Al di là di sviste e truffe, le teorie possono avere dei limiti. Anche il Modello Standard ne ha.
Per il professor Roberto Longo (Tor Vergata): “Spesso si possono incontrare somme di infiniti
termini che, a rigore, danno infinito ma che i fisici riaggiustano in modo da avere un risultato
che non esiterei a definirei in stupefacente accordo con gli esperimenti
di Pianetascienza per il Fatto | 6 luglio 2012
La scoperta del bosone di Higgs viene festeggiata come un dato certo che non sarà messo in
discussione. Questa volta siamo abbastanza sicuri che i nostri dati sul bosone di Higgs non ci
porteranno a uno scivolone come è invece successo per la vicenda dei neutrini più veloci della luce
spiega Aleandro Nisati, coordinatore della fisica dellesperimento ATLAS. A confermare la fiducia
del fisico, lindice dellerrore casuale della misurazione di una grandezza fisica, chiamato sigma.
Ora siamo arrivati a 4,9 sigma con Cms, quindi una probabilità di errore dello 0,000028 per cento,
e 5 sigma con Atlas. Due esperimenti indipendenti, con un indice sigma simile, ci inducono a
escludere eventuali scivoloni. Gli scivoloni in cui la scienza, più o meno recentemente e più o
meno in buona fede, è incappata non sono tantissimi, considerando che il metodo scientifico risale
al XVII secolo, ma sono vistosi. A partire proprio dai neutrini superveloci, che lo scorso settembre
il rivelatore Opera dellesperimento Cngs (Cern Neutrinos to Gran Sasso) scoprì essere più veloci
della luce di 60 nanosecondi. Si gridò al risultato del secolo, la teoria della Relatività di
Einstein fu messa in discussione. Fino allo scorso febbraio, quando, mestamente, il Cern ha
annunciato che gli scienziati hanno trovato un problema nel sistema Gps usato per misurare il tempo
di arrivo dei neutrini nel laboratorio sotterraneo in Italia. Una cattiva connessione fra un cavo a
fibre ottiche che collega un computer con il ricevitore Gps utilizzato per misurare il tempo di
percorrenza dei neutrini ha dunque falsato la misura.
Se in questo caso si è trattato di errore in buona fede, lo stesso non può dirsi della vicenda che,
in altro ambito, interessò Woo Suk Hwang, lo scienziato coreano considerato uno dei massimi esperti
mondiali di clonazione, che presentò nel 2004 un lavoro pionieristico sulle cellule staminali,
asserendo di avere creato numerose linee di cellule staminali embrionali umane da ovociti umani non
fertilizzati. Lo studio fu pubblicato su Nature, una delle più autorevoli, se non la più
autorevole rivista scientifica mondiale, e si dimostrò basato su dati fabbricati ad arte. Frode più
goffa fu quella che riguardò William Summerlin, un immunologo del Memorial SloanKettering Cancer
Center di New York City che lavorava nel campo dei trapianti, che nel 1974 proclamò di essere
riuscito a effettuare trapianti di tessuto animale senza alcun rigetto. A dimostrazione della sua
tesi, portò dei topolini bianchi che presentavano delle macchie scure, i nuovi tessuti, e che erano
perfettamente sani. Dopo qualche giorno le macchie cominciarono a sbiadire ed allora a qualcuno
venne lidea di passare un batuffolo di cotone imbevuto dalcol sopra le zone trapiantate
scoprendo così che le zone nere erano state disegnate da Summerlin con un pennarello.
E potremmo continuare con i raggi N di Reneé Blondlot del 1903, o con gli elementi transuranici in
cui incappò Enrico Fermi nel 1938, o con il noto fattore di falsificazione di Isaac Newton. Se
però, negli anni più lontani, si imbrogliava inseguendo unidea, oggi può capitare più spesso di
imbrogliare per soldi. Le truffe attuali costituiscono infatti un fenomeno legato spesso al sistema
di finanziamento della ricerca adottato negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale e poi
diffusosi in tutti i paesi occidentali. Ma al di là delle sviste o delle truffe, esistono i limiti
veri e propri delle teorie scientifiche. E anche il Modello Standard, di cui il bosone costituiva il
tassello mancante, ne ha. Innanzitutto non descrive il comportamento della materia nelle condizioni
più estreme che si verificano nellUniverso e non prevede lesistenza della materia oscura, che
costituisce il 96 per cento dellUniverso. E inoltre presenta importanti limiti concettuali. Il
Modello Standard è un modello fenomenologico e dal punto di vista matematico non è rigoroso. Non
contempla poi lunificazione tra teoria quantistica e la teoria generale della relatività di
Einstein: il fatto che non si riesca ancora a formulare una teoria unificata significa che non
abbiamo compreso ancora a fondo queste teorie commenta infatti Roberto Longo, direttore del centro
di Matematica e Fisica Teorica di Roma dellUniversità di Roma Tor Vergata. I problemi di questo
costrutto teorico sono di consistenza logico-matematica. Dal punto di vista matematico continua
Longo il modello è inconsistente: per esempio, spesso si possono incontrare somme di infiniti
termini che, a rigore, danno infinito ma che i fisici riaggiustano in modo da avere un risultato
che non esiterei a definirei in stupefacente accordo con gli esperimenti. Allora, dunque, le sfide
della scienza non finiscono col bosone. I giochi sono tuttaltro che chiusi.
di Stefano Pisani
ilfattoquotidiano.it
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