Biopranoterapia. Curare con l’energia vitale.

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Biopranoterapia. Curare con l’energia vitale.

di Stefano Fusi – auraweb.it

Si fa, la praticano anche i medici, anche in ospedale, funziona. Ma perché non si dice? È una delle
terapie più note, utilizzate, efficaci, antiche, comprovate. Ma la biopranoterapia non rientra nei
nuovi elenchi delle terapie complementari ‘ufficializzate’ di recente dall’Ordine dei medici.
Perché?

È una delle ‘terapie non convenzionali’ più note e utilizzate, anche dai medici stessi: dalla
lettera di un medico sul numero di ottobre-novembre 2003 de La Professione, mensile della
Federazione dei Medici, risulta (dati Censis) che la pranoterapia è utilizzata dal 15% dei medici e
dal 30 % dei pazienti in Italia (oltre 15 milioni di persone, insomma); e da una recente indagine di
Salute, supplemento di La Repubblica e di Format risulta che il 63% degli italiani la conoscono.

Ci sono ormai molte e promettenti sperimentazioni ‘scientifiche’ sui suoi effetti, come in Regione
Lombardia. Ma in Italia incontra uno strano muro di gomma. Anche se è esercitata da migliaia di
operatori, molti dei quali danno garanzie di serietà e professionalità con una specifica formazione
che risponde a criteri validi in tutta Europa, e molto spesso collaborano con medici e ospedali.

Anche se i suoi effetti sono convalidati da studi universitari con tutti i crismi della
‘scientificità’ (vedi sito www.aifep.it). E anche se ha basi teorico-culturali approfondite,
avallate dalla scienza più avanzata: dagli studi sulle energie vibrazionali alla teoria dei
biofotoni del tedesco Fritz A. Popp, che ha verificato l’esistenza di una comunicazione
intercellulare attraverso un’energia definita appunto biofotonica. Come mai sembra più facile
riconoscere terapie pur validissime ma orientali (Reiki, Shiatsu), rispetto alla nostra terapia più
antica e popolare, consolidata nella pratica dai risultati positivi?

Esterofilia, provincialismo, rimozione della grande tradizione europea, italianissima (e cristiana!)
delle ‘mani che curano’? Ci rispondono due esperti: un medico-pranoterapeuta e il segretario
dell’AIFEP, Associazione Bioterapeuti Europei.

IL MEDICO-PRANOTERAPEUTA

Stefano Moretti è cardiochirurgo specializzato in chirurgia generale, pediatrica, d’urgenza e pronto
soccorso, e in cardioangiochirurgia. Ha lavorato in reparti ospedalieri clinici dal 1971. Dal 1973
al 1997 esercitò all’Ospedale milanese di Niguarda, prima nel reparto Chirurgia infantile, poi dal
1979 al Centro De Gasperis di Cardiochirurgia. Dal 1991 ha gradualmente associato la biopranoterapia
alla pratica clinica.

– Dottor Moretti, come è arrivato alla biopranoterapia?

“È stata un’esperienza insolita, particolare. Esercitando la mia professione. Ho avvertito i
colleghi. Mi è stato concesso di fare verifiche, applicando la biopranoterapia.”

– Come hanno reagito gli altri medici?

“C’è stata tolleranza da parte loro – un atteggiamento di prudente apertura. Ciò è avvenuto a
partire dagli anni Novanta, prima non avevo mai avuto contatti né esperienze con la pranoterapia.
Dapprima, ho saputo indirettamente, i medici erano divisi fra loro; poi ha prevalso la constatazione
che i primi a essere contenti dei trattamenti erano i pazienti. I colleghi più aperti culturalmente
davanti a questo fenomeno mi dicevano di intervenire personalmente, perché non lo conoscevano
direttamente.”

– Quali risultati ha avuto?

“A volte sorprendenti. Mi hanno spinto a continuare. Ho applicato la biopranoterapia su richiesta
espressa dai pazienti, dai colleghi, anche in altri reparti, anche fuori dall’ospedale, anche su
familiari di colleghi. Non ho mai rifiutato di farlo. Per due motivi: per non negare una possibilità
e per cercare di capire quali fossero le indicazioni e i limiti della biopranoterapia.”

– In quali casi pratica la biopranoterapia?

“La casistica è multiforme. Dalle malattie somatiche a quadri di tipo psicologico o di disagio
spirituale. Ho avuto un pieno appoggio dal cappellano dell’ospedale. Mi disse: “Si sente la sua
presenza nel reparto; certe cose dette da lei in veste di medico hanno più effetto che dette da me
in veste di cappellano”. Mi ha sempre incoraggiato e dato conferme, cui ho sempre tenuto molto.

