Bilocazione e viaggi fuori dal corpo di Padre Pio

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Bilocazione e viaggi fuori dal corpo di Padre Pio

Bilocazione, ovvero viaggi fuori dal corpo

Una miracolosa esperienza su Padre Pio

di Giuseppe Bufalo

Leggendo le testimonianze di molti fedeli, apprendiamo che uno dei più
grandi Santi degli ultimi anni, Padre Pio da Pietralcina, faceva un uso
corrente della bilocazione. Egli era visto contemporaneamente in due luoghi
diversi, il più delle volte a distanza di centinaia di chilometri, per
alleviare le pene dei sofferenti, o per concedere delle grazie a coloro che
ne erano veramente degni.

Egli stesso narrò che un giorno, mentre si trovava in coro con Fra Anastasio
(ore 23 del 18 gennaio 1905) si ritrovò in una casa signorile dove stava
nascendo una bimba e dove il padre stava, contemporaneamente, morendo. In
quel frangente apparve la Madonna che gli affidò la neonata creatura, con la
raccomandazione di seguirla e proteggerla per tutta la vita. Infatti, negli
anni successivi, Padre Pio ebbe modo di illuminare la vita della bimba , il
cui nome era Giovanna Rizzani, in innumerevoli episodi.

Padre Alberto D’Apolito (che è stato il padre cappuccino più vicino a Padre
Pio durante la vita) narra che un giorno, nel febbraio del 1970, trovandosi
a Terni per una conferenza sul Santo Padre (Padre Pio era passato aldilà del
velo il 23 settembre 1968) si recò, nella vicina Collevalenza, a visitare
Madre Speranza dove viveva in concetto di Santità nel grandioso complesso di
costruzioni eseguito per suo volere, a scopo di bene per i sofferenti.

Padre D’Apolito si presentò a Madre Speranza come cappuccino di San Giovanni
Rotondo e la esortò a pregare per la glorificazione di Padre Pio. La donna,
curva e piccola di statura, rispose che già lo faceva, poiché, conosceva da
molto tempo il Santo Padre. Alla domanda di Padre D’apolito se lo avesse
conosciuto a San Giovanni Rotondo, Ella rispose di non aver mai visitato
quel paese. Continuò dicendo di aver conosciuto Padre Pio a Roma
incontrandolo giornalmente per tre anni (dal 1937 al 1939). Narrò di averlo
visto chiaramente con i suoi mezzi guanti che nascondevano le piaghe delle
mani, di averlo salutato e di aver ricevuto in cambio un sorriso.

A queste parole, il frate, anche conoscendo le doti di Padre Pio, rimase
allibito, e replicò che Egli era stato a Roma una sola volta nel 1917. In
pratica ci troviamo di fronte ad un fenomeno di bilocazione avvenuto per tre
anni e, addirittura, giornalmente.

Su Padre Pio e sulle sue bilocazioni non basterebbero decine di libri per
parlarne, ma questo esula dal nostro compito e perciò ci fermiamo qui
ricordando che, anche Sant’Antonio da Padova e San Giuseppe da Copertino
avevano il potere della bilocazione.

A proposito di San Giuseppe da Copertino, si narra che un giorno fu visto al
capezzale della madre morente, quando in realtà si trovava nella cella del
suo convento. Quando il padre superiore gli domandò il perché della sua
tristezza, Egli rispose che era in pena per la madre vicina al trapasso.
Poco tempo dopo, infatti, arrivò una lettera con la triste notizia.

Non solo i santi uomini, però, possono sdoppiarsi; a tal proposito,
ricordiamo una donna , Pasqualina Pezzolla di Civitanova Marche, che
possedeva il dono della bilocazione. Figlia di contadini e come titolo di
studio la terza elementare, Pasqualina cominciò a manifestare le sue doti
paranormali intorno all’anno 1933. Fu più tardi, però, che cominciarono i
suoi viaggi fuori dal corpo per visitare migliaia di persone e
diagnosticarne le malattie che le affliggevano. Quando doveva visitare un
ammalato lontano, si faceva consegnare un bigliettino con scritto il nome,
il cognome e l’indirizzo. Fissando il foglio, si imprimeva nella mente il
contenuto, si sdraiava, reclinava il capo sul petto ed il suo corpo
cominciava a vibrare entrando in trance. Sempre in stato di trance, si
alzava, girava per la stanza e mimava la visita al paziente, rabbuiandosi in
viso se questi era grave e, al contrario, sorridendo per rassicurare il
malato. Al ritorno era in grado di descrivere dettagliatamente i luoghi dove
era stata, il malato che aveva visitato e la diagnosi che aveva tratto.

Potremmo ora chiederci in che modo avviene la bilocazione e perché si
manifesta.

Alcune volte il sonno può favorire il fenomeno, specialmente quando ci
troviamo al cospetto dei cosiddetti “sogni lucidi”.

I sogni lucidi sono quelle manifestazioni oniriche durante le quali il
soggetto è in grado di pilotare gli accadimenti; può, cioè , indirizzarli
nel modo a lui più congeniale. La persona che è consapevole di sognare si
trova alla soglia del viaggio extracorporeo e con una forte volontà potrebbe
sicuramente giungervi. Alcuni ci riescono anche consciamente con l’aiuto
dello yoga, della meditazione o di tecniche mirate, ma la principale
componente è la Volontà di “uscire fuori” , di staccarsi dal proprio corpo.

Chi ci riesce, vede il proprio corpo dall’alto, disteso sul letto, immobile
e, se non c’è una conoscenza del fenomeno alla base, si può subire un forte
choc dovuto alla sensazione di “morte”. In realtà, il corpo astrale, non è
staccato completamente dal fisico ma rimane sempre collegato ad esso da un
cordone invisibile all’occhio umano, chiamato dagli Indiani , Sutratma.

Per concludere, parliamo ora dello sdoppiamento in punto di morte. Questi
casi sono apparentemente diversi da quelli precedenti, nel senso che
l’uscita dal corpo è forzata, poiché, il corpo astrale, è costretto a
staccarsi dal fisico che , per brevi istanti, può sembrargli inservibile.
Inoltre, a volte, lo choc dell’incidente è talmente intenso da far scattare,
inconsciamente, la molla che procura l’allontanamento dal corpo.

Un uomo narra di aver avuto un incidente d’auto, di essere stato catapultato
fuori dalla vettura e di aver sbattuto il capo sull’asfalto. A questo punto
il soggetto afferma di essersi alzato da terra e di aver visto il suo corpo
immobile sull’asfalto, poi, come in una scena del film girato a se stesso,
ha notato alcune persone che gli passavano davanti senza vederlo e che poi
caricavano il suo corpo su di un’altra auto. A questo punto ha avvertito un
impellente bisogno di “rientrare”, sentendosi risucchiato nel proprio corpo
fisico.

Questo episodio, però, non va confuso con quelli di morte accertata
clinicamente, dove il soggetto, oltre a descrivere il luogo dell’incidente e
il suo corpo inanimato disteso per terra, ci parla anche dell’Aldilà,
visitato temporaneamente prima che , per volere superiore, tornasse
indietro.

Per concludere, possiamo affermare che, l’uscita fuori dal corpo rappresenta
un potere latente dell’uomo che, se sviluppato, deve essere impiegato per il
bene dell’umanità e mai per scopi personali, indirizzando il tutto, come
sempre, verso un Servizio altruistico disinteressato

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