Come agisce lo Shiatsu?

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COSA E’ LO SHIATSU?

di Roberto Antonangeli

Lo Shiatsu e’ una arte della salute che si sta diffondendo con notevole
rapidita’ negli ultimi tempi. Il nome e’ giapponese, composto da due parole:
shi = dito e atsu = pressione; il lavoro coi pollici e’ la parte piu’
caratteristica di questo tipo di intervento, che si effettua quasi sempre
anche con il palmo della mano ed in misura minore con avambracci e ginocchi.

Il termine “Shiatsu” e’ piuttosto recente, meno che centenario, ma le
tecniche comprese in questa definizione si riallacciano alle conoscenze
della antichissima Medicina Tradizionale Cinese. La prima scuola
riconosciuta in Giappone e’ stata quella di Tokujiro Namikoshi, basata sui
riflessi neuromuscolari che si attivano facendo pressione su determinati
punti.

Un suo allievo, Shizuto Masunaga, sviluppo’ in seguito la sua teoria e
fondo’ una diversa scuola, riallacciandosi in modo piu’ fermo del suo maestro alla
Medicina Tradizionale Cinese. In particolare riprese il sistema energetico
dei meridiani, canali di scorrimento dell’energia vitale nel corpo umano.

In Italia, lo stile Namikoshi e’ stato portato da Rudi Palombini,
fisioterapista massaggiatore della nazionale italiana, che si trovo’ a Tokyo
per le Olimpiadi del 1964; affascinato da questa disciplina, si trattenne
sul posto per apprenderla e poi diffonderla nella scuola che apri’ a Roma. Lo
stile Masunaga e’ stato introdotto da alcuni allievi di questo secondo
maestro, con l’apertura di numerose scuole in Italia. Per l’utente, questa
molteplicita’ di scuole ed indirizzi puo’ portare disorientamento, perche’
trova sotto lo stesso nome tecniche abbastanza diverse. Le differenze di
maggior impatto sul cliente, a mio avviso, sono il fatto che le pressioni
possano essere talvolta dolorose o che il lavoro sia basato sul
rilassamento, che sia fatto sul corpo nudo o vestito, che comprenda o meno
gli “scrocchi” che sono tipici della chiropratica; se vi trovate con un
operatore che non conoscete bene e date importanza a qualcuno di questi
aspetti, vale la pena di parlarne prima con lui. Ci sono differenze formali:
come il fatto di lavorare su un lettino o su un tappeto a terra, l’uso di
musica di sottofondo o di bastoncini di incenso; ma, quello che fa la
differenza tra un operatore e l’altro e’ la preparazione e soprattutto
l’efficacia del lavoro.

Personalmente, lavoro a terra ,sul corpo vestito ed evito “scrocchi” e
pressioni dolorose, perche’ lavoro sui cambiamenti nella situazione
energetica, e li ottengo piu’ facilmente su un soggetto rilassato; la musica
di sottofondo e’ uno stratagemma che sono costretto ad usare per attenuare
l’impatto dei laceranti sbalzi di umore dei figli del vicino.

C’e’ una domanda che mi crea un po’ di imbarazzo ed e’: “a che cosa serve lo
Shiatsu?” Una domanda formulata in questi termini presuppone che ci si
aspetta una risposta coerente, cioe’ un elenco completo, dettagliato e
preciso di patologie che si possono curare, e, forse, anche un elenco di
controindicazioni. Personalmente, inizio formulando la risposta in termini
piu’ vaghi: tutti abbiamo una naturale capacita’ di autoguarigione, che
invece molti riconoscono solo agli animali ed ai bambini (si sente dire che basta
lasciarli in pace e si “aggiustano” da soli); lo Shiatsu lavora sul
ripristino e sul mantenimento dell’equilibrio energetico del corpo,
attivando questa capacita’ innata, mediante una azione sui sistemi nervoso,
muscolare, circolatorio, articolare. Il punto fondamentale e’ che si lavora
sulla persona e non sul solo sintomo.

Cio’ premesso, non posso fare a meno di fornire anche un mio “elenco”: lo
Shiatsu interviene favorevolmente nell’alleviare le conseguenze di traumi di
varia natura; nelle sindromi ansioso – depressive; nell’insonnia; nelle
situazioni di stress o superlavoro; nelle emicranie e cefalee; in tutte le
patologie dell’apparato locomotore: artrosi, lombalgie, sciatalgie,
discopatie, periartriti, ecc. e comunque in tutti gli stati di squilibrio
del nostro essere inteso nella sua unita’ di corpo/mente/spirito.

Questo modo di esprimermi proviene naturalmente dal tipo di scuola in cui mi
sono formato; altri usano termini diversi (anche di molto) e tutti sono
degni di rispetto fino a prova contraria.

La domanda che viene fatta a chi ha ricevuto un trattamento e’: “come ti
senti adesso?”; molto spesso, si ottiene una risposta simpatica e naturale: “mi
sento meglio”. E’ una espressione che definisce poco, ma lascia intuire
molto.

C’e’ un aspetto che mi piace sottolineare, a chiusura di queste righe: per
chiedere un trattamento Shiatsu non e’ necessario “stare molto male”, basta
solo avere voglia di “stare meglio”.

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