CHI TIRA I FILI?

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CHI TIRA I FILI?

Perché alcune persone sono per natura estroverse e loquaci mentre altre sono quiete e timide?
Quali sono le forze della natura che costringono le persone ad agire in un determinato modo?
Come funzionano queste forze e chi le controlla?

di VISAKHA DEVI DASI

Il dr. A. B. Chiari, sua moglie e i loro due figli hanno una piccola casa, proprio adatta alle loro
necessità, in una tranquilla cittadina di campagna. Il dr. Chiari è il medico locale, una persona
seria, qualificata e rispettata. che fa il proprio lavoro con onestà ed altruismo. I suoi hobby sono
la lettura di libri di filosofia, di poesia e di scienza. La signora Chiari e i bambini, quando
questi non sono a scuola, si occupano della terra e del giardino che circondano la casa, prendendosi
cura della loro mucca. I Chiari sono persone mediamente benestanti, grati a Dio per ciò che hanno e
considerano seriamente la propria religione. Per lo standard comune, sono persone eccezionalmente
pie. Non giocano d’azzardo e per loro gli intossicanti sono rigidamente tabù: non fumano e non solo
non bevono liquori, ma nemmeno caffè o tè. Il dr. Chiari ha visto troppi dei suoi pazienti crearsi
problemi a seguito di relazioni extramatrimoniali ed è quindi fedele a sua moglie e anche lei gli è
sempre stata fedele. I Chiari hanno deciso da molto tempo che l’uccisione di animali è barbarica,
quindi non mangiano mai carne, pesce, pollo e nemmeno uova. In generale conducono una vita pulita,
semplice e felice. Ma i Chiari sono condizionati da un senso di felicità e conoscenza. Sono
attaccati al loro mondo armonioso. Sono perciò soggetti all’influenza della virtù.

I Rossi al contrario, vivono in periferia, in un’elegante casa con tutte le comodità moderne. Ogni
mattina Mario Rossi ingurgita la sua colazione e affronta il pesante traffico per recarsi in
ufficio. Lì resta seduto tutto il giorno e ha a che fare con diversi “mal di testa”, come li chiama
lui. Un lavoro duro, ma ne vale la pena, pensa, perché gli dà la possibilità di permettersi i lussi
di cui gode e di avere anche dei soldi per giocare in borsa e per altri oscuri progetti d’affari con
cui ha a che fare (dice Mario: “Money is honey”, i soldi sono miele). Gloria, sua moglie si sveglia
in tempo per assicurarsi che i due figli più grandi abbiano un aspetto decente (il prestigio della
famiglia è importante per i Rossi) e li accompagna a scuola. Passa la maggior parte della giornata
con il bambino più piccolo (“Quello che non avevamo previsto” dice Mario). Gloria passa il suo tempo
in casa con il televisore acceso, o al parco con altre mamme, o al salone di bellezza oppure a far
spese (a volte sembra sia per sempre). I Rossi sono attivi tutto il giorno, sempre in movimento. La
sera si rilassano, ma a volte le loro menti sono talmente disturbate che non riescono ad avere un
buon sonno. Bisticciano tra di loro e talvolta sono depressi ma, come dice scherzosamente Mario con
filosofia: “Non c’è alcun problema così grande che il sesso non possa risolvere.” Durante i fine
settimana i Rossi recitano la parte dei religiosi, ma non è nulla di più che un affare sociale
perché generalmente non seguono gli insegnamenti dei loro testi sacri. Questa è la tipica famiglia
sotto l’influenza della passione.

L’influenza dell’ignoranza è esemplificata dalla vita di Franco Ottuso e Betty Lagna. Non si sono
mai sposati, ma vivono insieme, squallidamente, in un appartamento a basso prezzo a New York. Gli
assegni dell’assistenza sociale coprono parte dell’affitto e alla fine del mese Franco mette insieme
quello che gli manca vendendo droga. La religione è qualcosa con la quale non vogliono avere niente
a che fare, l’hanno entrambi deciso da tempo. Passano la loro giornata dormendo (almeno dieci o
dodici ore al giorno), prendendo droga, festeggiando con birra e salame, languendo nel loro
appartamento. Per anni hanno sognato di iniziare una comune in Spagna o forse in Madagascar o in
Nepal.

