BIORISONANZA OLOGRAFICA E LUCI WHITE

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BIORISONANZA OLOGRAFICA E LUCI WHITE

di Orazio Valenti
per Edicolaweb

Continuando ad approfondire il campo vivente, grazie allo studio di alcuni scienziati italiani
possiamo trattare alcuni aspetti della realtà vibrazionale dell’uomo, in relazione al suo ambiente
ed all’Universo stesso.

Così come spesso ho sottolineato, nell’invisibile e nel fantastico, vi è molta più realtà di quanta
ne possiamo immaginare, non solo: in ciò che crediamo vita tangibile, un mare di illusioni ci hanno
finora fatto perdere la strada della conoscenza e quindi della concezione della realtà vivente.
Tutto ciò che ci dà gioia od angoscia, è avvolto dalla ragnatela dell’ignoranza, se non la
“illuminiamo” di coscenza migliore: ciò che fa differire l’uomo dall’animale.
Se siamo entusiasti, tristi, appassionati o stressati, se le relazioni con gli altri ci aiutano o ci
scaricano, se essere presenti ad una manifestazione popolare o ad una partita di calcio ci droga di
fanatismo che poi da soli valutiamo diversamente… c’è una spiegazione e sta nella presa di
coscienza individuale a non lasciarci condizionare dagli influenzamenti dello status collettivo.
Perché non restiamo padroni di noi stessi non solo per stare meglio, ma anche per aiutare gli altri?
Quali fenomeni succedono dentro e fuori di noi per nutrirci “passivamente” dei più svariati stati
d’animo o di salute?
Ringrazio molto il ricercatore Alberto Tedeschi, esperto in bioenergetica ed il dott. Alessandro De
Benedittis esperto in comunicazioni, che hanno risposto ad alcune domande offrendomi i risultati del
loro gruppo di studio.

Cosa succede ai nostri “stati d’animo”?

Il corpo umano genera, al pari di tutti i corpi viventi, un campo elettromagnetico che è di debole
emissione, cioè al livello delle onde cerebrali è rilevabile un segnale con intensità intorno a
10-15µ Ampere. Se esso invece viene letto con sofisticati rilevatori SQUID, risulta di una intensità
di pochi µ Tesla. Per avere un paragone con altri emettitori di campo elettromagnetico, il nostro
corpo ha una intensità di emissione milioni di volte più piccola del campo generato da un comune
cellulare o da un walkman o, a maggior ragione, da un apparecchio televisivo.

Ci sono particolari zone del corpo che emettono o ricevono più di altre?

Da un punto di vista qualitativo, studi recenti hanno rilevato che il segnale elettroencefalografico
umano è molto “ricco” di informazione in quanto è rappresentativo dall’insieme delle emissioni del
nostro corpo ed è indipendente dal punto di applicazione degli elettrodi rilevatori. Ciò significa
che esiste la cosiddetta riflessologia delle onde cerebrali grazie alla quale la elaborazione delle
informazioni elettroencefalografiche ha permesso la creazione di una mappa olografica dell’intero
nostro corpo in grado di stabilire una relazione tra ogni livello di frequenza cerebrale e parte del
corpo ad essa corrispondente.

Ciò vuol dire che il cervello è collegato alle varie zone corporee non solo per semplici
collegamenti elettro ormonali, ma anche da una sottile struttura tridimensionale olografica?

Sì. Risulta che le frequenze basse sono collegate alla parte bassa del corpo così come le alte a
quella alta. Inoltre, tra i vari livelli di frequenza appaiono delle strutture armoniche
fondamentali che sono in relazione tra di loro con una precisa corrispondenza al sistema dei
meridiani energetici o dei chakra.

E quale è la caratteristica di questa struttura vivente olografica?

La dimensione olografica di tali mappature è data dal fatto che singole parti del corpo umano, sia
pur limitate, sono rappresentative dell’intero, così come in una lastra fotografica laser: una parte
della stessa, se spezzata, egualmente riproduce l’intero. Si è arrivati a tali risultati grazie agli
studi svolti presso la Università Maharishi negli USA ed in Italia dai dott. M. Margnelli, N.
Montecucco ed A. Tedeschi.

Questa struttura dinamica, può variare, essere disturbata?

