Cos’è l’Ayurveda?
Oltre 5000 anni fa si sviluppò un sistema curativo meraviglioso e
completo chiamato “Ayurveda”. Tale termine, che deriva dalla parola
“Ayu” che significa Vita e “Veda” che significa Conoscenza, ha un
contenuto che va oltre a quello di sistema curativo. Infatti racchiude
in sè l’Arte e la Scienza del vivere. Questa scienza olistica è unica
in quanto, oltre a curare gli squilibri del corpo, si occupa anche
degli squilibri relativi alla mente e allo spirito. Seguire in maniera
corretta i Principi Ayurvedici può aiutare a mantenere giovane la
propria salute.
L’Ayurveda affonda le proprie origini nel “Charak Samhita” un trattato
che risale a 3.500 anni fa, che, a sua volta, si basava sul “Agnivash
Samhita”, l’opera più antica di quei tempi che risaliva a migliaia di
anni addietro. Di base, l’Ayurveda si propone di diffondere una
qualità di vita migliore, agendo non soltanto sul corpo ma anche sulla
mente e l’anima. Il Charak Samhita si suddivide in otto branche che
comprendono tra l’altro il Ringiovanimento, la Cura delle malattie, la
Chirurgia maggiore e minore, la Tossicologia, gli Afrodisiaci, etc.
Uno dei rami dell’Ayurveda che si occupa della guarigione delle
malattie, chiamato “Kaya-Chikitsa” è strutturato in maniera organica
secondo terapie, patologie, anatomia, fisiologia, farmacologia, etc.
E’ a conoscenza di pochi il fatto che molte recenti scoperte mediche
erano già state oggetto di studio nell’Ayurveda più di 5.000 anni fa:
per esempio, lo studio di geni e cromosomi era già stato affrontato e
spiegato a fondo da questa antica medicina indiana.
Secondo l’Ayurveda, l’Universo, il Macrocosmo, il Microcosmo e
l’Essere Umano sono parti del Panchmahabhoot, i 5 elementi
fondamentali: Terra, Acqua, Fuoco, Aria ed Etere. L’equilibrio di
questi 5 elementi assicurano la vita in questo Universo e in ogni
essere vivente; così un eccesso di calore (Fuoco) nel pianeta
Mercurio, che è il più vicino al sole, o la mancanza di calore (Fuoco)
nel pianeta Plutone, che è il più lontano, impedisce qualsiasi forma
di vita come, d’altronde, accade sulla Luna per la mancanza di Aria.
I cinque elementi base.
1. Terra (Prithvi)
Nell’universo, l’elemento Terra fornisce solidità e compattezza,
struttura il pianeta e dà sostegno e nutrimento agli esseri viventi.
Similarmente, nel corpo umano l’elemento Terra si materializza nella
struttura ossea e muscolare che dà forma e sostegno al corpo stesso.
Se l’elemento Terra è in eccesso, si manifesta pesantezza, grossezza e
lentezza nei movimenti. Il consumo esagerato di carne, minerali e
dolci conduce ad una eccessiva formazione dell’elemento Terra nel
corpo umano.
2. Acqua (Apa o Jala)
L’umidità, la fluidità, il nutrimento, la vischiosità e la pesantezza
sono caratteristiche peculiari dell’ elemento Acqua. Un eccesso o una
scarsità di acqua sul pianeta Terra impedisce lo sviluppo delle
diverse forme di vita: per esempio, troppa acqua nel terreno lo rende
fradicio, ostacolando la vegetazione, mentre una scarsità di acqua non
nutre le piante, rendendole secche e spoglie. Nel corpo l’elemento
Acqua si manifesta sottoforma di plasma, protoplasma, citoplasma,
fluidi linfatici, etc. Un suo eccesso provoca grossezza ed edema,
mentre una sua carenza è all’ origine di stati di disidratazione
generale o locale.
Uno smodato consumo di latte, succhi di frutta zuccherati, olio, acqua
e burro, provoca un aumento dell’elemento Acqua nel corpo.
3. Fuoco (Tej)
Il calore e l’intensità sono le caratteristiche primarie del Fuoco la
cui funzione consiste nel favorire la digestione ed il corretto
funzionamento del metabolismo. Nell’Universo l’energia solare stimola
il metabolismo e la trasformazione di energia in nutrimento nelle
piante. Nel corpo umano, l’elemento Fuoco regola la secrezione degli
enzimi, dei succhi gastrici, il sangue, il ciclo metabolico, etc. Un
eccesso dell’elemento Fuoco nell’universo brucia la vegetazione mentre
una scarsità ne inibisce la crescita.
