Breve profilo della vita di Sri Ramakrishna

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Breve profilo della vita di Sri Ramakrishna

Tratto da:

Il Vangelo di Sri Ramakrishna

Secondo M.

Vidyananada

Titolo orignale dell’opera

CONDESED GOSPEL OF SRI RAMAKRISHNA
( M’s own English Version )

Traduzione italiana
a cura di AUMPRAKASH & ROMA

1978 by Sri Ramakrishna Math, Madras.
1984 by Editrice Vidyananda

SRI RAMAKRISHNA – Breve profilo della sua vita

Sri Ramakrishna nacque in un villaggio chiamato Kamarpukur, nel distretto di Hugli ( Bengala ),
mercoledì 18 febbraio 1836, o il 10 ‘falgun’1757 ‘Saka’, il secondo giorno della quindicina lunare
ascendente. Egli proveniva da una famiglia brahmina altamente rispettata, ma povera. Il villaggio di
Kamarpukur è circa otto miglia a ovest della suddivisione Arambag, precedentemente chiamata
Jehanabad, e circa 26 miglia a sud di Burdwan.

Il padre di Sri Ramakrishna, Khudiram Chatterji, era un grande devoto. Sua madre, Chandramani Devi,
era la personificazione della bontà; in lei non c’era falsità. In precedenza la famiglia viveva in
un villaggio vicino chiamato Deray, a tre miglia da Kamarpukur. Con lo spirito d’indipendenza di un
colto brahmino, Khudiram rifiutò di apparire davanti al tribunale a testimoniare in favore del
magnate locale, il padrone del villaggio. Quest’uomo rese il posto troppo caldo per Khudiram, che
con la sua famiglia lasciò Deray e si stabilì a Kamarpur.

Nell’infanzia Sri Ramakrishna fu chiamato Gadadhar. Egli ricevette qualche lezione di lettura,
scrittura e aritmetica nella scuola elementare del villaggio. Com’era solito dire, Subhankar, il
famoso matematico il cui libro d’aritmetica è largamente diffuso nel Bengala, gli confondeva
semplicemente la testa.

Lasciata la scuola nel villaggio, al ragazzo non fu permesso di sedere ozioso in casa. Suo prossimo
dovere fu quello di attendere all’adorazione quotidiana del Dio di famiglia, Raghuvir. Ogni mattina
egli cantava il nome del Signore, indossava un abbigliamento sacro e raccoglieva i fiori per il
‘puja’. Dopo le abluzioni, le preghiere e la meditazione sull’Essere supremo, il Dio e Invisibile,
egli adorava Raghuvir – chiamato anche Rama, una delle incarnazioni dell’Essere supremo e l’eroe
della famosa epica ‘Ramayana’. Cantava divinamente. Poteva recitare dall’inizio alla fine le canzoni
che aveva modo d’ascoltare durante le rappresentazioni teatrali. Da ragazzo era sempre felice.
Uomini, donne e bambini – tutti lo amavano.

Dei rinuncianti erano soliti visitare la casa riservata loro dai Lahas di Kamarpur, Gadhadhar,
com’era chiamato allora Sri Ramakrishna, andava fra questi santi uomini e faceva del suo meglio per
servirli con la devozione di un discepolo.

Com’è usanza tra gli Indù, dei dotti brahmini erano spesso impegnati a leggre dai libri sacri la
vita e gli insegnamenti delle diverse Incarnazioni di Dio, cantandone e narrandone le gesta della
lingua volgare. Sri Ramakrishna ascoltava questi uomini con grande attenzione. In questo modo egli
padroneggiò il ‘Ramayana’, il ‘Mahabharata’e il ‘Bhagavatha’, – tutte epiche religiose concernenti
Rama e Krishna, entrambi considerati dagli Indù Incarnazioni di Dio.

Un giorno, quando aveva undici anni, Sri Ramakrishna stava andando attraverso i campi di grano in
direzione di Anur, un villaggio vicino Kamarpukur. Come disse in seguito a suoi discepoli,
improvvisamente vide una visione di Gloria e perse coscienza dei sensi. La gente disse che fu uno
svenimento, ma in realtà si trattava di quella disposizione calma e serena, di quello stato
supercosciente chiamato ‘samadhi’e prodotto dalla visione di Dio.