– Ci sono dunque due piani di intervento, quello somatico e quello psico-spirituale? Come si
distinguono e come si intrecciano?

“Ho notato che quando ci sono disturbi a livello spirituale, si associano spesso disturbi a livello
psichico-comportamentale. E che c’è un legame fra l’organismo e i livelli più squisitamente mentali
della persona. La biopranoterapia può avere effetto su tutti questi livelli. A condizione che il
pranoterapeuta sia sintonizzato su frequenze spirituali e mentali elevate, oltre che corporee.”

– Ora non esercita più all’ospedale. Come prosegue la sua attività?

“Insegno anatomia e fisiologia nella scuola triennale di formazione dell’AIFEP, l’Associazione
Bioterapeuti Europei. Ho trovato naturale trasmettere le mie esperienze, insieme alle mie competenze
mediche, ai nuovi bioterapeuti. I migliori biopranoterapeuti in genere sono persone semplici, i più
dotati sono i più cristallini indipendentemente dal loro livello culturale. Partecipo come docente
alla loro formazione perché credo sia corretto dar loro delle basi dal punto di vista culturale,
scientifico e medico. È legittima la richiesta che fa loro la società di essere eticamente e
professionalmente corretti e adeguati: deve tutelarsi.

– Come vede le altre terapie cosiddette ‘non-convenzionali’?

“Diverse altre possono essere valide. Negli operatori delle discipline ‘energetiche’ però non ci
dev’essere la pretesa di ‘primeggiare’. Bisogna che ognuno smetta di illudersi di essere il migliore
e utilizzi al meglio gli strumenti che conosce.”

L’ASSOCIAZIONE DEI BIOPRANOTERAPEUTI

L’AIFEP è l’unica associazione italiana di biopranoterapia rappresentata nell’Interassociazione
delle Arti per la Salute e nel COLAP, il coordinamento di associazioni professionali che lavorano
per la regolamentazione e il riconoscimento ufficiale delle professioni emergenti non strutturate in
ordini o albi. I bioterapeuti AIFEP offrono dunque una garanzia di serietà, seppur non ancora
riconosciuta dallo Stato, per tutelare gli utenti da maghi e santoni che s’autodefiniscono
pranoterapeuti.

Mario Luviè è segretario dell’AIFEP, che da oltre 10 anni tiene corsi di formazione triennali per
aspiranti pranoterapeuti, ed effettua sperimentazioni scientifiche sull’efficacia della
biopranoterapia (alla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano, i risultati dicono che non è
placebo, se funziona anche su cavalli, mucche, colture cellulari!).

– Luviè, come si ‘diventa’ biopranoterapeuti’?

“Di solito si scopre per caso di avere il ‘dono’. Poi si prova ancora, magari su richiesta, perché
ha funzionato. Poi si cerca d’approfondire e di farlo anche per professione. Per passione e
desiderio di essere utili. L’AIFEP pretende qualcosa di più: buon senso, correttezza deontologica,
competenza, formazione adeguata, coscienza dei propri limiti e attribuzioni: non siamo taumaturghi
che guariscono per miracolo, né medici che possono fare diagnosi. Siamo operatori di un’arte per la
salute che ha proprie regole e caratteristiche.”

– Perché non usate più il termine ‘pranoterapia’?

“Per non confonderci con discipline orientali o mistiche, il termine prana può sviare. Rinunciamo
all’aura di mistero, ormai si sa come funziona la bioterapia. Ci atteniamo a realtà comprovate da
studi scientifici. La bioenergia esiste, è misurabile, è il campo bioelettrico dell’organismo umano.
L’emissione di bioenergia da parte di soggetti dotati, effettuata nel modo corretto, può affiancare
e aiutare le cure convenzionali.”

– Come si effettua la bioterapia?

“Con l’apposizione delle mani a circa 7-10 centimetri dal corpo, in punti specifici individuati dal
terapeuta. Sono trattamenti di breve durata, pochi minuti. Null’altro: né iniziazioni né diagnosi né
indicazioni mediche. Non ci si sostituisce ai trattamenti medici né si dice di interromperli, anche
se chi viene da noi in genere prima le ha passate tutte. La biopranoterapia riequilibra l’organismo
attraverso l’energia ‘bio-radiante’ (termine introdotto dall’antesignano della biopranoterapia in
Italia, il fiorentino Francesco Racanelli, cui abbiamo dedicato il nostro Centro studi).”

– Quali sperimentazioni della biopranoterapia sono state effettuate di recente?