Un eccesso di calore nel corpo provoca sensazioni di bruciore, mentre
una sua carenza altera le funzioni
metaboliche e digestive, ostacolando la crescita del corpo. L’elemento
Fuoco è presente soprattutto nei cibi piccanti e speziati.
4. Aria (Vayu)
In natura l’elemento Aria è leggero, secco, freddo, instabile e
impercettibile. Nell’universo è responsabile del movimento della
materia. Nel corpo umano funzioni come il movimento degli arti e dei
muscoli, il fluire dello sperma, l’urinazione, la defecazione, la
trasmissione degli impulsi nervosi, la respirazione, etc., sono
controllate dall’elemento Aria. Una elevata presenza di Aria rende il
corpo molto leggero, magro e conduce a malattie connesse alla mobilità
come per esempio, artrite, asma, stitichezza, sclerosi multipla, morbo
di Parkinson, etc. La stabilità mentale e fisica risulta inoltre
disturbata.
L’elemento Aria predomina nelle lenticchie, fagioli, ceci, etc.
5. Etere (Akasha)
Questo elemento si caratterizza per la sua leggerezza, morbidezza,
impercettibilità, volatilità. Lo spazio è il vuoto nell’universo che
favorisce la mobilità. Infatti se una stanza è piena di oggetti
solidi, il movimento sarà impossibile o limitato. Anologamente il
corpo umano è composto da numerose strutture vuote, come il tratto
digestivo, i vasi sanguigni, i pori delle membrane cellulari, gli
spazi all’interno delle orecchie, che permettono un costante movimento
di solidi e liquidi. L’assenza dell’etere in uno di questi organi
vuoti, provocherebbe dei blocchi con conseguente limitazione dei
movimenti.
II Principio Tridosha.
Essenzialmente, un dosha può essere considerato una energia vitale,
una forza invisibile, ma tangibile,
costantemente al lavoro che agisce come un catalizzatore per le varie
funzioni del corpo umano quali la
respirazione, la digestione, l’escrezione, la formazione di nuove
strutture, etc. Qualsiasi squilibrio dei dosha provoca
la malattia.
Fondamentalmente i dosha sono tre:
1.Vata – formata dagli elementi Etere e Aria
2.Pitta- formata dall’elemento Fuoco
3.Kapha- formata dagli elementi Acqua e Terra
Ogni dosha racchiude in sè le caratteristiche degli elementi che lo compongono.
1. VATA
A seguito del processo digestivo, si ha una formazione di chilo
nutriente come prodotto finale e di Vata come sottoprodotto.
Quando la digestione è regolare, l’energia necessaria per
intraprendere qualunque tipo di attività fisica deriva dalla
produzione del chilo nutriente e da Vata che per sua natura facilita
il movimento.
Effetti dovuti ad un eccesso di Vata:
Se in conseguenza di una alimentazione errata e di una cattiva
digestione si produce meno chilo nutriente e più Vata, si sviluppa
minore energia e più movimento. Le difese immunitarie si allentano e
si possono manifestare malattie come il Morbo di Parkinson, la
Sclerosi Multipla, l’Artrite, l’Asma, un movimento intestinale non
regolare, perdita di peso, mente instabile, gonfiori addominali,
mancanza di concentrazione, depressione, sordità, atrofia degli organi
nonché disturbi psichici e mentali in casi estremi. Il linguaggio
risulta veloce e scomposto.
Effetti dovuti ad una quantità inadeguata di Vata:
Se a causa di una cattiva digestione e del cibo ingerito si produce
più chilo nutritivo e meno Vata, si sviluppa più energia e meno
movimento. Gradualmente l’energia sviluppata si accumula e non viene
utilizzata. La riduzione delle attività fisiche produce pesantezza e
apatia che possono provocare disturbi come cattiva circolazione del
sangue, lenta digestione, etc. Se, a causa di una cattiva digestione e
del cibo ingerito, si produce meno chilo nutriente e meno Vata, si
sviluppa meno energia e movimento. In tal caso l’attività fisica si
riduce e si manifestano alcuni disturbi quali dimagrimento e apatia.
