(di Caterina Mengotti)
Il consolidamento dell’autostima delle donne passa attraverso il recupero e
la valorizzazione delle qualità archetipiche del femminile: intuizione,
immaginazione, creatività, empatia, morbidezza, accoglienza e ricettività.
Per avere una voce come donne abbiamo dovuto rinunciare alla nostra
identità, adottando modalità di comunicazione, relazione, comportamento che
il modello maschile dominante ci ha richiesto. Siamo diventate donne più
autonome e più volitive, ma ormai sospettiamo di aver perso qualcosa di
prezioso e unico del nostro modo d’essere. Molte di noi tornano ad auto
escludersi dal mondo del lavoro, dai ruoli di influenza per ricercare un
equilibro perduto.
Ma oggi abbiamo la possibilità e la responsabilità di recuperare un modo
femminile di fare le cose: di fare economia, politica, educazione, cura,
relazione, arte…
Nulla nel mondo può cambiare se come donne non ci riappropriamo del nostro
Sé femminile, rispettando, celebrando ed esprimendo la nostra differenza, in
un’ottica di riconciliazione e integrazione con il maschile.
Ricercare il valore della propria essenza femminile è un percorso creativo e
spirituale ad un tempo, che agisce su diversi piani: personale, sociale,
spirituale. Per star bene con noi stesse è importante che il mondo in cui
viviamo valorizzi gli aspetti distintivi del nostro Sé femminile.
Intuizione, immaginazione, creatività, empatia, morbidezza, accoglienza,
ricettività sono qualità archetipiche del femminile.
A lungo nella nostra cultura sono state considerate secondarie rispetto a
valori quali efficienza, potere, comando, forza, reattività, razionalità. In
questi ultimi anni siamo riuscite a ritagliarci degli spazi significativi
nella società, ma al costo di accettare il compromesso di emulare
atteggiamenti che non corrispondono al nostro sentire profondo. Sta a noi,
oggi, recuperare la nostra identità e portarla nel mondo. E’ un percorso di
consolidamento della nostra autostima che passa attraverso la liberazione
della creatività, quale forma distintiva dello spirito femminile.
L’autostima non è qualcosa da raggiungere, facendo qualcosa di diverso…
L’autostima non è qualcosa da raggiungere, facendo qualcosa di diverso per
diventare qualcos’altro. Se ci poniamo in questo atteggiamento sembra che
l’autostima sia fuori di noi, qualcosa che, ancora una volta, ci dobbiamo
guadagnare sforzandoci di essere diverse da quello che siamo.
Ed è proprio questo il problema della mancanza di autostima: come donne non
ci sentiamo mai abbastanza, dobbiamo sempre essere qualcosa, di più, di
altro, di meglio. I messaggi della cultura corrente ci fanno credere che
l’autostima sia sinonimo di successo, affermazione sociale, efficienza,
grinta, prestanza fisica. E così troviamo in offerta tutta una serie di
strategie per diventare meglio di quello che siamo. Questo ha solo il
drammatico effetto di allontanarci ancora di più dalla nostra dimensione più
autentica.
Perché allora non provare una strada diversa? Perché non provare ad
esplorare veramente chi siamo? Perché non proviamo a chiederci: “Qual è la
mia essenza Qual è il mio talento? Che cosa mi rende unica ed originale?”
L’autostima può essere vista non tanto come qualcosa “da raggiungere”, ma
come un’esperienza che accade nel momento in cui “torniamo a casa”, nel
momento in cui prendiamo contatto con il sé più profondo. Una volta
ritrovata la connessione con la parte più vera di noi, troviamo anche la
forza per vivere la vita che desideriamo e non quella che altri hanno scelto
per noi. Certo, diventa necessario dire qualche no, rischiando di piacere
meno agli altri, per dire di sì a se stesse e piacersi di più!
Autostima quindi non significa che non ci sentiamo più fragili, o timide, o
mai completamente a nostro agio: significa che possiamo stare anche con le
nostre debolezze, che accettiamo anche il nostro limite, che siamo
consapevoli del nostro valore. Possiamo semplicemente essere, così come
siamo e regalarci uno sguardo amorevole…
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