitare, ma calmando la tensione nervosa somatizzata a livello del
cuore, organo solare per eccellenza.

Questo è particolarmente indicato, quando ci si sente tristi e afflitti. L’applicazione a livello
della superficie interna dei polsi di due gocce d’arancio (diluito su pelli delicate), seguito dalla
frizione dei medesimi uno contro l’altro (accompagnato dall’inalazione dell’aroma che si sprigiona
attraverso profonde inspirazioni) aiuta a rallegrare e a restituire la gioia di vivere. Frizionato
nella parte centrale del palmo delle mani, aiuta a ricaricarsi d’energia. Diffuso nell’ambiente,
dona all’aria un piacevole profumo e rende più serena un’atmosfera carica di tensioni.

Le sue proprietà antispasmodiche e digestive lo rendono utile per combattere gli spasmi intestinali,
la stitichezza, i gonfiori addominali, le cefalee di origine digestiva (per massaggi a livello
epigastrico e addominale, 3-4 gocce diluite in olio vegetale o per assunzione interna: 2 gocce dopo
i pasti in un pò di miele, meglio se disciolto in una tisana digestiva). Una goccia prima dei pasti
per stimolare l’appetito. “Buccia d’arancia” è espressione utilizzata per indicare le alterazioni
cutanee della cellulite. L’olio essenziale d’arancio aiuta a stimolare il metabolismo cutaneo, a
rassodare i tessuti del corpo e ad eliminare la ritenzione idrica.

Inoltre, poiché la cellulite porta a una percezione svalutata del corpo della donna (sotto la
pressione imposta dagli attuali canoni della bellezza, che impongono la figura longilinea e
scattante), l’arancio aiuta anche la donna che si sente “ossessionata” dalla propria cellulite a
disidentificarsi dalle immagini imposte e ad accedere a una maggiore libertà interiore. L’olio
essenziale di arancio (sia dolce che amaro) è facilmente ossidabile e si altera facilmente per
effetto della luce, del calore e dell’aria (da conservarsi in frigorifero).

donna (sotto la pressione imposta dagli attuali canoni della bellezza, che impongono la figura
longilinea e scattante), l’arancio aiuta anche la donna che si sente “ossessionata” dalla propria
cellulite a disidentificarsi dalle immagini imposte e ad accedere a una maggiore libertà interiore.
L’olio essenziale di arancio (sia dolce che amaro) è facilmente ossidabile e si altera facilmente
per effetto della luce, del calore e dell’aria (da conservarsi in frigorifero).

Curiosità

L’olio essenziale d’arancio, aggiunto nella pasta delle crepes o dei biscotti (1-3 gocce) conferisce
loro un piacevole profumo ed aroma Utilizzato per bagni aromatici o come profumo personale,
renderebbe la donna più seducente e amabile e la aiuterebbe ad attirare a sé l’attenzione maschile.

BASILICO

o Sinonimi: Basilico comune,Basilico europeo, basilico francese.

o Nome botanico OCIMUM BASILICUM.

o Famiglia: labiate.

o Descrizione: pianta erbacea annua, con fusto eretto a sezione quadrangolare, di altezza diversa a
seconda delle varietà. Le foglie sono opposte, di colore verde chiaro, a volte tendenti al violaceo,
a margine intero o seghettato. I fiori, di colore bianco, formano spighe con le foglie.

o Distribuzione: originario dell’Asia, il basilico è diffusamente coltivato in Europa fin
dall’antichità soprattutto nell’area mediterranea. Varietà di basilico crescono anche nelle isole
del Pacifico e nelle Americhe.

o Altre specie: si conoscono molte varietà di basilico, utilizzate sia per uso culinario sia
medicinale. Ricordiamo la varietà PURPURESCENS, il cosiddetto “basilico viola-rosso”, la varietà
THYRSIFLORUM, la ALBUM (basilico a foglie larghe) la CRISPUM (il “basilico riccio”, la cui essenza
ha un profumo molto fine). Sotto il nome di “basilico esotico” si raggruppano varietà che crescono
nelle zone tropicali e che presentano caratteristiche chimiche diverse dalle specie europee.

o Parti utilizzate per estrarre gli oli essenziali: le foglie e le sommità fiorite (per
distillazione in corrente di vapore).

o Componenti principali: tra gli oli essenziali di basilico si possono distinguere quattro
chemiotipi fondamentali in base alla prevalenza dei costituenti:chemiotipo 1 ricco in estrapolo,
chiamato anche metilcavicolo (fenoleteri, 70-90%); chemiotipo 2 ricco di linaiolo, (alcoli,50-60%);
chemiotipo 3, ricco di metileugenolo, eugenolo (fenoli) chemiotopo 4, ricco di cinnamato di metile
(esteri). Le varietà di area mediterranea (provenienti da Francia, Italia Egitto) appartengono al
chemiotipo 2 e hanno una prevalenza di linalolo, una percentuale ridotta di estrapolo, con piccole
quantità di eugenolo e presenza di germacrene (un sesquiterpene). Le varietà di basilico a linaiolo
sono da preferirsi in aromoterapia rispetto alle varietà esotiche (basilico esotico o delle Comore o
di Réunion), che presentano una maggior quantità di estrapolo e alle varietà a cinnamato di metile
(ocium canum) o a eugenolo (ocium gratissimum). gior quantità di estrapolo e alle varietà a
cinnamato di metile (ocium canum) o a eugenolo (ocium gratissimum).