“L’ultima l’ho effettuata personalmente, per conto dell’AIFEP, all’Ospedale Salvini di Garbagnate,
dal 2000 al 2002, a titolo volontario e senza alcuna spesa per la Sanità. Con risultati interessanti
e da valutare attentamente, per il dottor Antonio Pastore, specialista in chirurgia generale,
angiologia e chirurgia vascolare, nostro referente nell’ospedale. È stata una delle sperimentazioni
di medicine non convenzionali effettuate in questi anni all’interno di un programma di valutazione
della Regione Lombardia.

“Proposta dallo stesso Ospedale Salvini, la sperimentazione (tre giorni la settimana per 22 mesi)
era su ‘l’efficacia del trattamento delle ulcere distrofiche degli arti inferiori in pazienti
trattati con terapie convenzionali associate alla biopranoterapia’ e poi sul ‘trattamento della
malattia di Reynaud’. La sperimentazione è stata poi ‘messa in un cassetto’: non risulta ancora
nell’elenco di quelle effettuate dalla Regione. La segreteria competente dice che la commissione di
valutazione non s’è più riunita. Ma c’è n’è bisogno, per segnalare una cosa realmente effettuata?”

AIFEP FA PARTE DELL’INTERASSOCIAZIONE DELLE ARTI PER LA SALUTE

Le medicine naturali e le terapie dolci aiutano a prevenire disturbi, ristabilire un equilibrio e
benessere generale, mantenere la salute. Vanno praticate da persone esperte, coscienti che il loro
lavoro si affianca ma non si sostituisce a quello del medico, che ha la responsabilità di diagnosi e
terapia. Una strada scelta da alcune di queste discipline è di chiarire che non sono terapie in
senso stretto ma ‘arti per la salute’.

L’ I.A.S. nasce cinque anni fa dalle federazioni e associazioni italiane più rappresentative di
Yoga, Shiatsu, kinesiologia, riflessologia, biopranoterapia e naturopatia. Seguono i criteri
promossi dall’Unione Europea per l’autocertificazione di qualità degli operatori di professioni non
regolamentate per legge ma ormai riconosciute di fatto dalla società.

Per l’UE non vanno creati nuovi albi professionali ma, in un libero mercato, vanno fornite agli
utenti garanzie di professionalità (criteri sono: formazione almeno triennale con monte ore di studi
minimo, esami d’accesso e finali, aggiornamento professionale costante, codice deontologico -nel
caso delle Arti per la Salute, prevede esplicitamente la rinuncia a entrare nelle competenze mediche
e sanitarie), tariffario trasparente. Così ci si può rivolgere con tranquillità a operatori
qualificati, ferma restando la libertà di rivolgersi ad altri. Il Servizio Sanitario Nazionale, in
seria crisi, risparmierebbe perché la gente sarebbe più sana; lo Stato incasserebbe tasse da
operatori professionisti finora semi-clandestini.

L’IAS si è ampliata nel tempo. Oggi fanno capo all’I.A.S. le seguenti organizzazioni:

– A.I.F.E.P.-Bioterapeuti Europei;
– Federazione Italiana Shiatsu;
– Associazione Italiana Shiatsu;
– Federazione Nazionale Scuole Shiatsu;
– Associazione Kinesiologia Specializzata Italiana;
– Federazione Italiana Reflessologia del Piede;
– Federazione Italiana Yoga;
– Unione Naturopati;
– A.I.BI.C – Associazione Italiana di Biodinamica Craniosacrale;
– R.I.F. Registro Italiano Floriterapeuti;
– I.T.C.C.A. International Tai Chi Chuan Association.

Oltre a formare i professionisti, fanno informazione e collaborano con progetti di ricerca in
università e ospedali: l’Ass. It. Shiatsu collabora con diverse case di cura e con l’Università di
Roma La Sapienza, altre organizzazioni di shiatsu collaborano con strutture ospedaliere, l’AIFEP
sperimenta all’Ospedale di Garbagnate e da anni con l’Università di Milano testando gli effetti
della biopranoterapia sugli animali (i risultati escludono l’effetto placebo: la bioenergia esiste
davvero, funziona anche sugli animali e sulle colture cellulari).

I SITI
www.I.A.S.
www.aibic.it
www.fis.it
www.aifep.it
www.firp.it
www.itcca.it
www.registroitalianofloriterapeuti.it
www.unionenaturopati.com
www.shiatsu-palombini.it
www.iksen.it
www.yogaitalia.com
Su alcuni di questi siti c’è l’elenco dei professionisti iscritti.

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