Cerchi nel grano: un fenomeno discutibile
di Leonardo Dragoni
Cosa si cela dietro il fenomeno dei cerchi del grano: mistero o piuttosto abile ingegno umano?
Cosa impedisce al mistero dei cerchi nel grano, qualunque esso sia, di svelarsi allumanità?
Il primo intralcio è probabilmente costituito dalla perversa informazione che ripetutamente viene
divulgata su questo fenomeno, da parte di ricercatori, riviste, siti web, documentari, quotidiani e
giornalisti. Lintero sistema mediatico-divulgativo che ruota attorno a questo fenomeno sembra
affetto da una cronica malattia, che di volta in volta si chiama superficialità, approssimazione,
mistificazione, tornaconto, sensazionalismo. Pertanto a noi sembra che il primo imprescindibile
passo da compiersi, sulla via della reale comprensione di questo fenomeno, sia la rimozione di
queste inveterate patologie. Rimozione che inevitabilmente deve passare a monte attraverso
unapprofondita e imparziale informazione, e una corretta divulgazione. Riteniamo che un fenomeno
debba essere raccontato per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse; e riteniamo che
anche la comunicazione mediatica (come quella scientifica) debba sottostare a più ferree regole di sobrietà, da parte di tutti.
Spesso un fenomeno misterioso è tale perché presenta un insieme più o meno consistente di elementi
insoliti o curiosi. Si chiamerebbe allora fenomeno curioso, se non fosse immancabilmente investito
dalla disinformazione, da fantasiose speculazioni, o almeno dalla cronica latitanza di informazioni
puntuali ed oggettive sullo stesso. È allora che il fenomeno curioso diviene misterioso.
Il proliferare di ipotesi senza fondamento scientifico, né empirico, neppure logico, porta con sé un
esponenziale incremento di illazioni, atte a loro volta ad accrescere superficialità e caos.
Parlando di cerchi nel grano, non cè giornalista che non si incaponisca sui consueti luoghi comuni
(vedi banali riferimenti al film Signs) per giungere con ogni probabilità a conclusioni sommarie basate su comode approssimazioni.
Questa mediocrità si riscontra a volte anche tra i ricercatori, che troppo spesso spingono le loro
teorie alternative allo sbaraglio, forti di pezze dappoggio che allosservatore esperto non paiono consistenti.
In questa sede, queste annotazioni critiche rimarranno inevitabilmente involute. Possiamo però
sollevare la problematica e fare degli esempi indicativi. Molti esperti ritengono infatti che la
genuinità (= non convenzionalità) di un crop circle, sia determinabile in base a precisi riscontri e
sintomi. Se ciò è condivisibile, lo è meno il modo improprio con cui vengo poi sviluppati e
presentati questi riscontri, da parte di chi – speculando su questioni di lana caprina – intende
promuoverli ad elementi cruciali e discriminanti. Ad esempio lallungamento dei nodi apicali, o la
presenza di cavità di espulsione sui nodi delle spighe interne ad un pittogramma, sarebbero tipici
sintomi di un crop circle autentico, testimoniando il coinvolgimento del calore, sotto forma di
irraggiamento a microonde, quale ultimo responsabile della creazione dei glifi. Secondo la
letteratura prevalente questo irraggiamento viene imposto da misteriose sfere di luce (note come BOL, dallinglese Balls of Light).
La quantità di documentazione presentata da vari ricercatori ha finito per accreditare questa teoria
agli occhi dei lettori meno scaltri. Tuttavia non è spiegato perché, se di forte irraggiamento
trattasi (tanto da far bollire lacqua allinterno degli steli provocando delle cavità) le
piantagioni rimangano illese e le spighe rimangano in vita continuando a crescere. Esistono invece
delle meno conosciute spiegazioni naturali per cui i nodi (soprattutto apicali) di una spiga
allettata si gonfiano e piegano (tecnicamente ginocchiano) fino a rompersi (= cavità di espulsione,
non di rado riscontrate anche in aree esterne alla formazione) e soprattutto si allungano. In
agronomia questi fenomeni sono noti come fototropismo e gravitropismo, e non è affatto vero
come sostengono alcuni che lallungamento dovuto a fenomeni di tropismo (a differenza di quello
dovuto a irraggiamento) sia quantitativamente ridotto ed avvenga in tempi medio-lunghi. È semmai
lirraggiamento a non causare allungamenti nodali, bensì il mero avvizzimento (fino alla morte)
della pianta. Certo questi argomenti necessiterebbero di maggiori spiegazioni, ma come detto qui si
voleva solamente sollevare un problema (uno dei tanti) che poi andrà approfondito e risolto altrove.
Si dica però chiaramente che lequazione irraggiamento = sfere di luce = alieni è una
approssimazione risibile. Sarebbe confutabile sotto una dozzina di punti di vista, con una
documentazione di spessore contenutistico assai meno claudicante di quella presentata dai fautori di tale ipotesi.
