Avere un buon rapporto con Dio

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Avere un buon rapporto con Dio

Le sue esperienze religiose dell’infanzia sono state semi
di ricerca spirituale e di ossessionanti ricordi.

di Devahotra Dasa

(da Ritorno a Krishna di Maggio-Giugno 2005)

Quando da bambino vivevo in Tasmania, ero persuaso che il Signore volesse che Lo servissi. Ero
cresciuto come seguace della chiesa episcopale, ma fra i dodici e i quattordici anni dovetti subire
molestie sessuali da parte di quattro preti. Ad un’età in cui già stavo provando sofferenze
inusitate, questi individui, che avrebbero dovuto ricercare i valori spirituali, accrebbero la mia
sofferenza abusando dei loro princìpi e della loro posizione spirituale. Come i sopravvissuti ad un
olocausto, molte vittime di abusi sessuali subiti da bambini respingono Dio e la ricerca spirituale.
Questo è particolarmente vero quando si suppone che coloro che abusano siano uomini di Dio.

A quindici anni lasciai la chiesa episcopale e più avanti, dopo un breve contatto con la Coscienza
di Krishna, il corso di studi di religioni comparate all’università mi portò alla chiesa ortodossa.
Questa forma orientale di Cristianesimo sembrava facesse riferimento alla chiesa delle origini,
all’ascetismo dei padri del deserto. Abbracciai le loro scritture, attratto dalla loro enfasi sul
celibato, sulla comunione con Dio e sul vegetarianesimo da monaci.

Il mio interesse verso il Cristianesimo orientale mi portò a guardare all’Islam per la sua austera
iconoclastia e per la sua enfasi sulla comunità. Tuttavia alcune risposte mancavano nell’Islam. Chi
è Dio? Come è fatto? Qual è la sua natura?
Apprezzavo anche la meditazione buddista, così come l’enfasi dei monaci sul sangha o associazione
spirituale. La dottrina della trasmigrazione dell’anima mi era ancora estranea, ma la curiosità mi
spingeva a prenderla sempre di più in considerazione. Nella mia mente era sempre presente la
domanda: “Se non riesco a collegarmi con Dio in questa vita, sarò condannato all’inferno? Desideravo
ardentemente una vibrante comunità spirituale che non c’era nella piccola chiesa ortodossa russa
emigrata per ragioni politiche, dove io prestavo adorazione.

UN PASSO AVANTI CON BTG

La maggior parte di questo avvenne dopo il mio primo incontro con la Coscienza di Krishna. Nel 1977
comprai una copia della rivista Back to Godhead in un negozio di alimenti naturali. Fui
immediatamente attratto da Srila Prabhupada. Lessi come era venuto negli Stati Uniti con quaranta
rupie e un baule pieno di libri spirituali. Ricordavo di aver sentito parlare dei Veda durante i
miei studi di religioni comparate. Back to Godhead mi forniva le risposte, basate sui Veda, sul
nome, sull’identità e sulla personalità di Dio. Era da molto tempo che sentivo che il concetto
cristiano della Trinità di Dio era incompleto. Chi è in realtà il Padre? Allora andai in libreria e
acquistai il Primo Canto dello Srimad-Bhagavatam. Apprezzai subito la descrizione della Verità
Assoluta di Sukadeva Gosvami.

E fu così che, all’età di diciassette anni, durante il mio ultimo anno di liceo, saltai su un
aeroplano per visitare il tempio di Melbourne. Rimasi colpito dalle meravigliose forme di
Radha-Vallabha, dall’entusiasmo dei brahmacari e dall’incredibile prasadam. Ma ero ancora turbato
dai residui emotivi della mia educazione cristiana e corsi fuori dal tempio in lacrime, sconvolto e
incerto.

