Campi elettromagnetici

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Campi elettromagnetici

di: F. Baglini

CAMPI ELETTROMAGNETICI E LA SALUTE DELL’UOMO

Le esposizioni prolungate ai campi elettromagnetici possono favorire l’insorgere di alcune patologie
tumorali ? Come difendersi. Paura della popolazione. Esiste una problematica che la scienza non ha
fino ad ora chiarito definitivamente, che ha riscosso molto interesse e preoccupazione tra la gente.
Si tratta della possibilità che le esposizioni prolungate ai campi elettromagnetici possa favorire
l’insorgere di alcune patologie tumorali. Chi vive vicino a linee di alta tensione (elettrodotti),
in prossimità degli alti tralicci che sorreggono i potenti trasmettitori radiotelevisivi o sotto gli
impianti per la telefonia mobile, spesso sistemati sui tetti dei palazzi, ha l’impressione di
correre molti rischi a tutto vantaggio di altri. Questo, naturalmente ha gettato l’opinione pubblica
nel panico, quindi è giusto parlarne e dove è possibile rassicurare e colmare le eventuali lacune.

È bene chiarire subito, che le onde elettromagnetiche esistono in natura da sempre e prima della
comparsa dell’uomo. La Terra stessa genera un campo magnetico. Sono onde elettromagnetiche ad
esempio i raggi del Sole, quelle che escono dalle rocce radioattive e quelle che piovono dal cielo
sotto forma di raggi cosmici o raggi x. Per quanto riguarda i loro effetti sugli organismi viventi e
in particolare sull’uomo sono sicuramente pericolose le radiazioni ionizzanti, cioè quelle capaci di
strappare elettroni dall’atomo, tale ionizzazione può causare negli organismi viventi fenomeni
chimici che portano a lesioni osservabili sia a livello cellulare, con conseguenti alterazioni
funzionali e morfologiche, fino alla morte delle cellule o alla loro radicale trasformazione.

Mentre le radiazioni non ionizzanti soprattutto se non vengono assorbite in quantità massicce non
deturpano il sistema atomico-molecolare. Le radiazioni non ionizzanti sono generalmente prodotte da
elettrodomestici, telefoni cellulari, tralicci, elettrodotti. Tutte queste radiazioni rientrano nel
campo delle cosiddette onde non ionizzanti, cioè di quelle onde relativamente lunghe e poco
energetiche che non dovrebbero causare danni all’uomo. Va comunque distinto l’elettromagnetismo a
basse frequenze da quello ad alte frequenze. Il primo è dovuto normalmente da tralicci,
elettrodotti, cabine di trasformazione, mentre quello ad alta frequenza come per la telefonia
mobile. In entrambi i casi si produce una corrente elettrica nei tessuti ma l’incidenza come causa
di tumori è diversa e in certi casi inesistente. Trattandosi di radiazioni non ionizzanti, l’energia
non è comunque tale da provocare mutazioni genetiche nel Dna.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità informa che sulle radiazioni non ionizzanti sono stati
scritti molti articoli negli ultimi trent’anni di ricerca. Ebbene, tutti questi studi non hanno
svelato alcuna evidenza di effetti nocivi causati dalle linee di trasmissione elettrica né dalle
antenne per le radiofrequenze. Naturalmente questo non basta per tranquillizzare chi è convinto che
le onde elettromagnetiche siano nocive soprattutto ai bambini. L’uso del telefono cellulare ormai
indispensabile ha imposto la costruzione di antenne e ripetitori su tutto il territorio nazionale
per garantire una massima copertura del servizio di telefonia mobile. Ma questo ha causato
l’insorgere di dubbi sull’impatto ambientale e sulla salute pubblica. È stata analizzata la
possibilità che l’uso dei telefoni cellulari, e delle radiazioni che derivano dal suo funzionamento,
siano causa dell’insorgere di tumori del cervello (nella zona del cranio dove si poggia il
telefonino). Dubbi e paure smentite da ricerche e studi compiuti nel 2000 e nel 2001 (National
Cancer Institute ed altri studi).

La ricerca in questo verso c’è da dire che si impegna ma è ancora insufficiente per avvalorare una
tesi piuttosto che un altra. Anche in questo caso vige il “principio della precauzione” quindi:
usare il telefono cellulare per brevi conversazioni e possibilmente con l’auricolare per ora sono
gli unici rimedi di frenare questa paura lecita. Per quanto riguarda le radiazioni prodotte dalle
antenne e dai ripetitori, le prime ricerche tendono a minimizzare il loro impatto sulla salute in
quanto le radiazioni calano rapidamente con l’allontanarsi dalla fonte che le genera. Fin quando non
ci sarà certezza scientifica sugli effetti sulla salute, è consigliabile applicare prudenza. C’è
comunque un insieme di studi scientifici in materia di campi elettromagnetici, a cui si sono
appellati molti comuni e cittadini e anche scienziati che cercano di dimostrare la pericolosità
delle onde elettromagnetiche ed altri che dimostrano la cosa contraria, ossia che quelle stesse onde
sono innocue.

