Cervello e mal di testa: BrainFactor intervista Franco Mongini

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Cervello e mal di testa: BrainFactor intervista Franco Mongini

Mercoledì 10 Marzo 2010 16:38 Giuseppe de Paoli News – Le interviste

da brainfactor.it

Il “mal di testa” è un disturbo comune, che ha grande impatto sulla salute pubblica. Parlare di
questo disturbo, però, significa entrare in un universo estremamente variegato dai confini labili e
incerti. Quanti tipi di cefalee esistono, quali sono le più comuni? Cosa accade nel cervello durante
un attacco di cefalea? Come si previene il mal di testa? Ne parliamo con Franco Mongini
dell’Università di Torino.

Medico neurologo, Franco Mongini è Professore ordinario di Anestesiologia alla Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Torino e direttore della Sezione Fisiopatologia delle Cefalee e Dolore
Faciale del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica della stessa Università. La sezione da lui
diretta svolge un’intensa attività di ricerca, in particolare sui profili di personalità, sui
disturbi d’ansia e dell’umore e sul trattamento del mal di testa e del dolore cranio – cervico –
faciale. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati sulle più importanti riviste
scientifiche internazionali. Fra i suoi libri pubblicati in Italia, “Le donne e il mal di testa.
Storie di pazienti e i loro demoni” (Marsilio Editori, 2001), “ Il genio fra nevrosi e follia. Carlo
Emilio Gadda, Dino Campana” (Utet Torino, 2007). Nel 2005 il Prof. Mongini ha conseguito una seconda
laurea in Lettere Moderne.

Professor Mongini, quali sono i tipi di cefalea più comuni?

Bisogna innanzitutto distinguere tra “cefalee secondarie” che rappresentano un sintomo di altre
malattie, talora gravi, e “cefalee primarie” che invece rappresentano una patologia a sé stante e
comprendono la grande maggioranza dei casi di mal di testa. I principali tipi di cefalee primarie
sono le emicranie e le cefalee di tipo tensivo: ambedue possono essere “episodiche” o “croniche” a
seconda che siano presenti meno di quindici giorni del mese o di più. Quando il mal di testa si
cronicizza spesso le due forme di mal di testa si sovrappongono nello stesso paziente. A queste
cefalee si può aggiungere un dolore di origine muscolare situato in varie zone del viso, del collo e
delle spalle; sono problemi che, ritengo, dovrebbero essere presi in maggiore considerazione da
parte dei medici.

Quali sono le regioni del cervello più colpite?

Nelle cefalee primarie non sono perlopiù riconoscibili lesioni di siti particolari del sistema
nervoso centrale. Tuttavia vi è un tipo di emicrania – quella denominata “ad aura” – caratterizzata
da disturbi visivi di vario tipo che sono la conseguenza di una temporanea riduzione dell’apporto di
sangue al cervello che ha origine dal polo posteriore del lobo occipitale. Alcuni studi inoltre
hanno anche evidenziato nei pazienti emicranici alterazioni elettroencefalografiche più o meno
diffuse.
Le cefalee secondarie possono essere il sintomo di problemi che possono coinvolgere diverse aree
dell’encefalo: disturbi vascolari come le ischemie, le emorragie, malformazioni vascolari, arteriti
ecc. e disturbi non vascolari come le alterazioni pressorie del liquor cerebrospinale, i tumori, le
patologie infiammatorie ecc.

Come agiscono e quanto sono efficaci i farmaci comunemente utilizzati?