o Profumo. Fresco, pungente, speziato-dolce (basilico a linaiolo, varietà europea – francese);
erbaceo, dal sentore canforato (varietà esotiche); note di testa).

o Colore: giallo chiaro

o Energia: yang.

o Simbologia planetaria: sole, marte (anche giove e venere).

o Proprietà: antispasmodico, antinfiammatorio, analgesico, antisettico, tonico nervoso, stimolante
della corteccia surrenale, stimolante delle mestruazioni, digestivo, antisettico, espettorante,
insetto-repellente.

o Indicazioni principali: stanchezza mentale, stress, affaticamento, depressione, ansia, digestione
difficile, spasmi addominali, cefalea, mestruazioni scarse, dolori muscolari, reumatismi, tosse,
influenza.

o Avvertenze: non utilizzare in gravidanza e in soggetti epilettici; usare in quantità moderate;
usare preferenzialmente il chemiotipo a linaiolo perché è meglio tollerato e meno tossico. Su pelli
sensibili può essere un pi irritante, per cui va opportunamente diluito.

Il chemiotipo e l’estragolo, sono ottimi antinfiammatorii e decongestionanti per via cutanea, ma
l’estragolo ad alto dosaggio, ha rilevato una potenziale carcinogenicità. Il chemiotipo a eugenolo è
un potente antisettico, ma può essere caustico sulla pelle e epatotossico a dosi elevate. Il nome
basilico deriva dal termine greco BASILIKòN (regale, ossia proprio del re) mentre il primo termine
del nome botanico Ocium, significa “profumo”. Questa piantina dal profumo, appunto, regale è sempre
stata considerata preziosa e salutare già le più antiche civiltà consideravano il basilico una piana
apotropaica, cioè capace di tenere lontani gli spiriti maligni. In India è chiamato tulsi o tulasi
ed è un’erba consacrata e identificata con Lakshmi, la sposa di Vishnu, dea della bellezza. S’invoca
la tulasi per concepire un figlio.

Una leggenda indù racconta che il profumo del basilico guida gli uomini verso il cielo; per questo
quando un uomo è morente gli si pone sul petto una foglia della piantina e dopo la morte gli si
bagna la testa con acqua contenente foglie di tulasi. Questa è religiosamente piantata e coltivata e
viene colta solo con pie intenzioni e per motivi di culto, recitando una preghiera. Anche nella
medicina tradizionale indiana le si riconoscono molte proprietà. In occidente al basilico erano
attribuiti poteri magici. Dagli Egizi era considerata una pianta solare, cui il sole aveva donato un
pò della sua energia. Nel Medioevo il basilico era “l’anima” dell’orto e si consideravano favorevoli
alla salute dell’uomo i luoghi in cui esso cresceva rigogliosamente, perché ciò era segno delle
forze benefiche che si sprigionavano dalla terra.

Si pensava che la sua presenza sui balconi e davanzali e nei pressi delle case liberasse l’aria da
malefici influssi e inoltre potesse tenere lontani serpenti e insetti velenosi. Anche in Europa,
come in India, lo si considerava capace di favorire il concepimento, tanto che veniva dato come
foraggio ad asine e cavalle prima dell’accoppiamento. La tradizione moldava consigliava all’uomo in
cerca di moglie di osservare come cresceva il basilico coltivato dalla fanciulla su cui aveva posto
gli occhi, perché, se la pianta fosse cresciuta bene, ella sarebbe diventata buona sposa e madre. In
molte tradizioni regionali italiane il basilico favorisce l’amore, l’amicizia e la concordia
familiare. In Sicilia era simbolo d’amore ricambiato, sicché la ragazza che lo metteva sul davanzale
voleva far sapere di essere innamorata.

Il basilico nelle varie culture è stato associato ai temi della salute e dell’amore, ma è anche
presente un suo simbolismo funerario: veniva, infatti, piantato sulle tombe delle persone care e
quando fioriva se ne portavano a casa i rametti, dove si pensava potesse albergare lo spirito dei
propri cari. L’antica cultura cinese lo considerava una specie di “medium vegetale”, in grado di
comunicare con il mondo degli spiriti. Nell’isola di Creta il basilico è simbolo del lutto.

