La cocaina è presente nei più sanguinosi delitti italiani. E l’assume l’83% dei criminali violenti inglesi. Ecco perché.
Che cosa associa la cocaina alla violenza? Come agisce? È un effetto correlato alla dose? Ed è veramente la droga dei
colletti bianchi? Per spiegare i meccanismi della cocaina è necessario risalire alle vie del piacere, presenti nel cervello,
che premiano alcune attività, come cibo e sesso, attività che devono essere incentivate per la conservazione della specie.
Tutte le droghe d’abuso sfruttano queste vie e per questo generano piacere. Ma questo è particolarmente vero per la cocaina e
la sua forma fumabile, il crack, che agiscono proprio aumentando la produzione di dopamina, il “postino” del piacere, nelle
aree cerebrali della gratificazione e della ricompensa.
· La cocaina induce il rilascio di una quantità di dopamina molto più elevata rispetto a cibo e sesso
· A sesso e cibo ci si abitua: dopo 2 – 3 rapporti sessuali consecutivi, la conta spermatica cala in modo naturale,
il piacere è decapitato e non c’è più ricerca della copulazione; più o meno ciò che avviene dopo un lauto pasto. Nel
cervello, infatti, la dopamina, sostanza preziosa, esplicato il suo effetto, è riassorbita. Con la cocaina NO.
Quando un soggetto assume la cocaina, si verificano due cose nel cervello:
· Il cervello continua a rilasciare dopamina dal terminale presinaptico al recettore post – sinaptico
· La dopamina rilasciata non è riassorbita e quindi resta nello spazio facendo durare il suo effetto nel tempo
Per quanto se ne sa, la cocaina è la droga che ha il potenziale più elevato di dipendenza proprio per questo suo
comportamento farmacologico.
Che cosa c’entra questo con la violenza? “Delle schizofrenie, ce n’è una detta paranoide, in cui gli individui sono convinti
di essere perseguitati da tutti e a volte si difendono con aggressività. Nel cervello degli schizofrenici paranoidi si
osserva un aumento della poamina proprio nelle aree della corteccia mesolimbica e mesocorticale, aree in cui l nucleus
accumbens fa parte. Gli schizofrenici paranoidi non controllati sono quelli a rischio di eccessi violenti. Gli antipsicotici
usati in terapia, infatti, agiscono riducendo i i livelli di dopamina proprio in quelle aree. E con la riduzione della
dopamina si riduce l’aggressività. Anche la cocaina fa aumentare la dopamina nella corteccia delle aeree mesolimbiche e
mesocorticali e questo spiega le crisi di paranoia: i cocainomani si sentono perseguitati, vedono microspie e polizia
dappertutto.
Ma non è tutto: “in pratica, la cocaina può indurre chimicamente una crisi di schizofrenia paranoide molto
aggressiva e disinibita. In altre parole, se un cocainomane si sente dare dello stupido, non solo potrebbe tirare un pugno,
ma anche sparare, cercando di difendersi aggredendo perché vede nell’altro un persecutore. E non si pensi che l’effetto si
estingua in breve tempo. In soggetti vulnerabili, le psicosi indotte da cocaina possono durare anche settimane o mesi dopo la
sospensione dell’abuso”. Con gli stimolanti, come crack e cocaina, si parla di tolleranza inversa: il soggetto diventa via
via sempre più sensibile agli effetti che imitano gli stati psicotici, cioè allucinazioni, deliri e paranoie.
Alcuni cocainomani associano l’uso della droga all’alcol e, in questo modo, il corpo produce un metabolita intermedio: il coca
etilene, che inibisce del 47% l’eliminazione della cocaina per via renale. È come l’offerta dei supermercati: prendi 2 e
paghi 1. Ma il coca etilene è un potente cardiotossico; al pronto soccorso oggi, i medici vedono sempre più spesso ragazzi di
25 – 30 anni che segnalano dolore al petto, ipertensione, emorragia cerebrale perché prendono sostanze stimolanti (cocaina,
ecstasy, metanfetamine fumabili come crystal, meth/shaboo/ice) insieme all’alcol.
E come se ciò non bastasse, da qualche tempo, i nuclei anti – dorga segnalano nelle partite la presenza di Lavamisolo, un
farmaco usato per eliminare i vermi parassiti del bestiame, il cui consumo è vietato nell’uomo. Il Lavamisolo è molto
tossico, perché dà la agranulocitosi, cioè la perdita dei neutrofili, una sottocategoria dei globuli bianche che difende
dalle infezioni batteriche. Questo farmaco è aggiunto alla fonte, in condizione igieniche pessime. Ma perché? Il Lavamisolo
di per sé è un inibitore delle monoaminossidasi (Mao) enzimi che sono gli spazzini della dopamina: hanno, infatti, il compito
di degradare quella che si attarda tra un neurone e l’altro, cioè nell’aerea in cui esplica il suo effetto e in questo modo
lo spengono. Ma, così, la dopamina resta lì a disposizione più a lungo e quindi il piacere dura di più e la dose può essere
ridotta e diventare accessibile a un numero maggiore di persone.
Una droga per falliti. Da sfatare anche il mito che la cocaina sia la droga del successo: gli studi hanno dimostrato che, in
realtà, è la droga dei poveracci. Nel 2008, Robert Warren Gould della Wake Forest University ha dimostrato che solo le
scimmie subordinate assumono cocaina e gli studi sull’uomo hanno confermato: i veri leader, coloro che nella vita ottengono i
migliori risultati, hanno naturalmente elevate dosi di dopamina in circolo. Sono vigili di natura, ottimisti, traggono
soddisfazione dallo studio, dal lavoro, dai loro interessi, dagli hobbies e su di loro la cocaina avrebbe effetti
insopportabili sommandosi a quelli naturali. Sono i perdenti, quelli che di dopamina ne producono poca, ad assumerla per i
suoi effetti: aumenta la vigilanza, induce euforia, acuisce le sensazioni percettive, abolisce il sonno e la fame, ma,
soprattutto, dà un senso di accresciuta forza fisica e capacità mentale.
È stato dimostrato che lo status e il sostegno sociale sono correlati con una maggiore densità di ricettori D2 / D3 della dopamina, quelli che consentono di trovare piacevole la vita senza dover ricorrere alla droga. E questo spiega perché gli individui meno socialmente integrati e agli
ultimi scalini della scala sociale sono in genere anche quelli a maggior rischio di cocaina. (tuttavia, bisognerebbe
aggiungere che abituando un bimbo o un giovane ad applicarsi seriamente in qualsiasi attività a lui confacente, con adeguati
riconoscimenti, si indurrebbe un esercizio cerebrale che produrrebbe, di conseguenza, dopamina naturale. Lo stimolo a fare
ciò per cui un individuo è portate, secondo le proprie inclinazioni, senza pregiudizi di ceto, casta o status sociale,
appoggiandolo e sostenendolo, lodando e incitando, si otterrebbe un sano effetto di dopamina naturale).
Fonte: foianoinpiazza.it
da news cufrad.it
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