Calmare i sensi – Swami Kriyananda

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Calmare i sensi

Tratto da:
“Il Cristo eterno”

– di Swami Kriyananda

– Lettura della Bhagavad Gita –

Questo passo è tratto dal 6° Capitolo, 19a stanza:

” Steadfast a lamp burns shetered from the wind;
such is the likeness of the yogi’s mind
shut from sense- storms and burning bright to Heaven”.

” Ferma una lampada brucia al riparo dal vento;
tale è l’immagine della mente dello yogi
chiusa alle tempeste dei sensi, arde luminosa
verso il Paradiso” .

– Commento –

In questi versi si raccomandano due modi per giungere ad una profonda concentrazione.

Primo: durante la meditazione si dovrebbe ritrarre la propria coscienza dagli oggetti dei sensi e
focalizzarla in Dio.

Secondo: si dovrebbe ritrarre la propria energia dai sensi. Infatti, solo quando le sensazioni
fisiche non invadono più il cervello, è possibile concentrarsi in un sol punto, insensibili a
qualsiasi distrazione esterna.

La persona devota, per proteggere la fiamma della sua concentrazione dalle ventate
dell’irrequietezza, deve cercare di cacciare dalla mente tutte le immagini, tutte le scene terrene,
le parole degli altri, la memoria degli episodi della sua vita, tutti i pensieri legati ai piaceri
del corpo, i progetti per il futuro. Nulla deve distrarla dal fine prefisso mentre la sua anima
invoca Dio. Per proteggere la concentrazione dall’invasione dei sensi, come prima cosa deve
controllare la risposta agli stimoli esterni. Dovrebbe allenare la mente a non essere sensibile alle
sensazioni di caldo o freddo, di benessere o disagio, di irrequietezza o di stanchezza.

Con un pò di disciplina del corpo, all’inizio della meditazione e con una forte determinazione a
rimanere immobili, o a non innervosirsi, le richieste del corpo diverranno sempre più deboli. Anche
solo dopo cinque minuti di tale disciplina, si potrà facilmente rimanere seduti a lungo senza
sentire alcun bisogno di muoversi.

Molte delle difficoltà che si incontrano nella meditazione sono dovute alla tensione fisica. Ma, una
volta che la tensione è rimossa con la pratica i un profondo rilassamento, la meditazione diverrà
via via sempre più piacevole. E inoltre, con un pò di autodisciplina mentale si noterà che sarà
sempre più facile rimanere senza pensieri.

Una volta sistemati per la meditazione, dite fermamente alla mente: ” Questo è il mio momento per
Dio”

Se dei pensieri inquieti cercano insistentemente di attrarre la vostra attenzione, rassicurateli: “
Ne discuteremo più tardi! “

Una volta calmata la mente, cercate di meditare immaginando lo scorrere di un ruscello. Lasciate
che le acque cristalline trascinino via con sè ciò che resta dei vostri pensieri inquieti. Se
qualche vaga impressione entra nella vostra mente, gettatela con leggerezza nella corrente e
osservatela mentre si allontana rapidamente.
Man mano che la mente diviene ferma, iniziate a calmare anche i sensi, uno per uno.

Concentratevi sulla vista. Ritraete l’energia dai vostri occhi. Immaginate che una nebbia discenda
su ogni vostra visione esterna, portando la vostra attenzione alla contemplazione della luce divina
dentro di voi.

Ricordatevi che è a causa dell’attaccamento alle visioni di questo mondo che alcuni non riescono a
scorgere dentro di sè, il divino.

Concentratevi quindi sull’udito.

Ritraete la vostra energia dai timpani e dal pensiero dei suoni terreni. Sentite questi suoni
immergersi nelle rapide acque del ruscello e dissolversi nel loro costante mormorio. A poco a poco
spostate la vostra concentrazione sui suoni che pervengono all’orecchio interiore, preferibilmente,
dicono gli yogi, con l’orecchio destro. Immaginate la voce dell’infinito che vi parla attraverso i
suoni interiori.

Poi concentratevi sul senso del tatto.

Sentite che la superficie del vostro corpo non è la pelle, ma un’aura di luce che lo circonda.
Espandete quest’aura: ad ogni vostra espirazione, immaginate di gonfiare dolcemente un pallone
splendente di luce radiosa.

Ora cercate di raggiungere ogni punto in tutte le direzioni con i raggi della luce astrale. Toccate,
sentite ed esplorate la più ampia realtà dello spirito.

Cercate di percepire in ogni cosa la sottile presenza della coscienza divina. Infine, concentratevi
sul senso del gusto e dell’odorato. Ritraete la vostra energia dalla lingua, dal palato, dalle
narici. Sentite come se steste ingoiando grandi sorsate di pace e di felicità da un calice di
cristallo alla fontana dell’eternità. Offrite l’energia dei vostri sensi a Dio. Chiedetegli di
riempirvi con la Sua beatitudine. Più in profondità andrete nella meditazione, più la vostra energia
si ritrarrà naturalmente dal mondo esterno dei sensi. Vi risveglierete nel mondo infinitamente più
meraviglioso dello Spirito Interiore.

Quando la vostra mente inizierà a liberarsi dai pensieri inquieti, mentalmente costruite una diga
attraverso, il ruscello che avete visualizzato. Osservate le acque salire lentamente, fino a
diventare un grande lago. Con calma fissate lo specchio del lago.

Osservate riflesso nelle sue acque il cielo azzurro.

Espandete la vostra coscienza nella volta del cielo. Sentite nell’infinito spazio al di là
dell’atmosfera terrestre, la vasta calma dello Spirito.
Far tacere i sensi è uno dei modi migliori per elevarsi al di sopra della consapevolezza fisica.

Far tacere la mente e le emozioni è il modo per entrare nel regno dello Spirito.

Così, attraverso la Bhagavad Gita, Dio ha parlato all’umanità.

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