Si è riscontrato che le frequenze di un certo individuo variano a seconda se la stessa osservazione
viene effettuata qualora esso faccia parte di un gruppo di altre persone presenti nello stesso
ambiente ove viene fatta la rilevazione. Infatti, se si misurano le onde cerebrali di un gruppo di
persone presenti nello stesso ambiente, è possibile rilevare la relazione bioenergetica tra i loro
corpi e che si esprime in una “Olografia di Biorisonanza” tra di essi.

Nota: Ecco dunque i collegamenti tra i principi della raffigurazione olografica tridimensionale, la
caratteristica olografica per cui in qualunque punto c’è il richiamo dell’intero (vedi l’indagine
corporea attraverso le mani, l’orecchio, il piede, l’iride ecc…), e questa “Olografia di
Biorisonanza”.
Una sorgente sonora, inizialmente in silenzio, può entrare in vibrazione se è investita da onde
sonore di frequenza uguale alla sua, risuonando. L’ampiezza delle oscillazioni indotte in un sistema
vibrante, tende ad amplificarsi. Queste possono essere utili o dannose. La Biorisonanza scaturisce
dal manifestarsi di effetti simili nei tessuti biologici. “Simili” perché ai fenomeni di carattere
vibrazionale “fisico”, si sommano, a maggior tenore, i fenomeni scaturenti dalle frequenze dei
“dinamismi Vitali” che appartengono ai “Campi Energetici Superiori” quali le “bioenergie rilevabili
dall’Aura”.

Dunque, ci si influenza inevitabilmente?

Tale biorisonanza dà luogo ad una sincronizzazione del tutto spontanea dei segnali emessi da
ciascuno. Accade pertanto che l’insieme delle emissioni dei singoli corpi si comportano come un
sistema nel quale le differenze del segnale emesso tendono ad omogeneizzarsi e ridursi raggiungendo
una impressionante similitudine.

Come si spiega che corpi/persone distinti possano sincronizzarsi al punto di omologarsi in una
contemporaneità e somiglianza di emissioni?

Ciò succede perché vi è una relazione di risonanza naturale tra l’ambiente elettromagnetico esterno
(emissioni elettromagnetiche dei corpi esterni ed emissioni ambientali) e quello interno. In altri
termini: grazie alla risonanza olografica interna tra le parti di un corpo, ogni organo interno
viene “rappresentato” in termini di segnale emesso dall’insieme delle emissioni elettromagnetiche
rilevabili con un elettroencefalogramma. Parimenti, la biorisonanza olografica esterna fa sì che
corpi distinti manifestino vibrazioni che tendano a rappresentare quelle dell’intero gruppo.

Rifacendoci alla spiegazione di “INSIEME OLOGRAFICO”, ogni singolo elettrobiogramma degli organi del
corpo umano riflette l’ologramma dell’intero, e così ogni corpo rispecchia l’insieme del nominato
raggruppamento. Questa vostra conclusione è straordinaria perché spiega chiaramente alcune
correlazioni pratiche tra ogni dinamismo vivente. In specie come, in un gruppo, l’uomo possa quasi
spegnere la propria individualità per essere parte come di un gioco collettivo.

Infatti, mentre il limite biochimico tra i corpi rimane inalterato, la vicinanza fisica permette uno
scambio elettromagnetico che va oltre i limiti di ognuno e va al punto che ogni corpo, dal punto di
vista elettromagnetico, diviene a sua volta organo dal corpo più grande costituito dall’insieme
degli individui.
Possiamo dire che ciò che accade all’interno di un corpo, a livello elettromagnetico, accade anche
tra più corpi e tra questi e l’ambiente circostante. Quindi la riproduzione olografica del segnale
emesso dalle componenti di un sistema si allarga a tutte le componenti dello stesso,
indipendentemente dalle dimensioni o dal numero dei componenti stessi. Cioè, da un punto di vista
elettromagnetico, il nostro corpo non ha confini.

Questo sia in emissione che in ricezione. “Tutto è vibrazione e tutto interagisce”. Questa è una
prova scientifica della armoniosa unicità dell’Universo, anche se racchiudiamo sotto il termine
“elettromagnetico” una serie infinita di vibrazioni, oltre le quali ci sono nuove dimensioni
vibrazionali che non si discostano da questa stessa spiegazione.

