Quando sentiamo un suono (ad esempio una voce umana), il nostro cervello lo elabora e prevede
l’immagine che vedremo (un volto): da che età sviluppiamo questa capacità?
15 agosto 2022 – Chiara Guzzonato
Quando qualcuno bussa alla porta, sappiamo che una figura umana apparirà poco dopo sulla soglia;
quando stiamo guidando e sentiamo delle sirene, rimaniamo all’erta in attesa di vedere spuntare
un’ambulanza o una volante della polizia. Questa capacità di predizione è insita in tutti gli esseri
umani: ma da che età siamo in gradi di prevedere ciò che accadrà sulla base delle nostre percezioni?
Uno studio dell’Università di Padova, il primo a indagare sul tema, ha dimostrato che fin dall’età
di quattro mesi siamo in grado di anticipare gli eventi in base ai suoni che sentiamo. I risultati
della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports.
CERVELLO PREDITTIVO. Quando percepiamo dei suoni o vediamo delle immagini, solo una piccola parte
del cervello (dall’1 al 5% circa) elabora ciò che stiamo vedendo o ascoltando: il 95% della nostra
mente si occupa invece di formulare delle previsioni su quanto potrebbe accadere. Ipotizzare ciò che
sta per succedere ci aiuta a ottimizzare le nostre risorse mentali e fisiche, preparandole a reagire
meglio e più velocemente agli eventi. «Questo ciclo continuo di predizione-verifica-aggiornamento è
noto in letteratura come predictive brain (ovvero cervello predittivo, NdR) e definisce il sottile
equilibrio che regola l’interfaccia tra il nostro mondo interiore e tutto ciò che è esterno a noi»,
spiega Giovanni Mento, coordinatore dello studio.
SUONI E VOLTI. Per capire da che età fosse presente questa capacità predittiva, i ricercatori hanno
analizzato l’attività elettrica del cervello di tre gruppi di persone -adulti, bambini di nove mesi
e lattanti di quattro mesi. Hanno dunque eseguito un elettroencefalogramma (EEG) sul cervello dei
partecipanti, mentre questi visualizzavano su un pc delle immagini di volti e oggetti dopo aver
ascoltato voci e suoni non umani. Dai risultati è emerso che, anche nei bambini di quattro e nove
mesi, i neuroni si attivavano anticipando l’evento a seconda del suono sentito: dopo aver ascoltato
il suono di una voce umana, ad esempio, i piccoli sapevano che avrebbero visto l’immagine di una
persona sullo schermo. «Questa competenza precoce è un prerequisito fondamentale nello sviluppo
dell’essere umano, al fine di garantire fin da subito la possibilità di comunicare con altri
consimili», conclude Teresa Farroni, autrice della ricerca.
www.nature.com/articles/s41598-022-17273-1
www.focus.it/scienza/scienze/cervello-scienza-ultime-scoperte
da focus.it
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