Effetti dovuti ad uno squilibrio di Vata.
Vata è localizzata principalmente nel basso ventre. Talvolta il suo
movimento naturale viene deviato dalla presenza
di blocchi presenti nella sua sede principale, con conseguenti
disturbi come tremori, depressione, formicolio, dolori
diffusi, disidratazione, coliche, intorpidimento, rigidità fisica e
mentale, etc.
Vata può incidere sia sulla salute del fisico che su quella mentale. A
livello fisico Vata può indurre leggerezza,
flessibilità, freddezza; può permettere di controllare funzioni
motorie come la respirazione, la circolazione, i
movimenti delle mani, gambe, palpebre e intestino, l’ingerire e
inghiottire e può penetrare nei canali più profondi e
microscopici. A livello mentale, Vata incoraggia l’immaginazione e l’entusiasmo.
Principalmente ci sono 5 tipi di Vata:
– Prana Vata, localizzata nella testa e nel cavo orale.
– Udana Vata, situata nella parte alta del corpo e nella gola.
– Samana Vata, che si trova tra lo stomaco e l’intestino.
– Vyana Vata, che è presente in tutto l’organismo.
– Apana Vata, localizzata nel retto.
I cibi che possono provocare un eccesso di Vata sono: ceci, fagioli,
fagioli neri, fave, noci, tutti i tipi di frutta secca, cavoli in
generale, cibi congelati, cibi astringenti come il melograno, etc.
Le cause di una alterazione di Vata riconducibili allo stile di vita
sono: sforzi prolungati, viaggi troppo frequenti, alimentazione
irregolare, risiedere in luoghi con climi freddi, dormire a orari
irregolari, eccedere nella vita sessuale, ansia, preoccupazioni,
paure, shock mentali, stress, etc.
2. PITTA
E’ uno dei dosha che governa la digestione, l’assorbimento e la
trasformazione, il metabolismo, il calore corporeo, l’appetito, la
sete, la vista e la brillantezza degli occhi, l’intelletto, il gusto,
il coraggio, la forma, le proporzioni e la struttura fisica del corpo.
Pitta, costituito dall’elemento fuoco, è caldo, acuto, liquido,
moderatamente oleoso, acido ed ha un odore acre. Si sviluppa nella
seconda fase della digestione. Le particelle di cibo che si trovano
nello stomaco vengono decomposte e trasformate in cibo semi-digerito
che passa nel piccolo intestino dove subisce l’azione di Agni (che si
manifesta sotto forma di enzimi del fegato, del pancreas, etc.) La
digestione procede ulteriormente e, come sottoprodotto, si sviluppa
Pitta che inizia a circolare nel corpo. Pitta regola i vari processi
digesivi e metabolici controllando la produzione di enzimi e ormoni.
Pitta si suddivide in 5 tipi:
– Pachaka Pitta, localizzata nel duodeno.
– Ranjaka Pitta, situata nel fegato e nella milza.
– Sadhaka Pitta, che si trova nel cuore.
– Alochaka Pitta, localizzata nella pupilla dell’occhio.
– Brajaka Pitta, presente nella pelle.
Effetti dovuti da un eccesso di Pitta nel corpo.
Un aumento di Pitta conferisce una tinta ramata alla pelle, agli
occhi, alle unghie, all’urina, al sudore e alle feci. Inoltre provoca
un bruciore diffuso nel corpo, agli occhi e alla pelle, nell’orinare e
nel defecare. Vi è tendenza alla formazione di foruncoli ed esantemi,
e si prova un appetito e una sete eccessivi. Inoltre aumenta l’acidità
gastrica e si manifesta una sensazione di bruciore epigastrico.
Psicologicamente è alla base di un temperamento irascibile, rabbia,
odio, gelosia, tendenza ad essere polemici.
In casi estremi le difese immunitarie si riducono, si ha perdita dei
sensi, debolezza, vertigini, emicrania, ulcerazione del tratto
gastro-intestinale.
Effetti dovuti a una quantità inadeguata di Pitta.
In questo caso si manifesta un rallentamento della digestione e del
metabolismo: pertanto si sviluppa meno energia e si riduce la
rigenerazione di nuovi tessuti. Ciò provoca l’abbassamento della
temperatura corporea, flatulenza, formazione di gas nell’addome, muco
dovuto a indigestione, anoressia, pelle opaca e rigidità del corpo:
tutti problemi dovuti a una scarsa produzione di enzimi e ormoni.