Posso aggiungere che una delle conseguenze di questo fenomeno è che noi stessi, a livello corporeo o
meglio vibrazionale, oltre a co-vibrare con l’esterno, “cerchiamo” o “generiamo” intorno a noi
ambienti compatibili con la nostra energia di base al fine di renderci coerenti con esso.

Considerando che: nei fenomeni di interferenza acustica o luminosa, dovuti alla sovrapposizione di
due onde di uguale periodo e di ampiezza ma di fase diversa, le due onde si dicono coerenti se il
ritardo di fase necessario al prodursi del fenomeno resta costante.
Siamo dunque coerenti con l’ambiente o con altri “corpi viventi”, se siamo o ci predisponiamo ad una
sintonia equilibrata…

Tale ricerca dell’equilibrio energetico e quindi delle situazioni di minino attrito, può essere
letta in termini di fisica quantistica, come una ricerca del minimo sforzo, cioè di minima energia
impiegata al fine di raggiungere una situazione sostenibile tra noi e il nostro ambiente. Questo non
significa che noi cerchiamo comunque un’armonia col nostro ambiente, molto più semplicemente si è
alla ricerca di un equilibrio energetico, ed in termini di valore può significare che qualsiasi
tipologia è ammessa, dalla migliore alla più inquinata, purché mantenga il principio del minimo
sforzo.

Questo spiega che una certa parte del nostro quoziente evolutivo ci spinge ad assestarci in modi di
vita comoda che siano altruistici od egoistici?

Secondo la fisica quantistica i sistemi (e quindi i corpi) cercano spontaneamente una situazione
nella quale l’energia utilizzata per mantenere l’equilibrio omeostatico tra interno ed esterno viene
ottimizzata grazie alla riduzione progressiva delle differenze energetiche ed informative tra i
singoli componenti del sistema stesso e questo vale sia all’interno di un corpo che tra questo ed il
suo ambiente.
La lettura dell’EEG del cervello è la rappresentazione vibrazionale dell’equilibrio omeostatico di
noi stessi con l’ambiente e quindi dell’insieme delle energie emesse dagli organi interni del corpo,
siano essi fisici o più sottili. Lo stesso equilibrio è rilevabile dalla lettura tramite la
riflessologia plantare o l’iridologia.

In genere per “omeostasi” si intendono le condizioni interne di equilibrio organico che assicura una
normale attività biologica delle cellule o dei tessuti. Possiamo dunque valutare diversi aspetti di
questa stabilità, ma come potremmo ricercarne un miglioramento, con quali terapie?

Passando dalla semplice lettura della nostra energia alla sua diagnosi e alla cura, va rilevato un
altro fenomeno estremamente interessante che è legato alla possibilità non solo di percepire la
situazione energetico/vibrazionale di un organo interno, ma anche di agire a ritroso sullo stesso
organo mediante la “manipolazione” dei suoi terminali vibrazionali/energetici presenti ad esempio
nella mano o nel piede. In tal modo, agendo dall’esterno, è possibile intervenire sugli organi
interni mediante applicazioni meccaniche come la pressione (shiatzu) o di calore (moxa) o di aghi
nei meridiani (agopuntura). Ogni organo componente del sistema umano pertanto emette e riceve
segnali, dando luogo ad una interminabile “matassa” energetica distribuita nell’interno del corpo,
che può essere modificata e manipolata agendo non solo meccanicamente sui terminali dello stesso, ma
anche energeticamente immettendo vibrazioni specifiche atte ad interferire con quelle emesse
dall’organo su cui si interviene.
Questo fenomeno apre la possibilità della cura mediante intervento energetico o vibrazionale sugli
organi interni escludendo, quale principio attivo, l’utilizzo di sostanze biochimiche. Tale
metodologia comprende anche l’omeopatia in quanto, utilizzando comunque sostanze “fisiche” di
queste, in realtà viene utilizzato soltanto il messaggio vibrazionale memorizzato nell’acqua.
La metodologia della medicina energetica ha infatti scoperto la possibilità di dialogare con organi
del corpo umano mediante un linguaggio vibrazionale e non biochimico.

Tanto più avanzano queste riscoperte di “Medicina Alternativa”, quanto più e conosciamo delle
energie della vita. Da questi aspetti, quale differenze voi ponete con la medicina tradizionale?

