Che cosa è l’amore – domande – Osho

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Che cosa è l’amore

di Osho

Domanda di un discepolo:

“Se lasciassi cadere le gelosie, la possessività, l’attaccamento, i
bisogni, le aspettative, i desideri e tutte le illusioni, rimarrebbe
qualcosa del mio amore?
Tutta la mia poesia e la mia passione sono state menzogne?”

Risposta di Osho:

“Non puoi apprendere l’amore, non puoi coltivarlo. L’amore coltivato
non sarà affatto amore. Non sarà una rosa vera, sarà un fiore di
plastica. Quando impari qualcosa, questo qualcosa ti viene
dall’esterno, non è frutto di una crescita interiore. E per essere
autentico e vero l’amore deve essere frutto della tua crescita
interiore.

L’amore non è un apprendimento, è una crescita. Da parte tua, tutto
ciò che occorre non è imparare i modi per amare, bensì disimparare i
modi per non amare. Devi rimuovere gli impedimenti, devi distruggere
gli ostacoli: allora amare sarà il tuo modo di essere, naturale e
spontaneo. Dopo che avrai rimosso gli ostacoli, dopo che avrai gettato
via le tue durezze, l’amore inizierà a fluire. È già presente, è
nascosto dietro a molte durezze, ma la primavera è già in te: è il tuo
stesso essere.
È un dono, ma non è qualcosa che ti accadrà in futuro: è un dono che è
già accaduto con la tua nascita. Essere significa essere amore. Essere
in grado di respirare è sufficiente per essere in grado di amare.
Amare è come respirare: l’amore è per il tuo essere spirituale ciò che
il respiro è per il tuo corpo. Se non respiri, il corpo muore; se non
ami, muore l’anima.

Questa dunque è la prima cosa che devi ricordare: l’amore non è
qualcosa che puoi imparare. Se lo imparassi, ne perderesti il senso:
impareresti un’altra cosa, chiamandola amore. Sarebbe un amore finto,
falso; e una moneta falsa potrebbe anche sembrare vera; se non conosci
la moneta vera, quella falsa potrebbe continuare a illuderti. Solo
conoscendo ciò che è reale, sarai in grado di distinguere il vero dal
falso.

Gli ostacoli sono proprio questi: le gelosie, la possessività,
l’attaccamento, i bisogni, le aspettative, i desideri… è
giustificata la tua paura che: se lasciassi cadere tutto ciò…
rimarrebbe qualcosa del mio amore?

L’eccitazione, lo stato febbrile non sono estasi. Si assomigliano,
questo è il No, del tuo amore non rimarrebbe niente. L’amore
rimarrebbe… ma l’amore non ha niente a che fare con “io” o con “tu”.
Quando saranno scomparse tutta la possessività, tutte le gelosie,
tutte le aspettative, in realtà non scomparirà l’amore: sarai
scomparso tu, sarà scomparso l’ego. Quelle sono le ombre dell’ego.

Non è l’amore a essere geloso. Guarda, osserva, contempla di nuovo:
quando ti senti geloso, non è l’amore che si sente geloso: l’amore non
ha mai conosciuto nulla della gelosia. Proprio come il Sole non ha mai
conosciuto le tenebre, l’amore non ha mai conosciuto la gelosia.

È il tuo ego che si sente ferito, è l’ego che si sente competitivo, in
una lotta continua. È il tuo ego ambizioso che vuole essere superiore
agli altri, vuole essere qualcuno davvero speciale. È il tuo ego che
si sente geloso e possessivo, poiché l’ego può esistere solo tramite
il possesso. Più sei possessivo, più il tuo ego si rafforza; l’ego non
potrebbe esistere senza la possessività. Si affida alla possessività e
dipende da ciò che possiede. Pertanto, se aumenti il tuo denaro, il
tuo potere, il tuo prestigio; se hai una bella donna, o un bell’uomo o
figli bellissimi, il tuo ego si sentirà immensamente nutrito. Quando
scomparirà da te ogni possessività, quando non possiederai più niente,
non troverai in te ego alcuno: non ci sarà più nessuno che possa dire
“io”.
Se pensi che il tuo amore sia questo, allora certamente anche il tuo
amore scomparirà. Il tuo amore non è amore vero: è un insieme di
gelosia, di possessività, di astio, di collera, di violenza; è mille e
una cosa, tranne che amore. È mascherato da amore, perché tutte queste
cose sono talmente brutte che non potrebbero esistere senza una
maschera.

Tutti questi sentimenti sono talmente brutti che, se tu vedessi la
realtà, non potresti convivere con loro neppure un istante. Pertanto
essi non ti permettono di vedere la realtà: la gelosia pretende di
essere amore, la possessività si cela dietro alla maschera
dell’amore… in questo modo ti senti a tuo agio.

