(di autore sconosciuto)
(prima parte)
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Cos’è l’Ayurveda?
Oltre 5000 anni fa si sviluppò un sistema curativo meraviglioso e
completo chiamato “Ayurveda”. Tale termine, che
deriva dalla parola Ayu che significa Vita e Veda che significa
Conoscenza, ha un contenuto che va oltre a
quello di sistema curativo. Infatti racchiude in sè l’Arte e la
Scienza del vivere. Questa scienza olistica è unica in
quanto, oltre a curare gli squilibri del corpo, si occupa anche degli
squilibri relativi alla mente e allo spirito. Seguire
in maniera corretta i Principi Ayurvedici può aiutare a mantenere
giovane la propria salute.
L’Ayurveda affonda le proprie origini nel “Charak Samhita” un trattato
che risale a 3.500 anni fa, che, a sua volta, si
basava sul “Agnivash Samhita”, l’opera più antica di quei tempi che
risaliva a migliaia di anni addietro. Di base,
l’Ayurveda si propone di diffondere una qualità di vita migliore,
agendo non soltanto sul corpo ma anche sulla mente
e l’anima. Il Charak Samhita si suddivide in otto branche che
comprendono tra l’altro il Ringiovanimento, la Cura
delle malattie, la Chirurgia maggiore e minore, la Tossicologia, gli
Afrodisiaci, etc. Uno dei rami dell’Ayurveda che si
occupa della guarigione delle malattie, chiamato “Kaya-Chikitsa” è
strutturato in maniera organica secondo terapie,
patologie, anatomia, fisiologia, farmacologia, etc. E’ a conoscenza di
pochi il fatto che molte recenti scoperte
mediche erano già state oggetto di studio nell’Ayurveda più di 5.000
anni fa: per esempio, lo studio di geni e
cromosomi era già stato affrontato e spiegato a fondo da questa antica
medicina indiana.
Secondo l’Ayurveda, l’Universo, il Macrocosmo, il Microcosmo e
l’Essere Umano sono parti del Panchmahabhoot, i
5 elementi fondamentali: Terra, Acqua, Fuoco, Aria ed Etere.
L’equilibrio di questi 5 elementi assicurano la vita in
questo Universo e in ogni essere vivente; così un eccesso di calore
(Fuoco) nel pianeta Mercurio, che è il più vicino
al sole, o la mancanza di calore (Fuoco) nel pianeta Plutone, che è il
più lontano, impedisce qualsiasi forma di vita
come, d’altronde, accade sulla Luna per la mancanza di Aria.
I cinque elementi base.
1. Terra (Prithvi)
Nell’universo, l’elemento Terra fornisce solidità e compattezza,
struttura il pianeta e dà sostegno e nutrimento agli
esseri viventi. Similarmente, nel corpo umano l’elemento Terra si
materializza nella struttura ossea e muscolare che
dà forma e sostegno al corpo stesso. Se l’elemento Terra è in eccesso,
si manifesta pesantezza, grossezza e
lentezza nei movimenti. Il consumo esagerato di carne, minerali e
dolci conduce ad una eccessiva formazione
dell’elemento Terra nel corpo umano.
2. Acqua (Apa o Jala)
L’umidità, la fluidità, il nutrimento, la vischiosità e la pesantezza
sono caratteristiche peculiari dell’ elemento Acqua.
Un eccesso o una scarsità di acqua sul pianeta Terra impedisce lo
sviluppo delle diverse forme di vita: per
esempio, troppa acqua nel terreno lo rende fradicio, ostacolando la
vegetazione, mentre una scarsità di acqua non
nutre le piante, rendendole secche e spoglie. Nel corpo l’elemento
Acqua si manifesta sottoforma di plasma,
protoplasma, citoplasma, fluidi linfatici, etc. Un suo eccesso provoca
grossezza ed edema, mentre una sua carenza
è all’ origine di stati di disidratazione generale o locale.
Uno smodato consumo di latte, succhi di frutta zuccherati, olio, acqua
e burro, provoca un aumento dell’elemento
Acqua nel corpo.
3. Fuoco (Tej)
Il calore e l’intensità sono le caratteristiche primarie del Fuoco la
cui funzione consiste nel favorire la digestione ed il
corretto funzionamento del metabolismo. Nell’Universo l’energia solare
stimola il metabolismo e la trasformazione di
energia in nutrimento nelle piante. Nel corpo umano, l’elemento Fuoco
regola la secrezione degli enzimi, dei succhi
gastrici, il sangue, il ciclo metabolico, etc. Un eccesso
dell’elemento Fuoco nell’universo brucia la vegetazione
mentre una scarsità ne inibisce la crescita.