Questo doppio simbolismo, erotico e funerario, deriva probabilmente dal legame con il simbolismo
della Grande Madre, che si collega a quello della terra matrice di vita da cui tutto nasce e cui
tutto ritorna. Sicilia era simbolo d’amore ricambiato, sicché la ragazza che lo metteva sul
davanzale voleva far sapere di essere innamorata. Il basilico nelle varie culture è stato associato
ai temi della salute e dell’amore, ma è anche presente un suo simbolismo funerario: veniva, infatti,
piantato sulle tombe delle persone care e quando fioriva se ne portavano a casa i rametti, dove si
pensava potesse albergare lo spirito dei propri cari. L’antica cultura cinese lo considerava una
specie di “medium vegetale”, in grado di comunicare con il mondo degli spiriti. Nell’isola di Creta
il basilico è simbolo del lutto. Questo doppio simbolismo, erotico e funerario, deriva probabilmente
dal legame con il simbolismo della Grande Madre, che si collega a quello della terra matrice di vita
da cui tutto nasce e cui tutto ritorna.

– Impieghi dell’olio essenziale –

Il basilico ha un aroma piccante e caldo, “frizzante”, riscaldante con una sfumatura ignea che
ricorda i chiodi di garofano. Ha in sé l’energia intensa, la forza di Marte, che rappresenta il
principio attivo, l’azione finalizzata ad uno scopo, l’accelerazione, la combustione. Il basilico è
un ottimo tonico a diversi livelli: mentale e del sistema nervoso, endocrino e digestivo. E’
considerato un olio essenziale “cefalico” in grado di alleviare la stanchezza intellettuale e di
stimolare la memoria, l’attenzione e la concentrazione, di attenuare il mal di testa dovuto
soprattutto al superlavoro mentale: in quest’ambito le modalità d’uso consigliate sono per
diffusione nell’ ambiente, applicazione in diluizione a livello dei polsi, inspirando l’aroma che si
sprigiona; oppure si possono anche versare due gocce di basilico su un fazzoletto da annusare più
volte al fine di schiarirsi le idee e stimolare la memoria.

Due gocce su un fazzoletto da annusare possono essere utili anche contro la nausea e il mal d’au-to.
Ha un’azione rivitalizzante che si manifesta aumentando la resistenza alla fatica, per la sua azione
tonica sulle ghiandole surrenali (si ricorda che la corteccia dei surreni produce gli ormoni che
permettono all’organismo di adattarsi e reagire alle diverse condizioni ambientali e resistere nel
tempo allo stress); agisce a livello della sfera emotiva alleviando ansia e depressione. Sono
indicati bagni e docce aromatiche, massaggi tonificanti o rilassanti con l’aggiunta d’olio di
basilico all’1-2% (circa 3-4 gocce per cucchiaio d’olio vegetale).

E’ consigliato per accelerare il recupero in corso di convalescenza da malattie che hanno affaticato
e indebolito l’organismo e hanno lasciato uno stato d’affaticamento mentale. Avendo affinità sia con
la sfera psicoemotiva sia con quella digestiva, è indicato nelle problematiche digestive legate allo
stress. Alla sua azione tonica e riscaldante si aggiunge il potere antispastico (che rientra negli
aspetti calmanti e riequilibranti del pianeta Giove), che lo rende indicato per combattere tutte
quelle situazioni spasmodiche a livello addominale d’origine nervosa: in questo caso trova
indicazione di due, tre gocce di basilico diluite in un cucchiaino d’olio per unzioni e massaggi a
livello del plesso solare e dell’addome. Il basilico è anche indicato per attenuare gli spasmi e i
dolori muscolari e stimolare la motilità e la ripresa di un arto che sia stato a lungo immobilizzato
o abbia subito delle lesioni nervose. Il basilico possiede inoltre proprietà antisettiche e
decongestionanti utili in corso d’influenza, raffreddore,sinusite, malattie da raffreddamento, tosse
spasmodica (per vaporizzazioni, in associazione con oli a potere espettorante quali eucalipto,
mirto, cipresso, per bagni aromatici e per unzioni).

Tiene lontani gli insetti e da sollievo in caso di loro punture (da applicarsi diluito). Il profumo
del basilico porta pace e armonia. In presenza di una situazione di disaccordo e conflitto tra due o
più persone, il suo aroma diffuso nella stanza facilita la conciliazione tra le parti diluito). Il
profumo del basilico porta pace e armonia. In presenza di una situazione di disaccordo e conflitto
tra due o più persone, il suo aroma diffuso nella stanza facilita la conciliazione tra le parti

BENZOINO

o Sinonimi: incenso di Giava, gomma di benzoino.

o Nome botanico STYRAX Benzoin.

o Famiglia Styracacee.

o Descrizione grande albero sempreverde tropicale alto fino a 20 metri. Quando si incide il tronco,
dalla corteccia esuda una resina biancastra con venature rosse che solidifica a contatto con l’aria
e la luce.

o Distribuzione è originario dell’Asia sud orientale. Le aree di maggiore produzione del benzoino
sono Sumatra Giava e Malesia per il benzoino qualità “di Sumatra”;Vietnam, Cambogia, Tailandia per
il benzoino qualità “Siam”.

o Altre specie: il benzoino classico è quello di “Sumatra”(Styrax benzoin); dalla varietà
S.tonkinensis si ricava il benzoino “del Siam”: La differenza sta nella diversa percentuale degli
acidi ed esteri benzoici e cinnamici.

o Parti utilizzate per estrarre l’olio essenziale: secrezione della corteccia (resinoide).

