ARTE COME YOGA

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ARTE COME YOGA

di Marco Ferrini

Arte come Yoga è una visione ed un progetto di vita i cui valori, veicolati dalla Tradizione Vedica,
possono essere utilmente spesi nella vita di tutti i giorni. In Occidente, a partire dall’Ottocento
positivista, è venuta a crearsi quasi una dicotomia tra religione e creatività, ed anche tra scienza
ed arte, come se queste discipline, che indubbiamente parlano linguaggi diversi, fossero
radicalmente separate, inconciliabili, incommensurabilmente distanti. Prevale anche oggi la tendenza
a considerare la religione come ripetitiva, immobile, chiusa in se stessa, mentre l’arte come un
processo dinamico, pulsante, innovativo, tracciando linee di separazione che sono invece estranee ai
concetti di Arte e di Yoga così come intesi nel mondo culturale vedico. Nella Tradizione Vedica la
vera Arte non prescinde dalla Spiritualità e la Spiritualità non esclude l’Arte autentica.

L’Arte tradizionale indiana è veicolo della Spiritualità, la quale è ritenuta, in ultima analisi, il
processo creativo per eccellenza che impegna il soggetto in una continua, dinamica, mai inesauribile
ricostruzione armonica della propria personalità. In tale contesto l’Arte non si esaurisce in un
effimero gusto estetico, che non lascia fondamento e che è destinato a spegnersi, sopraffatto da una
miriade di altri gusti e forme ugualmente evanescenti. Nella drammaturgia, nella scultura, nella
danza o nella musica tradizionale indiana, l’Arte ha funzione trascendente; la sua creatività si
fonda su di un sublime scopo teleologico: la meditazione, dhyana, finalizzata alla riscoperta di sé
e della propria relazione con il Divino. L’opera d’arte nasce dalla meditazione ed induce alla
meditazione, al fine di rendere possibile – all’artista e allo spettatore – il guado da una “sponda”
all’altra, da un livello di coscienza ad un altro ancora superiore, dalla percezione della forma
alla percezione dell’essenza, oltre il gioco di apparenze dell’esperienza meramente sensoriale ed
estetica.

L’Arte, dunque, come strumento di riflessione, di crescita, di auto-superamento. Non svago o
diversivo per sfuggire alla realtà, ma strumento di pensiero elevato per imparare a comprenderla e a
modellarla; non causa di alienazione ma mezzo di ricongiunzione con la parte più profonda di sé, per
un cammino di vita che possa dirsi effettivamente libero e creativo. La perfetta integrazione tra
Arte e Yoga propria della civiltà indovedica, in cui lo Yoga si esprime attraverso l’Arte e l’Arte
attraverso lo Yoga, risulta perfettamente evidente nello Yoga della Bhakti, il quale per eccellenza
permette un rigenerarsi interiore in una progressiva riarmonizzazione tra razionalità ed intuizione,
pensiero e sentimento, ragione ed immaginazione, e nel quale la percezione e l’interiorizzazione di
determinati suoni e forme, pervasi di contenuti spirituali, assurgono a pratiche fondamentali della
disciplina e del percorso terapeutico. La meditazione sul Mantra, ossia l’invocazione e l’ascolto di
vibrazioni sonore intrise di significato spirituale, e la contemplazione e l’adorazione delle Murti,
le forme che rappresentano il Divino, vengono infatti considerati nel Bhakti Yoga strumenti
essenziali per l’elevazione della coscienza e la ricongiunzione con il proprio sé profondo e con
Dio. Comincia così quell’affascinante viaggio che porta alle radici della genuina e più alta
Creatività.

da arteespiritualita.blogspot.com/

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