Dunque, ciò che pensi sia amore, ciò che finora hai conosciuto come
amore, scomparirà. In esso non c’è neppure l’ombra della poesia.
Certo, c’è passione; ma la passione è uno stato febbrile, è uno stato
inconscio. La passione non è poesia. Solo i Buddha conoscono la
poesia: la poesia della vita, la poesia dell’esistenza.

problema. Nella vita, molte cose sembrano simili e distinguerle è un
compito molto delicato, raffinato, sottile. L’eccitazione può
assomigliare all’estasi: non lo è, poiché l’estasi è fondamentalmente
quieta. La passione è bollente, l’amore è fresco: non è freddo, ma
fresco. L’odio è freddo; la passione e la lussuria sono bollenti;
l’amore sta esattamente nel mezzo: è fresco, non è freddo e non è
caldo. È uno stato di grande tranquillità, di calma, di serenità, di
silenzio. Da quel silenzio scaturisce la poesia; da quel silenzio
scaturisce il canto; da quel silenzio scaturisce una danza del tuo
essere.

Ciò che tu chiami poesia e passione, non sono altro che menzogne,
nascoste dietro una bella facciata. Su cento dei vostri poeti,
novantanove non sono poeti veri: sono solo persone travolte
dall’agitazione, dalle emozioni, dalla passione, dai bollori, dalla
lussuria, dalla sessualità, dalla sensualità. Solo uno su cento dei
vostri poeti è un poeta vero.

E il poeta vero potrebbe non comporre mai alcun poema, poiché tutto il
suo essere è poesia. Il suo modo di camminare, il suo modo di sedersi,
il suo modo di mangiare, il suo modo di dormire: tutto in lui è
poesia. Esiste come poesia; potrebbe creare poemi oppure potrebbe non
crearne: è irrilevante.

Ciò che tu chiami poesia, non è altro che il frutto della tua febbre,
del tuo stato surriscaldato di consapevolezza: è uno stato di follia.
La passione è folle, cieca, inconscia ed è una menzogna. È una
menzogna, poiché ti dà la sensazione che sia amore.
L’amore diventa possibile solo dopo che ti è accaduta la meditazione.
Se non conosci il modo per essere centrato nel tuo essere; se non
conosci il modo per riposare e per rilassarti nel tuo essere; se non
conosci il modo per essere totalmente solo e beato, non saprai mai che
cos’è l’amore.

L’amore appare come un rapporto, ma inizia in profonda solitudine.
L’amore si esprime come una relazione, ma la sorgente dell’amore non è
il rapporto con l’altro: la sorgente dell’amore è la meditazione.
Quando sei assolutamente felice nella tua solitudine, quando non hai
affatto bisogno dell’altro, quando l’altro non è un bisogno: allora
sei in grado d’amare. Se l’altro è per te un bisogno, puoi solo
sfruttarlo, manipolarlo, dominarlo; ma non puoi amarlo.
Poiché sei dipendente dall’altro, in te nasce la possessività…
scaturisce dalla paura: “Chissà? L’altro oggi è con me, domani
potrebbe non essere più con me!” Chi conosce il futuro? La tua donna
potrebbe averti lasciato; i tuoi figli, cresciuti, potrebbero
essersene andati; tuo marito potrebbe averti

L’unico modo per entrare in contatto diretto e immediato con la verità
che il abbandonata. Chi conosce il prossimo istante? Dalla tua paura
del futuro nasce in te una forte possessività e crei un legame intorno
alla persona che pensi di amare.
Ma l’amore non può creare una prigione, e se l’amore crea una
prigione, l’odio non avrà più niente da fare. L’amore è portatore di
libertà, dà libertà. L’amore è assenza di possessività; ma ciò diventa
possibile solo se hai conosciuto una qualità del tutto diversa
d’amore: la condivisione con l’altro e non il bisogno dell’altro.

L’amore è condivisione di una gioia straripante. Sei troppo ricolmo di
gioia, al punto da non riuscire a contenerla: devi condividerla. In
questo caso, nel tuo amore c’è poesia, e c’è una bellezza preziosa che
non è di questo mondo: è qualcosa che proviene dall’aldilà. Questo
amore non può essere appreso, ma puoi rimuovere gli ostacoli.

Molte volte dico che dovete imparare l’arte di amare, ma ciò che
intendo dire è: imparate l’arte di rimuovere tutto ciò che vi
impedisce di amare. È un processo in negativo, è come scavare un
pozzo: continui a togliere uno strato di terra dopo l’altro, le
pietre, i pezzi di roccia e, alla fine, improvvisamente appare
l’acqua. L’acqua era lì da sempre, ma scorreva sottoterra. Ora che hai
rimosso tutte gli ostacoli, l’acqua sarà a tua disposizione. Così
accade all’amore: l’amore è un flusso all’interno del tuo essere, sta
già scorrendo, ma è ostruito da molte rocce e da molti strati di
terra, che tu devi rimuovere.

Questo intendo, quando dico: “Imparate l’arte di amare”. In realtà non
significa imparare ad amare, ma “disimparare” i modi per non amare.

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