Scienza e Fisica Quantistica
La nostra redazione ha intervistato il professor Edilio Giannazzo, docente di biofisica che ci parla della relazione che intercorre tra la fisica quantistica e la biofisica stessa.
Redazione – Scienza e Conoscenza – 16/01/2022
Professor Giannazzo grazie per la disponibilità a questa intervista. Inizio con una domanda che possa chiarire meglio il campo in cui iniziamo a muoverci. Lei è docente di biofisica: che cos’è la biofisica e di che cosa si occupa principalmente?
La base culturale della Biofisica ha una duplice realtà in biologia: la biofisica fisiologica, che studia i processi fisiologici, quale espressione di precise leggi fisiche che governano l’organizzazione funzionale delle strutture biologiche e le tecnologie biofisiche, nate dalla ricerca multidisciplinare di fisici, ingegneri, biologi e medici che, nella quasi totalità sfruttano l’interazione dei campi elettromagnetici (c.e.m.) con la struttura biologica.
Quali sono i punti di contatto tra la biofisica e la fisica quantistica?
Non mi limiterei a definirli punti di contatto, ma una stretta correlazione tra la biofisica e la fisica quantistica. È evidente che mi riferisco essenzialmente alle tecnologie biofisiche. Ricordiamo che il passaggio dalla fisica classica alla quantistica fu dovuto alle scoperte fisiche a cavallo del XIX e il XX secolo, con la definizione della fisica delle particelle atomiche, la relazione tra materia e onde elettromagnetiche e la definizione della singolarità dei quanti (fotoni) componenti le o.e.m.. Va precisato che fra le tecnologie biofisiche, intendo riferirmi anche alla nuova disciplina, la medicina quantistica.
Queste discipline ci danno una nuova chiave di lettura dei processi biologici? Questa chiave, a suo parere, è stata recepita dalla medicina tradizionale?
Ancora una volta non mi limiterei a definire nuova chiave di lettura ma realtà scientifica dei processi biologici che spero di poter chiarire successivamente. Relativamente alla seconda domanda, va specificato che la medicina tradizionale ha recepito e accettato, anche dal punto scientifico, quanto riguarda la realtà diagnostica e terapeutica delle radiazioni X, gli impieghi delle radiazioni nucleari, del laser, della magnetoterapia.
Anche se non sono stati riconosciuti, queste metodiche fanno parte della fisica quantistica, proprio come interazione dei c.e.m. con le strutture biologiche Diverso è l’atteggiamento della medicina tradizionale nei riguardi della biofisica clinica che sta alla base della medicina quantistica.
Oggi si parla molto di medicina quantistica, a volte anche in maniera un po’ fumosa: potrebbe darcene una visione e un quadro chiaro dal suo punto di vista?
L’interazione così vantaggiosa per la nostra esistenza si differenzia nettamente dalla interazione di altre radiazioni come le radiazioni X e nucleari, riconosciute radiazioni ionizzanti, che nella loro interazione con la struttura biologica, sono in grado di causare effetti collaterali dannosi e irreversibili. È stato possibile accertare che il limite di transizione è legato all’energia propria di ciascuna radiazione. Così è notorio che le radiazioni con energia (hν) superiore all’ultravioletto, definiscono il limite che divide le onde elettromagnetiche tra radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Inoltre, da oltre due secoli sono noti gli effetti positivi della omeopatia, anch’essa osteggiata dalla medicina tradizionale, anche se due premi nobel, Benveniste e Montagnier sono riusciti a dimostrare che il beneficio dei rimedi omeopatici è riconducibile all’interazione delle debolissime o.e.m. memorizzate nella estrema diluzione del simillimum.
Lei ha condotto diversi studi scientifici sull’efficacia diagnostica e terapeutica di alcune metodologie alternative, come l’elettroagopuntura di Voll e la Mora terapia: come è nato in lei l’interesse verso un campo di ricerca che molti definirebbero di confine?
La preparazione di Fisica elettronica di base, l’insegnamento di Biofisica Medica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania e l’appartenenza all’equipe di ricerca del dipartimento di Scienze Fisiologiche, mi ha sempre portato ad impegnarmi nella ricerca in Biofisica Fisiologica, in Elettronica e Informatica Biomedicale e nei fenomeni d’interazione tra campi elettrici ed elettromagnetici e strutture biologiche.
In quest’ambito, sono venuto a conoscenza di nuove tecnologie che, sfruttando le interazioni delle onde elettromagnetiche LEF con l’organismo, possono essere utilizzate per effettuare sia esami diagnostici che trattamenti terapeutici mirati. Devo confessare che, alla richiesta di un amico di valutare l’apparecchiatura che aveva acquistato il figlio, capace di realizzare dette tecnologie, la mia risposta (da ignorante) fu “di queste cose non me ne devi parlare”. La sua risposta fu: “sei il biofisico della Facoltà, desidero che sia tu a valutare la realtà biofisica su cui si basano queste tecnologie”.
Avendo riconosciuto validi i principi biofisici di base ed anche della diagnostica kinesiologica che non conoscevo, ho voluto sottoporre dette tecnologie ad una sperimentazione scientifica, ritenendo che, per la singolarità e l’originalità, questi nuovi approcci, attualmente classificati tra le medicine non convenzionali, dovevano essere adeguatamente veri-ficati dalla ricerca di base. Pertanto, prima di accertarle in fede, abbiamo programmato di sperimentarle per confermarne la validità.
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