Dopo la morte del padre, Sri Ramakrishna, che allora aveva 17 o 18 anni, andò con il fratello
maggiore a Calcutta. I due fratelli vennero a Calcutta con la speranza di fare fortuna. Passarono
alcuni giorn a Nathair Bagan e quindi si trasferirono nella casa di Govinda Chatterji, e Jhamapukur.
Sri Ramakrishna fu assunto da Govinda Chatterji a Jhamapukur. Sri Ramakrishna fu assunto da Govinda
per officiare sotto di lui come assistente prete. In questa veste egli venne in contatto con i Mitra
ed altre rispettabili famiglie di Jhamapurkur, che gli affidarono l’adorazione quotidiana delle loro
Divinità familiari.

Rani Rashmani, una ricca quanto pia signora bengalese, aveva fatto costruire un grande tempio a
Dakshineswar, un villaggio a circa quattro miglia da Calcutta. Il tempio fu inaugurato nell’estate
dell’anno bengalese 1262, il 18 di ‘jaistha’, giorno della luna piena – giovedì 31 marzo 1855. Il
fratello maggiore di Sri Ramakrishna, Pandit Ram Kumar, fu nominato capo prete del tempio.

Sri Ramakrishna andava spesso al tempio per vedere il fratello. Entro pochi giorni egli stesso fu
assunto come assistente prete. Anche il secondo dei suoi fratelli, Rameswar, di tanto in tanto
celebrava come prete. Questi ha lasciato due figli, Ramlal e Sivaram, e una figlia, Lakshami Devi.

Entro pochi giorni in Sri Ramakrishna si verificò un cambiamento. Veniva scorto seduto per molte ore
davanti all’immagine della Madre ( nota: Kali, la sposa del Signore dell’Eternità (Shiva ).
Evidentemente la sua mente era ritirata dalle cose di questo mondo ed era in cerca di qualche
Oggetto non ricercato dagli uomini del mondo. I suoi predisposero presto il suo matrimonio, sperando
che questo distogliesse la sua mente dal suo mondo ideale. La sua sposa, Sri Sri Saradamani Devi,
era figlia di Ram Chandra Mukhopadhyaya di Jayrambati, un villaggio a sole quattro miglia da
Kamarpukur. Al momento del matrimonio ( 1859 ) lei aveva solo sei anni, mentre suo marito ne aveva
ventitrè.

Dopo il matrimonio Sri Ramakrishna ritornò nel tempio-giardino di Dakshineswar. A questo punto ci fu
la svolta della sua vita divina. Nello spazio di pochi giorni, mentre adorava la Madre, egli vide
strane visioni di Forme Divine. Durante il servizio serale, tra le altre cose, il suo dovere era
quello di offrire luci, acqua benedetta, fiori, ecc, davanti all’Immagine sacra. Ma, pieno com’era
dell’Idea Divina, egli cominciava la cerimonia, e spessissimo dimenticava di portarla a termine !
Davvero, non smetteva fin quando la gente del tempio non attirava la sua attenzione sulla stranezza
del suo comportamento. In altre occasioni, si sedeva ad adorare la Madre, ma si notava
frequentemente che non vi poneva termine ! Ancora più strano, egli poneva sulla propria testa i
fiori da offrire alla Madre dell’universo !

Le autorità del tempio si accorsero presto che, nel presente stato dei suoi sentimenti religiosi,
Sri Ramakrsihna non era più in grado di svolgere i suoi doveri di prete. Invero, nel presente stato
di sentimenti, egli andava in giro come chi non è nel giusto stato di mente.

Tuttavia il genero di Rani Rashmani, Mathru, lo considerava sotto un’altra
luce: lo chiamava un
profeta mandato da Dio per la salvezza dell’umanità. Per quanto riguarda l’adorazione quotidiana
della Madre, Mathur delegò un altro prete a quell’incarico.

Fu così che Sri Ramkrishna non potè più continuare il suo lavoro di prete, nè poteva adempiere ai
suoi doveri di capofamiglia. Il matrimonio era stato solo nominale. Giorno e notte egli ripeteva
‘Madre ! O Madre !’. Ora, si comportava come un ceppo, o una pietra, o una statua di legno; ora lo
trovavano che si comportava come una persona malata di mente. Altre volte si comportava come un
bambino ! Si nascondeva alla vista degli uomini materialisti ! Non gli piacevano coloro che non
amavano il Signore, né ascoltava altre parole se non quelle di Dio ! Gridava incessantemente: ” O
Madre ! O mia Divina Madre ! “.

