Come capire cos’e’ la violenza simbolica con degli esempi

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Come capire cos’e’ la violenza simbolica con degli esempi

La violenza simbolica è più difficile da individuare rispetto alla violenza fisica, ma è abbastanza evidente una volta che si impara a riconoscerla. In questo testo scopriremo come riconoscerla.

Nella nostra società, la violenza non è sempre fisica o evidente; c’è una forma sottile: la violenza simbolica. Questo, sebbene non apra ferite e non lasci lividi, è dannoso quanto quello diretto.

Funziona attraverso simboli, discorsi e rappresentazioni, perpetuando le relazioni di potere e rafforzando la segregazione dei gruppi. Qui, attraverso la definizione del concetto e diversi esempi, acquisirai una profonda comprensione di questa violenza surrettizia e legata al sistema. Iniziamo

Cos’è la violenza simbolica e come si manifesta?

Il termine “violenza simbolica” è stato coniato dal sociologo Pierre Bourdieu. Si riferisce ai processi attraverso i quali il potere viene esercitato verticalmente attraverso simboli, gesti, parole e rappresentazioni culturali.

Il suo obiettivo non è la sottomissione di gruppi attraverso il dominio e l’intimidazione fisica, ma l’imposizione di strutture di potere e subordinazione nelle strutture sociali.

Questo tipo di violenza si manifesta attraverso varie azioni; Alcuni dei più noti sono i seguenti:

esclusione sociale,
linguaggio discriminatorio,
discorsi stigmatizzanti,
creazione di stereotipi negativi,
imposizione di norme e valori che rafforzano le disuguaglianze strutturali.

Come esempio ben noto, spicca la rappresentazione stereotipata delle donne nei media. Spesso sono ritratti come oggetti sessuali o come persone dipendenti e sottomesse. Questi stereotipi contribuiscono a perpetuare la disuguaglianza di genere.

Violenza simbolica e discriminazione, sono la stessa cosa?

Sebbene la violenza attraverso i simboli e la discriminazione siano correlate, non sono concetti identici. Mentre la discriminazione implica un trattamento diseguale di determinati gruppi sulla base di caratteristiche quali la razza, il genere o l’orientamento sessuale, la violenza in questione è un meccanismo che legittima e perpetua tale discriminazione.

In altre parole, quando è simbolica, la violenza diventa il motore della discriminazione, oltre a riunire un’altra serie di misure lesive della coesione sociale.

Ne è un esempio lo studio pubblicato sulla Revista Mexicana de Ciencias Políticas y Sociales, che descrive atti discriminatori per commissione e per omissione nei confronti delle donne che vogliono fare politica.

Nello stesso caso, mentre la discriminazione significherebbe considerare che solo gli uomini possono essere politici, la violenza attraverso i simboli sarebbe accusare falsamente le donne, ometterle dalle riunioni e dalle sessioni plenarie, o incitare ad atti violenti contro di loro.

In che modo questa violenza contribuisce alla discriminazione contro i gruppi minoritari?

Come potete immaginare, questo tipo di violenza ha un grande effetto nel perpetuare e aggravare la discriminazione nei confronti delle minoranze. Attraverso le suddette rappresentazioni negative, stereotipi e discorsi disumanizzanti, le disuguaglianze strutturali vengono rafforzate e l’emarginazione di questi gruppi persiste.

Uno studio pubblicato sull’International Journal of Developmental Science, nel 2018, ha esaminato la bibliografia esistente fino ad oggi per concludere che l’esposizione alla violenza radicale influenza il processo decisionale e una maggiore partecipazione alla violenza politica.

Pertanto, una continua esibizione di simboli, discorsi e rappresentazioni negative può avere effetti dannosi per i gruppi verso i quali questa violenza simbolica è diretta.

Conseguenze della violenza attraverso i simboli

Tale violenza non solo ha ripercussioni sugli individui e sui gruppi discriminati, ma colpisce anche la società nel suo complesso. Perpetuando stereotipi e disuguaglianze, questa violenza mina la coesione sociale e limita il pieno sviluppo di un ambiente giusto e inclusivo.

Lo studio di Bar-Tal et al., pubblicato sul Journal of Social Issues, esamina le conseguenze della violenza simbolica nelle società divise. I risultati indicano che questo meccanismo contribuisce alla polarizzazione sociale, al conflitto e alla frammentazione della società.

Inoltre, è probabile che ostacoli gli sforzi di costruzione della pace e di riconciliazione, in quanto alimenta la sfiducia e l’ostilità tra i diversi gruppi.

Allo stesso modo, questo discorso violento genera stress, ansia, depressione e bassa autostima negli individui colpiti, come rilevato in uno studio pubblicato da Psychological Therapy.

Per sradicare la violenza simbolica, dobbiamo andare alle sue radici
È essenziale continuare la ricerca e approfondire lo studio della violenza basata sui simboli, per sviluppare strategie che sfidano e trasformano le narrazioni e le pratiche di questa forma di discriminazione.

La sensibilizzazione, l’educazione e la promozione della diversità e dell’uguaglianza sono strumenti chiave nella lotta contro tale violenza e nella costruzione di una società più giusta e rispettosa.

Lo sviluppo del pensiero critico ci porterà a mettere in discussione il concetto stesso di violenza, trascendendone la dimensione fisica. Machismo, omofobia, razzismo, abilismo, specismo e molte altre forme di segregazione ne sono sostenute. Andiamo alla radice del problema e sradichiamolo.

Bibliografia

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