Tuttavia, la mia attrazione per Krishna cresceva, man mano che entravo in contatto con i vari libri
di Prabhupada. Il mio apprezzamento era quello di uno spettatore in ammirazione — veniva dalla testa
e non dal cuore. Questa situazione cominciò a cambiare quando incontrai Puri Dasa, che tenne una
festa della domenica nel suo piccolo appartamento. Il suo calore e la sua compassione, uniti al
desiderio di diffondere la coscienza di Krishna, mi commossero (morì alcuni anni dopo in un
incidente di macchina mentre viaggiava per distribuire i libri di Srila Prabhupada).

Tuttavia non ero ancora completamente pronto per impegnarmi nella coscienza di Krishna. Nel 1982,
dopo la morte di mia madre, entrai in un monastero anglicano dei Benedettini. La mia vita in qualche
modo rispecchiava lo stile di vita dei brahmacari — alzarsi alle 3.30 della mattina, pregare,
meditare e studiare. Vi trascorsi più di un anno prima di tornare in Tasmania per frequentare
l’università, dove incontrai alcuni devoti Hare Krishna che gestivano un’associazione culinaria.
Venuto a sapere che ora c’era un tempio a Hobart, ne frequentavo regolarmente le feste della
domenica gustando le lezioni di Brihaspati Dasa, presidente del tempio. Purtroppo, questo tempio
dovette essere chiuso nel 1984 ed io restai senza devoti.

Nei successivi dieci anni fui di nuovo attratto dall’insegnamento cristiano, finché, nel 1996, mi
recai con mia moglie in vacanza in Australia occidentale. Un giorno c’imbattemmo in alcuni devoti
che distribuivano volantini per il loro centro di Perth e li seguimmo. Appresi che alcune famiglie
di devoti si erano trasferite in Tasmania cosicché al mio ritorno andai a pranzare da loro.
Finalmente, con il mio japa, cominciai a cantare regolarmente il santo nome e a frequentare il
mangala-arati nella casa al mare di una famiglia. Ora la mia coscienza di Krishna decollava. A
questo punto attribuii il mio desiderio di servire il Signore alla misericordia di questi devoti, il
cui amore, la cui conoscenza, il cui meraviglioso prasadam e il più che evidente affetto per
Prabhupada toccarono tutto il mio essere.

Gradualmente il mio canto e le altre pratiche spirituali crebbero ed io cercavo di collegarmi agli
insegnamenti di Srila Prabhupada con maggiore serietà. Il mio desiderio di condividere questa
meravigliosa conoscenza cresceva e partecipai con altri devoti alla presentazione di programmi
coscienti di Krishna negli edifici pubblici e in case private. Sebbene mia moglie in questo momento
non fosse pronta ad accettare la coscienza di Krishna, divenne vegetariana e mi sostenne nel mio
viaggio spirituale. Nel 2000 visitammo Vrindavana-dhama. Fui incantato dalla viva fedeltà alla
tradizione vedica. Vidi alcuni babaji (rinunciati) abbracciare gli alberi fra cui Krishna aveva
passeggiato.

Al Krishna-Balarama Mandir dell’ISKCON vissi l’emozione di vedere alle 4 del mattino centinaia di
persone che aspettavano di ammirare le più belle divinità del mondo. Capii di essere arrivato a casa
— nella casa che Prabhupada aveva costruito. Ho ricevuto l’iniziazione al Bhaktivedanta Manor nel
2000 entrando a far parte di una nuova famiglia di confratelli e di consorelle. Incontrai devoti, la
cui ricerca della santità era evidente. Dopo due anni di servizio in cucina per Radha-Gopinatha
nell’ISKCON di Sidney, dove gustai l’associazione di una vibrante comunità, tornai a casa in
Tasmania. Ora insieme a mia figlia, Lila-Tulasi, capisco che il mio prossimo capitolo nella
coscienza di Krishna si sta rivelando. Desidero veder crescere in Tasmania una comunità di devoti e
riaprire il tempio che fu chiuso vent’anni fa.

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