Campane tibetane e ipersensibilita’ elettromagnetica – 3
terza parte
Scritto da: Francesca Brocchetta
Medicina Non Convenzionale
Campane tibetane e ipersensibilità elettromagnetica – terza parte
L’efficacia del massaggio è stata avvertita fin dai primi secondi di trattamento, con un insieme di
sensazioni psicofisiche di benessere. Circa la metà del campione intervistato ha dichiarato una
riduzione media dellintensità dei sintomi più ricorrenti e invalidanti pari al 60% (in ordine di
intensità sono stati rilevati: irritabilità, stanchezza, irrequietezza, problemi gastrointestinali,
tensione muscolare, ansietà). E tra questi, il 39% ha comportato un azzeramento totale
dellintensità del sintomo. Dallanalisi dei questionari e dalla lettura dei polsi si evince come
lutilizzo delle frequenze abbia favorito il recupero degli equilibri del sistema, aprendo i
collegamenti bloccati e ristabilendo una circolazione energetica normale ed un corretto equilibrio
tra Yin e Yang. Il dato più significativo è stato la riduzione delle contratture muscolari,
riscontrata in tutti i volontari. Si tratta indubbiamente di un fattore decisivo nel ripristino del flusso energetico naturale corporeo.
A conclusione della ricerca, riporto le parole del Prof. Giuseppe Genovesi raccolte durante
lanalisi dei polsi: «dopo il trattamento si evince unapertura dei collegamenti bloccati e quindi
il ristabilimento di una circolazione energetica normale. In tutti i pazienti analizzati si
evidenzia, in generale, un recupero del collegamento tra i polsi e unarmonizzazione degli stessi.
Le alterazioni degli equilibri tra Yin e Yang tendono a essere recuperate con evidente miglioramento
del quadro clinico. In particolare il rene Yin, che è molto spesso carente proprio per motivi
ambientali, viene quasi sempre recuperato, mentre il rene Yang rimane un po più resistente;
tuttavia la carenza di Yin recuperata consente di ottenere un maggior equilibrio energetico».
Una sintesi conclusiva del Professor Giuseppe Genovesi
A validare l’approccio funzionale, ed estremamente versatile, del massaggio sonoro con le campane
tibetane nel trattamento di disturbi psico-fisici di malattie ambientali, è intervenuto anche il
Prof. Giuseppe Genovesi, endocrinologo-immunologo all’Università degli Studi La Sapienza di Roma.
«Lobiettivo peculiare del massaggio sonoro», testimonia Genovesi, «è quello di indurre un effetto
benefico sullorganismo attraverso la vibrazione e il suono prodotti dalla campana. Il metodo di
valutazione della palpazione dei polsi, sebbene molto distante dalla medicina occidentale, ha
dimostrato come il massaggio sonoro abbia favorito il recupero degli equilibri del sistema, aprendo i collegamenti bloccati e ristabilendo una circolazione energetica normale.
Se pensiamo ai risultati straordinari degli studi dei professori Carlo Ventura e Livio Giuliani che
hanno dimostrato come campi magnetici pulsati a frequenza bassa, campi radioelettrici e la
vibrazione sonora, siano in grado di modificare sostanzialmente il destino cellulare, compreso
quello delle cellule staminali, risulta semplice comprendere che i presupposti scientifici
dellefficienza delle campane tibetane sulla salute umana siano reali e dovrebbero essere dimostrati
attraverso nuove ricerche. Per verificare, ad esempio, l’effetto delle loro vibrazioni rispetto al
riequilibrio del rapporto tra campo elettromagnetico e campo atomico/molecolare, e quindi rispetto
alla possibilità di ristabilire una coerenza dellacqua all’interno del nostro organismo, si
potrebbe effettuare una risonanza magnetica su un campione esterno di acqua prima e dopo che questo venga sottoposto a trattamento vibrazionale con le campane.
Il principale effetto negativo che ha lo stress ossidativo, presente in maggiore misura nei pazienti
affetti da EHS, è quello di ridurre la coerenza sullacqua citoplasmatica, quindi una terapia che la
ristabilisca, potrà agire per la coerenza biologica e il benessere dell’intero organismo. Un
ulteriore contributo a questa ricerca potrebbe essere la valutazione ematochimica di parametri
infiammatori prima e dopo un determinato trattamento su pazienti che abbiano parametri alterati
sulla base di una valutazione preliminare. Una modalità semplice e per certi versi banale che
utilizza un linguaggio più occidentale e quindi più comprensibile per chi, nel nostro ambiente, ha
bisogno di un rigoroso metodo deduttivo-matematico. Insomma, le basi per fare ricerca ci sono:
ponendo attenzione ai concetti della moderna fisica quantistica, distaccandosi dal mero dato
analitico dello scienziato classico e ristabilendo un concetto olistico si giungerebbe ad una
riconciliazione generale, che esca dalle logiche di interesse parziali, per lo più di natura
economica, e rimetta al centro l’armonia complessiva dell’individuo, quel suono per l’appunto, della vibrazione fra Essere e Universo.»
Su Scienza e Conoscenza 62 trovi uno speciale sulle malattie ambientali:
Scienza e Conoscenza – n. 62 – Rivista >> https://goo.gl/L8cGc8 Rivista trimestrale di Scienza Indipendente
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