Attenzione: il tuo corpo ti parla!

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Attenzione: il tuo corpo ti parla!

di Riccardo Annibali

Viviamo in un’era in cui si pone una grand’attenzione alla salute del corpo
fisico. Negli ospedali i medici tendono a prescrivere un numero spesso
esagerato d’indagini strumentali per giungere alla diagnosi partendo dal
sintomo fisico; la maggior parte delle grandi compagnie industriali
provvede a far eseguire un check-up annuale ai propri dipendenti; si
moltiplicano le industrie farmaceutiche e anche le “cliniche del
benessere”, ove si fa il punto dello stato di salute e si somministrano
terapie di ogni genere alla ricerca di uno stato di salute perfetta e
duratura. Ma qual è il vero significato della malattia? Si tratta
veramente, come molti credono, di una sciagura che si abbatte su di noi
perché siamo particolarmente sfortunati, o, peggio ancora, di una punizione
divina per le nostre manchevolezze?

Per rispondere a questa domanda, è forse opportuno ricordare che la nostra
totalità non è costituita unicamente dal corpo fisico con cui ci
manifestiamo in questa forma terrena. Se così fosse, apparterremmo alla
dimensione dei minerali.

È più facile comprendere questo se avete avuto l’opportunità di passare
qualche minuto accanto a una persona deceduta: siete sicuramente rimasti
colpiti dalla consistenza rigida, dalla freddezza, dall’immobilità e
dall’inespressività di quel corpo morto. Bene, questo e ciò che saremmo se
avessimo solo la dimensione fisica!

Il corpo fisico viene invece vitalizzato dal corpo eterico (o energetico).
Ogni atomo possiede una precisa carica energetica, che è poi la somma
dell’energia delle particelle che lo costituiscono; le molecole sono
costituite da più atomi, e quindi posseggono un’energia pari alla somma
delle energie degli atomi che le costituiscono. In modo analogo, le singole
cellule sono costituite da più molecole, e quindi avranno una carica
energetica che è la somma delle energie delle molecole che le compongono;
infine, il nostro corpo è costituito da miliardi di cellule, e sarà quindi
animato dall’energia risultante dall’unione delle cellule che lo formano.
Questa è l’energia necessaria per lo svolgimento delle nostre funzioni
metaboliche e di pensiero. Ognuno ha avuto la percezione di sentirsi a
volte “in gran forma” e altre volte piuttosto. “scarico”. Si tratta di
normali fasi biologiche, in cui si alternano stati d’elevata energia ad
altri in cui, è necessario “ricaricare” le batterie. Oppure, a letto con la
febbre, avrete forse provato a prendere un libro o un giornale, senza
riuscire a comprendere il significato delle prime due o tre righe lette;
avrete riprovato ancora, senza riuscire a porre attenzione a ciò che
stavate leggendo, fino a decidere di rimandare la lettura. In questi casi
accade che la vostra energia, normalmente distribuita in modo equilibrato
per lo svolgimento delle funzioni corporee e del pensiero, viene in gran
parte sottratta a quest’ultimo e utilizzata per l’aumentato fabbisogno
metabolico dovuto allo stato di malattia.

Se noi fossimo costituiti unicamente da un corpo fisico e un corpo eterico,
tuttavia, faremmo parte del mondo vegetale, che possiede una parte fisica
che lavora incessantemente per un continuo scambio energetico con il mondo
circostante.

È esperienza comune avere attraversato un bosco ed esserne usciti
ricaricati energicamente: l’energia è come un fluido e, come tale, segue il
principio dei vasi comunicanti, secondo cui il fluido scorre liberamente da
un livello più elevato ad uno più basso, fino a che i livelli nei due
recipienti si siano eguagliati. In modo analogo, la grande energia delle
piante che formano la foresta riempie il nostro “piccolo recipiente”,
rigenerandoci.

Il corpo astrale è la sede delle emozioni e dei sentimenti. Le emozioni
sono essenziali per il corpo e per il funzionamento di ogni singola
cellula, e dovrebbero essere utilizzate dalla mente come un barometro, o
una bussola, per capire esattamente in che punto ci troviamo nella curva
bioritmica e in rapporto al mondo circostante, per sapere verso quale
direzione sarebbe meglio che ci dirigessimo. Purtroppo, la maggior parte
degli esseri umani tende invece a rimanere imprigionato nei propri stati
emozionali, proprio come si resta intrappolati nelle sabbie mobili, e
fatica a raggiungere quel distacco necessario per osservare la situazione
da una certa distanza, senza cadere in un eccessivo coinvolgimento, e poter
individuare serenamente la possibile via d’uscita o la soluzione di un
problema. Il corpo astrale, se non viene opportunamente controllato dalla
mente, tende a farci ripercorrere inconsciamente determinati schemi
comportamentali, anche se dannosi e causa di infelicità. Questo perché ci
spinge a ricercare l’abitudine, in cui possiamo magari sentirci a disagio
ma, in qualche modo, “al sicuro”. Quello che interessa alla nostra
dimensione astrale è lo stimolo emozionale, quella scossa che in ogni caso
scuote con le sue frequenze il ritmo della vita, senza fare alcuna
distinzione se si tratta di una situazione piacevole o spiacevole, che
causa gioia oppure dolore. L’essere in balia delle proprie emozioni
significa vivere essendo dominati e spinti in varie direzioni, spesso
opposte tra loro, dai desideri che degli impulsi emozionali sono la
naturale conseguenza. Questo “sballottamento” può provocare un’attività
anche frenetica, ma poco produttiva e utile alla nostra crescita, perché
non diretta coscientemente dalla mente e non orientata verso un processo di
maturazione. Gli animali posseggono corpo fisico, eterico e astrale.
Quest’ultimo li guida attraverso i meccanismi istintuali (che sono schemi
ripetitivi) propri della loro specie nel corso della vita.