Cause dovute allo stile di vita e alla alimentazione.
Cause alimentari: consumo eccessivo di cibo salato, acido e aspro come
quello condito con dosi eccessive di sale, aceto, peperoncino, pepe
nero, zenzero, spezie piccanti, e gli agrumi in genere. Tra le cause
alimentari rientra, inoltre, il consumo di sostanze alcoliche.
Cause dovute ad abitudini e routine quotidiana: risiedere in luoghi
con un clima caldo, provare frequentemente sensazioni di rabbia.
3. KAPHA
Il dosha Kapha è composto dagli elementi terra e acqua. Le sue
caratteristiche peculiari sono: pesantezza, grossezza, solidità,
densità, oleosità, lentezza, freddezza, staticità, dolcezza, etc.
Nel corpo svolge le seguenti funzioni: lubrifica le giunture,
stabilizza e struttura il corpo, conferisce solidità, rafforza il
sistema immunitario, ha effetti curativi, dona vitalità, rende
l’individuo generoso, comprensivo e affettuoso, stimola l’entusiasmo e
il desiderio di conoscenza. L’acqua corporea è fisiologicamente
responsabile per la salivazione, la lacrimazione, la crescita del
corpo, la cementazione e il collegamento dei tessuti e della struttura
ossea, rende il corpo morbido e flessibile mantiene l’equilibrio
dell’umidità corporea. A livello mentale equilibra le emozioni e dà
pace mentale.
La formazione di Kapha.
Kapha si forma nello stomaco come sottoprodotto nella prima fase della
digestione quando il cibo viene scomposto
tramite l’azione di Agni (enzima della digestione). Kapha viene quindi
Assorbito dal plasma ed entra in circolo
nell’organismo. Viene classificata in 5 tipi:
– Kledaka Kapha, localizzata nello stomaco.
– Avalambaka Kapha, che si trova nel torace.
– Bodhaka Kapha, situata sulla lingua.
– Tarpaka Kapha, localizzata nella testa.
– Sleshaka Kapha, presente nelle articolazioni.
Effetti dovuti ad un aumento di Kapha.
Un eccesso di Kapha porta ad un aumento di peso che inizia dall’addome
e si diffonde alle anche, alle cosce e in seguito peri tutto il corpo.
Altri effetti dovuti ad uno squilibrio di Kapha sono: anoressia,
salivazione eccessiva, movimenti lenti del corpo, inappetenza o
attrazione per cibi particolarmente saporiti, apatia, pesantezza,
bassa temperatura corporea, attacchi ripetuti di tosse e raffreddore,
disturbi all’apparato respiratorio superiore, tendenza a dormire
troppo, formazioni di tumori, fibroidi, fibrosi nei diversi canali
corporei, feci viscide, prurito, dispnea, blocco di canali come
arterie, tube di Falloppio, vasi deferenti, tratti respiratori, etc.
Cause dovute all’alimentazione e allo stile di vita
E’ controindicata una dieta che prevede un eccesso di grano, frutti
dolci come banane, datteri e noce di cocco, latticini e cibi grassi,
dolciumi, pesce di acqua dolce, carne di maiale, patate.
Dormire troppo, svolgere poca attività tisica, ingerire cibi surgelati
di sera e mangiare troppo sono abitudini che portano ad un eccesso di
Kapha..
Effetti dovuti ad una riduzione di Kapha.
Una diminuzione di Kapha nella parte superiore del corpo, come la
testa o le vie respiratorie, provoca vertigini, capogiri, svenimenti,
vuoti mentali. La mente diventa maligna, instabile e impaziente. Una
diminuzione di Kapha nel cuore e nei polmoni provoca disidratazione
nei canali con conseguenti difficoltà respiratorie e tachicardia. Le
giunture, asciugandosi, causano difficoltà di movimento, scricchiolii,
distruzione di tessuti morbidi come le cartilagini, stati di
debilitazione, crampi, indolenzimento corporeo, svenimenti,
disidratazione locale o generale. Una riduzione di Kapha è da
associare sempre ad un aumento di Vata.
Concetto di Prakruti.
