Atomo, Energia, Uomo
Omero Speri, Piero Zorzi
Se dovessimo rappresentare in un solo insieme queste tre entità, l’atomo, l’energia, l’uomo, le
rappresenteremmo forse con quanto espresso in un foglio del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.
Egli in piccolo spazio disegna come si può costruire un buon acciarino. Su una superficie solida
dimensiona una grossa molla ad arco e delle leve, onde con piccolo ma continuo sforzo si possa
sommare energia. All’estremità della molla in adatta sede fissa una pietra focaia ed un’altra più
grande la fissa rigida sulla base dell’acciarino; il tutto perché, ad un piccolo spostamento
dell’arresto, possa dare, in un istante, tutta l’energia immagazzinata, e formare nello sfregamento
delle due pietrine una scintilla.
Di lato vi è una scrittura speculare non del tutto comprensibile, ma allo specchio appare il
pensiero di quel grande uomo di un tempo. E’ la sublimazione del pensiero, è l’arte. Non si ferma al
meccanismo, vivifica l’insieme e lo porta in un’altra dimensione, immaginando un colloquio vero e
proprio tra la pietra e l’acciarino. Facendo quasi poesia scrive:
Disse la pietrina all’acciarino “Perché mi percuoti? Perché mi strascichi?” Rispose l’acciarino
“Stai buona, stai al sacrificio vedrai che da te nascerà una scintilla, che farà cose
meravigliose!”.
La pietrina stette al sacrificio e con la scintilla si accese un gran fuoco.
Ma non si fermò nemmeno qui il pensiero di Leonardo ed ancora aggiunge “Questo vale … per chi si
dedica alla ricerca”.
Non si limita, attivo, ad organizzare e controllare le forze dei materiali per concentrarle in. un
punto, non si limita contemplativo a fare della poesia facendo parlare la pietra; ma da grande
filosofo, ne trae analogie e la fa diventare massima per se stesso e per gli altri. Come cioè si
debbono allo stesso modo elaborare e controllare “con sacrificio” le forze della psiche onde
conoscere la natura ed il misterioso che la compenetra e ci compenetra. Quella elaborata scintilla
la fa diventare stella di per se stesso e per tutti i solitari navigatori del pensiero.
Nella storia dell’uomo c’è sempre stato uno “strascicare” per stare nell’analogia dell’acciarino,
uno “strascicare” intellettivo continuo per capire cos’è l’ultima essenza delle cose, che cos’è
l’energia, chi è l’uomo.
Anticamente Democrito pensa ad un quid indivisibile che deve comporre tutte le cose e lo chiama
atomo.
Dopo migliaia di anni l’uomo nell’analizzare la materia scopre un “chemi”, un segreto, scopre che
c’è un quid indivisibile che chiama, ricordando il filosofo antico, “atomo”.
All’inizio di questo secolo, ecco che, penetrando sempre più nell’infinitamente piccolo, si accorge
che non solo quell’ipotetico “ATOMO” che aveva fondato si rompe, ma anche tutte le particelle che lo
compongono. Il Premio Nobel Rubbia, che studia da alcuni anni lo sfasciarsi degli atomi e delle
particelle subatomiche dice che “queste ultime incontrandosi ad alta energia, alcune, spariscono
senza una logica, ed altre appaiono senza sapere da dove e perché”. Dice che vi è un mistero curioso
oltre l’atomo, un mondo sconosciuto.
Ritornando all’atomo ipotizzato dall’uomo del ventesimo secolo, cerchiamo almeno di averne una certa
misura. Dire che ha un diametro circa pari a 1/5000 della lunghezza d’onda della luce è poco, dire
che un atomo di ossigeno pesa gr. 0,00…26 [ = 16/(6.2*1023) ] e’ niente, ma forse esprimere in
misura l’energia che questo racchiude ce lo fa conoscere meglio. Cercheremo con un calcolo di
esprimere questo pensiero. L’equivalenza fra massa ed energia è diventata con l’era atomica realtà,
la formula ipotizzata da Leibniz nel 1700 oggi è diventata legge.
Quindi con ?Mc2 = ?E considerando la massa di atomo di ossigeno eguale a 2,6*10-23 gr ne ricaviamo
che 2,6*10-23*9*1020 gr*cm2/sec2 = E cioè
2,6*9*10-3 gr*cm2/sec2 = 23,4*10-3 gr*cm2/sec2 = 23,4 mgr*cm2/sec2 .