Questa nuova medicina, a differenza di quella allopatica/biochimica ha il vantaggio di non usare
sostanze tossiche e di agire direttamente senza generare effetti generali indesiderati (malattie
iatrogene), non solo, ma in virtù della possibilità di leggere la mappa energetica interna, è
possibile effettuare indagini molto più puntuali e precise.
L’individuazione della malattia avviene sfruttando il principio della risonanza, grazie al quale
l’organo o la parte non armonica risulta patologicamente impossibilitato a risuonare dinamicamente
con l’esterno, ovvero è in ristagno di energia con un eccesso di coerenza biochimica. Il segnale
elettromagnetico che corrisponde olograficamente alla zona patologica è stabile nel tempo, ed è a
tutti gli effetti una cristallizzazione biochimica ed elettromagnetica. In altre parole, la parte si
comporta, rispetto al resto del sistema, come un sistema chiuso che perde la sua caratteristica
olografica; quanto più alto è il livello della patologia, tanto maggiore è l’isolamento rispetto
all’insieme fino ad arrivare allo stato patologico cronico.

Possiamo paragonarlo alle volontà ribelli dell’uomo verso le Leggi Naturali per cui isolarsi o voler
fare diversamente ci pone su un piano di avversione della vita stessa verso di noi. Questo concetto
è rilevante nei diversi aspetti sia fisici che psichico. E le dimostrazioni scientifiche a riguardo
ci aiutano. Sorge però un dubbio dell’interno stesso di questa scoperta: come possiamo essere sicuri
che i mezzi usati per le indagini “energetiche”, non possano essere influenzabili da altre energie
che ci sfuggono o da quelle degli operatori stessi?

Ricordiamo che il limite della medicina vibrazionale è dato sia dalla soggettività della diagnosi
che necessariamente dal terapeuta, in base ai dati di cui dispone. Fatto che di per sé non porrebbe
tale metodologia di cura tanto distante da quella tradizionale, se non intervenisse ad inficiare in
tutto od in parte la non invasività del metodo, la necessità di basare la diagnosi su dati sfuggenti
o assai difficili da rilevare quale la dimensione energetico-vibrazionale del “paziente”. Una
diagnosi Kinesiologica, oppure fatta con EAV (elettro agopuntura di Voll), o con il Vega Test,
infatti, può essere inficiata dalla biorisonanza del corpo del terapista con quello del paziente in
quanto costituiscono un unico campo elettromagnetico. Pertanto è certo che il terapista ha
effettuato una parte della diagnosi su se stesso, perché non è materialmente possibile stabilire una
separazione netta a livello energetico tra sé ed il paziente. Pertanto la bontà della cura
assicurata dal metodo vibrazionale, può in tutto o in parte essere invalidata dall’errore di lettura
e quindi di diagnosi con il grosso problema etico di testare con la stessa metodica un’insieme di
rimedi vibrazionali che vanno ad equilibrare l’interdipendenza bioenergetica tra paziente e
terapeuta e non la reale sostanza patologica; la terapia porta quindi a una reale dipendenza
bioenergetica e ad una falsa condizione di salute.
Ideale sarebbe che il paziente potesse da solo effettuare sia la diagnosi che la terapia escludendo
ogni intervento esterno. Non si porrebbe in tal caso, da parte del terapista, il problema della sua
interferenza e quindi del possibile errore.

Naturalmente questo è da sottolineare nei diversi settori di indagine, senz’altro di carattere
enorme e straordinario, ma da fare con la massima cautela:
– La misurazione dell’aura, influenzata da qualunque “campo” ambientale.
– L’esame dei campioni di sangue od altri liquidi o tessuti biologici, in cui può avvenire lo
“scambio energetico” tra campioni o con i manipolatori.
Può indicarci nuovi metodi di operatività?

