Cervello ed epilessia
di: Donata Allegri – Ecplanet.net
Con il termine epilessia si descrivono una varietà di sintomi neurologici dovuti ad una scarica
elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia o del tronco
cerebrale. Anche se il 5% di tutte le persone ha almeno una crisi epilettica durante la sua vita non
è considerato affetto da epilessia; le crisi epilettiche sono favorite da fattori che aumentano
l’eccitabilità elettrica delle cellule nervose e abbassano la naturale soglia alla loro scarica
spontanea: l’uso o la sospensione improvvisa di certi farmaci, droghe o alcool; febbre, deficit di
sonno, alterazioni degli elettroliti, e infine fattori genetici e metabolici.
Sampsa Vanhatalo e colleghi dell’Università di Helsinki in un nuovo studio pubblicato online nella
rivista Proceedings of the National Academy of Sciences affermano che le crisi epilettiche
potrebbero essere associate ad oscillazioni estremamente lente dell’attività elettrica del cervello,
(>0.5 Hz), o infralente. Purtroppo l’elettroencefalogramma (EEG) non è in grado di rivelare
l’attività a frequenze così basse così hanno analizzato l’attività cerebrale di alcuni pazienti
usando un adattamento della tecnologia convenzionale chiamata EEG a corrente diretta (DC-EEG).
Hanno visto che le crisi con esplosioni di attività cerebrale anormale, si manifestano in
corrispondenza dei cosiddetti eventi interictali che avvengono in una determinata fase delle
oscillazioni infralente. I ricercatori ritengono quindi che le oscillazioni infralente riflettano i
cicli dell’eccitabilità del cervello. Stimolando il nervo vago (VNS) si possono alterare i livelli
di CO 2 del cervello attraverso i cambiamenti nella respirazione.
Poiché l’anidride carbonica (CO 2) ha effetti potenti sulle varie funzioni del cervello, è possibile
che questi cambiamenti transitori di CO 2 possano avere un effetto sulle transizioni della
condizione fra le condizioni interictali e preictali. Questa ricerca potrebbe fornire anche la
spiegazione del presunto meccanismo che porta all’aggravamento, fino ad ora enigmatico, di attività
epilettica durante il sonno. Si spera che tutto questo possa portare a nuove strategie per la
prevenzione e la cura dell’epilessia.
Istituzione scientifica citata nell’articolo:
University of Helsinki
Donata Allegri
E-mail: donata.allegri@ecplanet.com
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