Cervello: dolore da corpo e mente

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Cervello: dolore da corpo e mente

ROMA, 6 SET

Il dolore fisico non e’ frutto di un mero stimolo fisico ma dipende anche da cosa ci aspettiamo di
sentire. E’ la scoperta del gruppo di scienziati della Wake Forest University School of Medicine a
Winston-Salem.

Gli esperti hanno visto che, quando ci aspettiamo uno stimolo meno doloroso di quello che in realta’
ci attende, possiamo percepire fino al 28% in meno di dolore, pari alla riduzione che fornirebbe una
dose di morfina.

www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=16293

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Training autogeno contro il dolore

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

07/09/2005 10.19.00

Pensare positivo funziona davvero… non solo come filosofia di vita, ma anche come antidolorifico. È
stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, uno studio che mostra che
l’aspettativa del dolore gioca un ruolo fondamentale nella percezione del dolore stesso o meglio che
se ci si aspetta un dolore poco intenso, tale sarà il dolore effettivamente percepito.

La Ricerca è stata condotta dal Dr Robert Coghill e dai ricercatori della Wake Forest University
(North Carolina, USA) su 10 volontari in perfetta salute a cui è stato applicato un simulatore di
calore alle gambe. Per mappare l’attività cerebrale conseguente agli stimoli si è utilizzata una
risonanza magnetica funzionale. Prima dello stimolo e della registrazione delle immagini dal
cervello i volontari venivano avvertiti dell’intensità del dolore che dovevano aspettarsi: alta,
moderata o lieve, attraverso diversi segnali legati ad una determinata intensità.

Tutti e dieci i partecipanti hanno riportato un dolore minore quando si aspettavano un dolore di
lieve intensità. La riduzione della percezione del dolore è stata circa del 28 per cento,
comparabile all’effetto di una dose di morfina. Contemporaneamente l’attività cerebrale delle aree
interessate alla percezione e all’elaborazione del dolore, cioè la corteccia somatosensoriale
primaria, la corteccia insulare e la corteccia cingolata anteriore, è diminuita sensibilmente.

Nonostante lo studio sia stato condotto su scala ridotta, questi risultati potrebbero spiegare
l’efficacia delle terapie psicologiche nel contrastare le patologie caratterizzate da dolori
cronici, e fornire gli strumenti per aiutare le persone a controllare meglio il dolore senza dover
ricorrere continuamente ad analgesici accompagnati da sgradevoli effetti collaterali. “Il dolore non
è solo il risultato di un segnale proveniente da una regione ferita del corpo e deve essere
contrastato con qualcosa di più che con una pillola. Il cervello può efficacemente regolare il
dolore ed è necessario imparare a sfruttare questo potere”, conclude Robert Coghill.

Fonte: Robert C et al. The subjective experience of pain: where expectations become reality. PNAS
2005;102 no. 36 doi_10.1073_pnas.0408576102

it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=12733

caterina visco

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