Centrarsi col respiro per superare l’ansia
pubblicato il 14-6-2002 – Lifegate
Una particolare tecnica di respirazione permette di recuperare la centratura, allontanando l’ansia e
mantenendo il contatto con la propria presenza e lucidità mentale.
La respirazione rappresenta la “prima medicina” di cui ognuno dispone, ma della quale ben raramente
ci si ricorda.
Imparare a respirare bene equivale infatti a tornare disporre delle nostre migliori facoltà. Non
solo per apportare una migliore ossigenazione al cervello o per “rilassarsi” e allentare gli stati
d’ansia che, come una morsa, ci dissociano rispetto alle potenzialità di cui disponiamo.
“Il soffio agisce sul cuore”, il respiro cioè costituisce l’unica porta di accesso volontaria per
agire su di una funzione involontaria, come quella cardiaca. Come infatti ogni moto del cuore
influenza il respiro, altrettanto si può utilizzare quest’ultimo per controllare emozioni
inopportune.
Antiche pratiche orientali, sia di origine marziale che taoista, insegnano a utilizzare il respiro
per recuperare la centratura, ossia ricostituire la migliore aderenza al nostro potenziale,
ricompattando la sfera emotiva con la nostra volontà.
Esser “centrati” significa infatti non sfocare il proprio obiettivo e, di conseguenza, mancare il
bersaglio. Fermezza e lucidità possono essere indotte dal giusto respiro, e possono così controllare
l’ansia che assale nei momenti critici, dissociandosi con noi stessi.
Per fare questo è necessario “immergere lo spirito nel basso ventre”: la respirazione deve farsi
“bassa”, cioè bisogna imparare a “respirare con la pancia”, decongestionando il torace e gli organi
che contiene (cuore e polmoni), normalmente già sovrastimolati. Quando siamo ansiosi il respiro “si
accorcia” e cominciamo a respirare solo con la parte alta dei polmoni.
Per portare invece il respiro verso il basso, ci può aiutare il diaframma: inspiro col naso e poi
chiudo la bocca e trattengo il fiato; subito dopo comprimo l’aria inspirata col diaframma,
spingendolo verso il basso. Poi espiro con la bocca, molto molto lentamente.
Questa pratica è molto forte e serve ad aumentare la pressione interna dell’addome, funzionale per
ristabilire un equilibrio importantissimo: l’eccessivo lavoro mentale, oppure un insolito stato
d’ansia, fa salire l’energia verso l’alto determinando un sovraccarico energetico a livello della
testa (testa “piena”, mal di testa, nausea, capogiri, ansia, ecc.).
Questo tipo di respirazione riporta l’energia verso il basso, ossia verso terra, utilizzando il
ventre come “centro” della forza originaria.
Loredana Filippi
Approfondimento sul sito www.sublimen.com
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