Nell’Uomo, a differenza degli altri piani dell’Esistenza, è presente
un’ulteriore dimensione, quella del Sé, la scintilla divina presente in
ciascuno di noi che costituisce il nostro aspetto eterno, dotato di
saggezza infinita e in grado di guidarci nel percorso della vita, facendoci
incontrare eventi e situazioni utili per la nostra maturazione e crescita
spirituale.

Il Sé ci parla sotto forma di voce interiore, ma a causa della confusione e
del disordine della vita terrena, spesso c’è difficile ascoltare questa
voce, che è diventata flebile, quasi impercettibile. Il recupero del
contatto con la nostra dimensione divina diventa possibile quando riusciamo
a fermarci dall’iperattività quotidiana e ci rivolgiamo interiormente.
Quest’apparente abbandono ci consente di essere guidati, e la vita diventa
più creativa, raggiungiamo più velocemente i nostri reali obiettivi con un
minor dispendio energetico e, soprattutto, con la realizzazione di
quell’armonia interiore di cui un buono stato di salute è lo specchio nella
manifestazione fisica.
Alla luce di queste considerazioni, ritorniamo dunque alla domanda iniziale:

Qual è il vero significato della malattia, intendendo con questo termine
qualunque affezione del corpo fisico, da quelle più lievi, come il
raffreddore, alle più gravi, come il cancro?

Le malattie, anche se manifeste sul piano fisico, trovano la loro origine a
livello del corpo astrale, dove si possono creare squilibri emozionali, in
genere legati a difficoltà incontrate nell’ambito familiare più o meno
precocemente nel corso della vita. Le modalità di comportamento che hanno
causato dolore tendono a essere inconsciamente ripetute, quasi ricercate,
ripercorrendo strade che hanno l’unico apparente vantaggio d’essere
abitudinarie e conosciute, anche se dolorose. La disarmonia interiore;che
ne consegue lavora dentro di noi per periodi variabili, che possono essere
brevissimi ma anche molto lunghi e tende a far sentire il suo effetto sul
corpo eterico, sul quale si producono dei “vuoti”, vere e proprie ferite in
punti specifici del campo energetico.

Il corpo eterico, come il corpo fisico; è dotato di organi specifici, ossia
di vortici energetici localizzati in punti costanti lungo l’asse mediano
del corpo (conosciuti nella medicina orientale come chakras, termine
derivato dal sanscrito). Esiste una corrispondenza precisa tra gli organi
del corpo fisico e i corrispondenti chakras, per questo la disarmonia
interiore tenderà a manifestarsi, con un meccanismo “a cascata”, sotto
forma di malattia organica anche negli organi fisici dipendenti dall’area
energetica alterata.

Ne consegue una corrispondenza anche tra i vari tipi di disarmonia
emozionale e determinati “organi bersaglio” nel corpo umano, che si
mantiene costante negli individui. La medicina psicosomatica ha da tempo
individuato l’azione di alcuni stati emotivi su organi bersaglio con
produzione di determinate infermità (ulcera peptica, asma bronchiale, colon
irritabile, emicrania, etc) ma probabilmente ogni stato di alterazione
della salute fisica ha quest’origine, dalle malattie più lievi a quelle più
gravi. Ovviamente, lo squilibrio sottostante ad un’influenza (per esempio,
la necessità di un periodo di riposo e riflessione per ricaricarsi da un
eccessivo stress lavorativo) sarà d’entità e durata diversa da quello
espresso sotto forma di cancro (per esempio, la non accettazione della
propria femminilità fin dall’adolescenza di una donna con tumore maligno
alla mammella o all’utero).

Facciamo un esempio: Anna ha 57 anni, e da alcuni anni soffre di problemi
alla tiroide. Tutto è cominciato con un funzionamento ridotto
(ipotiroidismo), che si è però progressivamente aggravato, con una diagnosi
finale di “tiroidite di Hashimoto”, una malattia la cui causa è ignota alla
medicina ufficiale, ma che porta alla produzione di abnormi auto-anticorpi
contro il proprio tessuto tiroideo, fino all’atrofia completa della
ghiandola. Per questo, Anna assume una pillola con gli ormoni tiroidei
necessari per il regolare funzionamento dell’organismo. Inoltre, fin
dall’adolescenza soffre d’asma bronchiale. Da qualche anno presenta strane
crisi di occlusione acuta delle alte vie aeree, con crisi di soffocamento
improvvise e tachicardia, per cui è costretta a recarsi al più vicino
pronto soccorso. Con sorpresa dei medici, queste crisi non migliorano con
la somministrazione di cortisone (come di solito avviene nelle crisi acute
d’asma allergica), ma sì risolvono spontaneamente nell’arco di circa
mezz’ora.