Un eccesso di calore nel corpo provoca sensazioni di bruciore, mentre
una sua carenza altera le funzioni
metaboliche e digestive, ostacolando la crescita del corpo. L’elemento
Fuoco è presente soprattutto nei cibi piccanti
e speziati.
4. Aria (Vayu)
In natura l’elemento Aria è leggero, secco, freddo, instabile e
impercettibile. Nell’universo è responsabile del
movimento della materia. Nel corpo umano funzioni come il movimento
degli arti e dei muscoli, il fluire dello
sperma, l’urinazione, la defecazione, la trasmissione degli impulsi
nervosi, la respirazione, etc., sono controllate
dall’elemento Aria. Una elevata presenza di Aria rende il corpo molto
leggero, magro e conduce a malattie
connesse alla mobilità come per esempio, artrite, asma, stitichezza,
sclerosi multipla, morbo di Parkinson, etc. La
stabilità mentale e fisica risulta inoltre disturbata.
L’elemento Aria predomina nelle lenticchie, fagioli, ceci, etc.
5. Etere (Akasha)
Questo elemento si caratterizza per la sua leggerezza, morbidezza,
impercettibilità, volatilità. Lo spazio è il vuoto
nell’universo che favorisce la mobilità. Infatti se una stanza è piena
di oggetti solidi, il movimento sarà impossibile o
limitato. Anologamente il corpo umano è composto da numerose strutture
vuote, come il tratto digestivo, i vasi
sanguigni, i pori delle membrane cellulari, gli spazi all’interno
delle orecchie, che permettono un costante
movimento di solidi e liquidi. L’assenza dell’etere in uno di questi
organi vuoti, provocherebbe dei blocchi con
conseguente limitazione dei movimenti.
II Principio Tridosha.
Essenzialmente, un dosha può essere considerato una energia vitale,
una forza invisibile, ma tangibile,
costantemente al lavoro che agisce come un catalizzatore per le varie
funzioni del corpo umano quali la
respirazione, la digestione, l’escrezione, la formazione di nuove
strutture, etc. Qualsiasi squilibrio dei dosha provoca
la malattia.
Fondamentalmente i dosha sono tre:
1.Vata – formata dagli elementi Etere e Aria
2.Pitta- formata dall’elemento Fuoco
3.Kapha- formata dagli elementi Acqua e Terra
Ogni dosha racchiude in sè le caratteristiche degli elementi che lo compongono.
1. VATA
A seguito del processo digestivo, si ha una formazione di chilo
nutriente come prodotto finale e di Vata come
sottoprodotto.
Quando la digestione è regolare, l’energia necessaria per
intraprendere qualunque tipo di attività fisica deriva dalla
produzione del chilo nutriente e da Vata che per sua natura facilita
il movimento.
Effetti dovuti ad un eccesso di Vata:
Se in conseguenza di una alimentazione errata e di una cattiva
digestione si produce meno chilo nutriente e più
Vata, si sviluppa minore energia e più movimento. Le difese
immunitarie si allentano e si possono manifestare
malattie come il Morbo di Parkinson, la Sclerosi Multipla, l’Artrite,
l’Asma, un movimento intestinale non regolare,
perdita di peso, mente instabile, gonfiori addominali, mancanza di
concentrazione, depressione, sordità, atrofia
degli organi nonché disturbi psichici e mentali in casi estremi. Il
linguaggio risulta veloce e scomposto.
Effetti dovuti ad una quantità inadeguata di Vata:
Se a causa di una cattiva digestione e del cibo ingerito si produce
più chilo nutritivo e meno Vata, si sviluppa più
energia e meno movimento. Gradualmente l’energia sviluppata si
accumula e non viene utilizzata. La riduzione
delle attività fisiche produce pesantezza e apatia che possono
provocare disturbi come cattiva circolazione del
sangue, lenta digestione, etc. Se, a causa di una cattiva digestione e
del cibo ingerito, si produce meno chilo
nutriente e meno Vata, si sviluppa meno energia e movimento. In tal
caso l’attività fisica si riduce e si manifestano
alcuni disturbi quali dimagrimento e apatia.
Effetti dovuti ad uno squilibrio di Vata.
Vata è localizzata principalmente nel basso ventre. Talvolta il suo
movimento naturale viene deviato dalla presenza
di blocchi presenti nella sua sede principale, con conseguenti
disturbi come tremori, depressione, formicolio, dolori
diffusi, disidratazione, coliche, intorpidimento, rigidità fisica e
mentale, etc.