Debbo decomporre 100 atomi di ossigeno per avere un’energia [forza viva, ovvero massa per velocità
al quadrato] pari a quella di 2,34 gr che si muovono alla velocità di 1 cm/sec. Una cosa
trascurabile, si potrà dire, eppure dalla decomposizione totale di 100 atomi non otteniamo energia
maggiore, l’equivalente dell’energia che possiede la mia penna dopo uno spostamento di 1 cm in 1
secondo. Considerando invece di decomporre un grammo di ossigeno o di qualsiasi massa, noi possiamo
invece osservare l’immensità dell’energia racchiusa calcolando la trasformazione di un grammo massa.
Abbiamo che: M = 1 e quindi 1*9*1020 gr*cm2/sec2 = E , e cioè un’energia che potrebbe essere
paragonata a quella posseduta da una nave di 90.000 tonnellate dopo uno spostamento di 105 cm in un
secondo, e cioè di 1 Km in un secondo! [si rammenti che la velocità compare al quadrato
nell’espressione dell’energia].
L’infinitamente piccolo che diventa immenso.
Se pensiamo poi che in un cm di aria vi sono 50 milioni di miliardi di miliardi di atomi, il nostro
pensiero si smarrisce allo stesso modo di quando guardando il cielo pensiamo al numero senza fine
delle stelle.
Sempre di più l’atomo appare medio proporzionale tra l’infinitamente grande delle stelle e le quasi
stelle, e l’infinitamente piccolo delle particelle atomiche e subatomiche.
Se in relazione alle stelle l’uomo diventa nulla, in merito invece all’infinitesimo di particelle
atomiche e subatomiche che le compongono diventa infinitamente grande. In un secondo, in un palpito
del suo cuore 100 milioni di miliardi di miliardi di atomi trasmettono parte della loro energia che
diventerà in lui vita e pensiero.
E qui vorrei condurre il nostro pensiero in un viaggio nell’interno di una foglia . Ecco il
microcosmo ivi racchiuso alla lente del nostro intelletto si spalanca a noi come un cielo stellato e
quelle meravigliose perle o stelle che ci sembrano quasi tutte simili, sono invece mondi
sconosciuti, sono l’atomo del carbonio, dell’ossigeno, dell’idrogeno, dell’azoto e molti altri. Tra
questi l’atomo del carbonio con accanto l’ossigeno, ecco che entrato nella foglia sussulta e per
mezzo della luce del sole diventa parte del fluido vitale, giocando quasi con l’ala della luce si
trasforma insieme ad altri atomi in dolce nettare, in una meravigliosa collana di perle; forma il
“glucosio” lasciando uscire dagli stami l’amico ossigeno che per lungo tempo gli fu accanto. Ecco il
nostro atomo chiave delle sostanze viventi, diventa alimento, zucchero, nella fragoletta colta nel
bosco da un bimbo, diventerà parte intrinseca delle sue cellule e migrando nel sangue busserà alla
porta di una cellula nervosa e diventerà, forse, sempre in un gioco stupendo e misterioso, ricordo e
quasi pensiero. Ecco il bimbo a sua volta gioca, corre, ride, piange e nel suo tumulto di nuovo il
nostro atomo di carbonio ritorna assieme ad altro atomo di ossigeno, e dai polmoni del piccolo esce
all’aria, libero come un tempo.
Passerà dopo anni forse in un’altra foglia, in una farfalla, ancora in altre piante e ancora nel
torrente sanguigno di una rondine, in quello di una gazzella, in quello di un altro uomo. forse
nell’ala di un gabbiano diventerà penna per il suo volo. Viviamo di luce, dell’energia del sole.
Quanto ci accomuna la conoscenza di questo gioco degli atomi! Tutti gli esseri viventi, dai
microorganismi, dal filo d’erba, dalla formica all’elefante all’uomo sono in continua elaborazione
dell’energia proveniente dal sole. E’ la risposta di ogni essere vivente alla luce del sole. Tutta
l’energia vitale che l’uomo elabora sulla terra proviene dal sole, diciamo vitale intendendo
l’energia proveniente dalla sua alimentazione ed illuminazione.