o Componenti principali: cinnailbenzoato, cinnamilcinnamato (esteri),acido benzoico, acido cinnamico
(acidi) alcol coniferilico, vanillina.

o Profumo: dolce, balsamico, ricco che ricorda il cioccolato e la vaniglia. Il benzoino del Siam ha
un profumo più vanigliato; (nota di base).

o Energia: Yang.

o Simbologia planetaria: Sole.

o Proprietà: antinfiammatorio, cicatrizzante, espettorante, astringente ,antisettico, balsamico,
antiossidante, tonico, schiarente.

o Indicazioni principali: cura della pelle irritata o screpolata, acne, psoriasi, ferite, geloni,
scottature, macchie della pelle, reumatismi, malattie da raffreddamento, bronchite, tosse, stress.

o Avvertenze: non è irritante, ma può provocare reazioni di sensibilizzazione cutanea in soggetti
sensibili e predisposti.

Da migliaia d’anni il benzoino è bruciato come incenso nelle cerimonie religiose per creare un clima
favorevole alla manifestazione della divinità e scacciare gli spiriti maligni. Questa resina,
infatti, sprigiona fumi balsamici se sottoposta all’azione del calore. In Oriente era usato anche a
scopi medicinali grazie alle sue virtù disinfettanti, stimolanti ed espettoranti. Era noto nella
Cina antica. Arrivò in Occidente lungo la “via delle spezie”, la via marittima che collegava l’Asia
sud orientale all’Africa occidentale: Da qui risaliva la valle del Nilo per giungere in Asia minore
e quindi in Europa, dove veniva usato come medicinale e fissatore dei profumi. Nel Medioevo era
molto nota la tintura di benzoino (o “balsamo dei frati”) per la cura delle malattie respiratorie.

Il benzoino grezzo di Sumatra, raccolto direttamente dagli alberi quando fuoriesce da incisioni
praticate lungo il tronco e s’indurisce, appare in forma di passerelle agglomerate e lucenti di
colore grigio-marrone con striature rossastre. Il benzoino del Siam invece si presenta in forma di
“lacrime”,globuli schiacciati e friabili di colore giallo-arancio. Dalla materia grezza è estratto
con solventi, che sono in seguito allontanati, il resinoide detto anche essenza assoluta di resina.
E’ una massa viscosa di colore marrone aranciato e dal profumo intenso. L’olio essenziale che si
trova in commercio costituito dal resinoide disciolto in glicole etilenico o in alcol.

da incisioni praticate lungo il tronco e s’indurisce, appare in forma di passerelle agglomerate e
lucenti di colore grigio-marrone con striature rossastre. Il benzoino del Siam invece si presenta in
forma di “lacrime”,globuli schiacciati e friabili di colore giallo-arancio. Dalla materia grezza è
estratto con solventi, che sono in seguito allontanati, il resinoide detto anche essenza assoluta di
resina. E’ una massa viscosa di colore marrone aranciato e dal profumo intenso. L’olio essenziale
che si trova in commercio costituito dal resinoide disciolto in glicole etilenico o in alcol.

– Impieghi dell’olio essenziale –

Il benzoino, essendo una pianta solare, produce un olio che dà energia, tono vigore e nello stesso
tempo, agisce favorevolmente sulla psiche, dissipando le tensioni, rilassando, confortando, agendo
da cuscinetto ammortizzatore tra l’individuo e gli eventi stressanti e generando una sorta
d’euforia. L’effetto che produce è piacevolmente corroborante, la stessa sensazione che si avverte
esponendosi ai caldi raggi solari, o anche, secondo alcuni, mangiando una tavoletta di cioccolato.

Gli esperti raccomandano una miscela di benzoino e cannella nell’esaurimento nervoso su base
emozionale (per uso esterno). Quindi il benzoino è un olio consigliato, quando si vuole aumentare la
forza e l’energia a livello psichico, mentre, a livello mentale il benzoino è calmante e
rasserenante e aiuta ad allontanare da sé i sentimenti astiosi e il risentimento. E’ un valido aiuto
nella pratica della meditazione, ma può anche essere usato per suscitare un’atmosfera adatta a
risvegliare l’eros, proprio perché aiuta a rilassarsi ed ad allentare le tensioni profonde e le
barriere emozionali. Per tutte queste indicazioni si consiglia l’utilizzo per via esterna tramite
diffusione nell’ambiente, bagni aromatici, massaggi o applicazioni sulla pelle a concentrazioni
molto diluite (1-2%) ai fini di un’azione a livello più sottile d’informazione energetica. L’azione
sulla pelle è delicata: può essere applicato, diluito in olio vegetale, o anche, secondo i casi, in
un oleolito dalle proprietà sinergiche (per esempio di calendula, d’iberico) per la cura di
irritazioni, screpolature, ragadi, piccole scottature, ulcerazioni in quanto esercita una eccellente
azione cicatrizzante e riparativa. Sotto forma di vaporizzazioni o frizioni toraciche aiuta la
risoluzione delle affezioni respiratorie tipiche della stagione invernale. Nella composizione dei
profumi, per la sua bassa volatilità (evapora lentamente), agisce da fissatore, per rallentare la
diffusione troppo rapida degli aromi nell’aria. E’ un antiossidante naturale che rallenta il
processo d’irrancidimento di creme o lozioni.

