CIBO PER IL CORPO E CIBO PER LA MENTE
NELL’ARMONIZZAZIONE E SVILUPPO DELLA PERSONALITA’
di Marco Ferrini
Un esame accurato e ben documentato quello fatto dal prof. Ferrini sui costi sociali, ambientali e
psichici legati al consumo di carne. Viviamo in un mondo in cui gli abitanti dei paesi poveri
muoiono di fame perché una parte considerevole di cereali viene utilizzata come foraggio per rendere
la carne degli animali da macello più grassa e più gradita ai cittadini delle nazioni ricche, i
quali, anche a causa di questo tipo di alimentazione muoiono per infarto, tumore e altre malattie
cardio-vascolari. A questo scenario tetro vanno aggiunti anche i costi ambientali che la dieta
carnea comporta: foreste abbattute per fare spazio ai pascoli, terre fertili trasformate in deserti,
impoverimento delle riserve dacqua. E a peggiorare la situazione sono i disturbi della personalità
legati alla nutrizione, in particolare anoressia, bulimia e obesità. La letteratura clinica riporta
con grande frequenza la genesi di tali disturbi dellalimentazione dovuta ad un vissuto traumatico,
come depressione, perdite affettive, maltrattamento e abuso sessuale intra-familiare in età precoce.
Allorigine di questi disagi sono inoltre spesso riscontrabili rapporti conflittuali con i genitori
o tra di loro. La scelta di non alimentarsi fino al rischio di morte (anoressia), mangiare quantità
seriali di cibo per eliminarlo con il vomito auto-indotto più volte al giorno, anche con uso e abuso
di lassativi e diuretici (bulimia), lassunzione di cibo senza limite fino a raddoppiare o
triplicare il proprio peso (obesità), sono patologie che generano dipendenza. Queste gravi patologie
sono riconducibili ad una richiesta daiuto non verbalizzata. Non è quindi lappetito a dover essere
curato, piuttosto il soggetto e la sua storia.
Il cibo non deve essere unarma di rivalsa per imporre la propria personalità su di unaltra. I
disturbi dellalimentazione possono essere superati cominciando proprio da quei nodi affettivi che
hanno ingenerato il rapporto conflittuale col cibo, imparando prima di tutto a farsi coscientemente
carico delle proprie responsabilità e predisponendosi di conseguenza per intraprendere con fiducia
la cura del proprio disturbo poiché, come in ogni patologia, anche in questi casi la cura nasce
prima di tutto da dentro la persona: solo così, infatti, l’individuo diventa in grado di recepire
appieno l’aiuto forniti dagli altri e dall’ambiente esterno. «Esistono quattro costituenti che, se
riscoperte e adeguatamente realizzate, possono ricomporre la nostra personalità: scoprire la propria
libertà oltre i condizionamenti, riconoscere la propria individualità, sviluppare la capacità di
interagire socialmente in maniera armonizzante e mettersi dalla parte della soluzione, realizzare le
proprie ontologiche istanze spirituali. Così facendo potremmo dare unopportunità continua il prof.
Ferrini- a noi stessi e agli altri per iniziare un percorso di guarigione, verso un sano equilibrio,
affinché il cibo diventi un integratore della struttura fisica, emozionale, sociale, relazionale e,
non ultimo, di quella spirituale». «Coltivare la compassione e lamicizia autentica alla luce di
un’approfondita conoscenza dell’essere umano – ha proseguito il relatore – è un presupposto
fondamentale per integrare la personalità; ciò conduce a sviluppare le qualità positive dellessere
umano e gradualmente spodesta una psiche invasa dallossessione della magrezza e dai condizionamenti
riversati negli affetti e nelle relazioni». Durante il pomeriggio di domenica gli intervenuti hanno
espresso domande e riflessioni scritte che sono state poi analizzate dal prof. Ferrini. Tali
riflessioni hanno toccato in molti casi la sfera personale e intima dei partecipanti al seminario, i
quali hanno così avuto loccasione di confrontarsi con il punto di vista della saggezza vedica su un
tema dai confini molto vasti che ha ripercussioni non solo nella sfera della nutrizione, ma anche
nellintegrità fisica, psichica e spirituale dellessere umano.
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