Arte soggettiva e oggettiva
di Flavio Pelliconi
Secondo Gurdjieff l’arte puo’ essere divisa in due parti. Il
novantanove per cento dell’arte e’ soggettiva. Solo l’uno per cento
e’ oggettiva. Quel novantanove per cento di arte soggettiva non ha
alcuna relazione con lo spirito. Solo l’uno per cento di arte
oggettiva e’ basata sulla meditazione. Arte soggettiva vuol dire
riversare la propria soggettivita’ nell’opera – i propri sogni, le
proprie fantasie, i propri incubi. È una proiezione della nostra
psicologia. La stessa cosa accade in poesia, in musica, in tutte le
dimensioni della creativita’: non ci si preoccupa di chi vedra’ il
nostro quadro, se cio’ che abbiamo creato andra’ ad “annaffiare”
tendenze sane oppure insane. Non ci interessa cosa succedera’ alla
mente dello spettatore quando vedra’ la nostra creazione, se ne
trarra’ cibo per l’evoluzione oppure per l’involuzione interiore.
L’arte oggettiva e’ proprio l’opposto. Chi la fa, non ha nulla da
buttar fuori, e’ del tutto vuoto, pulito. Da quel silenzio, da quel
vuoto nascono l’amore e la compassione. E da quel silenzio nasce una
possibilita’ per la creativita’. Questo silenzio, questo amore,
questa compassione, sono le qualita’ della meditazione. L’arte
oggettiva e’ fatta per essere compresa da tutti nella medesima
maniera. Partendo da questo presupposto, anche la danza e la musica
oggettive sono messaggi prodotti dalla totalita’ dell’essere umano
per portare esecutore e spettatore alla consapevolezza. L’arte
oggettiva e’ arte meditativa, l’arte soggettiva e’ arte della mente.
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