Il semplice ricordo di un evento che ha scatenato la nostra rabbia sembra ridurre la funzionalità
dei vasi sanguigni, con il rischio di danneggiarli.
14 maggio 2024 – Elisabetta Intini
A chi è cagionevole di cuore viene talvolta consigliato di evitare le emozioni “forti”, e le
arrabbiature sono considerate esperienze a rischio per la salute cardiovascolare. Già, ma cosa lega
la rabbia al pericolo di un infarto o di un ictus? Tra tutti gli stati d’animo negativi, la rabbia
in particolare sembrerebbe diminuire la funzionalità dei vasi sanguigni – e perché questo succeda,
basta provarla per pochi minuti. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of the
American Heart Association.
SE CI PENSO MI SALE UNA RABBIA… Un gruppo di cardiologi guidati da Daichi Shimbo, della Columbia
University di New York ha chiesto a 280 giovani volontari in buona salute di ricordare e raccontare
per 8 minuti esperienze di rabbia, tristezza o ansia, oppure ancora semplicemente di continuare a
contare per lo stesso periodo di tempo.
I partecipanti si sono prestati ad analisi del sangue, della pressione e della capacità dei loro
vasi sanguigni di dilatarsi – caratteristica che è stata misurata con una procedura standard, in cui
si ostacola per un momento la circolazione sanguigna in un braccio per poi permetterla di nuovo. Una
minore capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi è considerata un rischio aumentato di incorrere in
un attacco di cuore.
ROUTINE PERICOLOSA. Nei partecipanti chiamati a rievocare un’esperienza connotata dalla rabbia, è
stato misurato un calo nella capacità di dilatazione dei vasi sanguigni del braccio della durata di
40 minuti. Un episodio non pericoloso di per sé, ma che – reiterato nel tempo – potrebbe
compromettere la salute cardiocircolatoria. «Ripetuti episodi di un’emozione negativa possono
influenzare la fisiologia cardiovascolare nel tempo, posticipando la guarigione (dei vasi sanguigni)
fino a recare un danno irreversibile, con rischio cardiovascolare aumentato», si legge nello studio.
L’EMOZIONE PIÙ INTENSA. Lo stesso calo di funzionalità non si è verificato in chi ha raccontato
episodi di tristezza o di ansia, né nel gruppo di controllo, nonostante siano state usate tecniche
di misurazione identiche. Altri studi in passato avevano collegato la rabbia a un rischio più
elevato di infarti o ictus. Per esempio notando che, nell’ora precedente un attacco di cuore, è due
volte più probabile aver fatto esperienza di un episodio di rabbia che nella stessa ora il giorno
precedente. Il nuovo studio potrebbe indicare una ragione sottostante questa relazione.
www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.123.032698
da focus.it
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