Nella storia clinica, da segnalare ancora coliche renali per la presenza di
calcoli nel bacinetto del rene sinistro. Al colloquio, traspare un antico
conflitto con la madre, ora quasi ottantenne, ma ancora vispa e in gran
forma. Il punto di vista di Anna viene spesso rifiutato o ignorato dalla
madre, che tende ad affermare la sua visione delle cose come unica
possibile, sicuramente giusta e, soprattutto, indiscutibile. Per uscire
vittoriosa dal confronto, la madre di Anna nelle discussioni arriva spesso
a negare anche l’evidenza dei fatti accaduti e “cambia continuamente le
carte in tavola”. Quest’antagonismo risale molto indietro nella vita di
Anna, ai tempi della sua infanzia. Diversi medici hanno provato a curare le
crisi di soffocamento di Anna negli ultimi anni, ma senza successo.

Il corpo di Anna manifesta in modo preciso il tipo di squilibrio interiore
che rinchiude in se stessa: l’invasione fin dai primissimi anni di vita del
suo “spazio respiratorio”, ossia del suo spazio vitale, da parte della
madre; la sensazione di non essere ascoltata, accolta e accettata così come
era; l’influenza della madre, in tempi successivi, sulla possibilità di
prendere le proprie decisioni in maniera autonoma, serena e responsabile.
Queste disarmonie interiori sono ancora oggi alla base delle crisi di
soffocamento di Anna che avvengono, per strana coincidenza, quasi sempre in
occasione di una discussione in cui l’opinione di Anna viene contrastata da
qualcuno. Quello che disturba maggiormente Anna è proprio la sensazione che
il suo punto di vista non viene ascoltato, compreso o semplicemente
considerato insomma, nel suo intimo Anna si è sentita profondamente
rifiutata dalla madre e la sua vita è stata spesa in buona parte nel
tentativo di essere accettata e riconosciuta da lei (come pure da chiunque
altro). Per questo, in tutte le situazioni in cui non si sente ascoltata,
al lavoro come in famiglia (situazione che inconsciamente ricerca e
contribuisce a creare), scatta il meccanismo di costrizione di tutto
l’albero bronchiale con crisi d’asma (IV° chakra). Inoltre, l’impossibilità
di esprimersi e manifestarsi liberamente l’ha portata ad inibire
progressivamente il centro della creatività e dell’espressività situato a
livello della gola. La tiroide è una ghiandola del collo dipendente dal V°
chakra e la produzione di anticorpi contro di essa da parte dell’organismo
di Anna è probabilmente collegata con il blocco delle manifestazioni di
espressione spontanea e con le difficoltà di comunicazione. Le crisi di
soffocamento interessano la laringe e la trachea (vie aeree superiori, V°
chakra). Il “peso” imposto dalla figura della madre su Anna si rileva anche
dalla presenza dei calcoli, sassolini pesanti come macigni, nel rene
sinistro (il lato sinistro corrisponde all’energia femminile, quella
sensibile, intuitiva e creativa). I reni corrispondono al II° chakra, sede
della capacità di vivere la vita nel proprio potere: i calcoli
rappresentano il desiderio di controllo da parte della madre sulle scelte e
decisioni della figlia.

Alla luce di quanto detto, la malattia potrebbe essere vista non più come
un fattore negativo, o, peggio, un castigo o una punizione, ma anzi come
una preziosa informazione che il corpo ci fornisce, segnalandoci la
presenza di una disarmonia dentro di noi che non abbiamo saputo o voluto
affrontare e risolvere. E’ quindi un invito a riconsiderare alcuni aspetti,
o addirittura tutto il corso della nostra vita, lavorando sugli eventi che
ci hanno causato dolore, cercando di capire quale insegnamento si
nascondeva dietro quelle esperienze. Oppure incominciando a vivere in un
modo più consono a noi, prestando una maggiore attenzione alle nostre vere
esigenze, imparando ad amarci e rispettarci. Dietro a questo tipo di
messaggio è sempre il nostro Sé, che ci guida verso una progressiva presa
di coscienza e una maggiore consapevolezza. L’entità dei messaggi inviati
dal Sé, è progressiva e crescente; la malattia in genere giunge quando non
si è prestato attenzione a segnali di minori entità e quindi un richiamo
sul piano fisico ha maggiore probabilità di non essere ignorato.

Malattia come opportunità quindi, e non sciagura inevitabile Malattia vista
come la spia che si accende sul cruscotto di un’automobile, per segnalare
che un guasto è presente a livello del motore o dei freni o delle ruote:
malattia segnale di un disagio profondo che richiama la nostra attenzione.

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