Di non difficile confutazione è anche largomento della complessità dei disegni (spesso ad alto
contenuto simbolico), come pure il fatto che siano di dimensioni imponenti, o apprezzabili solo
dallalto. Lo stesso dicasi per largomento dell inaccessibilità ai campi sui quali vengono
ritrovati, o quello delle leylines e del perfetto allineamento al Nord. La complessità infatti è
spesso apparente, riproducibile dalla ripetizione sequenziale di forme semplici. Inoltre i
circlemakers contemporanei sono artisti di buona levatura, organizzati e dotati di adeguata
strumentazione, capaci di muoversi nella penombra e di realizzare formazioni complesse di dimensioni
impressionanti. Non a caso il più grande crop circle che si conosca (530 x 450 metri) rappresenta la
fusione tra luomo vitruviano e una farfalla, e fu realizzato in una sola notte dallolandese Remko
Delfgauw, coadiuvato da sessanta collaboratori. Ma già nel lontano 1992, allorché si tenne in
Inghilterra il circle hoax contest (vinto da tre ingegneri che per appiattire il grano usarono un
rullo di plastica e pvc) vennero realizzati in una nottata dei pittogrammi di grande impatto, che
perfino la rivista Science definì eccezionali oltre le aspettative [Science 257 (July 24, 1992): 481].
Il contenuto simbolico dei disegni rappresentati nei crop circles del resto, altro non testimonia se
non che il creatore dei glifi condivide con noi la medesima cultura. Riguardo il come accedere ad un
campo di grano senza lasciare tracce ed impronte, è cosa che un circlemaker potrà illustrarvi
ampiamente, fermo restando che chi vi scrive è riuscito nella stessa impresa senza utilizzare
particolari accorgimenti se non un minimo di cautela. Che dire delle leylines? Ufficialmente la loro
esistenza non è dimostrabile se non tramite le biforcute bacchette dei rabdomanti. Vale la pena
ricordare allora che la rabdomanzia è una pratica divinatoria, priva di valenza scientifica. Inoltre
il famoso Nord (magnetico) a cui sarebbero allineati alcuni glifi, viene spesso equivocato con il
Nord geografico, e misurato in modo alquanto amatoriale. In ogni caso nulla impedirebbe ad un circlemaker di acquistare una bussola prima di recarsi sul posto di lavoro.
Analoghe confutazioni potremmo fare, se ne avessimo occasione, su altri elementi troppo facilmente
promossi a dimostrazioni di genuinità-autenticità dei pittogrammi (germinazione delle sementi,
anomalie elettromagnetiche, fulmini globulari, mosche e insetti stecchiti, ritrovamento di materiali
insoliti ecc). Tutte anomalie (che tali non si dimostrerebbero se solo approfondissimo seriamente
largomento) che distinguerebbero il vero crop circle dal falso. Invero a noi pare artificiosa anche
questa distinzione, perché basata su documentazioni e procedimenti argomentativi inconsistenti e
imprecisi. Ai nostri occhi tutti i cerchi nel grano sono autentici (nella misura in cui si palesano
a noi), e tutti sono falsi (nella misura in cui sono opere umane, sostanzialmente di Land-Art).
Certo è bene esser cauti. Esistono degli aspetti curiosi, di difficile interpretazione, sui quali
siamo disposti a riflettere ed interrogarci, concedendo il beneficio del dubbio. Chiederemmo semmai
che sullaltra sponda si agisse allo stesso modo, saggiamente evitando di far leva su questi aspetti
per alimentare suggestioni e soffiare sul fuoco del mistero a tutti i costi. Esiste invece una
generale tendenza, da parte di quelli che potremmo chiamare credenti (croppie o believers) ad
accodarsi a qualsivoglia ipotesi e percorso argomentativo, purché escluda la matrice umana dei
glifi. I sostenitori delle varie tesi non convenzionali guardano generalmente con benevolenza quelle
altrui, in parte le recepiscono e in parte le integrano con le proprie. Questa, a ben vedere, è già
di per sé una chiara ammissione di fragilità delle teorie non convenzionali, le quali hanno bisogno
di riverberare le une con le altre per dare consistenza ad una misteriosità altrimenti poco
credibile. Se viceversa una sola tra questi tesi fosse sufficientemente solida, non avrebbe bisogno
di avvalersi delle altre. I crismi della solidità in effetti possono solo essere impressi
dallevidenza scientifica, che troppo spesso viene rilegata in secondo piano, o addirittura semplicisticamente tacciata di asservimento al potere (cover-up).
Leonardo Dragoni
La Verità sui Cerchi nel Grano
Edizioni Alvorada
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-verita-sui-cerchi-nel-grano.php?pn=1567
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