Ayahuasca

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Ayahuasca

La ayahuasca è un estratto vegetale contenente dimetiltriptamina preparato dai popoli amazzonici e
della cordigliera delle Ande ed utilizzato dagli sciamani o stregoni indigeni per i riti di visione
e di comunicazione con il divino. Questo estratto viene prodotto a partire da una liana del genere
Banisteriopsis (spesso Banisteriopsis caapi e Banisteriopsis inebrians). [1]

Principi attivi
I principi attivi delle liane della specie Banisteriopsis caapi sono stati identificati; sono gli
alcaloidi Harmina, Harmalina e tetraidroarmina (MAO inibitori delle ß-Carboline), contenuti in alte
percentuali anche nella pianta peganum harmala. Grazie a queste sostanze, la degradazione periferica
della DMT nello stomaco, viene evitata ed il principio attivo riesce ad agire. Sono strutturalmente
simili alla serotonina, agiscono bloccandone i recettori, e mostrano attività incrociata con LSD e
psilocibina.[2]

Proprietà
La particolarità dell’Ayahuasca consiste nel fatto che grazie agli inibitori della Banisteriopsis la
Dimetiltriptamina resta in circolo nel corpo per un tempo decisamente maggiore rispetto
all’assunzione dei vapori. Circa 20-30 minuti se fumata, mentre ingerita sotto forma di bevanda la
DMT rimane in circolo per 2, anche 3 ore, rendendo l’esperienza decisamente più mistica ed
impegnativa.[3]

L’Ayahuasca è stata ampiamente studiata dal mondo scientifico.Terence McKenna sostiene che la
Dimetiltriptamina non sia una molecola pericolosa per la salute, a meno che uno non muoia dallo
stupore. Effettivamente, non ci sono ad oggi prove di danni fisici causati da questa sostanza, ma è
possibile che un utilizzo continuato possa indurre psicosi e altre disfunzioni difficilmente
prevedibili data la sua bassa diffusione. [4]

L’Ayahuasca non è un narcotico, infatti il suo componente principale, il DMT, è la stessa identica
sostanza prodotta dal nostro cervello (ghiandola pineale) durante la nascita, ogni notte quando si
dorme durante la fase REM, e infine alla morte, per ben 48 ore dopo il decesso.[5]

Preparazione
Ci sono molti modi di preparazione ma il più comune è quello che prevede di battere pezzi della
liana d’ Banisteriopsis fino a sfibrarla sommariamente e farla bollire per molte ore fino a che si
ottiene un liquido denso ed amaro che viene poi consumato per gli effetti psicoattivi. Si aggiungono
altre piante del genere Psychotria (Psychotria viridis) e la Diplopterys cabrerana le quali
contengono sufficienti percentuali di DMT . Quando vengono consumate insieme a Banisteriopsis
l’attività MAO inibitrice di quest’ultima permetterebbe alle triptamine di non essere degradate e di
esercitare quindi la loro azione, mostrandoci inoltre un interessante caso di sinergia
farmacocinetica.[6]

1^ www.xtutto.com/articoli/vario/ayahuasca.html
2^ psiconautica.byethost13.com/content/view/317/29/
3^ psiconautica.byethost13.com/content/view/347/29/
4^ Rick Strassman. DMT, The Spirit Molecule, Park Street Press, 2001, ISBN 0892819278
5^ “AYAHUASCA E ANALOGHI: ENTEOGENI UNIVERSALI PER IL NUOVO MILLENNIO” di Jonathan Ott,
psiconautica.byethost13.com/content/view/317/29/
6^ www.autistici.org/mirrors/www.psicoattivo.it/media/libri/altrove/altrove2/ayahuasca.htm

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

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