Ascolta, la Terra ci parla

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Ascolta, la Terra ci parla

di Isabella Colombo

1/10/2004

Che il pianeta emetta suoni è sicuro. Lo hanno provato due geofisici dell’Università di Berkeley. Ma
da dove viene quel suono di sottofondo, impercettibile all’orecchio umano? È causato da tanti
piccoli terremoti in punti diversi del globo? È forse l’effetto della pressione atmosferica? La
spiegazione è un’altra.

Cosa dice non si è ancora riusciti a scoprirlo, ma che la Terra parli adesso è sicuro. Lo hanno
provato due geofisici dell’Università californiana di Berkeley, Junkee Rhie e Barbara Romanowicz,
risolvendo un mistero che da anni incuriosiva gli scienziati: da dove viene quel suono di sottofondo
emanato dal pianeta (non quelli di superficie), seppure impercettibile all’orecchio umano? È causato
da tanti piccoli terremoti in punti diversi del globo? O è forse l’effetto della pressione
atmosferica?

RISPOSTA NELL’ACQUA
Nulla di tutto ciò. La risposta è nell’acqua. Il recente studio, pubblicato sulla stimata rivista
americana Nature, sostiene che il rumore della Terra ha origine nel profondo degli oceani: in estate
nel Pacifico settentrionale e in inverno nell’Atlantico meridionale.
La vibrazione emessa è compresa tra i 2 e i 7 millihertz e secondo i due ricercatori americani è
prodotta dall’interazione tra l’atmosfera, l’oceano e i fondali del mare: l’energia delle grandi
tempeste si trasformerebbe in vibrazioni sonore prodotte dalle onde sul fondo marino.

ENORMI QUANTITÀ DI ENERGIA
La nuova scoperta sembra essere la spiegazione più plausibile al misterioso “soffio del pianeta” che
tanti studiosi hanno cercato di indagare. Non è solo una curiosità scientifica, visto che si può
ipotizzare l’impiego di enormi quantitativi di energia sprigionata dal pianeta.
Prima di Rhie e Romanowicz, la teoria più accreditata, ma mai provata, era quella che si basava sul
susseguirsi di terremoti capaci di generare la vibrazione. Non solo, però, si è poi scoperto che il
suono era presente anche durante i periodi dell’anno in cui i movimenti tellurici cessano, ma,
sommando tutti i terremoti quotidiani del mondo, si è capito pure che non si sarebbe comunque
raggiunta la magnitudo del “rumore della terra”.

SINFONIA
Per l’altra teoria, quella della pressione, il misterioso suono sarebbe invece prodotto da una serie
di onde che dalla bassa atmosfera premono sulla Terra creando onde simili a quelle sismiche. Secondo
questa ipotesi, proposta per la prima volta nel 1997 da Naoki Kobayashi dell’Istituto della
tecnologia di Tokyo, sarebbe immaginabile una sinfonia nell’universo: anche gli altri pianeti sono
soggetti a pressione, quindi alla produzione di suoni, ma poiché la densità dell’atmosfera, ove
presente, è diversa da pianeta in pianeta, anche i suoni sarebbero differenziati. Ecco quindi la
sinfonia.

ORCHESTRA DELLO SPAZIO
L’orchestra dello spazio, così come il suono della Terra, non è percepibile dall’orecchio umano e a
sentire gli scienziati forse è meglio così: le note sarebbero così dissonanti da risultare quasi
insopportabili. Insomma, la Terra emette un suono, si può anche immaginare che canti, ma di certo è
assai stonata.

panorama.it/scienze/ambiente/articolo/ix1-A020001027067

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29 settembre 2004 – Corriere.it

corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/09_Settembre/29/rumore.shtml

Il rumore di fondo è un problema per i sismologi

La Terra parla e la sua voce nasce dagli oceani

Il pianeta emette un suono a bassa frequenza che solo le macchine riescono a catturare. Un nuovo
studio spiega come

MILANO – Quello che per gran parte degli scienziati è un problema, o almeno una scocciatura, per
altri è oggetto di interesse e di studio. Il rumore della terra, una vibrazione bassissima (tra i
due e i 7 millihertz) ma potente catturata da tutti i sismografi del mondo, è stata scoperta e
studiata nel 1998 in Giappone. Questo suono non si interrompe mai, neppure durante quei 60 giorni

all’anno nei quali si fermano del tutto i movimenti tellurici. I primi studi sul fenomeno, che
disturba le sensibili misurazioni degli scienziati, lo attribuivano all’effetto della pressione
atmosferica sul pianeta. Ma questa spiegazione non ha convinto tutti, e da nuovi studi nati tra
Europa e Giappone è sorta un’affascinante teoria pubblicata sulla rivista Nature nel mese di
ottobre.

SEGUE L’INVERNO – Un gruppo di ricercatori coordinati da Barbara Romanowicz dell’università di
Berkeley in California ha raccolto i tracciati dei sismografi del mondo e concluso che il suono
viene dal profondo degli oceani. E che si sposta seguendo le stagioni, concentrandosi dove il clima
invernale produce le tempeste più forti. La fonte del suono sarebbe dunque lo spostamento delle
masse d’acqua e il loro attrito con i fondali oceanici. Ancora non è chiaro come questo avvenga e
non è escluso che la pressione atmosferica contribuisca al fenomeno, legando le due teorie, ma la
certezza è oggi che il rumore si concentra nel nord dell’oceano Pacifico in gennaio e febbraio, poi
si muove a nord della regione antartica durante la nostra estate e torna a nord intorno a ottobre.

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