Cosa sono queste forze chiamate “influenze”? Le influenze della natura – virtù, passione e ignoranza
– sono aspetti dell’energia inferiore di Krishna.

Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema, ha innumerevoli energie. Al fine di comprenderle, comunque, si
classificano in tre gruppi: l’energia inferiore, che è materiale; l’energia superiore, che è
spirituale; l’energia marginale, che siamo noi, gli esseri viventi. Siamo chiamati marginali perché
possiamo essere sia sotto l’influenza della natura superiore sia sotto l’influenza di quella
inferiore. Il nostro corpo, per esempio, è energia inferiore di Krishna. Ciò significa che per
natura è temporaneo ed è origine di ignoranza e sofferenza. Se ci identifichiamo con il corpo o la
mente – se pensiamo di essere americani o indiani, grassi o magri, sani o malati, indù o cattolici,
democratici o comunisti, e così via siamo sotto l’influenza dell’energia interiore e delle sue
qualità materiali. Siamo quindi stimolati ad agire secondo le influenze o qualità della natura
materiale: virtù, passione e ignoranza. Ma se ci ricordiamo che la forza vitale, l’origine della
coscienza all’interno del corpo, è differente dal corpo stesso – e se agiamo ricordandoci di questo
– potremo liberarci dalle influenze dell’energia materiale.

La scintilla cosciente che dà la vita al corpo è una minuscola particella dell’energia spirituale
del Signore Supremo e ha, quindi, una relazione eterna con il Signore. Agendo secondo questa
relazione – che consiste nel servire il Signore – si agisce in modo naturale, spirituale. In questo
modo si è completamente liberati dalle influenze della natura materiale e si risvegliano le naturali
qualità spirituali di eternità, conoscenza e beatitudine. Generalmente pensiamo di possedere il
controllo delle nostre azioni e di prendere da soli le nostre decisioni, ma l’autorità suprema,
Krishna, dice che non è così. Dice che noi agiamo come burattini – come vittime delle forze della
natura. Nella Bhagavad-gita il Signore dice: “Tutti gli uomini sono inevitabilmente costretti ad
agire sotto le influenze della natura materiale, perciò nessuno può astenersi dall’agire nemmeno per
un momento” (B.g. 3.5). Non solo tu ed io, ma “nessun essere, in qualsiasi parte del mondo
materiale, è libero dalle tre influenze della natura materiale” (B.g. 18.40).

Per tornare ai nostri esempi precedenti, il dr. Chiari, il nostro colto medico, si sente progredito
nella conoscenza e materialmente felice nella tranquilla libreria di casa sua. Ma, sebbene la sua
vita possa sembrare piacevole, concepisce ancora la vita come corporeo o materiale ed è perciò sotto
l’influenza dell’illusione. Egli crede di essere il dr. Chiari, un americano, un uomo di mezza età,
un marito, un padre, un gentiluomo di campagna piuttosto ben istruito. Ma queste designazioni sono
tutte materiali; si riferiscono solo al corpo e alla mente. Il dr. Chiari non ha ancora realizzato
che egli non è né il suo corpo né la sua mente; egli è un’anima spirituale, un eterno servitore di
Krishna. Poiché si identifica erroneamente con il suo corpo, è soggetto all’influenza delle leggi
della natura che governano quel corpo. Deve quindi continuare a soffrire i problemi della nascita,
vecchiaia, malattia e morte che sono legati al corpo.

Dato che anche chi si trova sotto l’influenza della virtù è soggetto a tutto questo, che dire di chi
è soggetto alle influenze inferiori? Coloro che sono in passione, come i Rossi, sono vittime dei
loro tentativi di soddisfare desideri incontrollabili. E coloro che sono in ignoranza, come il Sig.
Ottuso e la Sig.ra Lagna, sono vittime della pazzia, dell’indolenza e del sonno.

La nostra vita reale, come si è detto, è spirituale, e quindi eterna, felice e piena di conoscenza.
Sotto l’illusione della virtù cerchiamo questa realtà nella cultura mondana e in sentimenti di
soddisfazione materiale. Sotto l’influenza della passione la cerchiamo nel sesso e nella ricchezza,
e sotto l’influenza dell’ignoranza la cerchiamo nel sonno e negli intossicanti. Dunque la nostra
pura natura spirituale è deviata da desideri impuri, scaturiti dalle influenze della natura
materiale.