Nel tempio-giardino c’era un ostello nel quale si solevano ospitare i santi che avevano rinunciato
al mondo. Tota Puri, un santo monaco itinerante, vi rimase ospite undici mesi, per esporre la
filosofia vedanta a Sri Ramakrishna. Durante l’esposizione, Tota Puri s’accorse che il discepolo non
era una persona comune, e che frequentemente egli andava in uno stato d’estasi divina ( samadhi )
nel quale l’ego finito sparisce e diviene tutt’uno con Dio, l’Io universale!

Una donna brahmina, che aveva ugualmente rinunciato al mondo, fu ospite nel tempio poco prima di
Tota Puri. Fu lei che aiutò Sri Ramkrishna a praticare gli esercizi prescritti dalle scritture
chiamate Tantra. Lei lo considerava un’incarnazione di Sri Chaitanya, l’uomo-Dio di Nadia, e gli
lesse i libri sacri relativi alla sua vita e ai suoi insegnamenti.

Vaishnav Charan, un pandit allora molto famoso tra i vaishnava, veniva spesso a vedere Sri
Ramakrishna. Una volta lo condusse a Colutola, una zona di Calcutta, per assistere allo svolgimento
di un’assemblea religiosa, in onore di Chaitanya. Le persone presenti furono un po’ turbate alla
vista di Sri Ramakrishna ( allora in uno stato di coscienza Divina ), che andò a sedersi nel seggio
riservato a Chaitanya, l’Incarnazione Divina che tutti loro adoravano. Vaishnav Charan era il
presidente di quell’assemblea religiosa.

Vaishnav Charan, una volta, disse a Mathur, genero di Rashmani e allora direttore del tempio: ” la
pazzia di questo giovane non è di tipo comune. Egli è pazzo del Signore ! ” Sia Vaishnav Charan che
la Brahmani ( la donna brahmina ) si accorsero che Sri Ramakrishna era pieno della Grande Idea –
l’Idea Divina. Come Sri Chaitanya, egli era solito passare per tre diversi stati di coscienza
religiosa, cioè: lo stato puramente interno e supercosciente, nel quale non c’era nessuna coscienza
esterna; lo stato semicosciente, nel quale la percezione esterna non si perde del tutto; e lo stato
cosceinte, nel quale è possibile cantare il nome Santo del Signore. Con ‘Madre ! O Madre !’sempre
sulle labbra, egli parlava incessantemente con la Madre Divina. Le chiedeva di istruirlo. Spesso
diceva : ” O Madre, io non conosco le sacre Scritture, nè ho a che fare con i pandit bene istruiti
in esse. Io ascolterò soltanto le Tue parole. Tu insegnami e fammi imparare “.

Sri Ramakrishna dava il dolce nome di Madre all’Essere supremo, all’Assoluto che trascende ogni
pensiero e ogni concezione di spazio tempo. Un volta la Divina Madre gli
disse: ” Tu e io siamo
una cosa sola. Che lo scopo della tua vita in questo mondo sia la devozione profonda ( bhakti ) a
Me. Passa alcuni giorni in questo mondo per il bene dell’umanità. E verranno a te molti devoti.
Allora sarai felice di vedere che nel mondo non ci sono soltanto i materialisti, ma anche anime pure
e libere dai desideri del mondo, e che amano soltanto Me, la loro Madre Divina”

La sera, durante il sevrvizio divino ( aratrika ), in mezzo ai suoni di campane, cembali e tamburi,
Sri Ramakrishna gridava dalla terrazza del kuthi: ” Venite, voi che amate Dio, non tardate. Oh, come
desidero vedervi tutti ! Venite, miei cari, altrimenti la mia vita lascerà questo corpo !”.

Keshab Sen vide Sri Ramakrishna intorno al 1875. In quel periodo Keshab stava con i suoi discepoli
in una villa a Belgaria, a circa tre miglia dal tempio-giardino di Dakshhinevar. Con Sri Ramkrishna
c’era suo nipote Hriday. Viswanath Upadhyaya, comunemente noto come il Capitano, visitò Sri
Ramakrishna in questo periodo. Egli era il rappresentante del governo nepalese a Calcutta,
Mahimacharan lo incontrò poco dopo.

Alcuni discepoli che gli furono più cari e vicini lo incontrarono per la prima volta tra il 1879 e
il 1882. Egli aveva già passato la fase di ‘follia per il Signore’. Era come un bambino, gentile,
pieno di gioia e contentezza. Di solito era in uno stato d’intensa coscienza Divina ( ‘samadhi ‘).