Le categorie di farmaci utilizzate per il mal di testa sono numerose a seconda del tipo di cefalea e
della sua gravità. Una prima scelta da operare quando si imposta il trattamento farmacologico è se
esso debba essere sintomatico o preventivo, in altre parole, se il farmaco debba essere assunto solo
“al bisogno” al momento dell’attacco di cefalea, al fine di sedarlo, oppure se debba essere assunto
regolarmente per un tempo più o meno lungo, a fini curativi. Per il trattamento sintomatico
dell’emicrania attualmente i farmaci più utilizzati sono i triptani, molecole che agiscono quali
antagonisti selettivi di determinati recettori della serotonina e mirano a far “abortire” l’attacco
di emicrania, ma non svolgono un’azione preventiva. Molto usati sono anche gli analgesici e gli
antiinfiammatori non steroidei, che possono anche essere efficaci ai fini di una terapia preventiva.
Per il trattamento preventivo si impiegano, talora, anche farmaci con diversa indicazione, quali i
beta-bloccanti ad azione antiipertensiva. Alcuni antidepressivi invece concorrono nel ridurre il mal
di testa a pazienti con cefalee croniche e disturbo dell’umore a carattere depressivo. Negli ultimi
anni si è accertato che alcuni farmaci normalmente utilizzati per il trattamento dell’epilessia (gli
anticonvulsivanti) sono anche efficaci per la cura dell’emicrania: si tratta di molecole che
stabilizzano le proprietà elettriche delle membrane delle cellule nervose.

Quali sono i fattori predisponenti?

Fattori predisponenti rilevanti per l’insorgere o il cronicizzarsi delle cefalee sono i disturbi
d’ansia o depressivi e la tendenza inconscia a mantenere la muscolatura cranio – cervico – facciale
eccessivamente contratta. Le donne inoltre possono essere “più esposte” ai fattori predisponenti,
sia a causa del mutamento negli anni del loro stile di vita, che ha visto una accentuazione dei
motivi di stress, sia per fattori ormonali specifici.

Esiste un legame tra cefalea e sistema immunitario? E tra cefalea e sonno?

Vi è certamente un rapporto anche se i risultati delle varie ricerche non sono univoci. Si sono
tuttavia riscontrate nei pazienti emicranici alterazioni del sistema immunitario e oppiode. Una
cattiva qualità del sonno aumenta sicuramente il rischio di soffrire di cefalea, specie al
risveglio: alcuni pazienti emicranici inoltre vanno incontro a crisi specialmente nel periodo
notturno.

Come si previene il mal di testa?

L’esercizio fisco, una dieta corretta, che prescinda da una eccessiva assunzione di alcoolici ed
eviti alcuni cibi, in particolare insaccati e formaggi stagionati, costituiscono indicazioni
generiche, ma pur sempre valide. A queste va aggiunta, per quanto possibile, la messa in atto di
strategie volte ad evitare un eccesso di stress. E’ inoltre molto importante prestare attenzione
allo stato di contrazione della muscolatura del capo, del collo e delle spalle. Un caso di frequente
osservazione, infatti, è quello in cui alla cefalea di tipo tensivo e all’ emicrania si accompagnano
tensione e dolore muscolare in zona cervicale e nelle spalle. Inoltre nelle cefalee può essere
presente un disturbo d’ansia o depressivo: per questi pazienti è bene anzitutto cercare di risolvere
questi problemi con opportuni trattamenti.

Quali sono i trattamenti di cui parla?

Per quanto riguarda la tensione e la contrattura dei muscoli personalmente applico, da lungo tempo,
un programma mirato al ricondizionamento dei muscoli del viso, del collo e delle spalle con semplici
esercizi da ripetere per breve tempo alcune volte nel corso della giornata. A questi esercizi si
aggiunge un esercizio di rilassamento e un semplice esercizio che svela più facilmente se durante IL
lavoro, o il tempo libero, si mantengono i muscoli del viso del collo, o delle spalle, in condizione
di eccessiva contrazione. Questo programma, associato a una opportuna terapia farmacologica, può
dare buoni risultati. La sua efficacia è stata confermata da due nostri recenti studi longitudinali
condotti su 2.400 dipendenti del Comune di Torino, i quali al termine del programma hanno registrato
un abbattimento di circa il 40% dei giorni di mal di testa e di dolore al collo e alle spalle, con
anche una notevole riduzione dell’uso di farmaci. Su queste basi abbiamo messo a punto un programma
di prevenzione del mal di testa e del dolore cervicale attivato con la Regione Piemonte, dal nome
evocativo “No mal di testa”, che stiamo per estendere al territorio nazionale.

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 10 Marzo 2010 16:50 )

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