Ogni individuo nasce con una particolare combinazione dei dosha che
può essere equilibrata oppure non in equilibrio. Tale combinazione
determina specifiche caratteristiche fisiche e mentali. Ogni persona
nasce con un Prakruti tipico che si modifica nel tempo in base
all’età, all’alimentazione, allo stile di vita e al cambiamento delle
stagioni. Ognuno può quindi cercare di mantenere o modificare la
propria combinazione dei dosha rispetto a quella ereditata al momento
della nascita. Risulta pertanto essenziale capire ciò che avviene
all’interno del proprio corpo per poterlo riequilibrare: questo è un
processo che deve essere seguito nel corso di tutta la propria vita
per potere mantenere la salute.
Per un dottore è quindi molto importante comprendere ciò che sta
succedendo nel corpo di una persona per poi potere creare o ricreare
l’equilibrio in una situazione specifica.
Avvalendosi dell’ausilio della lettura del polso, il dottore può
immediatamente fare una diagnosi, individuare quale è il Prakruti
tipico dell’individuo e decidere quale azione specifica sia necessario
intraprendere per ricreare l’equilibrio dei dosha. Non è necessario
lavorare a largo spettro e i risultati si ottengono velocemente.
Il Concetto di Agni, Aam e Strotas.
1. AGHI
Il concetto di Agni è molto profondo in Ayurveda. Può essere definito
come il fuoco biologico che governa la digestione, il metabolismo e la
coscienza negli esseri viventi (Jeeva e Chetna). E’ connesso con il
dosha Pitta e si manifesta nei sistemi enzimatici e metabolici.
Nell’universo, la funzione di Agni è quella di bruciare, fornire
calore e convertire le sostanze da una forma all’altra.
L’energia solare promuove il metabolismo delle piante favorendone la
crescita e la formazione dei frutti, dei fiori e dei semi. Macinando i
semi, si produce energia-calore. Si usa il calore per convertire la
farina in pane che, una volta ingerito, viene digerito e trasformato
in tessuto con l’aiuto del fuoco-metabolismo. L’energia-calore che
governa il metabolismo e la digestione si chiama Agni.
Cause alimentari e stile di vita che influenzano Agni.
Il cibo che porta ad una produzione di Agni è in genere caldo, aspro e
contiene olii volatile come nel caso del pepe nero, dello zenzero, del
cumino, della cannella, dei chiodi di garofano, etc.
Nutrendosi secondo il proprio appetito si aiuta a mantenere il giusto
livello di Agni: il fuoco metabolico infatti può essere indebolito se
si mangia eccessivamente, se il cibo non viene digerito completamente
o se i dosha non sono in equilibrio: per esempio se Pitta, che è
liquido per natura, aumenta troppo, diluisce gli enzimi e crea uno
scompenso di Agni, tensione mentale, paure, rabbia e ansia.
Si distinguono principalmente 13 tipi di Agni.
1. Jathar Agni – è il fuoco digestivo ed è localizzato nell’
apparato digerente.
2. Dhatu Agni – comprende 7 tipi di Agni, responsabili del metabolismo
3. Bhuta Agni – si suddivide in 5 tipi connessi con i 5 elementi
fondamentali. Dato che i 5 elementi sono a loro volta connessi con i 5
organi sensoriali, essi governano anche le funzioni sensoriali.
2.AAM
Nei casi di metabolismo irregolare o di indigestione (Jathar Agni e
Dhatu Agni bassi), i frammenti del cibo non vengono digeriti e
assorbiti correttamente. Nell’intestino crasso tali frammenti si
trasformano in una sostanza tossica chiamata Aam, che ha odore
sgradevole, è appiccicaticcia, oleosa e spesso in fermentazione. Lo
sviluppo di Aam durante lo svolgimento delle funzioni metaboliche
ostacola lo sviluppo dei tessuti e nel corso del processo digestivo
non permette al corpo di trarre nutrimento ed energia dal cibo. Se
tale condizione permane, Aam provoca colite, dissenteria e diarrea.
Quando si unisce con i 3 dosha ed entra in circolazione
nell’organismo, agisce al pari di un veleno ostruendo tutti i canali
nel corpo e causa debolezza e pesantezza. Inoltre ostruisce il
passaggio normale di Vata provocando emicrania, dolori nel corpo,
coliche addominali, irrigidimento della schiena e delle anche,
sbadigli e stordimento, sete e irrequietezza.
Cause alimentari e stile di vita che favoriscono la formazione di Aam.