BERGAMOTTO

o Nome botanico Citrus Bergamia ( VariazioniC.aurantium C.limetta).

o Famiglia: Rutacee.

o Descrizione: albero alto dai 3 ai 4 metri con foglie ovali di un verde lucente e frutti
giallo-verdastri, di dimensioni inferiori a quelle di un’arancia, dalla

buccia liscia e sottile, intensamente aromatica, ma dal sapore troppo amaro per l’uso alimentare.
per l’uso alimentare.

o Distribuzione: originario dell’Asia, come tutti gli agrumi, è coltivato con speciali cure in
Calabria, che presenta le condizioni climatiche migliori per questa pianta.

o Altre specie: vi sono tre varietà di frutti di Bergamotto: la communis, la melarosa e la tolurosa.
Di queste la più diffusa è la prima.

o Parti utilizzate per estrarre l’olio essenziale: la scorza, per spremitura a freddo delle bucce
dei frutti maturi o quasi maturi. Mediante distillazione a pressione ridotta dell’olio essenziale si
ricava un olio di bergamotto concentrato (ad alto contenuto di acetato di linalile) e deterpenizzato
(privo di limonene).

o Componenti principali: limonane (monoterpeni), acetato di linalile (eteri), linaiolo (alcoli),
bergaptene (furocumarine).

o Profumo: fresco, fruttato, dolce con una nota un pi fiorita; (nota di testa).

o Energia moderatamente: Yang.

o Simbologia: Sole.

o Proprietà antisettico, antispasmodico, digestivo carminativo, febbrifugo, cicatrizzante,
deodorante, antidepressivo, tonico, rilassante, vermifugo.

o Indicazioni principali: ansia, depressione, stress, digestione difficile, meteorismo, cistite,
acne, seborrea, herpes, febbre, influenza, mal di gola.

o Avvertenze: per la presenza dei terpeni può risultare irritante per la pelle e le mucose. Si
consiglia di diluirlo ampiamente . Per la presenza del bergaptene, che è fototossico, causa
sensibilizzazione e pigmentazione cutanea a seguito dell’esposizione solare nelle ore successive
l’applicazione. Non applicare prima di esprsi al sole o a lampade abbronzanti; in generale se ne
sconsiglia l’utilizzo d’estate, sia per via esterna che interna. Esiste un olio defurocumarinizzato
(ossia privato delle furocumarine).

Il bergamotto, d’origine asiatica, fu importato dai Portoghesi nelle isole Canarie e poi da lì, si
diffuse nell’Italia meridionale, specialmente in Calabria e in Sicilia nel corso del XVII secolo. Fu
utilizzato inizialmente come pianta ornamentale; la scorza era impiegata per preparare infusi ad
azione digestiva, febbrifuga e rinfrescante. Il nome pare derivare dalla città di Bergamo, dove
l’olio essenziale fu prodotto o venduto per la prima volta. Entrò nella composizione di un profumo
venduto a Colonia, in Germania, con il nome di “aqua mirbilis” grazie ad un italiano,Giovanni Maria
Farina.

Nel 1742 questo profumo ricevette il nome con cui è universalmente noto, vale a dire “ACQUA DI
COLONIA”; nella sua composizione spicca, tra gi altri agrumi, l’olio essenziale di bergamotto.
Questa pianta è molto sensibile agli sbalzi di temperatura; le caratteristiche chimiche dell’olio
essenziale possono essere molto diverse alla presenza di variazioni atmosferiche che abbiano inciso
sul processo di maturazione dei frutti: quando l’andamento della stagione è sfavorevole alla
regolare maturazione, la percentuale degli eteri (35-45% di acetato di linalile) è al di sotto della
norma, mentre gli alcoli sono in percentuale maggiore: proprio per la sua delicatezza e variabilità
l’olio essenziale di bergamotto è spesso oggetto di adulterazioni per aggiunta di oli essenziali di
altri agrumi o di sostanze di sintesi

– Impieghi dell’olio essenziale –

Quello di bergamotto è uno degli oli più usati nella preparazione dei profumi in quanto il suo aroma
è più raffinato di quello degli altri agrumi: è un profumo fruttato con una nota calda e floreale
che l’arancio e il limone non possiedono. L’olio essenziale è di colore verde e le sue qualità
presentano affinità con le caratteristiche di questo colore (utilizzato in cromoterapia): infatti, è
allo stesso tempo tonico e rilassante. E’ esperienza comune, come il verde della vegetazione abbia
poteri rigeneranti, permetta di recuperare le energie senza per questo eccitare o stimolare troppo,
anzi creando una sensazione di pace e di rilassatezza.

