Canone Pali – I quattro fondamenti della presenza mentale 2

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Canone Pali – I quattro fondamenti della presenza mentale 2

Dal Digha Nikaya (la prima raccolta dei Sutra buddisti) – parte seconda

< Canone Pali >

(parte seconda)

– Le parole del Buddha –

Il Canone in lingua pali fu redatto tra il II e il III concilio della
comunità buddhista tenuti rispettivamente a Vesâli nel 340 a.C. e a
Pâtaliputta nel 247 a. C.

Esso viene tradizionalmente suddiviso in tre sezioni o “pitaka” (Tipitaka:
tre canestri) in base al contenuto dei testi:

– il Suttapitaka (Canestro dei Discorsi), o raccolta dei sermoni, diviso in
cinque volumi, con oltre quattromila sutta;

– il Vinayapitaka, (Canestro della Disciplina) in cui sono esposte le
regole dei monaci ed è a sua volta diviso in tre libri;

l’Abhidhammapitaka (Canestro della Legge) che in sette trattati contiene la
filosofia e la scienza del Buddha.

Questi i testi canonici, attendibilmente vicini a quanto il Buddha disse,
pur considerando che dai sermoni che egli predicò è nata un letteratura
vastissima.

Dal Digha Nikaya, la prima delle cinque raccolte (nikaya) che compongono il
canestro (pitaka) dei sutta. Essa contiene 34 discorsi.

— DN 22 – Maha-satipatthana Sutta – I quattro fondamenti della presenza
mentale —

Tradotto in italiano da Enzo Alfano
a partire dalla versione inglese
tratta dal Pali di Thanissaro Bhikkhu
Per distribuzione gratuita
La diffusione dei testi tradotti è consentita in qualsiasi modo tranne che a
fini di lucro
fonte: www.accesstoinsight.org

In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso
gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti
mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli
oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo
stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo.
Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai
cinque ostacoli.

“Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai
cinque aggregati dell’attaccamento (khandha). E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha)?

Un monaco è consapevole che ‘questa è la forma (rupa), questa è la sua origine, questa è la sua
cessazione.’

‘queste sono le sensazioni (vedana), questa è la loro origine, questa è la loro cessazione.’

‘questa è la percezione (sanna), questa è la sua origine, questa è la sua cessazione.’ ;

‘questi sono gli elementi condizionati (sankhara – pensiero discorsivo, volizione), questa è la loro
origine, questa è la loro cessazione.’ ;

‘questa è la coscienza (vinnana), questa è la sua origine, questa è la sua cessazione.’; In questo
modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli
oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti
mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli
oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo
stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo.
Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai
cinque aggregati dell’attaccamento (khandha). “Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed esterni. E
come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai
sei sensi della percezione, interni ed esterni.

Un monaco conosce l’occhio, conosce le forme, conosce quei legami generati dal contatto tra occhio e
forme. Egli è consapevole come nascano questi legami non ancora nati. E’ consapevole come questi
legami nati in lui vengano abbandonati. Ed è consapevole come tali legami – una volta abbandonati –
non compaiano più.
Così, conoscendo l’orecchio ed il suono; il naso e l’odore; la lingua ed il sapore; il corpo e le
sensazioni fisiche come nascano questi legami generati dal contatto. E’ consapevole come questi
legami nati in lui vengano abbandonati.

Ed è consapevole come tali legami – una volta abbandonati -non compaiano più. In questo modo rimane
concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali
esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli
oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul
fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti
mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di
più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un
monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sei
sensi della percezione, interni ed esterni.

I sette fattori del Risveglio

“Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai
sette fattori del risveglio. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli
oggetti mentali in riferimento ai sette fattori del risveglio? Quando in lui è presente il fattore
del risveglio della presenza mentale è consapevole che in lui vi è la presenza mentale come fattore
del risveglio Oppure quando in lui non è presente il fattore del risveglio della presenza mentale è
consapevole che in lui non c’è la presenza mentale come fattore del risveglio.

Egli è consapevole come vi sia il nascere della presenza mentale – non ancora sorta -come fattore
del risveglio. E è consapevole del completamento dello sviluppo della presenza mentale come fattore
del risveglio, una volta che questa è sorta.(La stessa formula è ripetuta per i rimanenti fattori
del Risveglio: analisi della dottrina, persistenza, beatitudine, serenità, concentrazione ed
equanimità.)In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti
mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente
presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali.

Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare
degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua
consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta
conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco
rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali, in riferimento ai sette fattori
del risveglio.

Le Quattro Nobili Verità

” Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento alle
quattro nobili verità. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali in riferimento alle quattro nobili verità? Egli conosce – attraverso l’esperienza presente
– “Questo è il dolore.. Questa è l’origine del dolore.. Questa è la cessazione del dolore..Questo è
il sentiero che porta alla cessazione del dolore..

(I) “E cos’è, o monaci, la nobile verità del dolore? La nascita è dolore, la vecchiaia è dolore, la
morte è dolore, la sofferenza, le lamentazioni, il dolore fisico, l’angoscia e la disperazione sono
dolore. Essere costretti al contatto con ciò che non si ama è dolore, essere separati da ciò che si
ama è dolore. Non ottenere ciò che si desidera è dolore. In breve i cinque aggregati
dell’attaccamento (khandha) sono dolore.

‘E cos’è la nascita? Ogni nascita, il nascere, il discendere, il venire al mondo, l’uscire,
l’apparire degli aggregati e acquisire la sfera dei sensi – di vari esseri in questo o quel gruppo
di esseri – questo è chiamato nascita.

‘E cos’è la vecchiaia? Ogni invecchiamento, la decadenza, la fragilità, la canizie, la rugosità, il
declino della forza vitale, l’indebolimento delle facoltà di vari esseri in questo o quel gruppo di
esseri, questo è chiamato vecchiaia.

‘E cos’è la morte? Ogni decesso, la distruzione, la scomparsa, il morire, la morte, l’esaurimento
del proprio tempo, la distruzione degli aggregati, l’uscita dal corpo, l’interruzione delle facoltà
vitali di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri, questo è chiamato morte.

‘E cos’è la sofferenza? Ciò che dispiace, l’afflizione, la tristezza, il dispiacere, il dolore
interiore di chi soffre per la cattiva sorte, l’essere colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata
sofferenza.

“E cos’è la lamentazione? Ogni pianto, l’addolorarsi, il grido, le lacrime, il piangere, il lamento
di chiunque soffra per la cattiva sorte, colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata lamentazione.

“E cos’è il dolore fisico? Ogni dolore che colpisce il corpo, disagio, dolore e stress causati dal
contatto fisico, questo è chiamato dolore fisico.

“E cos’è l’angoscia? Ogni dolore psichico, disagio mentale, dolore e stress che nascono dal contatto
con la mente, questa è chiamata angoscia.

“E cos’è la disperazione? Ogni depressione, la disperazione di chiunque soffra per la cattiva sorte,
colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata disperazione.

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