Anche quella proveniente dal metano e petrolio è il residuo di quella energia non del tutto
decomposta contenuta negli esseri viventi vegetali ed animali vissuti tanti milioni di anni fa. Dal
1946, quando iniziò l’era atomica con lo scoppio della bomba atomica ad Hiroshima, iniziò anche lo
sfruttamento dell’energia dell’atomo.
Quante meraviglie ha prodotto la scintilla intellettiva dell’uomo, stando al “sacrificio” è riuscito
a scoprire quella scintilla elettrica racchiusa nella materia ed elaborarla in modo sublime.
Ne ha prodotto macchine di ogni tipo che aiutano l’uomo nel lavoro e perfino nel calcolo come nei
computer. E’ riuscito ad elaborare quell’energia a tal punto, che ormai in ogni abitazione abbiamo
una televisione a colori che ci trasmette immagini da qualsiasi angolo della terra e dello spazio.
Combinando gli atomi in vario modo ha prodotto materiali e materie plastiche che competono con
quelle naturali. Ancora ha prodotto farmaci per alleviare le sofferenze dell’uomo ed altre infinite
cose. Se oggi una astronave naviga nello spazio è frutto della somma di mille pensieri di mille
scintille scaturite tutte dalla forza del pensiero dell’uomo.
Ma come quando l’uomo accendendo il primo fuoco si è scottato e magari ha incendiato la sua dimora,
così oggi similmente, ma in proporzione più grande, si è inquinato di prodotti di scarto, di
prodotti chimici, di onde elettromagnetiche, di tecnologie, di farmaci, di veleni, rimanendone
prigioniero. Navi di prodotti di scarto navigano in cerca di approdo.
Purtroppo lo sfruttamento dell’atomo e della sua energia, ci lascia e ci lascerà sicuramente ancora
profonde ferite, ma, siamo ottimisti, e con il controllo dell’energia a fusione nucleare avremo
energia pulita sufficiente per tutta l’umanità. Su questa fusione atomica dell’idrogeno nel 1974
abbiamo realizzato a misura d’uomo una esperienza e siamo riusciti ad ottenere risultati
meravigliosi. Ci è costata tempo e paura, ma abbiamo intravisto che questa sarà sicuramente una
strada per ottenere energia pulita ed a misura d’uomo*.
Sono sfuggiti all’uomo moderno due mostri anabolici: l’inquinamento e la sofistificazione che
insediandosi nella vita e nell’atomo assieme alle radiazioni atomiche ci ammalano e ci distruggono
in compagnia di quell’arpia che è la fretta che ha cacciato la poesia della vita.
Nei prati i fiori, tra le messi le spighe, si protendono verso l’alto, e la luce dell’infinito si
precipita a riempirli di una vita meravigliosa, che sarà cibo ed energia per l’uomo. Perché
sciuparli?
Nel nuovo millennio l’uomo tornando alla natura distruggerà quei mostri e l’energia dell’atomo
pulito costruirà ancora infinite meraviglie e le ferite dell’umanità, come le guerre non saranno che
purtroppo molto tristi incidenti dì percorso. Speriamo che questo diventi monito per un impegno per
un futuro migliore.
Ma l’atomo di oggi così apparentemente ben studiato ci riserva ancora delle sorprese. In studi di
avanguardia, il Prof. Louis Kervran dell’Università di Parigi, riprendendo quanto aveva sperimentato
nel 1830 Vauquelin, ha confermato che avvengono a livello biologico delle trasmutazioni; elementi
atomici che si trasformano in altri a debole energia. Una eresia per lo studioso moderno, ma le
prove che lui ed altri descrivono ci lasciano affascinati. Ancora una volta la natura, sorniona,
stupisce e ci dice che non la si può vincere, se non ci si fa simili ad essa. “Natura non vincitur,
nisi paretur”.
La stessa pianta nel suo misterioso laboratorio riesce a trasformare l’azoto in silicio e viceversa,
come può trasformare il calcio in potassio ed in altri ancora. Studi erano già stati fatti anche nel
1800, ma le tabelle sperimentali caddero dimenticate e si pensò che fossero esperienze sbagliate e
quindi era ridicolo rifarle. Nel 1966 il Prof. Baranger ha dimostrato che nelle pietre ferruginose
il ferro sotto l’azione di microorganismi poteva trasformarsi in manganese, e che nei semi di
germoglio il ferro aumenta ed il contenuto di manganese sparisce. Lo stesso scienziato Teilhard de
Chardin, conosciuto particolarmente per i suoi lavori in paleontologia, afferma che “il mondo della
roccia è un mondo più elastico e più mobile di quanto non potesse sospettare la scienza di ieri.