L’olio di bergamotto ha proprietà affini: distende la mente e allo stesso tempo acuisce i sensi e
aiuta a ritrovare la calma interiore. Il colore verde suggerisce un’affinità con il quarto chakra
(il colore del cuore): il bergamotto infonde gioia, è antidepressivo e lenisce i dolori affettivi.
Aiuta chi si trova in uno stato di confusione o d’agitazione rasserenandolo. Per queste indicazioni
può essere diffuso nell’ambiente con l’apposito diffusore oppure utilizzando per massaggi e per
bagni aromatici.

Questo olio essenziale è anche adatto per gli ambienti di studio e lavoro, dove si desidera creare
un’atmosfera di “distesa concentrazione”, dove sia più facile, cioè raccogliersi nelle proprie
attività, individuali o di gruppo, senza accumulare stress e tensioni, bensì predisponendo alla
collaborazione e all’aiuto reciproco. Il suo aroma fresco purifica l’aria e riduce il desiderio di
fumare: Svolge azione deodorante, disinfettante, antipruriginosa e cicatrizzante; opportunamente
diluito (1%), è efficace per trattare un’eccessiva produzione di sebo della pelle o del cuoio
capelluto: Può essere aggiunto a creme, oli, lozioni per il corpo o utilizzato per lavaggi,
sciacqui, semicupi per indicazioni quali acne, foruncoli, emorroidi, geloni, afte, herpes labiale,
irritazione alla gola, piccole ferite. E’ utile l’associazione con un olio essenziale dal potere
antinfiammatorio come la lavanda, geranio o camomilla.

Una, due gocce assunte dopo i pasti in una punta di miele (meglio ancora se questo viene disciolto
in una tisana digestiva a base di verbena, menta o finocchio) aiutano a combattere il gonfiore
addominale, l’alitosi e la digestione lenta. Per la sua azione antisettica sarebbe anche utile nel
trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie, ma per quest’indicazione sarebbe più corretto
attenersi ai risultati di un eventuale aromatograma per stabilire con esattezza le dosi
terapeutiche. E’ in ogni modo utile, l’applicazione dell’olio diluito sulla pelle della parte bassa
dell’addome (2-3 volte al giorno) come trattamento coadiuvante in corso di cistite.

L’olio essenziale di bergamotto è largamente impiegato come aromatizzante per alimenti e bevande,
tra cui la qualità del tè EARL GREY. E’ possibile preparare da sé la miscela di tè aromatizzato al
bergamotto, ponendo un buon tè nero in un contenitore di vetro, aggiungere tre gocce d’olio
essenziale, agitare bene e lasciare riposare la miscela nel contenitore ben chiuso per una settimana
prima di utilizzarlo. Il Bergamotto è considerato un olio “magico” che aiuta a raggiungere il
successo. Applicato sui palmi delle mani proteggerebbe dalle influenze esterne negative. Una traccia
di bergamotto applicata su portafogli e borsellini servirebbe ad attirare denaro.

CACAO

o Nome botanico: teobroma cacao.

o Famiglia: sterculiacee.

o Descrizione: albero alto da cinque a otto metri, con fiori rosa e frutti che spuntano dal tronco.
I semi da cui si estrae il cacao sono contenuti in baccelli rossi e sono ricoperti da una polpa
mucillaginosa. La raccolta dei baccelli avviene a maturazione piena. I semi sono tostati,
sbucciati,macinati, se ne estrae il grasso (meglio noto come il “burro di cacao”) e si separa la
polvere di cacao.

o Distribuzione: è un albero tropicale e sub tropicale, originario dell’America Latina e oggi
largamente diffuso in Africa orientale e in Estremo Oriente, nelle zone a terreno fertile e clima
umido.

o Parti utilizzate per estrarre l’olio essenziale: I semi torrefatti e fermentati (estr con alcol).

o Componenti principali: linaiolo (alcoli), acidi alifatici volatili e loro esteri,pirazine e
pirroli.

o Profumo: caldo, morbido, di vaniglia e cioccolato

o Colore: giallo.

o Energia. Moderatamente Yang.

o Simbologia planetaria. Sole e giove.

o Proprietà tonico stimolante antidepressivo afrodisiaco.

o Indicazioni principali stanchezza, depressione, stress (uso esterno). Linneo ha dato alla pianta
il nome botanico di Theobroma (prendendolo dal greco e che significa “nutrimento degli dei”). La
storia del cacao e della cioccolata come bevanda inizia nello Yucatan, in America centrale, dove la
pianta, che cresceva spontanea nel bacino del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco, venne introdotta
ben 1700 anni prima di Cristo.

Gli Atzechi sostenevano fosse stato il dio Quetzalcoalt a donarlo agli uomini per alleviarne la
fatica e rallegrarne il riposo, grazie alla bevanda che se ne ricavava. Un altro mito associa i semi
del cacao al sacrificio e alla morte per amore di una principessa: dal suo sangue sarebbe nata la
pianta di cacao, i cui frutti celano semi amari come le sofferenze amorose, forti come la virtù e
rossi come il sangue.

