Arturiani e i Cerchi nel grano
di: Michela x ecplanet.net
La tecnologia utilizzata per la formazione dei crop circles supera ancora in gran parte la nostra
comprensione, poiché si basa su un concetto inconcepibile per la maggior parte di noi, che consiste
nel mettere in relazione l’energia della luce e l’energia della coscienza collettiva di una razza
(in questo caso, la razza umana), in attesa di facilitare l’elevazione spirituale.
Una delle sfide della formazione dei crop circles è l’attivazione del DNA cosmico dell’umanità
terrestre. È ciò che inizia a prodursi, in modo impercettibile ma tuttavia ben reale, ogni volta che
l’iride del’occhio di uno dei membri della Comunità umana (uno fra noi) registra un agroglifo … e
trasmette questa registrazione al suo cervello. L’attivazione del nostro DNA universale è
attualmente rallentata da diversi dispositivi di limitazione spirituale stabiliti nella nostra
coscienza. Questi impianti sono barriere vibratorie messe sul cammino dell’ascensione da parte degli
avversari della luce. Si tratta soprattutto di meccanismi di controllo esterno utilizzati dalle
forze dell’ombra per mantenerci in una realtà di dualità. Le materializzazioni di crop circles hanno
al contrario per principale sfida di destare la nostra coscienza unitaria.
La dualità era la chiave del dramma olografico che ci fu precedentemente imposto da necessità,
perché la nostra sperimentazione di terza dimensione potesse essere portata a termine. L’adesione
alla coscienza dell’unità segnerà la fine di questo lungo giro attraverso la materia densa e darà il
segnale del nostro ritorno all’ovile. Le formazioni di crop circles hanno un’importanza principale
per l’evoluzione della razza umana. Man mano che si estendono e si differenziano, ci inducono a
realizzare che l’universo è fatto di livelli di organizzazioni successivi sovrapposti come delle
bambole russe.
Comprendere una goccia d’acqua, significa comprendere l’oceano; comprendere un crop circle,
significa comprendere l’universo. Poiché un crop circle è soltanto una frattalizzazione dell’unità
cosmica. E zoomare su questa particella frattalizzata può aiutarci a spingerci nella immensità
della vita cosmica, oltre l’illusione della dualità. Per comprendere il processo di formazione dei
crop circles utilizzati dagli Artiriani, occorre accettare per postulato un’idea in fondo abbastanza
semplice, poiché è una constatazione che ciascuno può facilmente fare: la geometria della natura
sfugge alle leggi della geometria classica.
Da un lato, l’universo è composto da soli e di pianeti che sembrano tutti ispirati ad un modello
sferico unico, che ruotano tutti silenziosamente nello spazio secondo le stesse leggi gravitazionali
ed anti-gravitazionali. Ma dall’altro, non uno degli elementi né delle particelle che formano o
abitano questi soli e questi pianeti è identico ad un altro.
Nessuna stella somiglia ad un’altra stella. Nessun uomo somiglia ad un altro uomo. Nessun atomo è
rigorosamente identico ad un altro atomo. Tuttavia ogni elemento ha il suo posto nell’insieme che lo
anima, ed ogni elemento è indispensabile alla vita dell’insieme.
Ne sorge un’equazione, o piuttosto un’adeguamento, proposta alcuni anni fa da parte del matematico
Benoît Mandelbrot, all’origine dell’identificazione dei frattali.
Quest’equazione, definita secondo la formula Zn+1 = Zn2 + C è in realtà soltanto un derivato della
formula famosa E = MC2 che utilizzavano già i maghi di Atlantide, e che cambiò la faccia della
nostra civilizzazione quando fu riscoperta da parte di Einstein all’inizio del secolo scorso. I
frattali utilizzati dagli Arturiani per la materializzazione dei crop circles sono effettivamente
matrici di numeri, dove il valore di ogni numero è rappresentato da un colore.
Questi colori, una volta trasmessi in un punto dato di una regione dell’universo per mezzo di un
cristallo-laser eterico, si frattalizzano al contatto dell’energia degli abitanti di questa regione.
Più il punto d’impatto terrestre dell’onda emessa da Saturno si situa vicino ad una località sacra,
e migliore è la potenzialità di materializzare tutto intorno un crop circle perfettamente
frattalizzato.
È il campo elettromagnetico irradiato dai chakras della terra che rende l’operazione possibile (un
pò nello stesso modo in cui il liquido seminale permette allo spermatozoo umano di raggiungere e
fertilizzare l’ovulo femminile).
Le località sacre sono serbatoi d’energia psichica alimentati dalla nostra coscienza collettiva.
Ridistribuiscono in modo permanente questa energia sotto forma d’irradiazione elettromagnetica. Ma,
ogni campo elettromagnetico diminuisce in modo esponenziale man mano che ci si allontana dal proprio
punto d’emissione. È per questo che le materializzazioni di crop circles possono prodursi
efficacemente soltanto vicino ad un centro energetico terrestre, come Stonehenge o Black Hills del
Dakota del Sud. (Questi centri energetici non sono tutti così facilmente identificabili come
Stonehenge, grazie ai suoi ammassi megalitici: alcune località sono nascoste sotto terra da eoni, ma
continuano ad irradiare la loro energia tutto intorno.) Quando la frattalizzazione è possibile, si
concreta generalmente in forme semplici ma ispirate dell’armonia universale, e dunque di una grande
bellezza. Quindi queste forme stesse si ripetono, e man mano che fondono con il loro ambiente di
terza dimensione, si differenziano fino a formare a queste straordinarie opere d’arte che si possono
contemplare d’estate dal cielo, sorvolando alcune regioni del nostro pianeta.
Esempi di frattalizzazioni di tipo Arturiano
…e di una possibile forma della loro materializzazione nella terza dimensione attraverso un
catalizzatore della nostra coscienza collettiva (in questo caso, Stonehenge):
Le immagini dei frattali provengono dal sito Sity.Net
Tutto quello che esiste nell’universo proviene da manifestazioni frattali di figure geometriche.
Gli agroglifi fanno parte integrante di questa lingua geometrica della luce che favorisce
l’attivazione del nostro DNA cosmico; è questo che occorre prendere in considerazione, e non serve
sperare di capirlo per mezzo del nostro solo intelletto !
Occorre innanzitutto capirlo internamente, viverlo internamente e trasmetterlo internamente. Così
desteremo il nostro potenziale divino ed attiveremo la nostra coscienza creatrice individuale,
quindi, attraverso essa e per defrattalizzazione, la coscienza collettiva dell’insieme
dell’umanità terrestre. Il fatto di iniziare questo processo è da solo sufficiente ad iniziare
simultaneamente salti quantici in avanti nella coscienza della terra !
Concretizzando queste splendide formazioni di crop circles che fanno sognare non soltanto Lucy
Pringle ed alcuni seguaci del ULM ma un numero crescente ed ormai considerevole fra noi, Arcturiens
stanno gettando i semi di una coscienza unitaria collettiva così tanto allargata che, da qui ad
alcuni anni, cambiamenti realmente meravigliosi rischiano di prodursi sul nostro bello pianeta !
È nel cielo stellato che occorre cercare l’origine delle formazioni dei crop circles !
Autore: Olivier de Rouvroy / décembre 2002
Fonte: www.erenouvelle.com/newsarct.php
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