Quando i Chiari, i Rossi, gli Ottuso e Lagna nacquero, non avevano alcun controllo su quando o dove
prendere nascita, sul tipo di corpo che avrebbero avuto o su chi sarebbero stati i loro genitori. In
un modo o nell’altro, la natura ha messo ciascuno di loro, che era impotente, nei rispettivi guai.
Ora credono di poter controllare il proprio destino, ma in realtà la loro impotenza non è cambiata.
Agiscono ancora secondo i corpi che un’autorità superiore ha dato loro. Non sono né i proprietari né
i controllori delle azioni e reazioni di quei corpi. Stanno semplicemente annegando in un oceano
materiale. Sbattuti dalle onde di quest’oceano, lottano per l’esistenza. Perciò Krishna dice nella
Bhagavad-gita : “Chi riesce a vedere che è il corpo, nato dalla natura materiale, a compiere ogni
azione, mentre l’anima non agisce mai, vede giusto.” (B.g. 13.30)

A questo punto è prevedibile la nostra protesta. ” Io ho il controllo su ciò che faccio. Io posso
scegliere se andare al bar o all’opera, se sposarmi una prostituta o una ragazza di buona famiglia.
Niente mi obbliga ad agire.”

E’ la verità, noi abbiamo una minuscola indipendenza. Krishna è svarat, completamente indipendente;
Dio può fare qualunque cosa desideri. E poiché noi siamo piccolissime particelle di Dio, anche noi
abbiamo la Sua qualità di indipendenza, ma solo in piccolissima quantità, proporzionata alla nostra
misura. Perciò, secondo i nostri desideri, il nostro corpo agisce sia in virtù, che in passione, in
ignoranza, o in qualche loro combinazione. Ma qualunque siano questi desideri, essi sono materiali;
scaturiscono dal nostro concetto della vita corporeo e perciò sono prodotti delle influenze della
natura materiale. Ed anche i modi in cui noi cerchiamo di soddisfare questi desideri sono materiali.
Quindi ricorriamo all’energia inferiore di Krishna, quella materiale. “Talvolta predomina
l’influenza della passione – dice Sri Krishna – vincendo l’influenza della virtù e dell’ignoranza. E
a volte è la virtù a vincere la passione; altre volte ancora è l’ignoranza a vincere virtù e
passione. Questa lotta per il sopravvento non finisce mai.” (B.g. 14.10) Proprio come i colori di
base – il giallo, il rosso e il blu si mescolano in modi diversi producendo una varietà innumerevole
di sfumature, così la virtù, la passione e l’ignoranza mescolate insieme producono, nelle nostre
menti, innumerevoli tipi di illusioni. Questo spiega perché talvolta i Chiari litigano per questioni
banali; perché a volte i Rossi ed anche gli Ottuso e Lagna, fanno inaspettatamente donazioni ad
associazioni religiose; e perché i Rossi, di tanto in tanto partecipano a delle feste, abusano nel
bere, e si trovano la mattina dopo a letto con i postumi della sbronza, sopraffatti dall’influenza
dell’ignoranza.

Che ci piaccia o no, dobbiamo capire che noi siamo strettamente legati dalle corde dell’illusione. E
un uomo legato mani e piedi non può liberarsi; deve essere aiutato da una persona libera. Chi legato
non può essere aiutato da chi è legato a sua volta, il soccorritore deve essere libero. Perciò solo
Krishna, il Signore Supremo, completamente libero, o il Suo rappresentante autorizzato, il maestro
spirituale, possono liberare l’anima condizionata. Senza tale aiuto superiore, non ci si può
liberare dalla schiavitù della natura materiale. Il solo modo per diventare completamente liberi
dalle sue grinfie è quello di abbandonarsi alla Persona Suprema. Sri Krishna dice perciò nella
Bhagavad-gita: “Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è
difficile da superare. Ma chi s’abbandona a Me ne varca facilmente i limiti.” (B.g. 7.14)