Scendendo da questo piano, soleva muoversi nel suo mondo ideale. In verità si comportava com un
bambino di cinque anni, con ‘Madre ! O Madre !’sempre sulle labbra !

Verso la fine del 1879 vennero Ram e Manamohan; quindi vennero Kedar e Surendra; anche Chuni, Latu,
Nitya Gopal e Tarak vennero in questo periodo. Tra la fine del 1881 e l’inizio del 1882 arrivarono
Narendra ( Vivekananda ), Rakhal ( Brahamananda ), Bhavanath, Baburam, Nirajan, M. e Jogin. Tra il
1883 e il 1884, i seguenti discepoli incontrarono Sri
Ramakrishna: Kishore,
Adhar, Nitai, Gopal di Sinthi, Gopal ( il minore ), Tarak di Belgaria, Sarat, Sasi, Subodh, Sanyal,
Gangadhar, Kali, Girish, Devendra, Sarada, Kalipada ( Gosh ), Upendra, Dwija, Hari, Narendra ( il
minore ), Paltu ( Pramatha ), Purna, Narayan, Tej Chandra, Haripada, Haramohan, Jojneswar, Khirode,
Hajra, Jogin e Kishori di Krishnanagar, Manindra ( Khoka ), Bhupati, Akshoy, Navagopal, Govinda di
Belgaria, Ashu, Girindra, Atul, Durgacharan, Suresh, Prankrishna, Nabai Chatanya, Hariprasanna,
Mahendra e Preo Mukherji, il santo Manmatha, Binode, Tulsi, Daksha, Harish ( Mustafi ), Basak,
Kathak Takur, Sasi Brahmachari di Bally, Nitya Gopal Goswami, Bepin di KonnAgar, Dhiren, Rakhal (
Haldar ) e altri.

Anche questi videro Sri ramakrishna, molti di loro uomini autorevoli e
illuminati: Pandit Iswar
Chandra Vidyasagar, Pandit Sasadhar, dottor Rajendra, dottor Sarkar, Dottor Badhuri, Bhankim
(Chatterji ), il signor Cook degli Stati Uniti, i signori Williams e Missir, Michael, Madhusudan (
il poeta ), Krishna Das Pal, Pandit Dinabandhu, Pandit Syamapada, dottor Ram Narayan, dottor Durga
Charan; Nilkantha, Trailanga Swami, il grande santo di Benares. Anche Ganga Mata di Brindaban lo
incontrò quando egli era con Mathur durante il suo pellegrinaggio a Brindaban, Ganga Mata lo
considerava come Radha, l’Incarnazione dell’Amore Divino; perciò non voleva separarsi da lui.

Prima che lo incontrassero i suoi diretti discepoli, altri famosi devoti erano stati al tempio-
giardino per vedere Sri Ramakrishna. Così conobbe Krishna Kishore, il venerabile brahmino di Ariadah
Mathur; Sambhu Mallik, un ricco cittadino di Calcutta educato all’inglese; Narain Sastri, uno
studioso di sanscrito che insegnava logica in un college di nadia; Gouri Pandit di Indesh, vicino
Hugli; Achalananda; Chandra; Padmalochan, Pandit di corte del precedente Maharajà di Burdwan;
Dayananda, il fondatore dell’Arya Samaji, e molti altri. Non c’è bisogno di dire che gli abitanti di
Karmapukur, il suo villaggio nativo, e quelli di Seore e Syambazar, ecc, molti di loro intensamente
devoti a Dio, furono tra quelli che l’incontrarono spesso.

I capi del Brahmo Samaj e i loro discepoli furono spesso in contatto con lui, Keshab Sen, Bijoy,
Kali Bose, Pratap, Sivanatyh, Amrita, Trailokya, Krishna Bihary, Manilal, Umesh, tra i membri più
anziani; Hirananda, Bhavani, Nanda Lal, Binoy, Pramatha, Mohit, e molti altri tra i membri più
giovani del Brahno Samaj lo incontrarono spesso. Anch’egli andava spesso da loro.

Quando Mathur era in vita, Sri Ramakrishna vide Devendra Tagore, capo dell’Adi Brahmo Samaj; una
volta egli fece visita a quel Samaj durante il servizio Divino. Egli fece una simile visita alla
chiesa di Keshab, mentre il servizio Divino era condotto da Kesha; una simile visita fece alla
chiesa del Sadharam Samaj, una delle tante sette in cui s’era scisso il Brahmo Samaj.

