Eccedere con il cibo spazzatura non solo danneggia il nostro organismo, ma modifica in parte la
struttura del cervello per fare aumentare il senso di fame.
18 novembre 2021 | Rebecca Mantovani
Non solo ciccia e brufoli: il cibo spazzatura modifica la struttura del cervello, soprattutto quello
dei ragazzi.
Che il junk food, ovvero il cibo spazzatura, faccia male non è certo una novità. E non è solo il
nome a dare un’idea molto precisa di cosa introduciamo nel nostro organismo: ci sono tanti studi che
spiegano quanto sia poco salutare mangiare alimenti industriali, merendine e fast food vari, dato
che hanno un alto contenuto calorico ma un basso apporto nutrizionale.
IN PRIMA PERSONA. Ma che cosa ci succede se esageriamo con un’alimentazione di questo tipo? Se lo è
domandato Chris van Tulleken, un medico inglese che, con un approccio pragmatico d’altri tempi, ha
deciso di sperimentare su di sé le conseguenze di lungo periodo di un’alimentazione poco sana.
Chris si è sottoposto per 30 giorni a una dieta composta per l’80% da cibo spazzatura e ha
analizzato i cambiamenti del proprio corpo e del proprio cervello dal punto di vista biochimico,
metabolico e neurologico. L’esperimento è stato seguito dalla BBC, la tv pubblica britannica, che ha
poi prodotto un documentario dal titolo What Are We Feeding Our Kids? (che cosa diamo da mangiare ai
nostri bambini?).
EFFETTI COLLATERALI. L’esperimento non è in realtà così estremo come potrebbe sembrare: una persone
su cinque, nel Regno Unito, si alimenta normalmente in questo modo e secondo un recente studio la
maggior parte dei bambini dei Paesi industrializzati ricava due terzi delle calorie che ingerisce da
cibo industriale, con pesanti conseguenze sulla propria salute.
Gli effetti della dieta spazzatura non si sono fatti attendere: dopo pochi giorni il medico ha
iniziato a soffrire di attacchi di fame che non aveva mai avuto prima, simili a piccole crisi di
astinenza da cibo. E a complicare le cose ci si è messa una grave forma di stitichezza, che ne ha
bloccato l’intestino per giorni.
Alla fine dei 30 giorni il fisico di Chris era devastato: il suo peso era aumentato di 6,5 kg e il
suo indice di massa grassa era aumentato del 2%. Gli esami del sangue hanno evidenziavano diversi
squilibri ormonali: il più grave quello dell’ormone della fame, aumentato del 30%.
CONNESSIONI CEREBRALI. Ma la cosa più impressionante è stato osservare come la dieta gli avesse
cambiato il cervello. La risonanza magnetica ha evidenziato che alla fine dei 30 giorni si erano
create nuove connessioni tra aree del cervello prima indipendenti: quell’alimentazione ha favorito
la creazione di collegamenti tra le aree del cervello che controllano il meccanismo della ricompensa
e quelle che controllano i comportamenti ripetitivi automatici. In pratica, si sono creati dei link
che spingono il cervello a chiedere cibo – anche quando il corpo è sazio – solo per scatenare il
meccanismo della gratifica, proprio come accade alle persone con dipendenza da droga, alcol e fumo.
Il cibo industriale è dunque “progettato a tavolino” per essere appetitoso e desiderabile, ma non
per saziare: più ne mangi, più ne vorresti. Sale, zucchero e aromi sono perfettamente dosati per
allietare il palato, così come le consitenze. Non a caso il ricercatore, nel documentario, parla di
ingegneria alimentare.
IL POTERE DELLA CHIMICA. Perché succede tutto questo? Il cibo industriale – conclude lo studio –
contiene molte sostanze chimiche i cui effetti, singoli e combinati, non sono del tutto conosciuti.
Quel che è dimostrato è che chi consuma abitualmente junk food tende ad ingerire oltre 500 calorie
in più al giorno rispetto a chi segue un’alimentazione sana. E gli effetti di questo tipo di
alimentazione su bambini e adolescenti possono essere ancora più gravi, perché il cervello è ancora
in fase di sviluppo.
https://youtu.be/aJ_D5YMNeDg
jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2782866
da focus.it
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