Mangiare esageratamente stimola la formazione di Aam, così come
nutrirsi in eccesso con cibi grassi, pesanti, dolci, gelati,
congelati, adulterati, fermentati poco cotti o poco freschi. In
particolare il cibo asciutto e indigesto diminuisce Agni e produce
Aam.
Un lavoro sedentario, la mancanza di esercizio, la consumazione pasti
irrégolari sono altre cause responsabili della formazione di Aam.
3. STROTAS
Con il termine Strotas ci si riferisce a tutti gli organi vuoti e
porosi come ad esempio le arterie, le vene, le arteriole, i capillari
e le cellule, i diversi passaggi di spostamento nel corpo, etc.
Qualunque blocco negli strotas ostruisce il movimento all’interno
dell’organo relativo. Le ghiandole linfatiche, i vasi linfatici, i
nervi e tutte le cavità come stomaco, intestino, polmoni, cuore, reni,
fegato, milza, cervello, midollo spinale, etc. racchiudono al proprio
interno gli strotas che permettono agli elementi nutrienti di
penetrare negli organi e di eliminare i prodotti di rifiuto. Alcuni
strotas hanno forma circolare, alcuni sono estesi, sottili o
ingrossati.
Si possono classificare 13 tipi differenti di strotas. Aam e il
disequilibrio dei dosha bloccano gli strotas. Un eccesso di Vata ad
esempio asciuga le pareti interne degli strotas: queste diventano dure
e ristrette, provocando una fibrosi e il blocco degli strotas, come
nel caso del blocco delle tube di Falloppio.
Concetto di Immunità e Dhatu.
Molte persone sono esposte a fattori etiologici che sono responsabili
di diverse patologie: tuttavia pochi di questi fattori si manifestano
la malattia. La causa di questo problema viene chiamata “Vyadhi
Akshamata” (assenza di resistenza alle malattie). A questa mancanza di
forza si può ovviare incrementando l’immunità, conosciuta in Ayurveda
come “Balam o Oja”. Completatosi il processo digestivo, il plasma
nutritivo (Ahar Rasa) viene prodotto e trasformato nei vari tessuti
(dhatu). La conversione del plasma nutritivo in un tessuto permette,
con l’aiuto di Agni (fuoco metabolico), di nutrire il tessuto
successivo. Oltre alla formazione di Agni Dhatu (Dhatu primario) si
assiste anche alla produzione di Upadhatu (Dhatu secondario) e di Mala
(sottoprodotto, prodotto di scarto). Infine si ha produzione di Oja.
L’intero processo potrebbe essere spiegato nella maniera seguente: a
processo digestivo avvenuto, si produce Ahar Rasa (plasma nutritivo).
Ahar Rasa inizia a formare il primo dhatu, o tessuto, chiamato Rasa
Dhatu. Sotto l’azione di Agni il plasma nutritivo procede formando il
dhatu successivo chiamato Rakta (sangue). In questo modo, via via, si
formano tutti i Dhatu: Mamsa Dhatu (tessuto muscolare), Meda Dhatu
(tessuto adiposo), Asthi Dhatu (ossa), Majja Dhatu (midollo e tessuti
nervosi), Shukra Dhatu (tessuti riproduttivi), insieme ai loro UPA
Dhatu (tessuto secondario) e Mala (il sottoprodotto). Alla fine di
questo ciclo si produce Oja (immunità).
1. RASA DHATU (PLASMA E FLUIDI)
Questo tessuto nasce da Ahar Rasa e provvede al nutrimento e
all’energia di tutti gli altri tessuti e cellule del corpo, e mantiene
umidi sia la pelle che gli organi interni. Fluisce attraverso un
intricato sistema di strutture cellulare e trasporta nutrimento e
altre sostanze necessarie alle cellule. E’ anche legato alla
secrezione di ormoni e ghiandole e ghiandole endocrine. Ha una
connessione maggiore con Kapha dosha rispetto agli altri dosha. L’Upa
dhatu di questo tessuto è il latte materno e la mestruazione. Dopo il
concepimento la mestruazione cessa e Rasa dhatu si occupa della
formazione della placenta e del feto e, dopo il parto, della
secrezione del latte materno. Quindi se Rasa dhatu viene inquinato da
qualsiasi dei tre dosha, le sue funzioni subiscono delle alterazioni.
Se alterato in eccesso da Pitta, può causare una forte mestruazione.