Attualmente esiste una soluzione al problema data dal metodo WHITE. Con esso il paziente utilizza la
sua energia per informare lo strumento di cura. In tal modo si realizza un rimedio “isoterapico”,
cioè basato su un principio attivo “prelevato” dallo stesso paziente. Si utilizza la naturale
proprietà del corpo di emettere un segnale elettromagnetico olografico che è fedelmente
rappresentativo dello stato elettromagnetico del corpo, e quindi della eventuale patologia.
La creazione del cosiddetto rimedio olografico sincronico o “Acqua di WHITE” si realizza nel
seguente modo:
Il paziente agita nelle mani una boccettina contenente acqua minerale naturale e, tramite la
succussione, le molecole dell’acqua vengono attivate dal segnale elettromagnetico emesso dalla mano.
L’informazione in tal modo trasferita all’acqua viene successivamente rifasata con la luce WHITE
attraverso un processo di fisica quantistica per il quale l’acqua perde il contenuto informativo
elettromagnetico legato alla patologia e diventa un rimedio ad alta risoluzione olografica che va a
colpire direttamente i tessuti e gli organi che sono in ristagno di energia.
Risultato di tale intervento è “l’apertura” elettromagnetica delle zone di ristagno che riacquistano
la loro caratteristica olografica originaria. Il principio di attivazione dell’acqua o “Olio di
WHITE”, si chiama: Biorisonanza Olografica (holographic bioresonanceâ).
Il metodo WHITE è quindi un metodo etico perché usa la stessa metodologia del paziente e limita
fortemente la problematica della diagnostica. Il funzionamento fisico della Luce WHITE deriva
direttamente dalla teoria QED (Quantum Electrodynamics) del prof. Giuliano Preparata recentemente
scomparso e del prof. Emilio Del Giudice.

Il gruppo ricerca “Luci WHITE” è composto da medici, psicologi, tecnici e naturopati tra i quali
segnaliamo: per la parte bioenergetica: dott. Marco Del Prete, dott. Pietro Rabolli, dott. Elio
Sermoneta, dott. Vanni Zacchi.
Per la parte psicologica e naturopatica: prof. Claudio Vacava.
Per la parte di indagine radioestesia e geopatologica: dott. Roberto Tresoldi e dott. Giampiero
Quadrelli.
Per la conoscenza ed il coordinamento: Alberto Tedeschi.

Per informazioni e conferenze sulla luce WHITE e la biorisonanza olografica:
www.geocities.com/clamvobis/White.html
a.tedeschi@tiscalinet.it

Conclusioni:
I nostri strumenti rivelano onde elettromagnetiche provenienti dal nostro “campo” corporeo con
segnali di debole intensità. Questo non vuol dire che emettiamo segnali molto blandi, ma solo che
sono registrati tali dai nostri strumenti. Se avessimo altri strumenti e potessimo meglio indagare
sui “campi formativi” del vivente, avremmo risposte tanto straordinarie quanto una migliore presa di
coscienza “sull’extracorporeo”. Tra l’altro alcuni ricercatori in fisica stanno scoprendo quanto sia
di estrema importanza l’Etere Cosmico, dove risiedono i dinamismi che strutturizzano equilibri
intergalattici ed interplanetari. Lo stesso vale per l’immenso “vuoto” che è tra atomi e molecole
della nostra struttura corporea: vi sono in gioco energie talmente potenti e sottili che ci fanno
vivere in questo interscambio olografico tra microcosmo e macrocosmo.
Da considerare, anche se si indaga sullo stato di salute del paziente “isolato” da qualunque
influenzamento, che sarà poi ben diverso sia lo stato della salute sia che la terapia non funzioni a
causa del suo “ritorno” nell’ambiente vissuto. Bisognerebbe curare parimenti la società, il rapporto
dell’uomo con la Natura Madre. Quanto sarebbe utile “rifare” questa umanità!
A questo punto, quanto vale il campo di massima energia che è il proprio Sé Spirituale!
Quanto vale una cura spirituale, stimolata da un maestro ed autorealizzata dall’individuo
personalmente e per sempre!
Curare le cause è massimamente così, ma per chi e come arrivarci?
E… dove sono questi maestri?
Non certo con fideismo, fanatici rituali o adorazione di misteri, o attraverso sedicenti “guaritori
o pranoterapeuti” dalla dubbia evoluzione spirituale, perché in questo caso sarebbe meglio la
medicina chimica.
Da un canto la forza della meditazione ha un grande potere, perché il pensiero dell’uomo ha forza
creativa, ma bisogna vedere di quale uomo. Dietro questa forza c’è un animo, uno spirito che può
esercitare od amplificare volontà pure o sporche, ciò che c’è dentro ognuno di noi.
Qual è il vero realizzato che può trasformare il male in bene?
Chi può esorcizzare anime e destini con un pensiero, desiderio, pulito o sporco?
Non è importante solo sapere che si può fare, ma se si può fare come e cosa…

orazio.valenti1@tin.it

Approfondimento sul sito www.sublimen.com

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