Oggi sappiamo che anche i minerali delle rocce più solide si trovano in trasmutazione
permanente…”.
La natura compie, nella sua miriade di elaborazioni in silenzio la tessitura con la luce del sole
degli atomi ed anche la loro trasmutazione, quella che la tecnologia moderna crede da sola poter
fare. Abbiamo più volte ammirato la nascita di un fiore, abbiamo scorto con fatica a livello di una
foglia staccata l’ultimo pulsare di vita e ci siamo chiesti tanti perché. Come riuscirà il liquido a
salire nel capillare di una foglia? In qual modo la luce si piegherà a produrre quei composti?
Decomponendo in modo controllato dei piccoli pezzi di foglia di spinacio, di mais, di ortica, di
ricino e di riso siamo arrivati dopo un anno ad analizzare delle spirali vere e proprie che fanno a
nostro avviso uno dei punti più interessanti nella conoscenza della morfologia vegetale. Un tempo
erano chiamate tracheidi e si credevano composte di cellulosa e lignina, mentre sono a nostro avviso
idrosilicati, che non solo servono al trasporto d’acqua ma devono avere nella produzione del
glucosio una parte importante, senz’altro vere e proprie fibre ottiche naturali. Sarà bello
conoscere la sintesi dell’azoto, dell’aria e dei rifiuti per ottenere quegli amminoacidi, che tanto
sono preziosi per la vita di tutti gli esseri viventi. Ma ancora più bello sarà conoscere quelle
trasformazioni biologiche che a livello atomico sono tanto discusse oggi. Con la lente
dell’intelletto l’uomo entrerà nell’infinitamente piccolo e sempre di più apparirà la mano di quel
Misterioso distante che tanto ci avvolge con la sua ala iridata.
Abbiamo fatto un cenno all’atomo e all’energia nel suo insieme e … l’uomo?
L’Uomo era sempre presente in ognuna delle nostre considerazioni sulla materia e sulle cose, mentre
le ordinava e presidiava; era l’energia del suo pensiero, la più nobile. Che cosa è questo essere
uomo?
Un misterioso spirito, un’anima, un quid che presiede su un insieme di miliardi di miliardi di
miliardi di atomi ( 1027 ) che aggregati in meravigliosi arabeschi in vario ed irripetibile modo,
fanno da organo, da arpa, alla sua fantasia, alla sua libertà di pensiero. Riuscirà forse a
conoscere dove abitano le nubi e le condurrà al suo dominio ed avviarle alla loro casa: ma non
riuscirà a togliere il chiavistello a quella porta della totale conoscenza di tutte le cose.
E’ quel meraviglioso “quid” che sa trarre dalla natura il Bello, vedi l’Artista, che sa scrutare tra
le cose il Vero, vedi lo Scienziato, che sa trarre tra gli uomini il Bene, vedi il Santo.
E’ quello che è seppure in piccola cosa ognuno di noi; è quel “quid” che dirige atomi ed energia con
libertà verso il disordine o verso l’ordine, verso il finito o verso l’infinito.
Chi dipinge su telaio i rubati arcobaleni in volto umano,
non è di più
di chi foggia sandali per i nostri piedi,
non è di più
di chi volge in musica il murmure del tempo,
non è di più
di chi scrutando la natura fa scaturire la luce,
non è di più
di chi si china con amore a sollevare il fratello caduto nella polvere.
– – –
Il precedente testo è tratto da una relazione dei due autori (purtroppo oggi entrambi scomparsi)
proposta al Convegno Nazionale organizzato dal Centro Studi per l’Uomo del Terzo Millennio
“Anthropos”, Verona, 2 Ottobre 1988.
* NdR – Si fa qui criptico cenno al fatto che nel 1974 i due amici-ricercatori brevettarono un loro
dispositivo a proposito del cui funzionamento parlavano, in termini assolutamente anticipatori, di
“fusione fredda” (vedi le successive immagini, che riproducono le prime due pagine dello storico
brevetto).
www.disinformazione.it/images/fusionefredda1.JPG
www.disinformazione.it/images/fusionefredda2.JPG
Tratto da itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-speri.htm
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