Se alterato da Vata, il flusso diventa nero con forti coliche. Rasa
dhatu è inoltre connesso con la secrezione endocrinale, es. un eccesso
di Kapha rende Rasa dhatu difettoso e può essere la causa di
iper-tiroidismo. Si può equilibrare con erbe, dieta e routine
quotidiana appropriata riducendo Kapha e aumentando Pitta e Vata.
Mala (sottoprodotto) che si manifesta in questo tessuto è saliva,
lacrime e sudore sulle guance. Il denutrimento di Rasa dhatu può anche
causare la non umidità degli occhi e una bocca secca, riducendo la
secrezione della ghiandola lacrimale e la secrezione salivale.
2. RAKTA DHATU (TESSUTO SANGUIGNO)
Rasa Dhatu subisce l’azione di Rakta Agni e così manifesta Rakta
dhatu. Ranjak Pitta localizzata nel fegato, milza è nel midollo osseo,
produce gli enzimi necessari per la sintesi dell’emoglobina. Se questo
dhatu si produce in eccesso, la carnagione e gli occhi diventano
rossi, c’è la tendenza di sanguinare, come le gengive, ascessi,
malattie della pelle, rabbia, un ego sproporzionato, arroganza, etc.
Se il dhatu è insufficiente, subentra l’anemia, debolezza, pallore,
pelle secca e ruvida, etc. Se contaminato da Pitta in eccesso, può
causare sensazione di bruciore nel corpo e problemi di pelle come
foruncoli, ascessi, eruzioni cutanee bluastre, nei, scabbia, febbre,
stomatite, itterizia, etc. Upadhatu (tessuto secondario) di questo
dhatu sono i vasi sanguigni (Sira) e Fascia (Kandara). Il Mala
(sottoprodotto) di questo dhatu è la bile.
3. MAMSA DHATU (tessuto muscolare)
Rakta dhatu subisce l’azione di Mamsa agni e manifesta i Mamsa dhatu
che sono i muscoli e le loro faste. E’ solido e stabile mentre Rakta
dhatu e Rasa dhatu sono liquidi e in movimento. Mamsa dhatu mantiene
la forma e forza fisica del corpo e degli organi. Contiene un sistema
nervoso, vasi sanguigni e fibre muscolari.Se questo tessuto è prodotto
in eccesso, il corpo si impesantisce, si ingrossono le spalle, addome
, petto, cosce e anche. Inoltre si atrofizzano i muscoli, crescono
tumori e fibroidi. Se c’è una crescita insufficiente del tessuto, il
corpo è magro, scarno, debole,esausto. Si manifestano dolori nelle
giunture e arti e si atrofizzano i muscoli. Il Upadhatu (tessuto
secondario) di questo tessuto è Vasa (grasso) e Twacha (pelle) mentre
il Mala (escrezione) del tessuto è cera negli occhi, croste nel naso,
tartaro sui denti, croste negli occhi, etc.
4. MEDA DHATU (tessuto adiposo)
Mamsa dhatu subisce l’azione di Meda agni e produce il tessuto Meda
che è oleoso, pesante, viscido, morbido e bianco. Questo tessuto in
eccesso causa obesità, pelle grassa, affanno e ostruzioni nei passaggi
del corpo (strotas) i quali ostacolano il nutrimento degli altri
organi nel corpo. Pertanto il tessuto osseo formatosi dal Meda dhatu è
denutrito. L’ostruzione causa un accumulo di gas nel addome che lo
rende grosso. Nonostante una cattiva digestione permane un appetito
vorace. Anche i Shukravaha Strota (canali di riproduzione) vengono
ostruiti, causando impotenza.Un insufficienza di Meda dhatu causa
perdita di peso, ristringimento del addome, sensazione di vuoto,
assopimento e giunture intorpidite. L’Upadhatu (tessuto secondario)
del Meda dhatu sono i vasi linfatici (Sira), tendini (Snayu), giunture
(Sandhi), mentre il Mala di questo dhatu e il sudore. Pertanto un
aumento di questo dhatu causa ingrossamento e traspirazione eccessiva.