Per i Maya, lo “spirito del cacao” era una divinità guerriera e conquistatrice. I frutti rossi
evocavano presso gli Atzechi anche il simbolo del cuore umano, mentre la cioccolata voleva
rappresentare il sangue. Con il cacao erano preparate bevande destinate a cerimonie sacre e
d’iniziazione, mentre i semi facevano anche da moneta di scambio. Lo spagnolo Cortés, conquistatore
del Messico, fu iniziato alla preparazione della cioccolata alla corte di Montezuma, dove si
tostavano i semi, si riducevano in poltiglia, si mescolavano con farina di mais, si sbatteva il
liquido a lungo, in modo che si formasse una schiuma e si insaporiva con pepe.

Gli Atzechi la chiamavano Xocoatl. Cortés portò i semi di cacao, che egli chiamava cacaute, in
Spagna. Più tardi con la diffusione in questo paese della canna da zucchero, la cioccolata poté
essere addolcita e ottenne un gran successo così, in seguito, anche negli altri paesi europei. In
Italia Torino fu la prima città ad adottare il cacao portatovi a metà del XVI secolo da Emanuele
Filiberto di Savoia, ex generale dell’esercito spagnolo. Alla fine del secolo successivo Torino era
la capitale europea del cioccolato e lo esportava in altri paesi. In questa città si fecero i primi
tentativi di confezionamento di cioccolatini e tavolette, miscelando la pasta di cacao con lo
zucchero e vaniglia. Lo svizzero Francois Collier, trasferitosi per qualche anno in Piemonte per
apprendere le tecniche di fabbricazione del cioccolato nel 1819 ritornò nel suo paese e fondò la
prima fabbrica, che diede inizio alla fortuna dell’industria cioccolatiera della Svizzera, dove fu
anche inventato il cioccolato al latte. Fu invece l’olandese Van Houten che ideò un torchio speciale
che spremeva i grani separando il burro dalla polvere ed eliminando l’acidità, che conferiva un
sapore acre. Il cacao contiene alcaloidi (teobromina) che esercitano un’azione stimolante: lipidi
(trigliceridi degli acidi grassi) nel burro, amidi e sali minerali, tra cui fosforo, potassio, rame
e magnesio.

Quest’ultimo svolge una funzione ricostituente del tessuto nervoso e antidepressiva. Lo stress
favorisce in molte persone il consumo di cioccolato. Questo indurrebbe un effetto corroborante e
tranquillante stimolando la produzione di endorfine da parte del cervello. Soprattutto il cioccolato
è il rimedio, quando ci rivorrebbe ribellare ad un’esistenza insoddisfacente, dove ci si sente
frustati e non si riescono a gestire le relazioni con gli altri e a dominare le situazioni,con una
conseguente perdita di fiducia nella vita.

altri paesi. In questa città si fecero i primi tentativi di confezionamento di cioccolatini e
tavolette, miscelando la pasta di cacao con lo zucchero e vaniglia. Lo svizzero Francois Collier,
trasferitosi per qualche anno in Piemonte per apprendere le tecniche di fabbricazione del cioccolato
nel 1819 ritornò nel suo paese e fondò la prima fabbrica, che diede inizio alla fortuna
dell’industria cioccolatiera della Svizzera, dove fu anche inventato il cioccolato al latte. Fu
invece l’olandese Van Houten che ideò un torchio speciale che spremeva i grani separando il burro
dalla polvere ed eliminando l’acidità, che conferiva un sapore acre. Il cacao contiene alcaloidi
(teobromina) che esercitano un’azione stimolante: lipidi (trigliceridi degli acidi grassi) nel
burro, amidi e sali minerali, tra cui fosforo, potassio, rame e magnesio.

Quest’ultimo svolge una funzione ricostituente del tessuto nervoso e antidepressiva. Lo stress
favorisce in molte persone il consumo di cioccolato. Questo indurrebbe un effetto corroborante e
tranquillante stimolando la produzione di endorfine da parte del cervello. Soprattutto il cioccolato
è il rimedio, quando ci rivorrebbe ribellare ad un’esistenza insoddisfacente, dove ci si sente
frustati e non si riescono a gestire le relazioni con gli altri e a dominare le situazioni,con una
conseguente perdita di fiducia nella vita.

– Impieghi dell’olio essenziale –

L’olio essenziale di cacao trova un utilizzo interessante soprattutto per il potere evocativo del
suo aroma a livello olfattivo: il cioccolato in tavolette o bevanda, è, infatti, un alimento
“sensuale”, che evoca atmosfere di piacevole rilassatezza e benessere fisico.

Si trovano, infatti, in commercio prodotti da toilette aromatizzate al cacao: profumi stuzzicanti,
bagnoschiuma o saponette che suscitano la sensazione, al tempo stesso giocosa e sensuale di fare un
bagno nella cioccolata. Il colore del cioccolato, il marrone, è un colore rilassante e rassicurante;
è il colore del legno, della terra, della fisicità. Il bisogno di questo colore emerge in condizioni
in cui occorre prestare attenzione alle necessità psicofisiche primarie:

nell’arredamento il marrone crea un ambiente accogliente che invita all’abbandono delle tensioni,
all’agio e all’indolenza riposante. Analoghe sensazioni sono risvegliate dal cioccolato: ” …e chi
non godrebbe di vedersi servire alla prima colazione, nella stanza che dà sul terrazzo, mentre
l’aria mattutina entra per la vetrata aperta, una tazza di cioccolata invece del solito tè o caffè,
una vera cioccolata da compleanno con una grossa fetta di focaccia fresca?… faceva dire Thomas Mann
all’adolescente Antoine, una dei protagonisti del suo romanzo I BUDDENBROOK. Un cioccolatino “(cibo
degli dei”) che si scioglie in bocca, può offrire un momento di sensuale abbandono ai piaceri
dell’oralità, permettendo di percepire il “gusto del qui e ora”..

