I bambini fino ai due anni sottoposti a un eccessiva visione di tv, tablet e smartphone potrebbero
avere problemi di elaborazione sensoriale. Che cosa significa?
15 febbraio 2024 – Fabrizia Sacchetti
Nel 2019, l’Organizzazione mondiale della sanità lanciava questo appello ai genitori: “I bambini da
zero a due anni non dovrebbero essere mai lasciati davanti a uno schermo di tv, tablet, pc e
smartphone. Al massimo un’ora al giorno, invece, è il tempo consigliato per i bambini da due a
cinque anni”. Un appello che arrivava dopo anni di studi che avevano riscontrato problemi
comportamentali nei bimbi affidati agli schermi-babysitter.
PROBLEMI COMPORTAMENTALI. L’elenco è lungo: irritabilità, apatia, ritardo nel linguaggio,
alterazioni del sonno. E ancora, in età scolare, perdita di capacità cognitive: problemi di
attenzione, di memoria e difficoltà di comprensione. Ma adesso questo elenco si allunga: secondo un
team di ricercatori della Drexel University, Philadelphia (Usa), l’esposizione agli schermi di
neonati e bambini di età inferiore ai due anni potrebbe essere associata a problemi di elaborazione
sensoriale, che sono prevalenti nei disturbi dello spettro autistico e della sindrome da deficit di
attenzione e iperattività (ADHD). Lo studio è stato pubblicato su JAMA Pediatrics.
BAMBINI TROPPO SENSIBILI. L’elaborazione sensoriale atipica è il disturbo del quale soffrono i
bambini che, pur avendo organi di senso normali da un punto di vista fisiologico, sono troppo
sensibili – oppure per nulla agli stimoli dei sensi, ovvero a ciò che vedono, toccano, gustano,
annusano, ascoltano. Per esempio, il bambino può toccare o annusare eccessivamente gli oggetti
(“ricerca di sensazioni”), può avere una sensibilità inferiore ed essere più lento a rispondere agli
stimoli – come essere chiamati per nome (“bassa registrazione”), o può essere turbato da suoni,
rumori o luci, ed evitare alcune azioni sensoriali, come farsi lavare i denti (“evitamento di
sensazioni”).
Lo studio è stato realizzato su dati registrati dal National Children’s Study tra il 2011 e il 2014
su un campione di 1.471 bambini (50%maschi) che avevano guardato – o non avevo guardato – programmi
tv o dvd (allora tablet e cellulari non era diffusi come adesso) a 12, 18 e 24 mesi. I genitori o
caregiver hanno compilato un questionario – Infant/Toddler Sensory Profile – progettato per
ottenere un “profilo” sensoriale dei bambini a 33 mesi di età.
SCHERMI PERICOLOSI. Risultato: i bambini di un anno che trascorrono del tempo davanti agli schermi
hanno una probabilità maggiore del 105% di sviluppare problemi di elaborazione sensoriale entro i 33
mesi; per quelli di 18 mesi, ogni ora in più al giorno trascorso davanti allo schermo è associata a
una probabilità maggiore del 23%; infine, per quelli di 24 mesi, ogni ora al giorno in più segnala
una probabilità maggiore del 20% entro l’anno successivo.
«Abbiamo scoperto che l’esposizione allo schermo a entro i 24 mesi di età è legata a un aumento
dell’elaborazione sensoriale atipica a 33 mesi», spiega la responsabile dello studio Karen Heffler,
professoressa associata di psichiatria alla Drexel University. «È questa associazione potrebbe avere
importanti implicazioni per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e per l’autismo,
poiché l’elaborazione sensoriale atipica è riscontrata in circa il 60% dei bambini con ADHD e in
circa il 90% dei bambini con disturbo dello spettro autistico».
Se dunque i risultati dello studio indicherebbero che il tempo trascorso davanti allo schermo nei
primi anni di vita può essere un fattore significativo, sono necessari «ulteriori approfondimenti
che potrebbero determinare se la visione può alimentare l’iperconnettività cerebrale sensoriale
osservata nei disturbi dello spettro autistico, come l’aumento delle risposte cerebrali alla
stimolazione sensoriale», conclude Karen Heffler.
GIOCHI E PASSEGGIATE. Una cosa è certa: considerando che la neuroscienza ci ripete da tanto tempo
che affidare i bambini piccoli agli schermi-babysitter può causare numerosi problemi comportamentali
e di sviluppo, la raccomandazione è sempre la stessa: più giochi e passeggiate all’aria aperta. Ma
non con i piccoli seduti sul passeggino con il tablet in mano.
jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/2813443
da focus.it
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