Le note riducono la produzione di cortisolo, lormone dello stress, e di altre molecole con effetti
simili alladrenalina, mentre aumentano la sintesi di ossitocina, aumentando l’effetto analgesico
di ELENA MELI
19 marzo 2018
Un po di musica in cuffia e quel doloretto tanto fastidioso se ne va. Perché le note, per merito
dei loro effetti sul cervello, possono essere un ottimo antidolorifico come hanno sottolineato gli
esperti della Società di Anestesia e Analgesia (siaarti.it): «La musica percepita come rilassante o
piacevole attiva il sistema nervoso parasimpatico e modifica lattività di alcune zone cerebrali»
spiega Francesco Burrai delluniversità di Bologna. «Ciò riduce la produzione di cortisolo, lormone
dello stress, e di altre molecole con effetti simili alladrenalina, mentre aumenta la sintesi di
ossitocina (definita ormone dellamore, ndr).
Inoltre ascoltare melodie rilassanti diminuisce le molecole pro-infiammatorie e potenzia i segnali
anti-infiammatori, migliorando la capacità di reazione del sistema immunitario». Il risultato è un
effetto analgesico dimostrato: le note, per esempio, leniscono il dolore dopo un intervento
chirurgico e permettono di tagliare i dosaggi di antidolorifici oppioidi e non. «La musica è usata
per la gestione del dolore in bambini e anziani, nelle terapie intensive e nelle cure palliative, in
chirurgia e in oncologia; in ambulatorio viene impiegata per ridurre i disagi del paziente prima di
esami come biopsie ed endoscopie. I medici del 118 la ascoltano per allentare la tensione durante il
lavoro, perché oltre a far stare meglio i malati favorisce concentrazione e memoria».
da iodonna.it/benessere/salute-prevenzione
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