L’olio essenziale di cacao può essere adatto perciò a chi non sa godere dei piccoli piaceri della
vita perché è troppo duro e esigente con se stesso e prende tutto in modo estremamente serio;; a chi
si sente triste, senza carica e amareggiato; a chi si sta sottoponendo con fatica a una dieta
restrittiva; a chi ha verso il cibo un atteggiamento eccessivamente rigoroso e ha paura di essere
“intossicato” se non si attiene strettamente al regime alimentare che ha scelto di seguire; e anche
a chi si sente in colpa se mangia troppo cioccolato. Può essere utilizzato come profumo personale o
per l’ambiente quando si desidera “addolcire” gli altri nei propri confronti, predisponendoli a
sentimenti più caldi e teneri. Esiste un’orchidea che cresce nelle foreste dell’Amazzonia che è
detta “orchidea del cioccolato” proprio per il dolce profumo di tale sostanza che emana dal fiore.
Da quest’orchidea è preparato con un metodo simile a quello dei fiori di Bach, un elisir che
aiuterebbe ad integrare nella propria vita anche gli aspetti dolci e piacevoli.

detta “orchidea del cioccolato” proprio per il dolce profumo di tale sostanza che emana dal fiore.
Da quest’orchidea è preparato con un metodo simile a quello dei fiori di Bach, un elisir che
aiuterebbe ad integrare nella propria vita anche gli aspetti dolci e piacevoli.

CAMOMILLA COMUNE

o Sinonimi: camomilla matricaria, c. tedesca, c. germana matricaria, c.blu,c.volgare.

o Nome botanico Camomilla recutita.

o Famiglia. Asteracee.

o Descrizione Pianta erbacea annua con fusto eretto ramoso,foglie lunghe, filiformi, frastagliate.
Di colore verde scuro. I fiori sono capolini gialli circondati da petali bianchi disposti a tegole
di tetto (in realtà sono brattee,ossia foglie modificate), dall’aspetto simile a margheritine.

o Distribuzione: originaria dell’Europa e dell’Asia nord occidentale, cresce spontaneamente nei
luoghi soleggiati, su terreni aridi e incolti ed è coltivata diffusamente. Si è naturalizzata in
America settentrionale e in Australia.

o Altre specie: esistono diverse specie di camomilla. Quelle da cui si estrae un olio essenziale
sono, oltre alla camomilla comune, la camomilla romana (Anthemis nobilis o chamaemelum nobile) la
camomilla selvatica o del Marocco (C.ortense)

o Parti utilizzate per estrarre l’olio essenziale: i fiori (capolini fioriti) per distillazione in
corrente di vapore.

o Componenti principali: camazulene, farnesene (sesquiterpeni) bisabololo (alcoli) ossido di
bisabololo (ossidi). Il camazulene si forma dopo la distillazione per trasformazione della
matricina.

o Profumo: dolce, erbaceo, che ricorda il fieno, avvolgente; (nota di cuore) . o Colore: azzurro,
con il tempo tende a scurirsi e a diventare blu inchiostro.

o Energia:Yin.

o Simbologia planetaria: sole, Luna, giove.

o Proprietà: antinfiammatorio, analgesico, cicatrizzante, antiallergico, antispasmodico,
antinevralgico, antireumatico, calmante del sistema nervoso, antisettico, antiossidante, tonico,
stimolante delle difese immunitarie, febbrifugo, digestivo, carminativo, vermifugo.

o Indicazioni principali: acne, infiammazioni della pelle, prurito, cura della pelle sensibile,
piccole ferite da cicatrizzare, infiammazioni del cavo orale (afte, gengiviti) vaginiti, piccole
ustioni, dolori muscolari, reumatismi, mal di denti, spasmi digestivi, coliche, meteorismo,
nevralgie, dismenorrea, cefalea, insonnia, tensione nervosa, stress.

o Avvertenze:l’olio essenziale è delicato e non è irritante, talvolta come molte piante della
famiglia delle Asteracee, può indurre allergie

La conoscenza e l’utilizzazione della camomilla risalgono a migliaia di anni fa: in Egitto era
venerata per le sue virtù ed era consacrata al dio Horus: il Sole. Era una delle dodici piante sacre
dei Greci che la impiegavamo ampiamente per la cura delle malattie. In India era usata per il
trattamento delle diverse forme di dolore e per l’ipersensibilità nervosa. Anche presso le
popolazioni sassoni era considerata una pianta

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