I Chiari, i Rossi, gli Ottuso e Lagna. si possono liberare dal concetto materiale di vita ricevendo
la conoscenza trascendentale autentica. Se qualcuno ha vissuto per tutta la vita in una stanza buia,
si dibatte in continuazione, incapace di vedere le cose come stanno. Quando le luci vengono accese,
comunque, ogni cosa diventa visibile e si può immediatamente agire in modo appropriato. Nello stesso
modo, con la luce della conoscenza trascendentale possiamo vincere i nostri legami e agire in
accordo alla nostra natura spirituale. Ci si può così liberare da questo mondo materiale. Krishna
perciò dice nella Gita: “Colui che comprende la filosofia della natura materiale, l’essere vivente e
l’interazione delle tre influenze della natura, raggiungerà certamente la liberazione. Qualunque sia
la sua condizione attuale, non rinascerà mai più in questo mondo.”

Colui che si libera così dall’illusione e che comprende in modo scientifico la propria coscienza
pura e naturale, diventerà senz’altro un devoto del Signore Supremo. All’inizio, tali devoti
potenziali sviluppano in modo naturale le desiderabili qualità che caratterizzano l’influenza della
virtù. Evitano rigidamente tutte le attività peccaminose, non mangiano carne, pesce o uova, non
prendono intossicanti, non giocano d’azzardo e non fanno sesso illecito. Ma, oltre a tutto questo
cercano, poi, un maestro spirituale autorizzato e coltivano la conoscenza trascendentale sotto la
sua guida. Così ascoltano ogni giorno informazioni scientifiche su Krishna dai testi vedici, come la
Bhagavad-gita e lo Srimad-Bhagavatam, e cantano i Santi Nomi di Dio: Hare Krishna Hare Krishna
Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Cantare queste vibrazioni
trascendentali è raccomandato dai testi vedici, ed è spiegato che è il modo migliore per trascendere
le tre influenze della natura materiale in questa nostra difficile era di discordia e ipocrisia.

Un devoto del Signore è libero dai legami delle influenze perché la sua mente, il suo corpo e le sue
parole agiscono spiritualmente, cioè in relazione a Krishna. Egli serve sempre per il piacere del
Signore. Per amore del Signore egli compie ogni azione necessaria e a tale scopo egli vivrà ovunque,
sia in campagna che in periferia che in città. Un devoto così cosciente di Krishna accetta qualunque
cosa sia favorevole al servizio di Krishna e rifiuta qualunque cosa non sia favorevole a al
servizio. Nella Bhagavad-gita (13.g. 14.26) Krishna dice:

mam ca yo ‘vyabhicarena bhakti-yogena sevate sa gunam samatityaitam brahma-bhuyaya kalpate

In questo modo possiamo raggiungere la perfezione spirituale semplicemente ricordando la nostra
relazione con Krishna e agendo secondo tale relazione. Non saremo disturbati dalle influenze della
natura perché invece di impegnare la nostra coscienza in attività materiali, possiamo trasferirla in
attività centrate su Krishna. Questo tipo di attività imperniate su Krishna costituiscono il
bhakti-yoga. Quando ci impegniamo in questo sistema supremo di voga, acquisiamo le stesse qualità
spirituali di Krishna. Il Signore è eterno, beato e pieno di conoscenza e noi siamo parte di Lui,
come le pepite sono parte della miniera d’oro. Quindi le nostre qualità spirituali sono simili a
quelle di Krishna. La differenza comunque è che Krishna è infinito, mentre noi entità viventi siamo
infinitesimali.

Sebbene le influenze della natura materiale siano molto difficili da superare, possiamo facilmente
superarle con la misericordia del Signore, perché il Signore, dopo tutto, è il creatore e il
controllore delle influenze. E come è possibile ottenere questa misericordia?

yasya deve para bhaktir yatha deve tatha gurau tasyaite kathita hy arhtah prakasante mahatmanah

“La misericordia del Signore può essere ottenuta solo da grandi anime arrese, dotate di una completa
fede in Dio e nel maestro spirituale.” Queste anime fortunate si liberano immediatamente dalle tre
influenze della natura materiale e riacquistano la loro natura spirituale originale, che è gioia
trascendentale infinita in relazione d’amore con Krishna, Dio, la Persona Suprema.

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