Sri Ramakrishna andò a trovare spesso Keshab a casa sua e godette della sua compagnia e di quella
dei suoi seguaci. Anche Keshab, a volte da solo e altre volte coi suoi discepoli, andò spesso al
tempio-giardino di Dakshineswar per vedere il Maestro. In questi incontri Sri Ramakrishna parlava
per molte ore del Signore, e mentre parlava il suo auditorio ascoltava rapito le sagge parole che
uscivano dalle sue labbra. Egli parlava come un profeta ispirato, e cadeva spessissimo in uno stato
d’estasi divina ! La sua forma corporea diventava immobile; la respirazione cessava; gli occhi non
si muovevano ! Ogni coscienza dei sensi lo lasciava, e al suo posto diventava pieno di coscienza
Divina.

A Kalna, vicino a Burdwan, egli incontrò Bhagvandas Babaji, un santo vaishnava. Il Babaji osservò il
suo stato eccezionale d’estasi divina e disse: ” Veramente Tu sei un’Incarnazione di Dio,
eminentemente degna di occupare il di seggio riservato a Chaitanya “.

Oltre a insegnare il fatto che ‘Dio può essere visto’, il suo grande obiettivo fu quello di mostrare
l’armonia tra tutte le religioni. Da un lato egli realizzò l’Ideale indicato da ciascuna delle
diverse sette della religione indù, e dall’altro l’Ideale dell’islam e del
cristianesimo: Egli ripetè in solitudine il nome di Allah e meditò su Gesù Cristo. In una visione,
egli vide Gesù in tutta la sua gloria. Nella sua stessa stanza fece mettere non solo le immagini
delle divinità indù incluso Buddha, ma anche quella di Gesù. In quell’immagine di Gesù è
rappresentato mentre salva Pietro che sta per annegare, e mentre calma la tempesta sollevata.
L’immagine di Gesù può essere ancora vista nella sua stanza. Oggi si possono vedere uomini e donne
europei e americani seduti sul nudo pavimento di quella stanza, mentre meditano su Dio e su Sri
Ramakrishna.

Un giorno egli disse alla Madre Divina: ” O Madre, desidero vedere come Ti pregano i Tuoi devoti
cristiani. Ti piaccia condurmi in un posto dove essi si riuniscono per il servizio Divino “. Alcuni
giorni dopo fu visto all’entrata di una chiesa cristiana di Calcutta, mentre guardava dentro e
osservava il servizio Divino che si svolgeva all’interno. Ritornato al tempio-giardino, disse ai
suoi discepoli:

” Sono andato in chiesa, ma non sono entrato per paura che il guardiano del tempio non mi facesse
entrare nel santuario e adorare la Madre “.

Sri Ramakrishna ebbe devoti anche tra le donne. Egli dava gioia a Gopal- Ma, chiamandola con il
dolce nome di ‘Ma’. Egli considerava tutte le donne come Incarnazioni della Madre Divina e le
adorava come tali. Egli avvisava gli uomini a non avvicinare le donne finchè non le avessero viste e
realizzate come Incarnazioni, e finchè non avessero avuto un amore puro per Dio.

Veramente egli impose questa regola anche nei riguardi di donne molto famose per la loro purezza,
pietà, e profonda devozione per Dio. Una volta disse alla Madre
Divina: ” O Madre, mi
passerò un coltello per la gola se qualche pensiero lussurioso sorgerà nella mia mente ! “.

Il numero dei suoi seguaci è grande. Alcuni di loro sono noti, mentre altri sono sconosciuti. E’
impossibile nominarli tutti. In questo Vangelo troverete menzionati i nomi di molti. Tra quelli che
lo visitarono durante la loro infanzia, possiamo
aggiungere: Ramakrishna,
Putto, Tulsi, Sasi, Bepion, Nagendra, Upendra, Surendra ( Gupata ), Suren, Santi, ecc. Lo videro
anche molte ragazze. Tutte queste persone sono attualmente suoi devoti seguaci.

Molti sono quelli che sono diventati e diventano suoi seguaci ai giorni nostri. A Madras, a Ceylon,
nelle province Unite, e Kumaon, in Nepal, a Bombay, in Raputana, in Punjab, in Giappone ci sono
uomini e donne che aspirano a seguire i suoi passi. Ma oggi la famiglia dei suoi discepoli è sparsa,
non solo in Asia, ma anche in America e in Europa, e specialmente negli Sati Uniti e in Inghilterra.

visto su lista Sadhana > it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana

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