5. ASTHI DHATU (TESSUTO OSSEO)
Meda dhatu subisce l’azione di Asthi agni e crea Asthi dhatu il quale
è il tessuto più duro del corpo. Sostiene la struttura corporea e
protegge il midollo e gli organi vitali come il cervello, cuore,
polmoni, etc. Questo tessuto in eccesso provoca problemi come osteoma,
chondroma e un eccesso di denti. Se il tessuto è insufficiente si
manifestano dolori alle ossa, unghie, denti e capelli spezzati e
fragilità ossea. Se indebolito da Vata, avvengono slogature alle ossa
e giunture, fratture e scricchiolamento delle ossa, etc. L’Upadhatu
(tessuto secondario) di questo dhatu sono i denti e Mala sono unghie e
capelli.
6. MAJJA DHATU (MIDOLLO OSSEO E TESSUTO NERVOSO)
Asthi dhatu, subendo l’azione di Majja agni, crea Majja dhatu che
rappresenta i tessuti interni e racchiusi dalle ossa come il cervello
e midollo spinale racchiusi nella scatola cranica, colonna vertebrale,
midollo osseo in ossa lunghe o corte, etc. Le funzioni di questo
tessuto includono la funzione cerebrale, tessuti nervosi e midollo
osseo. Inoltre influisce sulla tonalità della voce, la creatività,
l’amore e l’affetto verso le persone, forza mentale, etc. Majja dhatu
debole causa dolori alle ossa e giunture, osteoporosi, indebolimento e
degenerazione delle ossa, Oligospermia, etc. Se contaminato da Vata si
manifestano disordini nervosi come depressione, ansia, Morbo di
Parkinson, Sclerosi Multipla, dolori alle giunture, Osteoporosi, etc.
Se contaminato da Pitta e Aam, si manifesta la leucemia.Un eccesso di
Pitta e Aam influenza la formazione del sangue nel midollo osseo per
cui si riducono emoglobina e le cellule anomale si riproducono.
L’aumento della formazione di stem cells è dovuto a un aumento di
Pitta ma la presenza di Aam ostacola la formazione dei Linfociti dopo
lo stadio di Lymphoblast. Pertanto l’eccesso di blast cells portano
alla Leucemia.Si può curare la Leucemia aumentando il Majja dhatu con
erbe,dieta e stile di vita per riportare in equilibrio un eccesso di
Pitta e Aam nel Majja dhatu. Questo tessuto non ha un Upadhatu e il
suo Mala sono i componenti grassi della pelle, le secrezioni sebacee,
la secrezione congiuntivale, la secrezione della bocca e feci.
7. SHUKRA DHATU (TESSUTO RIPRODUTTIVO)
Majja dhatu subisce l’azione di Shukra agni che genera il Shukra
dhatu. Questo tessuto è presente su tutto il corpo ed è continuamente
responsabile per la rigenerazione di nuove cellule. La sua funzione
principale nel sistema riproduttivo è di produrre lo sperma e l’ovulo
il che è molto importante dato che ogni loro cellula rappresenta tutti
i tessuti del corpo e la capacità di creare un’altra vita umana.Una
normale funzione del Shukra dhatu fornisce forza, coraggio, amore,
felicità, fertilità,contentezza,un aspetto piacevole e gentile. Un
eccesso di ghukra dhatu provoca un desiderio eccessivo di sesso,
calcoli alla prostata ed un aumento di forza, mentre una diminuzione
del Shukra dhatu provoca impotenza, eiaculazione prematura,
Oligospermia, Azoospermia, infertilità maschile e femminile,
degenerazione dei tessuti e tutte le manifestazioni di tessuti
degenerativi ridotti. Se contaminato da eccesso di Pitta, la vitalità
dello sperma e degli spermatozoi diminuisce per eccesso di calore con
sensazione di bruciore nei testicoli e pene. Se contaminato da Vata,
la motilità dello sperma si riduce potendo causare malattie
degenerative
congenite nei nascituri di tali genitori. Il Mala (sottoprodotto) di
Shukra dhatu è Ojas, l’energia vitale per combattere le malattie. Se
il Shukra dhatu è insufficiente, c’è meno Oja che porta al declino
della giovinezza, vitalità, vigore, entusiasmo, amore e affetto per
gli altri, forza, potere di resistenza, etc. Pertanto è imperativo
mantenere il Shukra dhatu a livello normale.
Le malattie connesse con i Dhatu sono principalmente causate da 3 fattori:
1. Squilibrio dei Dhatu.
2. Produzione minore di Oja dovuta a un insufficiente nutrimento
degli altri dhatu provoca vari disturbi.
Contaminazione di uno o tutti i dhatu da parte di uno o tutti i Dosha o Aam.
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