Vata può incidere sia sulla salute del fisico che su quella mentale. A
livello fisico Vata può indurre leggerezza,
flessibilità, freddezza; può permettere di controllare funzioni
motorie come la respirazione, la circolazione, i
movimenti delle mani, gambe, palpebre e intestino, l’ingerire e
inghiottire e può penetrare nei canali più profondi e
microscopici. A livello mentale, Vata incoraggia l’immaginazione e l’entusiasmo.
Principalmente ci sono 5 tipi di Vata:
– Prana Vata, localizzata nella testa e nel cavo orale.
– Udana Vata, situata nella parte alta del corpo e nella gola.
– Samana Vata, che si trova tra lo stomaco e l’intestino.
– Vyana Vata, che è presente in tutto l’organismo.
– Apana Vata, localizzata nel retto.
I cibi che possono provocare un eccesso di Vata sono: ceci, fagioli,
fagioli neri, fave, noci, tutti i tipi di frutta secca,
cavoli in generale, cibi congelati, cibi astringenti come il melograno, etc.
Le cause di una alterazione di Vata riconducibili allo stile di vita
sono: sforzi prolungati, viaggi troppo frequenti,
alimentazione irregolare, risiedere in luoghi con climi freddi,
dormire a orari irregolari, eccedere nella vita sessuale,
ansia, preoccupazioni, paure, shock mentali, stress, etc.
2. PITTA
E’ uno dei dosha che governa la digestione, l’assorbimento e la
trasformazione, il metabolismo, il calore corporeo,
l’appetito, la sete, la vista e la brillantezza degli occhi,
l’intelletto, il gusto, il coraggio, la forma, le proporzioni e la
struttura fisica del corpo.
Pitta, costituito dall’elemento fuoco, è caldo, acuto, liquido,
moderatamente oleoso, acido ed ha un odore acre. Si
sviluppa nella seconda fase della digestione. Le particelle di cibo
che si trovano nello stomaco vengono
decomposte e trasformate in cibo semi-digerito che passa nel piccolo
intestino dove subisce l’azione di Agni (che si
manifesta sotto forma di enzimi del fegato, del pancreas, etc.) La
digestione procede ulteriormente e, come
sottoprodotto, si sviluppa Pitta che inizia a circolare nel corpo.
Pitta regola i vari processi digesivi e metabolici
controllando la produzione di enzimi e ormoni. Pitta si suddivide in 5 tipi:
– Pachaka Pitta, localizzata nel duodeno.
– Ranjaka Pitta, situata nel fegato e nella milza.
– Sadhaka Pitta, che si trova nel cuore.
– Alochaka Pitta, localizzata nella pupilla dell’occhio.
– Brajaka Pitta, presente nella pelle.
Effetti dovuti da un eccesso di Pitta nel corpo.
Un aumento di Pitta conferisce una tinta ramata alla pelle, agli
occhi, alle unghie, all’urina, al sudore e alle feci.
Inoltre provoca un bruciore diffuso nel corpo, agli occhi e alla
pelle, nell’orinare e nel defecare. Vi è tendenza alla
formazione di foruncoli ed esantemi, e si prova un appetito e una sete
eccessivi. Inoltre aumenta l’acidità gastrica e
si manifesta una sensazione di bruciore epigastrico.
Psicologicamente è alla base di un temperamento irascibile, rabbia,
odio, gelosia, tendenza ad essere polemici.
In casi estremi le difese immunitarie si riducono, si ha perdita dei
sensi, debolezza, vertigini, emicrania, ulcerazione
del tratto gastro-intestinale.
Effetti dovuti a una quantità inadeguata di Pitta.
In questo caso si manifesta un rallentamento della digestione e del
metabolismo: pertanto si sviluppa meno energia
e si riduce la rigenerazione di nuovi tessuti. Ciò provoca
l’abbassamento della temperatura corporea, flatulenza,
formazione di gas nell’addome, muco dovuto a indigestione, anoressia,
pelle opaca e rigidità del corpo: tutti
problemi dovuti a una scarsa produzione di enzimi e ormoni.
Cause dovute allo stile di vita e alla alimentazione.
Cause alimentari: consumo eccessivo di cibo salato, acido e aspro come
quello condito con dosi eccessive di sale,
aceto, peperoncino, pepe nero, zenzero, spezie piccanti, e gli agrumi
in genere. Tra le cause alimentari rientra,
inoltre, il consumo di sostanze alcoliche.
Cause dovute ad abitudini e routine quotidiana: risiedere in luoghi
con un clima caldo, provare frequentemente
sensazioni di rabbia.
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