“Brain rot”, la parola dell’anno secondo Oxford Dictionary è “putrefazione del cervello”

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“Brain rot”, la parola dell’anno secondo Oxford Dictionary è “putrefazione del cervello” (causata
dai contenuti online)

L’espressione “marciume del cervello” venne usato per la prima volta nel 1854. Come parola dell’anno
2024 assume nuova importanza nel mondo digitale.

3 dicembre 2024 – Giada Giorgi

La parola dell’anno 2024 secondo Oxford Dictionary Oxford University Press

“Marcescenza del cervello”, conosciuta in lingua inglese come “Brain Rot”, è la parola dell’anno
2024. Così il prestigioso Oxford Dictionary dopo l’analisi accurata dei propri dati linguistici e
della discussione pubblica mondiale, ha annunciato la decisione, facendo luce ulteriore sulla grande
influenza che i contenuti online continuano ad avere sulle nostre capacità cognitive.

Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages, ha definito il termine “Brain rot” come «il
deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, considerato come il risultato di
un consumo eccessivo di materiale (in particolare contenuti online) considerato banale o poco
impegnativo».

Lo scrolling di contenuti di qualunque genere, spesso leggeri e di scarsa rilevanza dal punto di
vista intellettuale e conoscitivo produce notevoli passi indietro per la salute del nostro cervello,
che risulta così affaticato da un bagaglio pesante di informazioni senza particolare valore
intellettuale.

PERCHÉ QUESTA SCELTA? Gli esperti dell’Oxford languages hanno notato come l’espressione “Brian rot”
abbia guadagnato una nuova importanza nel 2024 per indicare le preoccupazioni sull’impatto del
consumo di quantità eccessive di contenuti online di bassa qualità: l’utilizzo del termine è
aumentato nella sua frequenza del 230% tra il 2023 e il 2024.

In particolare su TikTok tra la Generazione Z e la Gen Alpha, il “marciume del cervello” ha
registrato un utilizzo più diffuso. Stessa cosa nel settore del giornalismo, spesso in riferimento
alla cultura online.

Protagonista anche di trattazioni più ironiche e divertenti, il brain raiot è stato fortemente
associato anche alla serie di video virali Skibidi Toilet del creator Alexey Gerasimov. Miliardi di
visualizzazioni di una serie che ha sbancato tra i più giovani e che dimostra essere uno degli
esempi più evidenti della ricerca di contenuti “ultra leggeri”.

UNA QUESTIONE (ANCHE) SCIENTIFICA. Uno degli studi scientifici più recenti sul tema, pubblicato su
National library of Medicine, ha dimostrato come Internet possa produrre alterazioni acute e
permanenti nella cognizione relativa all’attenzione e alla memoria. Elementi che possono riflettersi
nei cambiamenti nella materia grigia del cervello.

Lo scrolling ripetuto può avere un effetto negativo sulle facoltà mentali degli individui
interrompendo la capacità del cervello di codificare e conservare le informazioni. Inoltre, la
sovrastimolazione costante può portare a una ridotta capacità di attenzione.

Per questo la scelta di Oxford si fa ancora più strumento di riflessione: «Si può vedere la
crescente preoccupazione della società per come sta evolvendo la nostra vita virtuale, il modo in
cui la cultura di Internet sta permeando così tanto in chi siamo e di cosa parliamo.

La parola vincente dello scorso anno, “Rizz”, è stato un esempio interessante di come la lingua sia
sempre più formata, modellata e condivisa all’interno delle comunità online», continua il presidente
di Oxford Languages.

Il “marciume del cervello” parla di uno dei pericoli percepiti della vita virtuale e di come stiamo
usando il nostro tempo libero. Non ci sorprende che così tanti elettori abbiano abbracciato il
termine, approvandolo come nostra scelta per il 2024».

IL “MARCIUME DEL CERVELLO” VIENE DA LONTANO. Termine rappresentativo del 2024, ma l’espressione
“Brain rot” arriva da lontano. il primo utilizzo registrato dall’Oxford Dictionary risale al 1854,
nel libro Waden di David Thoreau. Nella parte finale dell’opera, l’autore critica la tendenza della
società a svalutare le idee complesse, o quelle che possono essere interpretate in più modi, a
favore di quelle semplici, segnalando così un declino generale dello sforzo mentale e intellettuale.
Il tema ora sembra aver assunto una nuova importanza nell’era digitale.

«Trovo affascinante che il termine “marcescenza cerebrale” sia stato adottato di nuovo dalla
Generazione Z e dalla Gen Alpha, quelle comunità in gran parte responsabili dell’uso e della
creazione dei contenuti digitali a cui si riferisce il termine», spiega il direttore di Oxford
Languages.

«Queste comunità hanno amplificato l’espressione attraverso i canali dei social media, il fatto
stesso che si dice causi il “marciume del cervello” mostra una consapevolezza di sé un po’ sfacciata
nelle generazioni più giovani sull’impatto dannoso dei social media».

corp.oup.com/word-of-the-year/#

pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6502424/

corp.oup.com/news/rizz-crowned-oxford-word-of-the-year-2023/

da focus.it

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