L’ipotesi che i campi elettromagnetici a bassa frequenza possano essere cancerogeni risale al 1979
quando due ricercatori di Denver in Colorado, incuriositi da una piccola epidemia di tumori
infantili, individuarono negli elettrodotti i responsabili del danno biologico. A questo primo
studio ne seguirono altri dai risultati molto incerti. Alcuni individuarono nelle onde
elettromagnetiche un piccolo rischio, altri nemmeno quello. La verità è che non esiste alcuna
certezza scientifica che le onde prodotte dagli elettrodotti o dalle antenne radiotelevisive siano
pericolose per l’uomo, e comunque abbiamo visto che dipende da che tipo di radiazione stiamo
parlando, ci sono quelle che fanno più male di altre. Una cosa è constatare che le onde
elettromagnetiche a debole potenza interferiscono con i macchinari,(esempio è severamente vietato
tenere acceso il cellulare in aereo in quanto le onde interferiscono con i circuiti elettrici
dell’elettronica di bordo), altra cosa ritenere che le stesse onde possano arrecare danno all’uomo.

È utile sapere che esiste un’unità di misura della quantità di onde elettromagnetiche emesse dal
telefonini, che potrebbero essere dannose, se assorbite dal corpo umano, si chiama SAR (Specific
Absorption Rate) e consente di stabilire la percentuale di radiazioni tolleratesi misura in watt per
kilogrammo (W/Kg) Gli effetti biologici delle onde dipendono da questa quantità, che e’ ovviamente
legata alla potenza delle onde che investono l’individuo, ma anche alla loro frequenza. Il corpo
umano genera a riposo circa 1W/kg, che può arrivare a 4 W/kg durante un lavoro intenso. Se le
potenze assorbite sono confrontabili o maggiori di questa quantità, il calore eccessivo deve venir
eliminato dal sistema di termoregolazione naturale, o il corpo si surriscalda.

Facciamo presente che esiste una legge al riguardo approvata dal Parlamento Italiano nel febbraio
del 2001 ed essa deve essere rispettata, sia che si tratti di antenne della Santa Sede sia di
elettrodotti dell’ENEL. La nuova legge in verità non fissa limiti precisi alle emissioni ma in
generale abbassa di molto quelli esistenti e prevede la messa a norma degli elettrodotti, compresi
quelli delle ferrovie, entro dieci anni. Esiste poi un decreto del presidente del consiglio dei
ministri dell’8 luglio 2003 che fissa i limiti di esposizione a frequenze tra 100 Khz e 300 Ghz.

Ricordo inoltre che per piazzare un’antenna per la telefonia mobile o per la radiodiffusione su un
condominio c’è bisogno dell’unanimità nella decisione dell’assemblea condominiale, pena la non
validità della decisione e la sua impugnazione davanti al giudice. Se un traliccio dell’energia
elettrica è troppo vicino alla casa bisogna fare un esposto e chiedere la verifica delle distanze
dagli edifici previste dalla legge (art. 5 del DPCM del 23/4/92). Se l’antenna per i cellulari sopra
il palazzo o su quello vicino alla propria abitazione è sospettato di aver provocato qualche
disturbo fisico (documentato con esami o visite mediche specialistiche), si può cominciare col
chiedere al comune che venga effettuato dall’Arpat di zona la misurazione dei campi elettromagnetici
in casa (in particolare dove dormono i bambini). È un diritto del cittadino. Nella lettera inviata
al comune devono richiedere rilevazioni del campo elettromagnetico RF/microonde esistente nei luoghi
indicati in relazione alla sorgente (indicare l’ubicazione dell’antenna e, se si conosce, il nome
del gestore) e ad altre eventuali sorgenti. Se le misurazioni eccedono i limiti di legge si può
ricorrere al Pretore o al Tar, facendo una denuncia e chiedendo la rimozione dell’antenna.

Vorrei concludere tranquillizzando le persone che si preoccupano a volte in modo esagerato che per
il momento nulla è definitivo, si discuterà ancora molto sul complesso tema che racchiude in se
giochi economici e politici, nel frattempo ci andrei piano a dire che le onde elettromagnetiche
generano forme tumorali, direi piuttosto che bisogna studiarle bene e tenersi documentati e attenti
al problema, e l’unica cosa da fare rimane la vecchia ma sana prevenzione, usare cellulari
elettrodomestici, con le dovute cautele, sapendo che non si corre nessun rischio di morte, ma
naturalmente si a che fare sempre con oggetti che generano piccole radiazioni, ma se usate in un
tempo prolungato, anche il loro piccolo contributo può essere dannoso. Dipende tutto dall’educazione
che uno ha.

Per quanto riguarda le antenne che deturpano anche il paesaggio, come dissi anche nelle precedente
articolo sono tenute sotto controllo da parte degli enti competenti ovunque in tutta Italia e i dati
possono essere consultati da tutti i cittadini interessati www.monitoraggio.fub.it/.

Data articolo: febbraio 2008
Fonte: L’ItaloEuropeo – giornale di cultura e approfondimento (partner ECplanet)

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